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Il consiglio regionale ha approvato la legge sul piano  casa: il dibattito è iniziato il 23 dicembre ed è andato avanti tra le tensioni per tredici sedute. Ma alla fine, nonostante fibrillazioni in maggioranza, la legge 108 ha ricevuto il via libera dell'aula con 31 voti a favore.  Resta intangibile la fascia dei trecento metri dalla costa, dove le strutture ricettive possono abbattere e ricostruire ma senza alcun aumento delle volumetrie. mentre si dà il via libera alle costruzioni nell'agro: entro i mille metri dalla costa - oltre i 300 --ì per gli agricoltori professionisti, ma anche oltre per gli hobbisti. 

Nella seduta di oggi il consigliere del M5S, Roberto Li Gioi, ha annunciato il suo voto contrario definendo il testo “una legge fuorilegge”, criticando gli interventi legati ai seminterrati e interrati. «E’ una legge che rende abitabili i piani interrati senza finestre e inventa la compravendita dei crediti volumetrici. Un abominio giuridico che grida vendetta». Li Gioi ha anche criticato l’assessore dell’Urbanistica, Quirico Sanna, per come ha gestito un argomento così delicato, l’assenza del presidente della Regione, Christian Solinas, e il gruppo della Lega. E’ quindi intervenuto il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha chiesto rispetto per il suo partito e il suo gruppo

Ha annunciato il voto contrario anche Maria Laura Orrù (Progressisti). La consigliera ha affermato che si sta approvando una legge che sarebbe dovuta essere una proroga del Piano Casa e che si è invece trasformata in una legge urbanistica, che segue ben altri percorsi, con tutti i problemi che ne deriveranno sia per chi la dovrà applicare sia per i cittadini. Per Orrù è una legge che svilisce il territorio e disincentiva la pianificazione territoriale.

Per Laura Caddeo (Progressisti) «questa legge dimostra la mancanza di visione del futuro della nostra Isola». La Sardegna, ha detto, merita di sopravvivere al cemento. Caddeo, annunciando il voto “assolutamente contrario”, si è detta dispiaciuta per come si è svolto il dibattito in aula, “che non ci fa onore” e che ha rappresentato “un confronto insufficiente”.

Valter Piscedda (Pd), anticipando il suo voto contrario, ha ricordato alla maggioranza che esisteva già la Legge 8 e che sarebbe bastato prorogarla fino a giugno, così da avere il tempo di elaborare un testo organico. «Questo testo - ha detto - sarà difficilmente utilizzabile”.

Antonio Piu (Progressisti) ha annunciato il voto contrario e ha ricordato che l’Aula è stata impegnata per 13 sedute, con totale di 140 ore, per approvare un testo che sarà di difficile comprensione. Il consigliere di opposizione ha fortemente criticato il disegno di legge, in particolare, per quanto riguarda gli interventi nell’agro (“case che spunteranno dei deserti non serviranno a niente”), i problemi che dovranno affrontare le amministrazioni comunali, e per gli alberghi e le strutture alberghiere che, da questa legge, saranno penalizzate «perché spunteranno le seconde case vicino alle coste in maniera  quantitativamente maggiori rispetto a quelli che abbiamo oggi e, purtroppo, ci sarà da parte dei proprietari delle seconde case vicino alle coste una concorrenza sleale nei confronti delle strutture alberghiere, che invece producono, assumono e fanno sì che nel nostro territorio ci sia e si produca ricchezza». Piu ha evidenziato la necessità che la Sardegna si doti di una legge urbanistica.

Alessandro Solinas (M5S) ha affermato che quello svolto in aula è stato un dibattito poco edificante nei modi e nei contenuti. Il consigliere ha annunciato il voto negativo evidenziando che la legge va a vantaggio di pochi e non creerà né sviluppo, né progresso. Una legge che indebolirà, ha aggiunto, la Sardegna e che crea false aspettative, visto che sarà sicuramente impugnata.

Voto contrario anche da parte  di Eugenio Lai (Leu) che ha elencato i motivi del suo giudizio negativo sul testo. Il consigliere ha sottolineato, in particolare, che si tratta di una legge che va a vantaggio di pochi, che vuole trasformare le stalle in seconde case, che consentirà agli imprenditori più ricchi di speculare, che va a vantaggio dei furbi, che svilisce la pianificazione comunale, che è “un’accozzaglia di norme particolari pensate ad hoc e anche mal scritte”, che ha una visione di sviluppo turistico che si basa solo sull’aumento delle camere degli alberghi, che amplia il divario tra i cittadini più ricchi e quelli più poveri e che punta al consumo del suolo e a un modello di sviluppo già fallito in passato. «Dico sì invece a una politica coraggiosa e visionaria nell’interesse di tutti i sardi», ha concluso Lai.

Per Massimo Zedda (Progressisti) è stata un’occasione persa perché il Consiglio avrebbe potuto parlare di sviluppo e impostare una nuova legge urbanistica. Il consigliere ha ribadito che la legge sarà sicuramente impugnata dal Governo, che potrebbe anche chiedere alla Corte Costituzionale di bloccarne gli effetti, visto che si tratta, ha continuato, di una legge che “potrebbe produrre drammatiche conseguenze per l'ambiente, per le tante cittadine e cittadini e per le imprese” che, in buona fede, potrebbero utilizzare la testo che sarà approvato. Zedda ha annunciato il voto contrario.

Per Desiré Manca (M5S) è una legge a cui mancano soltanto “nomi, cognomi e indirizzi”. Una legge che, con la scusa di creare lavoro e di rilanciare l'edilizia, ha detto, di fatto autorizza l'abitabilità dei seminterrati e, “cosa molto più grave degli interrati”. Per Manca la maggioranza ha creato il mercato delle volumetrie che aumenterà il divario tra ricchi e poveri. E ha evidenziato, annunciando il voto contrario, che la maggioranza non ha una visione strategica né per quanto riguarda il settore urbanistico, né per quello turistico.

Il presidente della Quarta commissione, Giuseppe Talanas (FI), ha ringraziato tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione, che compongono la commissione, per l’importante lavoro svolto. E ha aggiunto che non ritiene il testo una legge frettolosa, perché da quando è stata assegnata alla sua commissione “una squadra di legislatori ha lavorato ininterrottamente”. Per Talanas si tratta di una legge difficile e tecnica, in cui è stato complicato, a volte, tradurre l’esatta visione politica su determinati argomenti. Per questo, ha detto, il lavoro fatto in commissione e in aula è stato importante per migliorare il testo. Secondo il presidente non è una legge che ha “nomi o indirizzi”, ma è generale e astratta, ricordando che era attesa da tanti cittadini. Il presidente del parlamentino ha anche sottolineato che questa legge non risolve tutti i problemi e che potrà anche essere integrata con altri provvedimenti.

Per Francesco Mura (capogruppo FdI) questa legge viene approvata “dopo 25 giorni in cui l’opposizione ha tenuto in ostaggio quest’Aula”. E citando il collega Li Gioi, ha affermato che il Piano casa delle Libertà, come lo ha chiamato il collega, spiega bene l’importanza di questa legge: “La Sardegna ha bisogno di libertà e con questa legge un po’ gliela stiamo restituendo”. Mura ha sottolineato che questo testo non risolve tutto, ma è “un tassello che sarà fondamentale per lo sviluppo di questa terra”. Ha, poi, ricordato che è una legge che aspettano tanti cittadini e professionisti e ha sottolineato l’importanza dell’attenzione che è stata riservata ai cavalieri della Sartiglia. Mura ha annunciato il voto a favore.

 Giorgio Oppi (Udc Cambiamo) è intervenuto a titolo personale e, pur annunciato il voto favorevole, ha evidenziato che non gli è piaciuto il metodo utilizzato per arrivare a questa legge. Ha evidenziato che il suo gruppo si è sempre battuto perché venissero tutelati gli interessi generali, mentre in questo testo ci sono interessi particolari. Oppi ha anche aggiunto che nel testo vede luci e ombre e che, seppur la legge è stata migliorata, non sarà una legge eccellente.

Voto favorevole è stato annunciato anche da Roberto Caredda (capogruppo Misto). Si tratta, ha detto, di un disegno di legge per il riuso, la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Il nuovo piano casa dalla Sardegna – ha detto - porterà benefici ai cittadini e nuove importanti possibilità di sviluppo nel campo edilizio, soprattutto, in questo delicato momento storico. Caredda ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato alla stesura del testo, dall’assessore Sanna e il suo staff al presidente Solinas, ma anche i componenti della commissione Urbanistica, dirigenti e funzionari. “La prima importante legge del 2021 ci proietta verso una riforma complessiva della legge urbanistica – ha detto - che dovrà essere innovativa e rispondente alle nuove reali esigenze della nostra società”.

