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Cagliari si conferma in forte crescita tra i 108 capoluoghi analizzati dal rapporto “ICity Rank 2023”, la ricerca annuale sulla trasformazione digitale realizzata da Forum PA, i cui dati sono stati presentati ieri, martedì 28 novembre 2023 nel corso del Forum PA Città.

Il capoluogo sardo è compreso tra le 16 città “altamente digitale” perché, nei tre rating in cui è divisa la ricerca, ha ottenuto punteggi superiori ai 65/100.

Spicca il più che lusinghiero terzo posto, con 90 punti su 100, nella graduatoria delle “Città Connesse” appena dietro Bologna (92 punti) e Milano (91).

Leader dell'innovazione sono state Bergamo, Firenze, Milano e Modena che sono entrate nella top ten di tutte e tre le graduatorie (“Amministrazioni Digitali” e “Comuni Aperti” le altre due oltre alle “Città Connesse”).

Il buon piazzamento di Cagliari arriva sulle “Città Connesse” grazie agli indicatori che analizzano: “la dimensione di impatto della trasformazione digitale sul governo delle città e riguarda lo sviluppo di reti di connessione, sistemi di sensori e device a essi collegabili e strumenti per l’elaborazione dei flussi informativi e analisi dei dati”.

E grazie a questo piazzamento, il capoluogo sardo è l'unica città meridionale di alto livello digitale.

I dati del rapporto: https://www.forumpa.it/whitepapers/icity-rank-2023-scopri-le-citta-italiane-ad-alto-livello-digitale/ L'intervento di Alessandro Guarracino: https://x.com/FPA_net/status/1729457883438305686?s=20

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Un progetto pilota interamente dedicato agli spazi verdi urbani del territorio metropolitano, che parte dalla mappatura delle aree già piantumate e di quelle potenzialmente piantumabili. L’iniziativa è stata presentata in anteprima nel corso dell’incontro formativo dal titolo ‘L’Osservatorio e il progetto pilota del verde urbano’ promosso da Labmet, il Laboratorio Metropolitano di Innovazione della Città Metropolitana di Cagliari, e tenuto questa mattina in videoconferenza con la partecipazione di tecnici, associazioni e cittadini.

“Con enorme soddisfazione vedo la crescita del Laboratorio, anche attraverso il suo Osservatorio, che rende concreta l’azione prima pensata e poi sostenuta nell’ambito del Piano strategico metropolitano e della sua attuazione”, ha detto il consigliere metropolitano delegato alla Pianificazione Umberto Ticca in apertura dell’incontro. “Il progetto si inserisce nel nostro approccio ormai noto di governance coesa con i territori, che ambisce a rispondere all’adattamento al cambiamento climatico con la realizzazione di infrastrutture green, interventi di forestazione, ma soprattutto attraverso l’evolversi dell’approccio alla trasformazione delle nostre città”.

L’Osservatorio di Labmet ha il compito di ideare, promuovere e gestire le attività di raccolta, selezione, organizzazione e divulgazione di dati e informazioni riguardanti il territorio metropolitano, con l’obiettivo di costruire un know-how condiviso che possa supportare le scelte pubbliche.

A questo primo incontro seguirà un workshop dedicato alla mappatura del verde, in programma giovedì 30 novembre alle ore 11 nel Parco di Monte Claro (incontro in prossimità dell’ingresso di via Cadello). Una passeggiata tra i sentieri del parco, guidata dal team di Labmet, che sarà un’occasione per mappare gli alberi presenti, non attraverso sistemi di rilievo complessi ma in maniera semplice e veloce mediante l’uso del proprio smartphone e dell’applicazione Ofield.

Il sistema consentirà di archiviare nel programma dell’Osservatorio tutti i dati raccolti, che al termine dei rilievi permetteranno di realizzare la mappatura delle aree verdi del territorio metropolitano.

