Lunedì, 22 Maggio 2023 12:49

Mense scolastiche: in Sardegna la retta più economica

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VI Indagine di Cittadinanzattiva sulle mense scolastiche: 82 euro il costo medio mensile, circa 4 euro a pasto. Basilicata la più cara, Sardegna la più economica. Fra le città, meglio Barletta, peggio Torino, Livorno e Trapani. 908 gli interventi previsti dal PNRR fra mense nuove (526) e ristrutturate o ampliate.

82 euro: è quanto una famiglia italiana ha speso in media al mese, nell’anno scolastico in corso, per la mensa di un figlio iscritto alla scuola primaria o dell’infanzia. Si tratta di circa 4€ a pasto. La regione mediamente più costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (58€ nell’infanzia e 62€ per la primaria).

L’incremento rispetto alla precedente indagine, riferita al 2020/21, è stato di poco più del 2%, ma le variazioni sono molto differenti a livello regionale: si passa da un aumento a due cifre in Basilicata (+19% e +26% rispettivamente per scuola primaria e quella dell’infanzia) e in Campania (+12% circa per entrambe le tipologie di scuola) al decremento più elevato registrato in Sardegna (-10,5% nell’infanzia e -4,5% nella primaria). Tariffe sostanzialmente invariate nelle regioni Lazio, Marche, Umbria e Valle d’Aosta.

A livello di singoli capoluoghi di provincia, sono le famiglie di Barletta a spendere di meno per il singolo pasto (2€ sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60€ a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40€).

Fra le città metropolitane, soltanto Roma rientra nella classifica delle meno care, con un costo a pasto per la famiglia “tipo” di circa 2,40€ in entrambe le tipologie di scuola.

Questi i dati che emergono dalla VI Indagine sulle mense scolastiche, con la quale Cittadinanzattiva ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Il Trentino Alto Adige non è presente nell'indagine, poiché le due province autonome calcolano le tariffe su indicatori diversi dall’Isee e non comparabili con le altre regioni. La famiglia di riferimento è composta da tre persone (due genitori e un figlio minore), ha un reddito lordo annuo di € 44.200, con corrispondente ISEE di € 19.900. Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di 20 giorni mensili per un totale di 9 mesi escludendo eventuali quote extra annuali e/o mensili.

L’Indagine completa, con i dati completi su singole Regioni e capoluoghi di provincia, è disponibile su www.cittadinanzattiva.it. La stessa fornisce un quadro anche sui 908 interventi previsti dal PNRR sulle mense, con l’indicazione dei Comuni in cui saranno realizzate, tipologia di progetto e relativo finanziamento.

In Italia circa 1 famiglia su dieci non può permettersi di mangiare carne o pesce ogni due giorni, come rivela l’indagine Istat del 2019 sul reddito e le condizioni di vita delle famiglie. E la percentuale sale a circa il 13% dei nuclei monogenitoriali e al 17-18% delle famiglie del sud e delle isole. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto “Cosi” (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha monitorato 411.000 bambini tra i 7 e i 9 anni in 33 Paesi, l’Italia si colloca al quarto posto per sovrappeso e obesità infantile con tassi appena al di sotto del 40%, superata solo da Cipro, Grecia e Spagna. Dal rapporto emerge anche che il 67% dei bambini italiani tra i 6 e i 9 anni va a scuola in macchina contro una media europea del 50%. E sempre nel nostro Paese, ultimo nell'Ocse, il 94,5% dei bambini non pratica un adeguato livello di attività fisica; a pesare sono anche i pochi impianti pubblici per lo sport, così come le palestre negli edifici scolastici (6 su 10 ne sono privi).

Ultima modifica il Venerdì, 23 Giugno 2023 09:51