Per Aldo Salaris (capogruppo Riformatori) si tratta di un provvedimento generale che ha avuto la necessità di un confronto ampio e minuzioso. Un testo improntato alla riqualificazione dell'esistente, comune denominatore di questo testo. Per Salaris è stato così chiarito che la maggioranza ha la volontà di tutelare l'ambiente della Sardegna, creando anche opportunità di sviluppo per l’Isola. Il consigliere ha dichiarato il suo voto favorevole.

Voto contrario è stato annunciato, invece, dal capogruppo del M5S, Michele Ciusa, il quale ha ricordato che il suo gruppo è sempre stato contrario a questo testo. Un disegno di legge, ha detto, che guarda al passato e non al futuro e che ancora premia le coste e non le zone interne, creando sempre più l’effetto “ciambella”. Ciusa ha ricordato che il suo gruppo è favorevole a uno sviluppo sostenibile e non all’idea di sviluppo presente in questo testo.

 Voto favorevole è stato dichiarato da Emanuele Cera (FI), che ha ringraziato l’assessore Sanna e la commissione per il lavoro svolto e ha evidenziato che questa legge chiarisce una volta per tutte che non è vero che la maggioranza è a favore della cementificazione e non tutela l’ambiente. “La paventata cementificazione – ha detto – non c’è stata”. Per Cera questo testo creerà importanti opportunità di sviluppo per il lavoro degli artigiani, per il settore turistico e per il comparto edilizio. Cera ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento a favore dei cavalieri della Sartiglia (“costruzione dei box”) e ha affermato che questa legge non è punto di arrivo, ma un punto di partenza.

Voto favorevole anche da Antonello Peru (Udc Cambiamo): al coro unanime di no dell’opposizione opponiamo un sì rivolto alle famiglie e non agli speculatori. Per Peru la legge, abbinata anche ad altri incentivi (“110%) offrirà opportunità di sviluppo. E per quanto riguarda l’agro ha chiesto: “Perché non dobbiamo consentire ai sardi di vivere in campagna?”. Per il consigliere, che si è detto d’accordo con il collega Oppi sulla necessità di dotarsi di uno strumento organico, né il Ppr né la legge 8 hanno portato benefici allo sviluppo della Sardegna.

Fausto Piga (FdI) ha affermato che l’approvazione della legge arriva dopo un confronto lungo, in cui non sono mancate le tensioni e in cui sono arrivati anche spunti positivi da parte dell’opposizione. Dalla minoranza, però, ha continuato, non sono mancati i no ideologici e gli inutili allarmismi. La verità, ha continuato Piga, è che non ci sarà alcuna devastazione con cemento e mattoni. Il consigliere, annunciando il voto favorevole, ha affermato che con questa legge sono stati mantenuti gli impegni presi con chi ha votato la maggioranza.  (Eln)

Per l’on. Ganau (Pd) «questa legge è nata male e finita peggio, mette in campo milioni di metri cubi con un disordine che non si è mai visto in Sardegna nell’urbanistica. Una legge che risponde a interessi particolari ed esautora i comuni dalla possibilità di programmare lo sviluppo dei propri territori. In più mettete a rischio la vita dei cittadini con le residenze dei seminterrati e violentate l’agro con le costruzioni nelle campagne. Sarà una legge foriera di infiniti contenziosi e cassata dal governo. Per questo votiamo convintamente no e per questo abbiamo fatto una battaglia che non ha prodotto i frutti sperati per la vostra chiusura sin dalla proposizione della legge in commissione che qui in aula».

Di parere opposto il capogruppo della Lega Sardegna, Dario Giagoni: «Il nostro gruppo ha contribuito a dare migliorie a questa legge, frutto dell’ascolto prolungato delle parti sociali. A dispetto di quanto ho letto su alcuni giornali, la maggioranza è salda e unita nel solo bene dei sardi e le nostre divergenze sono assolutamente sanabili in un contesto dove non vige il pensiero unico. Queste norme erano richieste, le avevamo promesse e le abbiamo mantenute. Siamo all’avvio della nuova legge urbanistica, sarà questo il prossimo passo. Alla sinistra dico che noi, a differenza loro, non siamo contrari allo sviluppo e all’economia».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «questa legge è comunque una risposta alle domande degli elettori ma invito l’assessore e la Giunta perché da domani mattina si apra il confronto con il governo sul Ppr, per rivederlo in senso più favorevole per la Sardegna. E poi chiedo che si scriva la legge urbanistica, anche coinvolgendo la minoranza. In 25 anni la politica sarda non c’è riuscita ma credo sia il momento».

Per l’on. Mula, capogruppo del Psd’Az,  «bisogna sottoscrivere le parole dell’amico Satta perché il vero obiettivo del Consiglio regionale non poteva essere questa legge ma una legge urbanistica nuova. Assessore, ci dovete lavorare per arrivare a questo obiettivo. Siamo consapevoli che il testo che stiamo licenziando non cambierà le sorti di questa terra ma almeno è un primo passo avanti».

Per l’on. Agus, capogruppo dei Progressisti, «la maggioranza sta per approvare una pessima legge e non è un caso che non sia presente in Aula il presidente della Regione, che si riserva il diritto di disconoscere questo testo, in tutto o in parte. Questa è una legge che farà lavorare gli avvocati e le imprese di demolizioni. Noi siamo contro  al peggio di quanto già accadde negli anni ’70 e ’80. Bisognava fare altro, salvare il piano casa e adattare la norma al contesto sardo evitando così il rischio di un giudizio di illegittimità costituzionale. Il nostro è un convinto no».

 

 

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Salvo sorprese, quotate al minimo, il consiglio regionale entro il 31 dicembre approverà il disegno di legge numero 108 della giunta regionale: il nome ufficiale della norma parla di "Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente ed altre disposizioni in materia di governo del territorio", ma per tutti è il Piano casa. la quinta proroga dello strumento che governa l'edilizia in Sardegna, in attesa della legge Urbanistica, organica per il settore. Il testo che dovrebbe ottenere il via libera è quello emendato dalla stessa giunta, che mantiene l'intangibilità della fascia di rispetto dei 300 metri dalla costa: una previsione non contenuta nel testo originario, aggiunta durante il viaggio tra Villa Devoto e via Roma, che ha suscitato più di qualche malumore nel centrodestra - Forza Italia in testa - dove si contestano alcuni passi indietro dell'esecutivo regionale che avrebbe accettato dei compromessi con i "radical chic" di sinistra.  

Il relatore di maggioranza Giuseppe Talanas (Forza Italia), presidente della Commissione “Governo del Territorio”, ha illustrato all’Aula i contenuti del provvedimento che, nelle intenzioni della Giunta e della maggioranza, mira a intervenire su un comparto, quello dell’edilizia, in profonda crisi già prima della diffusione della pandemia Covid 19.

«La necessità di una ripartenza economica trainata anche dall'edilizia è un obiettivo ineludibile proprio al fine di evitare la chiusura delle imprese edili e artigiane della Sardegna – ha detto Talanas - obiettivo da perseguire attraverso interventi diretti alla riqualificazione, razionalizzazione ed al miglioramento della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale, della compatibilità paesaggistica e dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente nel territorio regionale e persegue inoltre la semplificazione delle procedure».

Per il relatore di maggioranza, il disegno di legge 108 è solo il primo passo in materia urbanistica ed edilizia: «Sarà necessaria una nuova legge urbanistica – ha affermato Talanas – non c’è stato il tempo materiale, a causa di altre priorità note a tutti, di emendarlo. Il Piano Casa scade infatti il prossimo 31 dicembre, entro quella data va approvata la nuova proroga per evitare il blocco degli interventi. La Commissione ha accolto gli emendamenti presentati dall'Assessore regionale degli enti locali, pur confermandone l'impianto iniziale».

Talanas ha poi elencato le principali novità inserite nel testo: «Le nuove disposizioni sull’agro vanno incontro all'esigenza da più parti manifestata di un ritorno alla vita in campagna consentendo l'edificazione di fabbricati residenziali con la finalità di assicurare la tutela del territorio agricolo attraverso pratiche di miglioramento fondiario, così come contenute nella direttiva agricola regionale. Inoltre, con il presente disegno di legge si cerca di incrementare la sicurezza del territorio attraverso il presidio umano che funge da argine al fenomeno degli incendi boschivi e all'abbandono delle aree rurali». Secondo il relatore, la norma sull’agro risponde a un’ulteriore esigenza: «Recuperare una tradizione culturale diffusa in tutta la Sardegna e consentire l'attività agricola non professionale ai cosiddetti hobbisti, spesso pensionati, che necessitano di una residenza finalizzata alla conduzione continuativa del fondo. La scelta della Commissione di consentire l'edificazione a condizione che il lotto minimo sia di un ettaro scongiura il rischio di una eccessiva frammentazione dei fondi e di una urbanizzazione dell'agro fuori controllo, fenomeno riscontrabile nell'agro di Sassari in cui l'edificazione venne consentita anche su lotti di 500 metri quadri».