L’evento è rivolto a tecnici e progettisti, ma anche ai cittadini non addetti ai lavori, e mira a creare una cultura del verde pubblico quale base per la progettazione e costruzione delle infrastrutture green del futuro.

Per partecipare è necessario iscriversi su Eventbrite al link https://www.eventbrite.com/e/biglietti-labmet-la-mappatura-degli-alberi-a-monte-claro-764483589997?aff=erelexpmlt

Per maggiori informazioni visitare la pagina e il blog di Labmet https://laboratoriometropolitanocagliari.it/

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Un intervento celere per dotare gli allevatori dei necessari repellenti contro la lingua blu, per permettergli un’azione immediata direttamente sul campo contro la diffusione dell'insetto vettore ma, anche, rapidità sulla profilassi vaccinale per anticipare i tempi di diffusione della malattia e, non ultimi, i necessari interventi sulla Pcr per garantire la movimentazione degli animali senza gravare economicamente sugli allevatori. Anche il mondo del bovino sardo, in particolare del Nord Sardegna, chiede di tenere molto alta l’attenzione sulla diffusione della blu tongue nell’isola. L’appello sulla necessità di mettere in campo i necessari interventi per sostenere gli allevatori arriva da Coldiretti Nord Sardegna che continua a monitorare la situazione. E seppure la diffusione della malattia non sia ancora a livelli di guardia, aumenta la preoccupazione dei produttori soprattutto per poter rispettare le vendite degli animali. Un blocco sulle movimentazioni, soprattutto se prolungato, infatti, creerebbe enormi danni a un comparto che necessita certezze soprattutto in un momento in cui l’aumento dei costi di gestione aziendale ha inciso sui ricavi delle aziende isolane. 

ALLLEVATORI.  “La situazione non è più sostenibile. Gli animali sono fermi in stalla a causa dello stop alle movimentazioni fuori dall’isola e questo sta comportando una crescita insostenibile dei costi di gestione a causa anche dei rincari, senza dimenticare la difficoltà sempre maggiore a trovare foraggio e per la mancanza di guadagno dettato dallo stop alle esportazioni del bestiame. Se l’unico modo per ottenere lo sblocco delle movimentazioni è quello di portare avanti una campagna vaccinale è necessario che le istituzioni intervengano mettendoci nelle condizioni di operare”. Lo dice Michele Filigheddu, responsabile di Coldiretti Nord Sardegna per il settore bovino. 

COLDIRETTI. “Questo comparto è strategico per molti territori del Nord Sardegna con le tante aziende impegnate in un momento di grande vitalità per le movimentazioni e rallentamenti nelle vendite a causa di un aumento dei casi di lingua blu potrebbe comportare gravi perdite a guadagni già provati dagli aumenti sui costi di produzione - dice il presidente di Coldiretti Nord Sardegna, Antonello Fois - ecco perchè continuiamo a chiedere alle istituzioni di non sottovalutare questo momento e di stare al fianco degli allevatori con interventi rapidi sulla profilassi vaccinale e su repellenti”. Una attenzione che deve sostenere i produttori che “già arrivano da un passato in cui hanno dovuto fare i conti con perdite sia per le precedenti ondate di lingua blu nei passati anni oltre quelli legati alla malattia del cervo che si era aggiunta a frenare un comparto in grande espansione - aggiunge Ermanno Mazzetti, direttore Coldiretti Nord Sardegna - la nostra associazione è sempre vicina ai nostri allevatori e continuiamo a essere propositivi e collaborativi per poter mantenere alto il monitoraggio sui casi in Sardegna”.

