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“La Sardegna attende scelte coraggiose, finanziamenti e tempi certi e invece, nel pieno di una drammatica pandemia, l’unica risposta che arriva dallo Stato centrale è la prospettiva di un deposito di scorie radioattive”. Lo ha scritto Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia in una lettera-appello al Presidente Mattarella, con cui chiede un intervento per scongiurare l’ipotesi della realizzazione del deposito nazionale di scorie radioattive in Sardegna. Cappellacci si rivolge a Mattarella “nella sua qualità di garante di un’Unità nazionale che, se non viene affrontata la questione sarda, resterà una grande incompiuta a causa di quella che è una “secessione alla rovescia”, perché è lo Stato che si distacca dai sardi d’Italia” e ricorda che “la Sardegna vive una condizione di svantaggio derivante dalla condizione geografica insulare, dalla scarsa infrastrutturazione e dalle conseguenze delle crisi industriali che hanno messo a nudo l’inadeguatezza del modello di sviluppo economico instaurato decenni fa. Eppure – ricorda l’esponente azzurro- i figli di questa terra hanno versato il loro sangue per l’Italia: i martiri della Brigata Sassari sono l’esempio più alto del valore di un popolo orgoglioso, che non si rifugia nel vittimismo né chiede misure assistenzialiste ma solo la possibilità di camminare con le proprie gambe, forte dei suoi principi, delle sue tradizioni, della sua cultura e della sua storia”. Cappellacci ricorda anche che i sardi si sono già pronunciati nel 2011 con un referendum che ha visto il 97% dei cittadini dire “no” al deposito di scorie radioattive. “Mi appello  anche – prosegue Cappellacci- al suo ruolo di garante della Costituzione nella quale, all’art. 3, è scritto: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Sarebbe assurdo – prosegue Cappellacci-  se, oltre a non rimuovere gli ostacoli esistenti che sopra, sommariamente, ho ricordato, la Repubblica arrivasse ad aggiungerne altri”. Infine l’appello al Presidente della Repubblica: “Accenda una fiaccola di speranza per le nuove generazioni e per un’intera isola, contribuendo a farla uscire dall’antica maledizione per cui ogni posto di lavoro viene pagato con un sacrificio in termini di sicurezza, salute, fruibilità dei territori”

 

Di seguito, il testo integrale della lettera:

 

Ill.mo Sig. Presidente,

le scrivo questa mia lettera a poche ore dalla pubblicazione della mappa dei siti candidati ad ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive, che include 14 località della Sardegna.

Come è noto, la nostra terra vive una condizione di svantaggio derivante dalla condizione geografica insulare, dalla scarsa infrastrutturazione e dalle conseguenze delle crisi industriali che hanno messo a nudo l’inadeguatezza del modello di sviluppo economico instaurato decenni fa.

Secondo recenti studi, il costo del divario insulare si aggira tra i 2,5 e i tre miliardi di euro ogni anno. Si tratta di 660 milioni per il trasporto navale di passeggeri e merci per distanze equivalenti a quelle percorribili via terra ed altri 600 milioni per il trasporto aereo. Ad aggravare la situazione si aggiungono indici di infrastrutturazione molto distanti dalla media nazionale: 45,5% sulle reti stradali (87,1% nel Mezzogiorno); 35,2% su reti energetiche (rispetto al 64,5% del Mezzogiorno); 15% su reti ferroviarie (87,8% nel Mezzogiorno); 66,1% per infrastrutture economico sociali (84,4 nel Mezzogiorno).

Sono oltre 3000 i sardi che ogni anno lasciano la nostra isola per costruire il proprio futuro come studenti, lavoratori, per mettere su casa e famiglia. La nostra è un’isola in cui le culle restano vuote: l’indice di natalità si ferma allo 0,97, è il peggiore d’Italia e si accompagna ad un altro dato drammatico: 1 bambino su 3 vive in condizioni di povertà relativa.

Presidente, nella sua veste di giudice Costituzionale, ha già avuto modo di verificare personalmente, anche sul piano tecnico-giuridico oltre che su quello politico, le gravi ingiustizie perpetrate dallo Stato centrale nei confronti della Sardegna in quella che è nota ai più come l’annosa “vertenza entrate” ovvero le risorse spettanti alla nostra isola e negate di volta in volta dai Governi che si sono succeduti nel tempo. Da molti anni la Sardegna attende scelte coraggiose, finanziamenti e tempi certi e invece, nel pieno di una drammatica pandemia, l’unica risposta che arriva dallo Stato centrale è la prospettiva di un deposito di scorie radioattive.