Talanas è poi passato all’esame degli incrementi volumetrici: «Il testo ha l'obiettivo di incoraggiare la ripresa dell'attività edilizia attraverso un leggero ritocco al rialzo degli indici volumetrici dei bonus ma soprattutto vuole stimolare alcune attività produttive locali legando il meccanismo dell'incentivazione all'impiego di materiali primari, di bioedilizia e derivati da lana e sughero tutti prodotti in Sardegna nella misura di almeno il 35 per cento e anche l'impiego di manufatti realizzati in Sardegna nella misura di almeno il 35 per cento».

Sugli interventi nella fascia costiera, punto tra i più contestati dalle associazioni9 ambientaliste, Talanas ha affermato: «Il testo affronta il tema degli interventi nelle strutture turistico ricettive in zona F. Come è noto vi sono numerose strutture che necessitano di essere adeguate per continuare a rimanere nel mercato. La scelta della Commissione è stata quella di consentire incrementi volumetrici, anche mediante la realizzazione di corpi di fabbrica separati, nella misura massima del 50 per cento del volume urbanistico esistente differenziando le percentuali nel modo seguente: - il 25 per cento all'adeguamento delle camere agli standard internazionali, senza incremento del numero complessivo delle stanze; - il 15 per cento all'incremento del numero complessivo delle stanze; - il 10 per cento al miglioramento del livello di classificazione alberghiera. In alternativa o in aggiunta ad uno o più dei casi suddetti e comunque fino alla concorrenza massima del 50 per cento del volume urbanistico esistente si consente l'ampliamento delle zone comuni nelle strutture ricettive turistico-alberghiere quali hall, sale convegni e spazi comuni, anche in considerazione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Il testo va incontro anche ad un'esigenza da più parti manifestata di consentire gli incrementi volumetrici nelle residenze ubicate in zona F. Infatti tali fabbricati, prevalentemente risalenti agli anni 60-70, necessitano di essere migliorati e adeguati sia sotto il profilo dell'efficienza energetica che della qualità architettonica e abitativa, della sicurezza strutturale e della compatibilità paesaggistica. Il testo al fine di incentivare queste finalità prevede incrementi volumetrici dal 20 al 30 per cento a seconda della localizzazione dell'intervento. Il testo prevede inoltre la cessione dei crediti volumetrici con atto pubblico di asservimento».

Il relatore di maggioranza ha poi chiarito che «sono stati previsti nelle zone urbanistiche B e C ulteriori incrementi volumetrici, necessari per garantire la massima fruibilità degli spazi destinati ad abitazione principale dei disabili, con misura massima di 150 metri cubi. Inoltre, nelle strutture turistiche ricettive, la coperture delle piscine è assimilabile ad interventi di edilizia libera senza che ciò comporti utilizzo di volumetria. Ciò senza ombra di dubbio mira a promuovere un turismo di tutto l'anno, e pertanto un turismo invernale, incrementando l'economia e l'occupazione. Il medesimo discorso deve essere fatto per la chiusura delle verande con elementi amovibili per un periodo di 240 giorni all'anno».

Il presidente Pais ha quindi dato la parola al relatore di minoranza, il consigliere del Pd Walter Piscedda che, ha esordito, accusando la maggioranza di non aver mantenuto le promesse: «Sin dall'inizio della legislatura, in occasione delle svariate proroghe che hanno riguardato il cosiddetto "Piano casa" della Giunta Pigliaru, numerosi esponenti dell' attuale maggioranza avevano promesso che avrebbero presentato non solo un Piano casa nuovo di zecca, ma addirittura una legge urbanistica organica completamente diversa dalla precedente e in grado di conseguire il vero rilancio dell'edilizia in Sardegna. Dopo oltre un anno e mezzo, invece, ci ritroviamo in aula con il testo del disegno di legge n. 108, che, al contrario, si limita ad apportare delle modifiche alla tanto vituperata legge regionale n. 8 del 2015». Piscedda ha ricordato i ripetuti inviti da parte della opposizione fatti ai colleghi della maggioranza già dallo scorso mese di giugno perché venisse presentata una legge organica in modo da consentire un’istruttoria adeguata, anche con il supporto di consultazioni pubbliche di gruppi di esperti, delle audizioni dei portatori di interesse: «Richiesta banale forse, ma dall'esito non scontato, visto il precedente della proroga di Giugno, quando ci fu negata l'opportunità delle audizioni. Con enorme rammarico e disappunto, invece, si è assistito non solo ad una calendarizzazione tardiva dei lavori, ma soprattutto ad una istruttoria frettolosa e poco ragionata, finalizzata solamente alla celere approvazione in Commissione del disegno di legge n. 108. Ciò al solo fine di consentire all'Assemblea di approvare il testo entro la fine dell'anno, in modo da evitare l'interruzione dell'efficacia della norma. Discutere un dispositivo normativo di così vasta portata senza avere i tempi minimi a disposizione per valutarne gli effetti, le ricadute, le possibili criticità appare un esercizio piuttosto pericoloso e dalle conseguenze sul territorio sardo del tutto sconosciute».

Piscedda ha espresso un giudizio molto critico sulla decisione di non accorpare le sei proposte di legge in materia presentate in commissione: «Si è proceduto con l'analisi del solo disegno di legge n. 108, peraltro su un testo vecchio, completamente riscritto attraverso gli emendamenti della stessa maggioranza, che evidentemente non lo condivideva. Tuttavia, il nuovo testo del disegno di legge n. 108/A, oggi alla nostra attenzione, è un testo che peggiora notevolmente la legge regionale n. 8 del 2015, snaturandola e rendendola in gran misura inapplicabile nelle parti oggetto di modifiche. E’un testo a forte rischio di impugnativa da parte del Governo dinanzi alla Corte Costituzionale, specie per ciò che concerne quelle parti in cui introduce deroghe alla copianificazione paesaggistica, nelle zone A, nella fascia costiera e nell'agro ubicato nella fascia costiera. Non si venga nei prossimi mesi a dire che saremo di fronte all'ennesima impugnativa del Governo nemico della Sardegna, perchè non si tratta di questo, ma di una ovvietà che in tanti vi stiamo significando fin da oggi. Ma anche prescindendo da ciò, quello che non è accettabile sono le scelte operate nel merito, le quali appaiono profondamente sbagliate oltre che slegate dalle reali necessità del territorio sardo».

Piscedda ha poi citato un passaggio del parere fornito dalla Cgil: «Ciò che non condividiamo di questo disegno di legge è "la sua filosofia ispiratrice. Infatti, sebbene esso richiami nel titolo il risparmio di suolo e la riqualificazione dell'esistente, orienta invece le politiche di sviluppo generale alla crescita quantitativa delle costruzioni e orienta la crescita della filiera turistica ad un indiscriminato incremento delle volumetrie realizzabili nelle zone costiere Consentire l'edificazione di residenze nell'agro, oltretutto eliminando l'obbligatorietà del requisito professionale, e portando da tre ettari ad un ettaro la superficie minima di intervento, è una scelta pianificatoria illogica e foriera di costi elevatissimi per i Comuni, sia in termini di infrastrutture che di servizi essenziali. Infatti il modello urbanistico che ne conseguirebbe, a fronte di un incremento dei residenti modesto determinerebbe, per ciascun Comune, una inevitabile domanda di infrastrutturazione (viaria, fognaria, ecc) e di servizi essenziali (ritiro dei rifiuti, scuolabus, etc) tale da essere economicamente insostenibile».

Alta, secondo il relatore di minoranza, anche l’incidenza delle norme sul consumo del suolo e sull’innalzamento del rischio idrogeologico, «pericoli che interessano tuttora e in maniera diffusa le nostre campagne – ha detto Piscedda - consentire l'edificazione di residenze nell'agro ha effetti negativi anche per l'agricoltura, perché disincentiva gli accorpamenti fondiari finalizzati alla produzione agricola efficiente in termini di economie di scala, e frammenta ulteriormente la proprietà fondiaria, determinando uno sfruttamento dei terreni alquanto ridotto rispetto alle loro potenzialità complessive, con la conseguente perdita di competitività di tutto il comparto. Inoltre, snatura il plusvalore del "paesaggio sardo", unanimemente riconosciuto e tutelato dalla vigenti norme paesaggistiche, e per il quale, in maniera assolutamente contraddittoria, si sta invece chiedendo il riconoscimento da parte dell'UNESCO».