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A pesare sul capo di migliaia di aziende agricole dell’Oristanese non basta più la crisi climatica in corso ma, come ogni anno, la fauna selvatica continua a dare il colpo di grazia alle colture: dalle orticole agli erbai, dai vigneti ai campi di grano e mais, passando per le foraggere e le risaie. Campi devastati da cinghiali, cervi e nutrie, specie aliena che da tempo si è ben adattata in Sardegna, ma anche raccolti dimezzati dalle incursioni della cornacchia grigia, vero terrore di chi spera di portare a termine la maturazione ortofrutticola in pieno campo. Un fenomeno che registra ormai condizioni insostenibili per gli agricoltori che spesso devono, con il proprio lavoro, contribuire involontariamente ad alimentare migliaia e migliaia di animali selvatici. L’allarme arriva da Confagricoltura Oristano che lamenta un aumento della selvaggina soprattutto nei territori del Sinis. “Spesso – ha ricordato il presidente provinciale di Confagricoltura, Tonino Sanna – molti di questi animali arrivano da siti messi a riserva e a tutela faunistica. Di notte vengono a nutrirsi nei nostri campi e all’alba si rifugiano di nuovo nelle aree protette, dove le compagnie venatorie non possono entrare. Questi luoghi, con il passare degli anni, ospitano popolazioni di fauna selvatica sempre più in crescita e ormai insostenibili, al punto che gli sconfinamenti nelle aree coltivate non sono più un’eccezione. Proprio per governare questo fenomeno – ha proseguito il presidente Sanna – chiediamo alla Regione Sardegna di intervenire con un monitoraggio e con successive azioni di depopolamento, così come accade nei paesi più evoluti del pianeta, al fine di riportare i numeri di diverse specie su condizioni accettabili per gli ecosistemi circostanti: sia che si tratti di luoghi interessati da coltivazioni e sia che riguardino aree verdi non produttive. Il depopolamento si potrebbe portare avanti attraverso la collaborazione con i cacciatori e con il coinvolgimento, previa formazione, dei coadiutori reperibili sul posto. I soli ristori assicurati dalla Regione, spesso in ritardo e mai sufficienti a coprire i danni reali subiti dagli agricoltori, sono ormai completamente insufficienti per far fronte al fenomeno e al deficit di bilancio che grava sulle aziende”, ha concluso Tonino Sanna.

Dati aree colpite. Negli ultimi anni, la media delle superfici agricole danneggiate dalle diverse specie di fauna selvatica nella provincia di Oristano, con varie percentuali di intensità, si attesta intorno ai 1100ettari, di cui poco meno di 700 sono attribuibili ai soli cinghiali.

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L’etica attorno all’oggetto, per ribadire che l’usa e getta “Non è cosa”. Un invito a lasciar perdere, a considerare non più proponibile la produzione amorale delle cose realizzate senza pensare alla sostenibilità. È questo il filo conduttore dei tre giorni di incontri, laboratori e dibattiti che animeranno la mostra esperienziale “Non è cosa” - organizzata da Sardegna Ricerche – all’ex Manifattura tabacchi di Cagliari dal 23 al 25 novembre.

Un percorso di consapevolezza tra design, artigianato e tecnologia arricchito dagli incontri con alcuni dei più grandi nomi del settore: tra gli ospiti della manifestazione ci sarà Paolo Ulian, designer pluripremiato autore di oggetti divenuti iconici, Maddalena Achenza dell’Università di Cagliari, esperta di terra cruda tanto da essere componente del team internazionale impegnato nel restauro della reggia di Nabucodonosor a Babilonia, Silvia Gambi giornalista, tra le maggiori esperte di moda sostenibile, e molti altri tra cui una delegazione cilena che parteciperà alla tavola rotonda curata dal Dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Sassari su oggetti tradizionali e oggetti di valore.

L’evento punta a ribaltare l’idea di produzione degli oggetti, ponendo al centro la necessità dell’etica nei processi di realizzazione. Per questo uno degli obiettivi della manifestazione è portare i visitatori dentro i processi di fabbricazione, offrendo esperienze concrete e quotidiane di sostenibilità che vadano oltre il vuoto degli slogan, per uscire dal marketing sul green. Centrale dunque l’esposizione dedicata a ceramica, intrecci, tessuti e gioielli che entra nel merito delle forme e delle piccole architetture per leggere gli oggetti con i codici della consapevolezza e del valore.

