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A seguito di un breve e intenso dibattito politico, nel 1997 il Governo nazionale decideva con procedura di immediatezza la dismissione del Carcere di alta sicurezza sull’Asinara e la destinazione dell’Isola a Parco Nazionale.

D’intesa con la Regione, il Governo chiamò il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale ad impegnarsi per garantire in tempi minimi, con carattere di urgenza e straordinarietà, la sorveglianza nell’Area protetta con la statuizione a costituirvi una Stazione, sostituendosi alle altre Forze di Polizia fino allora presenti.

Trattandosi di un intervento caratterizzato da un rilevante profilo politico-istituzionale, il Corpo, attraverso la sua Direzione, avviò un rilevante sforzo organizzativo con dispendio di risorse organiche e finanziarie che valsero ad accreditarne nel tempo la funzione e la centralità, successivamente definitivamente riconosciute e confermate con il processo di definizione dell’assetto dell’Area protetta.

Nello specifico: fu costituito, sulla base di un reclutamento volontario un presidio organico terrestre di uomini e mezzi; si avvicendarono equipaggi e mezzi navali per la sorveglianza marittima circostante l’Isola; si strutturarono con modalità h24 i servizi di sorveglianza, anche con integrazioni al regime contrattuale del personale; furono organizzati i trasporti marittimi per gli ingressi e le uscite per avvicendamento del personale presente in servizio nell’Isola; vennero reperiti adeguati locali d’ufficio e quelli di alloggio del personale, con le necessarie dotazioni; si avviarono e completarono intorno allo speciale quadro normativo, corsi di formazione professionale per il personale addetto alla vigilanza; si costituì il CTA con la nomina di un Ufficiale addetto nei rapporti con l’Ente Parco; oltre a quant’altro fu ritenuto necessario.

In questo processo, quel che maggiormente rileva sottolineare è la cura puntuale e continuativa del Corpo nell’accompagnare la nascita, la strutturazione e il consolidamento di questo ruolo nel Parco, che valesse a rivendicare e riaffermare le attribuzioni istituzionali della Regione su alcuni temi identitari come quello della difesa del suo patrimonio ambientale.

In tempi successivi, in rapporto alle sue valenze, il processo di consolidamento dell’importanza del Parco è andato vieppiù emergendo, con la costituzione dell’Area marina circostante l’area terrestre e l’individuazione al suo interno di due aree SIC e ZPS.

Per una molteplicità di problematiche sopravvenute, anche recenti, non adeguatamente governate, si registrano al presente limiti severi nell’organizzazione della Stazione dell’Asinara e nella sua capacità di assicurare i servizi di tutela e conservazione richiesti.

Tra questi, non necessariamente in ordine cronologico di importanza, ma tutti in un regime di correlazione ed interdipendenza rispetto al fine, se nel elencano alcuni. 

L’ampliamento della giurisdizione della Stazione sino a ricomprendervi il Comune di Stintino limitrofo ed esterno ai confini dell’Area protetta. Nel disegno nazionale delle Stazioni Forestali nei Parchi si tende ad evitare queste configurazioni:

- poiché depotenziano la sorveglianza nel Parco anche con riguardo alla puntualità, continuità, importanza e specificità dei servizi ivi richiesti;

- non sono compatibili e coniugabili con la dipendenza funzionale della Stazione dall’Ente Parco, se non a detrimento dell’efficienza operativa nell’Area protetta;

- importano in capo alla Stazione l’esercizio di funzioni proprie del Corpo ma estranee ai compiti da assicurare nel Parco, con distrazione delle risorse organiche dalla missione principale.

Va quindi riconfigurato l’attuale assetto territoriale, riportando la sede e la giurisdizione della Stazione (nelle componenti terrestre e marittima) entro i confini (terrestri e marittimi) interclusi nella perimetrazione delle due Aree protette.

I locali d’ufficio e quelli di alloggio del personale risultano inadeguati sotto a diversi profili oltre che numericamente insufficienti. La soluzione risiede nella ristrutturazione immediata della ex Caserma della Guardia di Finanza a Cala Reale, in assegnazione alla Regione, rispondente per localizzazione, funzionalità e tipologia di locali per ufficio e alloggi, per insediarvi la Stazione.

Il contingente organico del personale va ridefinito in funzione dell’esigenza di assicurare nell’Isola un presidio con turnazioni di sorveglianza H24 (in regime di servizio più la reperibilità), sicchè possa essere garantita in qualsiasi momento una risposta rispetto a qualsiasi esigenza istituzionale nell’intero territorio (marittimo e terrestre).

Rispetto alla natura, ai luoghi, alla stagionalità, ai giorni, e al genere di intervento da dispiegare a salvaguardia dell’area marittima, va valutata la rispondenza sulla costituzione nell’Isola, in parallelo al presidio terrestre, di un Base Navale con personale dedicato (magari solo nel periodo di addensamento delle necessità), per assicurare in maniera più rispondente i servizi necessari. In questo contesto viene in rilievo anche la concertazione di protocolli operativi e programmi di servizio coordinati in particolare con la Capitaneria di Porto.

Vanno recuperati e meglio definiti i rapporti tra il Corpo e l’Ente Parco, che preveda il massimo coinvolgimento del CFVA.

Deve consolidarsi e aggiornarsi la formazione professionale del personale addetto, anche con docenze interdisciplinari con stage in campo, per garantire il livello di capacità e adeguatezza dei servizi di tutela. Una particolare cura dovrà riservarsi nello sviluppare nel personale assegnato alla sorveglianza, le capacità di relazionarsi con i flussi turistici, che sia adeguato alla natura dei luoghi e alle funzioni del Corpo, sicchè venga accresciuta l’immagine e la centralità dell’Amministrazione oltre che la qualità dei servizi erogati.

Si auspica che le considerazioni svolte trovino condivisione, senza ulteriori indugi.

Umberto Speranza – ex Ispettore Superiore Forestale – Segretario regionale FUL

 

Pubblicato in L'opinione