Piscedda ha quindi sottolineato ulteriori contenuti negativi del provvedimento come le deroghe agli standard urbanistici che mortificano il concetto di co-pianificazione. «Bisogna ricordare che tra le competenze fondamentali esercitate dai comuni per legge, vi è proprio quella della pianificazione urbanistica, mentre la Regione ha il compito di dettare esclusivamente la cornice normativa. Ci riferiamo, solo per citarne alcune, alle varie "deroghe" previste, e, soprattutto, agli eccessivi incrementi generalizzati dei bonus volumetrici, con la possibilità di applicarli anche a casistiche non contemplate dai precedenti versioni del "piano casa". Tradotto, suscita disappunto la previsione secondo cui sarà possibile computare i volumi oggetto di condono edilizio ai fini della determinazione dell'incremento volumetrico. La legge n. 8 del 2015 aveva mantenuto fermo quel divieto, perché, pur trattandosi di volumetrie sanate appariva comunque iniquo e controproducente "premiare" anche quelle volumetrie realizzate illecitamente, in un certo senso quindi legittimando gli abusi edilizi. A questo proposito, non posso esimermi dal censurare l'Assessore Sanna, che ha rilasciato alla stampa dichiarazioni tendenti a far credere che con questo disegno di legge le premialità calcolate sui condoni sarebbero state vietate, mentre è vero l'esatto contrario».

Piscedda ha poi elencato le ragioni della contrarietà dei gruppi di opposizione al disegno di legge: «Siamo contro il recupero abitativo dei seminterrati. Ci appare veramente pericoloso consentire il cambio d'uso ai fini residenziali dei seminterrati. Anche se è escluso nelle zone grave rischio idrogeologico, i seminterrati ubicati in moltissimi comuni sardi - anche in quelli esclusi dalle zone a rischio - sono soggetti ad allagamenti anche solo in seguito ad un banale temporale. Altra questione nodale appare il tema degli incrementi volumetrici per le residenze ubicate in zona F nella fascia costiera, le cosiddette "seconde case" al mare. Come è noto, la legge regionale n. 8 del 2015 non prevedeva ampliamenti per le residenze in zona F entro i 300 metri dalla linea di battigia, mentre invece il disegno di legge n. 108 prevede questa possibilità. Riteniamo non condivisibile tale scelta per svariate ragioni».

Piscedda ha quindi concluso il suo intervento invitando la Giunta e la maggioranza a un ritiro della legge: «Meglio procedere a una proroga, con riserva, della legge regionale n. 8 del 2015 nella sua attuale formulazione, dandovi la nostra disponibilità a condividere con il voi ed il Governo un cronoprogramma che consenta alla Sardegna di avere, al massimo entro un anno da oggi, una proposta di legge urbanistica, per il governo del territorio, davvero organica e condivisa». (Psp)

La consigliera dei Progressisti, Maria Laura Orrù, ha espresso “totale dissenso rispetto al testo esitato dalla commissione Urbanistica”. «Smettetela di lavorare in solitaria – ha dichiarato l’esponente dell’opposizione- perché il governo del territorio non è una procedura imperiosa ma una conquista democratica». La Orrù ha criticato il ricorso alle deroghe rispetto alle previsioni delle norme urbanistiche vigenti ed ha invitato l’esecutivo regionale a considerare “il Piano casa per migliorare la qualità dell’abitare e per garantire il diritto all’abitazione”. «Il testo – ha aggiunto la consigliera – è stato bocciato da tutti i maggiori esperti del settore e sono un grave errore le disposizioni riferite ai territori rurali». Critiche sono state inoltre rivolte “all’introduzione di un mercato delle premialità” ed alla “compravendita dei volumi”. In conclusione del suo intervento l’onorevole dei Progressisti ha ribadito il concreto rischio di impugnativa ed ha invitato la Giunta e la maggioranza a “congelare” il disegno di legge e procedere con la semplice proroga del vigente Piano casa.

Per Laura Caddeo (Progressisti) in questo Disegno di Legge manca un’idea di fondo, una visione dello sviluppo urbanistico. Esiste solo un’ economia del mattone a uso e consumo del turismo con grande rischio per il paesaggio rurale che rischia di essere stravolto. Insomma, una visione suicida per gli anni a venire che creeranno una terra martoriata dagli egoismi e dall’avidità di pochi. Per Laura Caddeo questo DL  non individua i veri problemi e non offre soluzioni valide. Per questo la Giunta dovrebbe fermarsi e bloccare questa legge che non nasce certo dal confronto.

Anche il consigliere Diego Loi (Progressisti) è critico su questo Disegno di Legge che nasce con  un proposito visionario ma poi in sostanza si trasforma in una somma di interventi spesso particolaristici. Non si tratta quindi di una legge organica ma si interviene senza una visione complessiva generando disorientamento. Diego Loi ha invitato la maggioranza a ragionare e a proporre un provvedimento che entri veramente nei problemi della comunità sarda. Loi non ha negato che alcuni provvedimenti contenuti nel testo siano  interessanti, ma sono troppi quelli dietro i quali si nasconde  l’esigenza di curare alcuni piccoli interessi particolari. Come per i territori rurali in cui dietro l’esigenza di riqualificare si traduce un aggiramento di alcune norme e non la reale esigenza di soddisfare i bisogni di pianificazione delle realtà comunali .

Roberto Li Gioi (M5S) ha paragonato l’iter di questa legge a un film fantasy dal titolo: “Christian nell’isola delle meraviglie” dove non sono stati risparmiati i  colpi di scena lasciando i  poveri cittadini sardi con il fiato sospeso. Ma il finale è ancora tutto da scrivere viste anche le dichiarazioni del Presidente della Regione che di fatto sconfessa l’operato della sua maggioranza.

Fausto Piga ( Fratelli d’Italia) ha detto di voler  tranquillizzare i sardi: le coste, l’agro e il  paesaggio non saranno devastati dal cemento e dal mattone. La precisazione – ha detto - è d’obbligo. L’ambiente sta a cuore alla maggioranza che non può però essere d’accordo con i NO ideologici dell’opposizione. Noi non siamo cementificatori,  come ci accusa la minoranza,  la tutela dell’ambiente è un dovere per tutti, in primis per chi governa. Non bisogna, però, più perdere tempo, è necessario coniugare la difesa del territorio con lo sviluppo sostenibile. Per Piga il testo che è arrivato in aula è stato integrato e modificato dopo aver ascoltato e discusso i vari portatori di interesse.  Il risultato è un Disegno di Legge che ha molti spunti per rilanciare l’edilizia e il turismo.

 

Critico il consigliere del Pd, Roberto Deriu che ha domandato alla maggioranza: «Come fate a non comprendere che appena approvata la legge, la gente si precipiterà a costruire prima dell’impugnazione da parte del Governo?». A giudizio del consigliere dell’opposizione il provvedimento proposto dal centrodestra non è né urgente e né è connesso ad alcun piano di sviluppo: «È soltanto un grande spot e il pegno che pagate a quell’elettorato scontento dal Ppr di Soru». Con l’approvazione del nuovo Piano casa, ha proseguito Deriu, ci saranno più ecomostri, più non finito sardo, e un più elevato consumo del suolo. Il consigliere dei democratici ha definito il nuovo piano casa “una legge sbagliata” ed “un errore” la decisione del centrodestra di procedere con la sua approvazione. «Con queste norme – ha insistito l’onorevole Pd – create una bolla speculativa e non ci sarà nessuna valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e commettete così un grande “peccato” per la Sardegna ed il Governo dovrà impedirvelo».

A favore del provvedimento si è dichiarato il consigliere dei Riformatori, Giovanni Antonio Satta, che l’ha definito “una soluzione tecnica a tanti problemi edilizi”. L’esponente della maggioranza ha respinto le accuse dei gruppi dell’opposizione circa gli intenti cementificatori («il nuovo piano casa è lo strumento adeguato per scongiurare tale pericolo») ed ha definito “un No ideologico” la contrarietà della sinistra e del M5S. Satta ha elencato gli obiettivi del disegno di legge indicati nella relazione di accompagnamento al testo ed ha escluso nuovi volumi nella fascia entro i trecento metri ed ha difeso la reintroduzione dell’ettaro minimo per l’edificabilità in agro. «Agitare la clava della politica romana – ha concluso il consigliere dei Riformatori - ferisce la dignità della politica sarda e delle sue istituzioni».

