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Il gruppo Psd’Az in Consiglio regionale ha depositato – prima firmataria Elena Fancello – una mozione contro l’assalto al mare della Sardegna da parte delle società che, sempre più numerose, stanno presentando richiesta di concessione demaniale marittima per installare parchi eolici off-shore al largo delle coste sarde.

Il documento si apre con l’elenco delle domande già pervenute “che è destinato a crescere – spiega Fancello – ed è questo l’aspetto che ci inquieta maggiormente. Si ha la sensazione di un vero e proprio accerchiamento davanti al quale la politica sarda deve assumere una posizione netta".

 

“Si tratta di richieste di concessione di enormi tratti di mare – dice ancora la consigliera Fancello – per una durata di trenta o quarant’anni. Ciò che colpisce è che il numero tende ad aumentare: ognuna di queste società, la maggior parte delle quali ha sede a Milano (anche se ne risulta anche una svizzera) mira a sviluppare i propri affari, ma nessuno tiene conto degli interessi della Sardegna.”

“Con questa mozione – conclude - stiamo mandando un chiaro messaggio politico al governo nazionale: sul fronte dei sacrifici, in termini di territorio, ambiente e salute, abbiamo già dato, abbondantemente e ingiustamente”.

 

Nel documento viene sottolineato che la Sardegna può comunque fare la propria parte, rispetto alla transizione energetica, attraverso la modernizzazione degli impianti eolici già esistenti sul territorio.

 

Infine, un richiamo al forte investimento della Regione sul progetto Einstein Telescope, che potrebbe essere messo a rischio proprio dall’insediamento di strutture così invasive da spezzare il delicato equilibrio ambientale che ha reso possibile la candidatura di Sos Enattos.

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La Sardegna sta affrontando un periodo difficile a causa della diffusione dei casi di Covid 19. Tanti, forse troppi ,  i disagi nel settore della sanità: dalle lunghissime liste d’attesa alla carenza di posti letto negli ospedali sardi.  “Stiamo pagando le conseguenze degli arrivi dei turisti di Ferragosto”, afferma Stefano Schirru, consigliere regionale del Psd’Az e componente della commissione Sanità.  Secondo Schirru se il Governo non avesse impugnato l’ordinanza di Christian Solinas - che imponeva test Covid obbligatori per chiunque arrivasse nell’Isola - non avremmo avuto tutti i contagi che si sono verificati nel periodo estivo. “Purtroppo siamo nelle mani di un governo composto da persone inadeguate, incapaci e incompetenti”, accusa duramente. 

Schirru esprime il suo parere anche sulla riforma sanitaria. “Non è una spartizione di poltrone. Prima c’era un'unica struttura governata da un uomo solo al comando e c’erano altre 8 sub-strutture con altri sub-commissari. Oggi, invece, stiamo dando personalità giuridica alle singole Asl e ci sarà un maggior controllo”. E, assicura che la riforma inciderà anche sulle liste d’attesa: “Stiamo stanziando maggiori risorse per smaltirle”. 

Partiamo dal Covid. Cosa ne pensa dell’ordinanza riguardo i test obbligatori impugnata dal governo?

“Credo che il Governo abbia fatto una scelta scellerata perché è dimostrato che se noi avessimo assunto questa decisione prima del lockdown, quando l’ha chiesta il presidente Solinas e il governo invece ha impugnato questa decisione, noi non avremmo avuto tutti i contagi che si sono verificati nel periodo estivo e di cui stiamo ancora pagando le conseguenze”.

Solinas cercava di trovare un rimedio ai contagi estivi con il provvedimento emanato a settembre?

“Assolutamente. Il presidente Solinas ha cercato di fare l’interesse dei sardi e della Sardegna”. 

Quale è la sua opinione sull’atteggiamento del Governo e in difesa di Solinas?                                                                  

“Purtroppo siamo nelle mani di un Governo composto da persone inadeguate, incapaci e incompetenti. Che non hanno percepito invece che l’iniziativa del presidente Solinas era volta a tutelare non solo i sardi, ma anche i turisti che volevano venire nell’isola per trovare una zona Covid free.  Vorrei ricordare anche che la Regione Sardegna per un lungo periodo ha registrato il più basso indice Rt di Italia.  Purtroppo il Governo ha affrontato in maniera errata la vicenda del Covid, perché anche durante il lockdown ha considerato l’Italia un territorio unico senza alcuna suddivisione. Questo a parer mio è stato sbagliato, nel senso che le zone più colpite non potevano essere considerate alla stregua delle regioni meno colpite o di quelle con un indice Rt molto basso. Quando noi avevamo un indice di contagio sotto lo 0.5, altre regioni invece registravano un indice superiore all’1, a quel punto abbiamo avuto gli stessi trattamenti delle altre regioni. Stiamo ancora pagando le conseguenze degli arrivi dei turisti di Ferragosto”.  