Per questo motivo desidero rivolgermi a lei nella sua qualità di garante di un’Unità nazionale che, se non viene affrontata la questione sarda, resterà una grande incompiuta a causa di quella che è una “secessione alla rovescia”, perché è lo Stato che si distacca dai sardi d’Italia. Eppure i figli di questa terra hanno versato il loro sangue per l’Italia: i martiri della Brigata Sassari sono l’esempio più alto del valore di un popolo orgoglioso, che non si rifugia nel vittimismo né chiede misure assistenzialiste ma solo la possibilità di camminare con le proprie gambe, forte dei suoi principi, delle sue tradizioni, della sua cultura e della sua storia.

Ci sono pertanto profonde motivazioni morali e politiche, non solo economiche e sociali, per porre fine una volta per tutte al retrogrado adagio secondo il quale la Sardegna viene considerata la destinazione di qualsiasi carico scomodo e per scrivere, invece, una pagina nuova per la nostra isola in cui venga considerata finalmente come una sorta di “Arca di Noé” d’Italia, scrigno del patrimonio naturalistico, paesaggistico, archeologico e culturale che essa custodisce da millenni.

Vorrei sottolineare che i sardi si sono già pronunciati nel 2011 con un referendum che ha visto il 97% dei cittadini dire “no” al deposito di scorie radioattive. Benché fosse un quesito consultivo, si tratta di un’espressione della volontà popolare che non può essere sovvertita né dalla Sogin, né da altri capannelli, conferenze di servizi o altri soggetti che non possono sostituirsi al corpo elettorale.

Mi appello al suo ruolo di garante della Costituzione nella quale, all’art. 3, è scolpito un principio: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Sarebbe assurdo se, oltre a non rimuovere gli ostacoli esistenti che sopra, sommariamente, ho ricordato, la Repubblica arrivasse ad aggiungerne altri.

Per questo le chiedo un intervento autorevole per scongiurare la realizzazione in terra sarda del “mostro radioattivo”. Accenda una fiaccola di speranza per le nuove generazioni e per un’intera isola, contribuendo a farla uscire dall’antica maledizione per cui ogni posto di lavoro viene pagato con un sacrificio in termini di sicurezza, salute, fruibilità dei territori.

 

Pubblicato in Regione

Poteva essere Antonello Picci il candidato sindaco per il centrodestra alle comunali di Quartu, invece la scelta è caduta sul sardista Christian Stevelli.  Picci, imprenditore di 45 anni, è stato capo di gabinetto quando il sindaco era Mauro Contini e ha presentato, qualche giorno fa insieme al coordinatore regionale Ugo Cappellacci, la lista di Forza Italia per la corsa elettorale del 25 e 26 ottobre, a sostegno della candidatura di Stevelli come sindaco. 

“Avere Quartu, Regione e Città metropolitana tutte con il medesimo colore politico ci aiuterà ad amministrare meglio la città anche con il supporto della Regione”, dice Picci a margine della conferenza di presentazione. E la sua tesi è confermata dalla presenza della vicepresidente della Regione Alessandra Zedda: esponente di spicco di Forza Italia, rappresenta la linea comune che potrebbe arrivare da Villa Devoto a via Eligio Porcu.

La lista un elenco composto da 28 persone nuove e abbastanza giovani che svolgono diverse professioni. “FI ha costruito una lista totalmente rinnovata”, spiega Picci. “Penso che la nostra cittadina abbia delle chances che nessuno oggi ha colto davvero fino in fondo”, aggiunge. La pensa allo stesso modo Cappellacci. “FI è pronta a far sì che Quartu  sia finalmente a tutti gli effetti la terza città della Sardegna. Per ora lo è in termini di abitanti”, afferma. 

Picci, cosa ha da migliorare una città come Quartu?

“Questa è una domanda a cui bisognerebbe rispondere, forse, impiegando qualche ora. Io penso che la nostra cittadina abbia delle chances che nessuno oggi ha colto davvero fino in fondo.  Noi partiamo da un gap negativo molto lungo e pensare di fare cose fantastiche oggi forse è fuori luogo. Io partirei dalle cose banali, i buchi nelle strade per esempio. Cose che magari una cittadina friulana o magari Reggio Emilia ha risolto 30 anni fa, noi invece dobbiamo ancora iniziare.  Ripartirei dall’ABC per poi capire che l’unica chance è il nostro mare, il nostro litorale. Questo darà lo slancio definitivo alla nostra città”.

Da chi è composta la vostra lista?