Di tutt’altro tenore l’intervento della consigliera del Pd, Rossella Pinna che ah definito il nuovo Piano casa “il nuovo gioco delle tre carte”. «Un sofisticato raggiro – ha spiegato l’esponente dell’opposizione – che tra modifiche promesse e annunciate tra Giunta e Commissione, lascerà fregata soltanto la Sardegna e il suo paesaggio». «Nella relazione al testo – ha aggiunto l’onorevole dei democratici – ci sono tante buone intenzioni che restano però solo parole perché non trovano riscontro nel testo che invece prevede ulteriore consumo del suolo e le costruzioni in agro». Rossella Pinna ha quindi concluso il suo intervento con un nuovo invito alla Giunta e alla maggioranza perché si sospenda la discussione e l’approvazione del nuovo piano casa.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Salvatore Corrias (Pd) che ha criticato forma e sostanza del provvedimento: «Col grimaldello dell’edilizia si cerca di scardinare l’urbanistica». L’esponente della minoranza ha insistito sullo scarso coinvolgimento degli Enti Locali, dei territori, delle comunità ed anche degli ordini professionali, sui contenuti di un testo che “si spinge oltre l’edilizia”. Corrias ha ricordato che soltanto 18 Comuni costieri su 102 hanno approvato il piano urbanistico nel rispetto del Ppr ed ha definito lo stesso Ppr “non un testo sacro” per poi affermare: «Se il Ppr non è la Bibbia questo piano caso è un pessimo apocrifo».

«La nostra sfida è proprio la revisione del Ppr», ha attaccato la consigliera del Psd’Az, Elena Fancello che ha evidenziato gli obiettivi del piano casa con riferimento al rilancio dell’economia. «Auspico – ha concluso l’esponente della maggioranza – che si possa lavorare, fin dall’indomani dell’approvazione del nuovo piano casa, per modificare il piano paesaggistico regionale».

A favore del provvedimento l’intervento del consigliere Alfonso Marras (Riformatori) che ha insistito sulla duplice valenza del nuovo piano casa: tutelare l’ambiente e dare nuovo impulso all’economia. «Non siamo cementificatori – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – e puntiamo allo sviluppo ragionevole e intelligente del territorio, perché vogliamo dare ai cittadini risposte chiare e più semplici». Marras ha quindi insistito sulla semplificazione delle procedure e dell’iter burocratico ed ha definito il nuovo piano casa “come il giusto compromesso, tra la necessità di rilancio dell’economia turistica e la tutela dell’ambiente”.

Critico l’intervento del consigliere dei Progressisti, Gianfranco Satta («ciò che viene detto a parole è diverso da quello che ritroviamo negli atti») che ha puntato il dito contro il centrodestra: «Continuate a fare politica solo con gli slogan e i luoghi comuni». L’esponente della minoranza ha parlato di “balletto di incongruenza” con riferimento alle dichiarazioni del presidente della Regione e a quanto esitato dalla commissione urbanistica fino a spingersi ad affermare: «C’è del malessere in maggioranza». Satta ha anche criticato le dichiarazioni rese alla stampa dall’assessore dell’Urbanistica («la gente deve mangiare») per affermare: «Siete ancorate alle logiche del passato e non mostrate né lungimiranza e né coraggio perché non si può sottomettere l’ambiente alle logiche economiche».

Per l’on. Massimo Zedda (Progressisti) “è interessante notare che i nuraghi di Barumini e le chiese romaniche, il carcere di Alghero e altri beni sono da voi esclusi da ampliamenti volumetrici. Meno male che lo avete scritto, con il vostro pressapochismo che non conosce confini. Meno male anche che avete vietato la costruzione di soppalchi che mettono a rischio la statica di un edificio. Avete fatto bene a precisarlo, complimenti”. L’oratore ha proseguito: “Non c’è traccia nella vostra legge di pianificazione urbanistica, è un testo senza criteri che non porterà sviluppo. E vorrei anche capire cosa pensate dell’abitabilità degli scantinati, come quelli nei quali morirono a Olbia quattro persone qualche anno fa. Il capo della protezione civile, il prefetto Gabrielli, ha detto che è da criminali consentire l’abitabilità degli scantinati. Voi che dite?”.

Ha preso poi la parola l’on. Ignazio Manca (Lega): “Assistiamo ormai da mesi alla pratica degli slogan ma il mio passato civico da ambientalista non mi impedisce di ricercare il giusto equilibrio tra la necessità di far ripartire le costruzioni, che in dieci anni hanno perso 36 mila addetti in Sardegna, e la necessità invece della tutela ambientale”.

Dai banchi dei Progressisti è intervenuto l’on. Antonio Piu, che ha ringraziato l’assessore Sanna per aver risposto in commissione alle domande dell’opposizione. “Non possiamo però essere soddisfatti perché negli uffici urbanistici dei Comuni sardi ci sono migliaia di pratiche inevase, che dopo questo testo di legge resteranno inevase. Questa norma non dà risposte: vorrei capire se avete chiaro che gli amministratori comunali non apprezzano questo testo che volete approvare. Volete spiegarglielo voi? Saranno contenti gli albergatori che da domani si potrà costruire una casa con un solo ettaro di campagna. E magari affittarla in nero ai turisti. Una cosa però è chiara: nei prossimi tre anni non parleremo più di urbanistica perché vi limiterete a questa legge che serve a soddisfare qualche pancia e nulla di più. Ecco perché attacco politicamente questo provvedimento sbagliato, di cui tutti pagheremo le conseguenze a prescindere dall’ideologia politica”.

Per la maggioranza l’on. Antonello Peru (Udc) ha detto che “i sardi hanno bocciato in modo chiaro le scelte urbanistiche del passato. I sardi ci hanno chiesto discontinuità e anche se ci definite cementificatori e antropizzatori i sardi non ascoltano e non credono più a questa filastrocca. Da troppi anni sentiamo queste affermazioni false e ve lo dimostriamo con i dati: la legge 4 del 2009, il cosiddetto primo piano casa che definivate come il “male assoluto”, ha prodotto 46 mila istanze presentate e un miliardo di euro di investimenti senza provocare colate di cemento. La Sardegna ha la percentuale più bassa del consumo di territorio d’Italia, poco più del 3 per cento contro il 12 della Lombardia e del Veneto. Anche nella fascia dei 300 metri la Sicilia arriva al 27,8 e noi ci fermiamo al 9 per cento. Siamo i meno antropizzati di Italia e qualcuno di voi deve dirci dunque dov’è questa Sardegna cementificata”. Per l’on. Peru “è abbastanza chiaro che nessuno vuole cementificare oggi né domani: questa maggioranza ha a cuore l’ambiente e le zone interne, non solo le case  e gli alberghi del perimetro costiero”.

Per l’on. Giuseppe Talanas (Forza Italia), presidente della Quarta commissione, “è necessario ringraziare l’assessore e gli uffici per il lavoro svolto. Sono convinto che questa legge darà una spinta all’economia sarda. E non capisco come mai l’opposizione ci accusi di essere cementificatori: è un testo restrittivo questo dl, che impone comunque il limite dei 300 metri. Ci dite dove stiamo sprecando suolo? Dove stiamo cementificando? Abbiamo previsto un bonus volumetrico del 5 per cento e non mi pare nulla di scandaloso, nemmeno per l’edificabilità nelle zone agricole.  Né fa scandalo il bonus volumetrico del 10 per cento nel caso vengano impiegati materiali per edilizia prodotti in Sardegna”.

La capogruppo di Cinque Stelle, on. Desirè Manca, ha preso la parola per dire che “in quest’aula è incredibile sentire un determinato frasario dai banchi della maggioranza verso il presidente del Consiglio, un’offesa così grave è una vergogna”. Il presidente Pais ha replicato: “Non ho sentito alcuna offesa ma certo le regole valgono per l’opposizione e per la maggioranza e il mio compito è farlo rispettare”.

Dai banchi del Pd l’on. Giuseppe Meloni ha premesso: “E’ notorio che io non sono uno che dice no per principio alle proposte della maggioranza ma come fate a ipotizzare che i Comuni chiedano l’adeguamento dei loro Puc al Ppr se voi stessi prevedete un sistema di deroghe che consentono ai Comuni di evitare l’adeguamento e scegliere invece scorciatoie? Non raccontate che questa legge risolverà il problema del comparto turistico della Sardegna: al massimo risolverà l’esigenza di qualcuno”.