«Sardegna Ricerche punta a intercettare e indirizzare il cambiamento per contribuire alla costruzione di un futuro consapevole e sostenibile. Con questo evento vogliamo offrire esperienze concrete di sostenibilità, che facciano toccare con mano il valore degli oggetti destinati a durare nel tempo, ma sempre alla portata di tutti», ha evidenziato Maria Assunta Serra, direttore generale di Sardegna Ricerche. La manifestazione, aperta anche alle scuole, prenderà il via alle ore 9.00 del 23 novembre con il primo evento sulla ceramica. Già sold out i laboratori dedicati agli studenti che hanno raggiunto quasi 300 iscrizioni.  

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Innovazione: sfide e opportunità. L’appuntamento è per domani, 21 novembre, all’ex Manifattura tabacchi di Cagliari dove esperti, ricercatori e imprese sono chiamati a fare il punto sui progetti cluster promossi da Sardegna Ricerche per creare un’alleanza tra aziende e centri di ricerca. Una sinergia per favorire collaborazione, condivisione e trasferimento tecnologico, facendo crescere la competitività della Sardegna. All’evento parteciperanno anche i responsabili di realtà consolidate come l’Area ricerca e innovazione di ART-ER dell’Emilia Romagna e l’Agència per la competitivitat de l’empresa della Comunità autonoma della Catalogna.

L’incontro sarà dunque un’occasione preziosa per ascoltare gli esperti di settore e i beneficiari delle politiche di cluster che potranno condividere esperienze e buone pratiche. Al convegno parteciperanno: Margherita Russo, professoressa di Politica economica all’Università di Modena e Reggio Emilia che concentrerà il suo intervento sul ruolo strategico giocato dalle conoscenze nella crescita economica; Maurizio Mangiola, esperto in politiche di trasferimento tecnologico, e Alberto Improda, consulente legale in ambito di proprietà industriale e brevetti, che parleranno di approcci al cambiamento e metodi di diagnosi al design organizzativo come chiave per supportare le imprese; Albert Barberà direttore dell’Advanced Therapies Hub di Barcellona il cui intervento sarà incentrato sulle esperienze territoriali che hanno saputo creare nuovi ecosistemi combinando l’innovazione al turismo, il benessere e la salute. La giornata sarà moderata da Bernardo Rondelli, professore al Master in Open Innovation e proprietà intellettuale della Luiss Business School di Roma e animata da tavole rotonde, sessioni interattive e confronti diretti tra i partecipanti. 

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Mercoledì, 15 Novembre 2023 09:33

Un piano strategico del turismo per Quartu

Quartu avrà presto un piano strategico comunale. Tale volontà è stata messa nera su bianco dall’Amministrazione in una delibera approvata ieri dalla Giunta, nella quale vengono tracciate le linee
d’indirizzo necessarie alla struttura organizzativa per la predisposizione degli atti, in coerenza rispetto agli obiettivi di medio-lungo periodo.
Il mare, con ben 25 chilometri di costa, ma anche il Parco di Molentargius, il Parco dei Sette Fratelli, e poi le suggestive aree archeologiche, con la rete dei nuraghi, a partire dal Diana, e la Villa Romana, la Basilica di Sant’Elena e le chiese del circuito romanico; e ancora, le fortissime tradizioni popolari e la qualità della produzione enogastronomica. Quartu è dotata di una varietà di risorse con importanti ricadute dal punto di vista turistico che pochi altri Comuni possono vantare.
Una ricchezza che potrebbe fare della città una meta del turismo costiero ed ambientale del Sud Sardegna, offrendo il meglio delle sue produzioni agricole e artigianali, proponendosi come punto di riferimento importante per l’elaborazione scientifica e culturale in campo ambientale, per la formazione dei giovani e per l’incontro fra domanda e offerta di lavoro nel segmento del turismo naturalistico. La realizzazione del Piano Comunale per il turismo è lo strumento strategico necessario perché lo sviluppo del territorio quartese diventi realtà.
Incentivare una crescita economica duratura, favorire anche un turismo sostenibile che crei lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali, aumentare i benefici economici, facendo ricorso a un utilizzo più sostenibile del Mare compresa la gestione del turismo sono tutti obiettivi fissati nell’Agenda 2030, assolutamente condivisibili e non solo per questo da sottoscrivere e rispettare.
Sulla base di tali intenti programmatici, l’Amministrazione vuole sviluppare l’indotto turistico promuovendo sinergie tra turismo naturalistico e ambientale, in stretta connessione con la qualità della vita. Una valorizzazione che partendo dal mercato balneare punti sulla creazione di una destinazione turistica che necessita del coinvolgimento attivo della comunità e degli operatori economici del territorio.