Parliamo della sanità. Sono tante le segnalazioni dei pazienti che hanno avuto disagi a causa delle attuali restrizioni previste con il Covid...

“Noi abbiamo cercato di governare l’emergenza, abbiamo potuto constatare che tutto il personale sanitario è stato all’altezza della situazione e ha gestito bene il periodo emergenziale.  I disagi purtroppo sono stati inevitabili perché si sono dovuti limitare gli accessi nelle strutture ospedaliere, andando ad allungare le liste d’attesa.  Questo è inevitabile perché tutto l’ordinario è stato sospeso e si è puntato solo agli aspetti urgenti e straordinari.  Si è dovuta garantire la straordinarietà e non l’ordinarietà.  Questo è derivato anche da scelte del governo nazionale perché col decreto che chiudeva praticamente l’Italia andava anche a inserirsi in questioni come quelle degli ospedali della funzionalità delle strutture”. 

Nello specifico?

“Tutte gli interventi programmati nella chirurgia sono stati sospesi, per dire. Così come tutte le visite programmate e gli esami. Per questo si interveniva unicamente per questioni irrimandabili e urgenti”.

Riforma sanitaria. Si torna alle 8 Asl, l'opposizione parla di spartizione di poltrone. In che modo la riforma dovrebbe migliorare il servizio? 

“Non è una spartizione di poltrone. Mentre prima c’era un'unica struttura governata da un uomo solo al comando e c’erano altre 8 sub-strutture con altri sub-commissari. Oggi, invece, stiamo dando personalità giuridica alle singole Asl. I territori avranno come riferimento una determinata Asl e quando andrà male qualcosa nel singolo territorio ci sarà per forza un responsabile, ci sarà più capacità di monitorare le determinate situazioni. Quindi se dovesse capitare qualcosa su Bosa, su Sassari o su Olbia questo non andrà a discapito dell’Iglesiente o dell’Ogliastra o dell’Oristanese e via dicendo. Ci sarà un maggiore controllo e una maggiore vicinanza con il territorio”. 

Inciderà anche sulle liste d’attesa? 

“Le liste d’attesa si sono incrementate unicamente per il blocco durante il lockdown.  Tuttavia stiamo stanziando maggiori risorse per accelerare le liste d’attesa soprattutto in collaborazione con quei privati che erogano un servizio convenzionato con il nostro sistema sanitario”. 

Al Microcitemico sono tante le proteste per il ritorno alla Asl, dopo che cinque anni fa era stata lasciata per entrare a far parte del Brotzu: cosa risponde davanti alle preoccupazioni? 

“Questo è un aspetto secondario, l’importante è che vengano garantiti i servizi e che vengano potenziati anche tutti quegli aspetti che vanno a dare un servizio ai cittadini. Noi abbiamo provveduto allo scorporo e alla scissione per garantire un servizio più efficiente”. 

Quali sono i punti forti di questa Giunta regionale e quali, invece, sono i settori nei quali è necessario un intervento più incisivo ora che è “superata” la paralisi del Covid?

“Parlando dei punti forti della Giunta, possiamo dire che è molto vicina al territorio, capisce le necessità, le esigenze, capisce gli umori e i malumori delle persone. È una Giunta composta da persone normali, che conducono una vita normale e che vogliono garantire alla popolazione sarda e alla regione Sardegna una qualità delle proprie risposte alle necessità della gente. Necessitano, invece, un intervento più incisivo tutti quei settori che non dipendono unicamente dalla Regione ma in cui ci sono le intromissioni dello Stato. Per esempio sulla continuità territoriale il problema non può essere affrontato solo dalla regione Sardegna, ma abbiamo necessità che degli organi sovraordinati quali i ministeri, il Governo e anche la Commissione europea svolgano il loro ruolo”. 

 

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