Per il gruppo Pd l’on. Piero Comandini ha ricordato “il lavoro dei componenti Pd in commissione ma voi avete previsto un altro percorso rispetto a quello che vi abbiamo indicato. Il vostro disegno di legge non è una legge urbanistica, non è una legge edilizia, non è un piano casa ma un grande contenitore. Una legge matrioska dove ognuno tira fuori una bambolina al suo bisogno. Non c’è visione, non c’è idea di Sardegna. Eppure mi ero illuso che questa potesse essere una legislatura di riforme, mi ero illuso dopo aver sentito il presidente Solinas e la sua maggioranza arrivata anche dalle Alpi. Voi invece fate leggi per aumentare il contenzioso con lo Stato, perché vi serve dire che lo Stato è brutto e cattivo contro la Sardegna. Rischiate di avere 10 leggi impugnate dal governo in appena venti mesi”.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha incentrato il suo intervento sulla rispondenza della disegno di legge all’esigenza fortemente avvertita di recuperare il patrimonio edilizio della Sardegna. Questa non è una legge urbanistica o il nuovo piano paesaggistico, ha chiarito, ma uno strumento concreto che tiene in equilibrio con una serie di misure tutela dell’ambiente e sviluppo economico e, quanto all’agro, si interviene per frenare il degrado di questa parte del territorio. La legge inoltre, ha proseguito Ennas, è frutto anche del dialogo interno alla maggioranza e in questo non c’è niente di male ma, anzi, la volontà di ascoltare e di confrontarsi rivolgendo lo sguardo a territori diversi da quelli costieri; quindi la “leggenda metropolitana” proposta dall’opposizione sulla maggioranza che vuole solo cementificare non ha fondamento nella realtà. La normativa urbanistica regionale, ha concluso, va profondamente rinnovata e lo faremo partendo proprio da questa legge.

Il consigliere Pietro Moro (Udc-Cambiamo) ha ripreso il tema della cementificazione che, ha ricordato, non trova conferme nemmeno nelle indagini scientifiche, a partire da quelle sul consumo del suolo. La Sardegna mantiene quindi intatta nel tempo la sua identità ambientale, secondo Moro, non solo nella parte costiera ma anche in quella interna rimasta troppo a lungo in ombra e su questo bisogna puntare, innestando la cultura dello sviluppo sostenibile in un sistema efficiente di servizi. Il problema, ha sintetizzato il consigliere, non è l’edilizia in sé ma migliorare la qualità del vivere e dell’abitare operando una saldatura fra città e campagna, fra tessuto urbano e rurale, perché non ci può essere benessere ambientale senza benessere economico.

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) è partito da una citazione della relazione della legge 8 del 2015 voluta dal centro sinistra e scritta dall’allora assessore Cristiano Erriu per dimostrare, a suo avviso “numeri alla mano”, che non c’è distanza fra le scelte operate allora e quelle del disegno di legge in discussione, e va ricordato anche che in quella legislatura fu la stessa maggioranza di centro sinistra ad impedire l’approvazione di una legge urbanistica. E’vero, ha poi sostenuto Satta, che ci sono due correnti di pensiero ma questo non deve impedire la ripresa dello sviluppo economico, perché nessuno di noi vuole costruire sulle coste, come non voleva il Pd di allora, ed è sbagliato “tifare” per l’impugnazione della legge da parte del governo. Se si riflette con onestà intellettuale, ha concluso il consigliere sardista, ci si rende conto che le posizioni non sono poi così distanti, ferma restando la necessità di una nuova legge urbanistica.

Il consigliere di Forza Italia Emanuele Cera, nel condividere alcune considerazioni fatte in precedenza dai colleghi, ha affermato che la legge restituirà ai sardi la certezza del diritto nel rispetto del paesaggio. Sul testo originale della Giunta, ha ricordato, si è innestato un grande lavoro della commissione che è intervenuta su alcuni punti qualificanti, come le premialità volumetriche nei 300 metri e per le seconde case. Quanto alla riduzione del lotto minimo ad un ettaro per realizzare costruzioni c’è ad avviso di Cera una cultura profondamente diffusa in Sardegna, di stare in campagna, di controllarla, di vigilarla e tenerla in ordine, così come non bisogna demonizzare l’accorpamento di più particelle. L’esponente di Forza Italia ha infine criticato un sottosegretario sardo che ha “annunciato” l’impugnativa cercando di intimidire il Consiglio, una strategia che andò male già nel 2009 col piano casa Cappellacci che, alla fine, ebbe ragione davanti alla Corte costituzionale.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha confessato di aver ascoltato con la massima attenzione gli interventi dei consiglieri di maggioranza, cercando di intravedere una strategia forte di sviluppo per la Sardegna, ma questa strategia non c’è, a parte i soliti argomenti contrari al Ppr. Il ricorso ai dati della disoccupazione in edilizia, poi, non vale niente se non si è capaci di dimostrare che la legge avrà un indotto positivo proprio sull’occupazione, come hanno denunciato gli stessi sindacati. Oggi, ha detto ancora Lai, il termine più cliccato sulle piattaforme social, è oggi ecobonus, perché si è rivelata vincente la scelta del Governo nazionale che ha immesso risorse consistenti nel sistema. Soffermandosi sulle zone agricole, Lai ha criticato la possibilità del cambio di destinazione d’uso da agricolo a residenziale, frutto di una idea distorta dello sviluppo della terra e non certo della volontà di favorire il nostro settore agroalimentare, senza trascurare ilo fatto che, almeno il grande tema dei cambiamenti climatici, dovrebbe suggerire idee diverse dalle residenze nei seminterrati.

Il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha espresso una valutazione molto positiva del lavoro della commissione e degli stessi commissari, al di là delle diverse posizioni in campo. L’urbanistica, ha continuato, è un tema che evoca un clima da “guerra santa” e dal 2006, anno del Ppr, questa guerra ha causato la contrapposizione fra “buoni e cattivi”, e soprattutto è una guerra che ha fatto molte vittime civili e sociali all’interno del comparto edilizio: ora è arrivato il tempo di mettere le cose a posto. In Sardegna, altro dato reale proposto da Mura, l’edilizia lavora grazie alla legge 4 del 2009, che non ha provocato alcun disastro ma buoni investimenti, ed invece vengono evocate in modo scorretto tragedie mentre la metà della Sardegna è oggi vincolata per proteggersi dai rischi. In agricoltura, inoltre, non solo non c’è scritta da nessuna parte la misura dell’estensione minima, ma è un fatto acquisito che quella delle grandi superfici è una agricoltura fuori dal tempo: Mura ha concluso citando la sua esperienza di Sindaco di un piccolo Comune dove, dal 2013, sono state rilasciate solo 10 concessioni edilizie e nessuna per nuova costruzione; per trovarla bisogna tornare indietro al 2006 dopo il blocco imposto da Soru. Proprio la presunta “sacralità” del Ppr, ha detto infine, ha impedito ogni cambiamento ma ora invertire la rotta e i sardi stanno con noi.

Il capogruppo del M5S Michele Ciusa ha ribadito che per il suo gruppo l’ambiente resta un tema centrale che può essere coniugato con lo sviluppo solo in una cornice di sostenibilità, termine che questa legge ignora, arriva tardi senza dibattito nei territori, con un testo riveduto e corretto prima dalla maggioranza, poi dalla stessa Giunta e infine dal presidente. La Sardegna già in crisi per la pandemia. Ha ammonito Ciusa, non può permettersi una ennesima scelta sbagliata contro il paesaggio che manderà la Regione verso un futuro di ancor maggiore spopolamento e di case desolatamente vuote, così come è sbagliatissimo rendere abitabili i seminterrati dopo la tragedie che si sono verificate in alcune zone della Sardegna e ripopolare con residenze le zone agricole. L’ambente, ha affermato in definitiva Ciusa, non solo dà da mangiare ma crea sviluppo e ricchezza: questa è la strada maestra percorsa dal Governo nazionale con l’ecobonus e dalla Ue con l’economia verde.

Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha replicato alle critiche mosse dai gruppi dell’opposizione ma non ha risparmiato neppure la maggioranza. All’esponente del centrodestra non è piaciuta infatti la retromarcia sulla possibilità di riqualificazioni e interventi, con annessi incrementi volumetrici, anche nelle zone turistiche, all’interno della fascia costiera dei trecento metri dalla battigia. «Ci siamo fatti impressionare – ha dichiarato Cocciu - da una serie di articoli di giornale e dalle discutibili affermazioni fatte da autorevoli rappresentanti della sinistra radical chic che hanno denunciato chissà quali sfaceli». «In realtà – ha spiegato l’esponente di Fi – quelle costruzioni realizzate nella fascia costiera hanno necessità di interventi migliorativi allo stesso modo di come ne hanno bisogno le brutture realizzate nelle campagne». «Mi auguro – ha concluso il capogruppo dei forzisti – che nella legge urbanistica si autorizzano gli interventi entro la fascia dei trecento metri, in caso contrario troverei difficoltoso riconoscermi in questa maggioranza».

A favore del Piano casa le dichiarazioni del capogruppo dei Riformatori, Aldo Salaris, che ha ricordato il cuore del provvedimento: recuperare e migliorare ciò ceh già esiste. «Nessuna colata di cemento – ha affermato l’esponente della maggioranza – e ogni modifica è stata fatta col principio della piena legittimità giuridica». Salaris ha rimarcato l’urgenza di una nuova legge urbanistica e riferendosi al collega Piscedda, che aveva definito un’incongruenza votare per i nuraghi patrimonio dell’Unesco e per il piano casa, ha escluso una qualche contraddizione politica: «Nessun amministratore locale potrebbe permettersi a lesionare ciò che la storia ci consegna».