“Da individui che nella vita hanno dimostrato di saper fare qualcosa.  Sono persone concrete e questo dà l’idea che siamo pronti a metterci a disposizione dell’amministrazione della città.  FI ha costruito una lista totalmente rinnovata, questo ci fa ben sperare che i cittadini apprezzino. Abbiamo cercato di trovare una composizione eterogenea. Dal commerciante al libero professionista, passando per il giovane avvocato, la fioraia, il pensionato e persone che sono attive nel mondo del volontariato.  Ognuno di questi porta con sé il proprio bagaglio di esperienze e di capacità che credo saranno molto utili all’amministrazione della città”.

Ha qualcosa da rimproverare all’attuale amministrazione comunale? 

“Anche in questo caso bisognerebbe articolare la risposta in qualche minuto in più.  Questa amministrazione si sia caratterizzata per una sostanziale inerzia su tutto.  Non ci sono argomenti o settori di interesse della pubblica amministrazione che hanno avuto particolare slancio. Direi che è stata una parentesi che dobbiamo superare, da relegare al passato. Ovviamente astraendo dai giudizi sulle persone, però nell’insieme la definirei un’amministrazione fallimentare”.

Quali sono le vostre aspettative per le elezioni? 

“Le nostre iniziative sono di vincere e che FI abbia il successo che meritano i candidati che abbiamo messo in campo. Questo ci darà la forza di incidere. Quando con il coordinatore Cappellacci abbiamo fatto la lista, è stata una mia precisa richiesta quella di avere carta bianca per stilare una lista totalmente svecchiata.  Questo ci darà la possibilità di entrare in Consiglio comunale con un’energia nuova. Forse è una scelta faticosa ma è una sfida che ci piace cogliere”.

Cosa ci dice in merito al vostro programma elettorale?

“Il programma del nostro candidato sindaco ha proposto è abbastanza lungimirante. Potrà metterlo in pratica grazie all’entusiasmo della nostra lista e delle altre nove che si affacciano alle elezioni con la sua candidatura.  Un elemento non trascurabile, che il candidato sindaco sottolinea, è che c’è una congiuntura favorevole, noi avremmo la città di Quartu, la Regione e la Città metropolitana tutte con il medesimo colore politico. Questo ci aiuterà ad amministrare meglio la città anche con il supporto della Regione”.

Perché votare Forza Italia?

“Votare FI significa sapere con certezza che non abbiamo alcun tentennamento di posizione politica. Stiamo da una parte ben precisa, abbiamo dei valori talmente profondi...Lo slogan è ‘Volti nuovi e radici profonde’ proprio perché i valori della libertà, i valori liberali e della libera iniziativa, i valori più tradizionali come quelli della famiglia, sono ciò che ci fa sentire a nostro agio e gli elettori sanno che votandoci avranno la serenità di conservare questi valori che per noi sono molto importanti”.

Alla presentazione della lista era presente anche il coordinatore regionale e deputato Ugo Cappellacci.  

Cappellacci, cosa è pronta a fare Forza Italia per Quartu?

“A far sì che Quartu sia finalmente, a tutti gli effetti, la terza città della Sardegna. Per ora lo è in termini di abitanti.  Ha un potenziale enorme che non ha ancora avuto la possibilità di esprimere totalmente.  Tra le cose che abbiamo messo nel nostro programma abbiamo previsto un ufficio che si occuperà direttamente del recupero di finanziamenti europei per mettere in campo progetti di alto valore e contenuto.  Abbiamo a cuore il litorale, finalmente vedremo l’adozione del PUL (Piano di utilizzo dei litorali, ndr). Abbiamo anche a cuore Flumini e gli altri quartieri periferici che devono essere integrati con la città.  Non ci si può limitare alla semplice manutenzione ma bisogna andare oltre e far sì che diventino realtà vive, operative e tutta questa complessità messa insieme deve essere rilanciata dal punto di vista imprenditoriale”.

Da dove deve ripartire Quartu?

“Per quanto ci riguarda Quartu riparte dalla rigenerazione, dai valori antichi e profondi che sono quelli di Forza Italia, l’impresa, la libertà, la famiglia e la persona. Questi valori sono declinati in una squadra completamente giovane, persone che hanno tutte un loro lavoro, che non vivono di politica e che sono portatori di questi valori.  FI non si nasconde dietro simboli civici perché in qualche modo è la lista civica di Italia che ha coinvolto persone che vengono dal mondo del lavoro delle professioni per dare un impegno in politica”.

Qual è l’emergenza principale di Quartu?

“Quartu ha bisogno di rinascere dal punto di vista imprenditoriale e commerciale. Ha molte potenzialità, però ancora oggi ci sono dei quartieri che sono staccati dalla città. Sono abitati da persone che non vivono e non lavorano a Quartu ma lavorano fuori e vengono in città solo per dormire.  Credo si possa dare alla città il potenziale per essere un centro economico importante che sia attrattivo di lavoro, di persone e di interesse”.

 

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