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Continua a migliorare il quadro epidemiologico della Sardegna sul fronte Covid e si abbassa ulteriormente la pressione sulle strutture sanitarie dell’Isola, dove l’occupazione dei posti letto ha raggiunto il 3% in area medica e il 2% nelle terapie intensive. Nella giornata di venerdì un nuovo calo che porta a 44 in tutto i pazienti ricoverati per Covid

L’attività ordinaria riprende i propri spazi anche negli ospedali impegnati in prima linea nell’emergenza. Nei giorni scorsi, a Cagliari, ha riaperto il pronto soccorso del Santissima Trinità, che rientra così, dopo otto mesi, nella disponibilità della rete dell’emergenza-urgenza.

“Abbiamo dato un importante impulso verso un ritorno alla normalità. L’emergenza Covid non è ancora alle spalle, ma, la situazione attuale ci consente di riorganizzare assistenza e servizi per rispondere in maniera efficiente a tutte le necessità. Il Santissima Trinità, diventato il più grande ospedale Covid dell’Isola, rappresenta un presidio strategico non solo per la città di Cagliari e il sud Sardegna”, dichiara il Presidente della Regione Christian Solinas.

Gli alti livelli della qualità d’assistenza dell’ospedale di Is Mirrionis sono testimoniati dall’ultimo Programma Nazionale Esiti, che ha fotografato la sanità sarda nel periodo pre-pandemia. Nella ‘tree-map’ tracciata nel rapporto dell’Agenas-Ministero della Salute, che compie una valutazione sui dati provenienti da oltre 1.300 ospedali italiani, il Santissima Trinità ha registrato un livello di aderenza a standard di qualità molto alti negli ambiti della ‘chirurgia generale’ e ‘osteomuscolare’ e un livello alto nelle aree di ‘gravidanza e parto’, ‘respiratorio’ e ‘cardiocircolatorio’, dove si concentrano quasi il 70% dei ricoveri.

Non solo il Santissima Trinità. Il monitoraggio dell’Agenas, infatti, evidenzia luci anche su altri ospedali dell’Isola, dove l’aderenza agli standard di qualità ‘molto alti’ e ‘alti’ sono stati registrati in riferimento a diversi presidi: Policlinico di Monserrato (per gli ambiti ‘nervoso’ e ‘chirurgia generale’), Brotzu (‘cardicircolatorio’, ‘nervoso’ e ‘respiratorio’), Giovanni Paolo II di Olbia (‘cardiocircolatorio’, ‘osteomuscolare’, ‘respiratorio’ e ‘chirurgia generale’), San Martino di Oristano (‘osteomuscolare’, ‘nervoso’ e ‘chirurgia generale’) e San Francesco di Nuoro (‘cardiocircolatorio’ e ‘chirurgia generale’).

“I risultati evidenziati ad aprile dall’Agenas sui nostri presidi – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – sono la testimonianza che quella che avevamo intrapreso prima della pandemia è una strada volta a valorizzare i nostri ospedali. Nemmeno con l’emergenza abbiamo mai smesso di lavorare per porre rimedio alle carenze che affondano le loro radici nel tempo. I problemi ci sono e sono tanti, ma la Sanità sarda non è malata e la sua salute è testimoniata dalle tante eccellenze e grandi professionalità sulle quali i sardi possono contare ogni giorno”

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Le sezioni riunite della Corte dei conti della Sardegna hanno parificato, giudicandolo regolare, il rendiconto della Regione per l'esercizio di bilancio 2019. Con qualche rilievo ssu alcune criticità emerse nella requisitoria della Procura generale, le stesse del passato, e su tutte il perdurare dell'eccessivo indebitamento, seppure con un recente cambio di tendenza, la gestione del personale e la spesa sanitaria, sulla quale si dovrà ancora calcolare l'impatto dell'emergenza Covid.

"Apprezzamento e ringraziamento per il lavoro svolto dalla Corte dei Conti e per le positività evidenziate nella Relazione in merito alla composizione del Bilancio Regionale, impegno per una politica finanziaria sempre più orientata allo sviluppo e al benessere delle future generazioni": con queste parole il presidente della Regione Christian Solinas ha commentato, nel suo intervento durante l’udienza per il giudizio di parificazione del Bilancio regionale 2019, quanto espresso dalla Magistratura contabile. 

"Non posso non sottolineare", ha aggiunto Solinas, "come la riduzione del personale abbia rallentato nei decenni passati queste volontà. Siamo però riusciti ad approvare il piano delle assunzioni che ci consentirà di tornare a bandire concorsi pubblici per dare finalmente nuovo slancio all’azione amministrativa, eliminando il precariato. È un tempo di profonde inquietudini e di angoscia", ha aggiunto Solinas, "che ci costringe ad adattare giorno per giorno l’azione amministrativa ad una emergenza alla quale nessun sistema sanitario mondiale era preparato".

Un importante annuncio è arrivato proprio durante il passaggio sulla riforma della sanità in Sardegna: "Siamo intervenuti", ha detto, "con un processo di riforma importante, che ha posto una prima base dalla riforma della governance con il principio della separazione netta tra prestazione sanitaria e assetto organizzativo. L’obiettivo è quello di lasciare sulle aziende territoriali l’onore di programmare ed erogare la prestazione sanitaria, senza il peso della gestione economica e amministrativa. Quest’ultima sarà competenza della centrale di committenza Ares, che si occuperà di acquisti, concorsi e formazione del personale, con risparmi sulla gestione complessiva e snellimento delle procedure. Abbiamo programmato la realizzazione di nuovi ospedali, grazie all’accordo sulle entrate stipulato con il Governo nel novembre 2019, che prevede un imponente ristoro per la Sardegna grazie alla ridefinizione degli accantonamenti e la compensazione parziale di risorse in conto capitale, per 1 miliardo e mezzo di euro spalmati su più anni, che la Cassa depositi e Prestiti ci metterà a disposizione per la realizzazione delle nuove strutture. Gli ospedali sardi sono in gran parte vecchi (l’ultima inaugurazione risale a circa 40 anni fa) e i loro problemi  determinano costi eccessivi che possono essere eliminati con impianti più moderni e un’organizzazione efficiente, che porterà ad un risparmio del 20-30 % sulla gestione complessiva e a servizi di migliore qualità per i nostri cittadini". 

 

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