Favorevole anche il capogruppo del Misto, Roberto Caredda che ha declinato i diversi obiettivi del piano casa ed ha insistito sulla necessità di un provvedimento adatto a scongiurare impedimenti burocratici e lungaggini amministrative. Il consigliere della maggioranza ha ricordato la crisi economica in atto e rimarcato l’urgenza di provvedimenti che aiutino le imprese e il lavoro. Caredda ha ribadito la volontà di difendere l’ambiente ma anche quella di superarte le ottusità in amteria di urbanistica ed edilizia.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau (Pd), in apertura del suo intervento ha denunciato “l’irritualità del percorso consiliare del provvedimento, come ammesso dal relatore della maggioranza, attraverso la compressione dei tempi per le audizioni e per il confronto”. Ganau ha lamentato il mancato coinvolgimento territori e il ritardo con il quale si arriva all’esame del provvedimento. «Il testo esitato dalla commissione – ha attaccato il capogruppo dei democratici - è la saga della deregulation urbanistica e rappresenta la vittoria dell’ala cementidicatoria della maggioranza». L’ex sindaco di Sassari ha quindi sottolineato le contraddizioni tra le posizioni espresse dalla maggioranza “con quelle dichiarate dal presidente della Giunta che ha smentito l’azione della sua maggioranza in commissione”. Il capogruppo ha quindi elencato in tono critico i diversi interventi previsti dal nuovo piano casa: «Si va verso la cementificazione massiva che non tutela il territorio e non serve per il rilancio dell’edilizia». Ganau ha concluso esprimendo disappunto per le norme che prevedono l’edificazione in agro: «Arrivo da una città che ha fatto scempio delle campagne con costi insostenibili per la comunità in termini di servizi. Anche per questa ragione rinnovo l’appello affinché il testo sia ritirato e si proceda con la semplice proroga del piano casa in attesa di definire una nuova legge urbanistica». (A.M.)

Per la Lega Sardegna l’on. Giagoni ha detto: “Su una cosa almeno siamo tutti concordi, sull’importanza dell’edilizia per la Sardegna. E noi muoviamo oggi un primo fondamentale passo di partenza in questa direzione, il preludio di una vera e completa riforma dell’urbanistica attraverso un testo unico auspicato anche dall’assessore Sanna. Il centrosinistra dovrebbe, però, mettere da parte gli argomenti da propaganda spicciola: noi siamo sardi innamorati della nostra terra. Mai ci sogneremo di deturpare il territorio del quale siamo innamorati. Il nostro obiettivo è approvare un provvedimento condiviso dalle organizzazioni produttive e dai sardi”. Per l’oratore “è importante considerare l’architettura organica e sono importanti i materiali riciclati, quelli della bioedilizia e dei materiali prodotti in Sardegna. Dobbiamo riqualificare l’esistente e migliorare l’offerta per i turisti. A differenza di altri noi non vogliamo sardi che vivono di assistenzialismo ma sardi che vivono bene e lavorano bene nella loro terra”.

Il capogruppo del Psd’Az, on. Franco Mula, ha detto che “è naturale che ci si divida sull’urbanistica. Ma vorrà pur dire qualcosa se soltanto 29 comuni hanno adeguato il Puc al Ppr. Come si fa a difendere il Ppr come un totem? Quanti posti di lavoro ha generato negli anni il Ppr? Certo, anche io ho dubbi che una legge urbanistica riusciremo a farla in questa legislatura e per questo mi auguro che l’assessore Sanna abbia aperto già un dialogo costruttivo con il ministero”. Sulle costruzioni in agro il leader sardista ha aggiunto: “Non è vero che un comune è obbligato a realizzare i sottoservizi né a garantire i trasporti pubblici. Voi dite che il governo impugnerà la legge e mi dà dolore sentirlo se ancora la legge non è stata approvata: dov’è il vostro senso di autonomia?”.

A seguire per i Progressisti il capogruppo on. Francesco Agus. “Mi sarei atteso un chiarimento della linea della maggioranza su questo tema ma ancora non avete fatto chiarezza tra di voi”, ha detto Agus, “e così chiuderemo la discussione generale con più dubbi di prima. Tra voi c’è chi dice che nulla cambierà e chi dice che i cambiamenti saranno tanti. Noi da oggi abbiamo la consapevolezza che la giunta ha un’opposizione di destra sul tema dell’urbanistica, cioè su un tema che riguarda il futuro dei sardi. Sarebbe il caso di ripristinare la verità: noi non vi stiamo accusando di essere cementificatori e la vostra retorica vittimistica non porta da nessuna parte. Il fatto è che avete vinto le elezioni e spetta a voi proporre la riforma urbanistica, non una legge di proroga del piano casa a ridosso della fine dell’anno e dunque della scadenza della vecchia legge.  Non è del tutto vero che manchi una visione di questa legge: è tutto nell’oggi, nella fame dell’oggi che manifestate”.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, ha chiesto una breve sospensione della seduta, dopo l’intervento dell’assessore, per valutare alcuni emendamenti presentati recentemente.

A nome della Giunta, l’assessore dell’urbanistica Quirico Sanna ha iniziato il suo intervento ricordando che il dibattito ha rappresentato il confronto fra le visioni diverse di maggioranza ed opposizione, con la prima che sta facendo esattamente ciò che ha proposto a suo tempo al corpo elettorale, ottenendo una maggioranza netta e molto ampia. Le visioni diverse, ha aggiunto, attraversano anche il mondo dell’associazionismo, delle categorie produttive e delle amministrazioni locali, e quella del Governo regionale non è una scelta isolata ma condivisa innanzitutto con i sardi. La nostra visione è quella di costruire uno sviluppo armonico, ha ribadito l’assessore, nella cornice del massimo rispetto per la nostra terra; la legge dice questo perché è fondata sul principio della riqualificazione dell’esistente, consentendo anche di demolire e ricostruire dove necessario con buone tecniche e materiali locali, altro che ecomostri, non certo realizzati per effetto di questa legge. Una legge di buon senso, insomma, fondata secondo Sanna su dati oggettivi. Poi, ha insistito Sanna, questa non è una legge urbanistica ma una legge “navicella” che dovrà portare, attraverso un grande confronto, ad una nuova normativa organica di settore. L’assessore ha quindi dedicato un passaggio al tema delle residenze nell’agro, precisando che la materia è regolata da norme ben precise in base alle quali non è affatto vero che in agro può costruire chi vuole. Con la nostra azione, in altre parole, contiamo di portare lavoro in tutte le zone della Sardegna a cominciare da quelle interne, per frenare lo spopolamento di tanti territori. Sui grandi temi, ha detto ancora l’assessore rivolgendo un appello al Consiglio, non possiamo e non dobbiamo dividerci.

Concluso l’intervento dell’assessore, il presidente ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori, per dichiarazione di voto, il capogruppo sardista Franco Mula si è espresso a favore della legge precisando di non aver avuto la possibilità di esaminare compiutamente gli emendamenti presentati da alcuni gruppi.

Per i Progressisti, Maria Laura Orrù ha dichiarato il voto contrario anche perché, ha osservato, si sta portando avanti la contrapposizione forzata fra rispetto dell’ambiente e tutela del lavoro.

Dello stesso gruppo, il consigliere Gian Franco Satta, contrario, ha motivato la sua decisione esprimendo insoddisfazione sull’intervento dell’assessore che, a suo giudizio, non ha ascoltato a sufficienza il mondo delle amministrazioni locali.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, contrario, ha criticato l’intervento dell’assessore, insufficiente sui temi concreti della legge. Lo sviluppo, ha sostenuto, passa attraverso la crescita armonica fra ambiente e lavoro. Comandini ha infine ribadito la disponibilità del suo gruppo a cambiare il Ppr e a fare una nuova legge urbanistica.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, contrario, ha rimproverato l’assessore di non aver affrontato i veri temi contenuti nella legge, osservando che i giovani che vanno via non lo fanno certo per il presunto blocco delle attività edilizie.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu, contrario, ha definito lacunose le dichiarazioni dell’assessore. Anzi, il suo intervento conferma che con la legge si sta andando in senso opposto rispetto al resto del mondo.

Il consigliere del M5S Roberto Li Gioi, contrario, ha contestato il passaggio dell’intervento dell’assessore che ha parlato della legge come “occasione storica”. Al contrario, ha detto Li Gioi, è “una occasione persa”.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, contrario, ha contestato lì intervento dell’assessore, soprattutto con la possibilità di costruire in agro, aprendo la strada a grandi speculazioni che sarebbero già in atto. Ha chiesto infine il voto elettronico sul passaggio agli articoli.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, contrario, ha dichiarato che l’intervento dell’assessore ha dimostrato che dietro la legge non c’è alcuno studio o analisi economica, ed è gravissimo. Dimostreremo con i dati, ha assicurato, che state sbagliando tutto.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, contrario, ha evidenziato l’ambiguità dell’assessore che cerca di orientarsi fra visioni oggettivamente diverse della maggioranza, su una legge probabilmente scritta “a più mani”.

Il consigliere del Pd Valter Piscedda, contrario, ha evidenziato l’incongruenza fra le posizioni espresse da alcune parti della maggioranza e gli emendamenti presentati da gruppi di maggioranza.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas, contrario, ha polemizzato con l’assessore che, a suo avviso, non ha chiarito al Consiglio i contenuti principali della legge.

Il capogruppo del M5S Michele Ciusa, contrario, ha ribadito le sue critiche alla legge perché, ha spiegato, parlare di ambiente significa creare economia e lavoro.

Dopo Ciusa ha preso la parola l’on. Pinna (Pd), che ha annunciato il voto contrario al passaggio agli articoli: “E’ un provvedimento dannoso, che non ha bisogno di interventi di questo tipo ma di rigenerazione urbana e territoriale. C’è da riqualificare e non c’è bisogno di costruire nelle campagne né di usare i seminterrati come residenze”.

Contrario anche l’on. Giuseppe Meloni (Pd), che ha annunciato nuovi emendamenti.

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli. Il presidente Pais ha messo in discussione gli emendamenti all’articolo 1.

Sull’emendamento 748 di Giunta (disposizioni di salvaguardia dei territori rurali) sono fioccati gli interventi. Per l’on. Orrù (Progressisti) “l’articolo 1 verrà totalmente modificato dall’emendamento 748, che supera di colpo l’obbligo di adeguare i Puc ai Ppr. E’ un grandissimo salto indietro”. A seguire l’on. Massimo Zedda (Progressisti): “Si moltiplicano i rischi di impugnazione di questa legge, state totalizzando un record in questo senso”. Per l’on. Francesco Agus (Progressisti) “con questa legge sarà sempre più proficuo vendere terra per costruire case agricole piuttosto che seminare per il futuro, perché seminare richiede tempo mentre per vendere un prezzo di terra non ci vuole nulla. Siamo arrivati al portare al Compro oro i gioielli della nonna”. L’on. Meloni (Pd) ha chiesto di conoscere il parere sugli emendamenti agli emendamenti. “E’ difficile lavorare così”.

Seduta poi sospesa dal presidente Pasi, che governerà la maratona fino all'approvazione definitiva. 

 

 

 

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La Quarta commissione, presieduta dal consigliere di Forza Italia, Giuseppe Talanas, ha concluso il ciclo di audizioni antimeridiane sul Disegno di legge n. 108 (piano casa). Il parlamentino dell’Urbanistica ha ascoltato in videoconferenza i pareri, le osservazioni e le proposte formulate dagli ordini professionali dell’Isola e dal presidente dell’Anci Sardegna, Emilio Deiana.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente dell’ordine degli ingegneri di Cagliari, Sandro Catta, che, così come evidenziato anche dalla maggior parte degli intervenuti, ha lamentato la mancanza della legge Urbanistica ed ha sottolineato come con il disegno di legge 108 si continui a procedere con un provvedimento di proroga, piuttosto che con una norma strutturale e stabile. In sostanza, gli ingegneri hanno manifestato favore alle finalità del piano casa ma hanno rimarcato in tono negativo la decisione “politica” di reintrodurre il lotto minimo in agro, insieme con il venir meno del requisito dell’essere agricoltori professionali per poter realizzare volumetrie residenziali. Una ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’introduzione della cosiddetta cessione del credito volumetrico e anche la proposta dei bonus volumetrici in contesti turistici. L’ingegnere Catta ha quindi auspicato, sempre con riferimento all’agro, opportune valutazioni che tengano conto delle diversità dei territori della nostra Regione e del differente impatto che le misure potrebbero generare nei diversi contesti, con annessi possibili  rischi sperequativi.

Decisamente contraria al provvedimento di proroga del piano casa, invece, la federazione degli architetti, pianificatori paesaggisti, che con la presidente Tiziana Campus, ha preso le distanze dalla proposta di legge («non ci riconosciamo nel Dl 108») ed ha parlato di “provvedimento inefficace che non consente di incidere sul miglioramento della domanda architettonica, finalizzato a favorire un generale miglioramento della trasformazione qualitativa del territorio”. La critica è proseguita con l’intervento del presidente dell’ordine degli architetti di Nuoro, Paolo Falqui, che ha posto in dubbio anche una possibile ripresa di tipo economico per effetto delle nuove norme sull’edilizia. «Manca la cornice normativa – ha spiegato Falqui – perché le azioni sul territorio possano massimizzare i loro benefici e così, dopo undici anni di proroghe, si può affermare che la pianificazione è messa in secondo piano, mentre si dà priorità agli aspetti particolari». Critiche sono state rivolte anche per la prevista deroga rispetto ai “centri matrice”e alla proposta di estendere gli ampliamenti ai seminterrati ad uso residenziale, commerciale, direzionale e socio sanitario.

Hanno guardato con più favore alla proroga del piano casa i geometri che, con il presidente del collegio di Sassari, Giovanni Battista Pinna, e con il suo omologo di Oristano, Fulvio Deriu, hanno avanzato due proposte di modifica. La prima: estendere i benefici volumetrici del piano casa anche agli edifici interessati dai condoni. La seconda: con riferimento alla legge 4 del 2009 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) nei casi in cui è prevista la demolizione e la ricostruzione, consentire lo spostamento del  nuovo fabbricato entro un margine ragionevole o, dove non sussistano particolari vincoli, entro i confini della proprietà.

Sono undici le criticità segnalate (in un documento che sarà inviato alla commissione urbanistica del consiglio regionale) dai periti industriali di Cagliari che con il presidente dell’ordine, Pasquale Aru, hanno lamentato “una stesura poco chiara del testo normativo”. Posizione pressoché identica a quella manifestata da Marco Fanunza, per i periti agrari di Cagliari.  

Più articolato, invece, l’intervento dei dottori agronomi e forestali che col presidente regionale Luigi Ledda e con la componente dell’ordine di Sassari, Luana Correddu, hanno espresso ferma contrarietà per gli interventi in agro, se non connessi all’attività del fondo e vincolati alla professione agricola. Anche il presidente degli agronomi di Oristano, Pasqualino Tammaro, ha insistito sul tema dell’edificazione nelle campagne e sul consumo del suolo, reclamando “maggiore attenzione per il territorio extraurbano”. «Nell’ambiente rurale serve superare il concetto volumi-superfici – ha spiegato Tamamro - e la volumetria deve essere legata alla produttività del fondo». «Sarebbe meglio – ha concluso il presidente degli agronomi nuoresi, Enzo Ibba - rimandare alla legge urbanistica le eventuali modifiche, contenute nel Dl 108, a proposito dell’edificazione in agro».

Ed è proprio sulle questioni connesse alle campagne che si sono concentrate le richieste di precisazione ed i quesiti posti dai consiglieri Maria Laura Orru, Antonio Piu e Massimo Zedda dei Progressiti; Francesco Mura (Fdi) e Roberto Li Gioi (M5S).  

A nome dell’Anci, il presidente Emiliano Deiana, ha svolto alcune considerazioni di carattere generale, preannunciando l’invio alal commissione di una più dettagliata analisi “che possa rappresentare il punto di vista dei sindaci della Sardegna sulla proroga del piano casa”. Deiana ha ricordato in via preliminare alcuni principi relativamente alla pianificazione del territorio ed ha ribadito un concetto chiave: «La Regione deve organizzare la cornice normativa e spetta agli Enti Locali la pianificazione dal basso».

Il presidente Anci ha inoltre riaffermato “ la diversità territoriale come un valore” ed ha auspicato che si giunga all’approvazione di “un provvedimento che semplifichi i procedimenti amministrativi e renda più trasparenti i percorsi istituzionali”. Quindi la provocazione («mi domando cosa cambia, per le zone interne dell’Isola, con il disegno di legge 108») e poi l’elencazione dei punti sui cui dovrebbero incentrarsi le sottolineature critiche degli Enti locali: l’ambito rurale nel paesaggio costiero, la fascia dei 300 metri dal mare, l’uso residenziale dei seminterrati, maggiore coerenza normativa e l’inadeguatezza degli uffici tecnici comunali.   

I lavori della Quarta commissione proseguiranno alle 15.30 con l’audizione delle organizzazioni delle imprese e quindi delle associazioni ambientaliste e dei sindacati.   



 

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