Le linee di indirizzo approvate per la predisposizione del Piano strategico del Turismo puntano pertanto a evidenziare diversi fondamentali poli di sviluppo: dalla creazione di un modello di Governance pubblico-privata che condivida strategie, azioni e obiettivi, attraverso l’attivazione di un processo di partecipazione della cittadinanza e delle categorie interessate, alla massimizzazione degli effetti positivi dell’attrattore marino-balneare, dalla creazione di percorsi natura che colleghino la costa con l’interno e in particolare attraverso la valorizzazione dell’obiettivo previsti all’interno del Parco Regionale dei Sette Fratelli.
Altro obiettivo dichiarato è l’attivazione di processi di integrazione delle filiere dell’agroalimentare e dell’artigianato, nonché nel sistema culturale e identitario. Ci si propone inoltre di supportare imprese e associazioni attive, favorendo così un percorso di evoluzione qualitativa dell’accoglienza e dell’ospitalità, nonché sostenere le concentrazioni imprenditoriali di filiera, per favorire il risanamento delle aree agricole finalizzato alle produzioni di qualità ed alla nascita di forme alternative di ricettività.
Ultimo, ma non per importanza, obiettivo strategico è la creazione di un’immagine chiara della destinazione Quartu, unitamente a un’adeguata strategia di promozione e comunicazione, strumenti
fondamentali oggi giorno, anche mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie, per farsi spazio in un mercato globalizzato e altamente competitivo.
“La Giunta ha approvato gli atti di indirizzo - annuncia il ViceSindaco Tore Sanna -, che ora verranno trasmessi al Consiglio comunale, titolare della funzione di programmazione e pianificazione, e
contiamo di aprire nelle sedi competenti, ovvero nelle commissioni, una proficua interlocuzione che si dovrà poi spostare all’esterno, coinvolgendo le principali categorie interessate, perché è nostro interesse raccogliere indicazioni e suggerimenti. Questo è quanto l’Amministrazione ha fatto e intende fare entro la fine dell’anno - conclude -, rispettando quindi i tempi previsti per questi obiettivi”.

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Mercoledì, 15 Novembre 2023 09:31

A Macchiareddu nasce un polo per la logistica

Sessanta ettari pronti ad essere messi a disposizione delle imprese, un’intera area destinata a diventare un grande polo logistico: con il completamento dei lavori per la realizzazione delle Strade 11 e 12 di Macchiareddu, il Cacip è pronto ad aprire le porte ai giganti del settore. Nella zona dove lo scorso anno sono cominciati i lavori per la costruzione del primo magazzino della Lidl in Sardegna – una struttura da 37mila metri quadri,alimentata al 100% da fonti rinnovabili grazie con un pannello fotovoltaico da 1.100 kilowatt, che darà supporto ai 21 supermercati presenti nell’Isola, per un investimento da 70 milioni – il Consorzio industriale di Cagliari ha completato i lavori di urbanizzazione che rendono i terreni della zona di Grogastu pronti ad accogliere altre imprese. “I lavori, costati 1milione e 600mila euro, e finanziati con i fondi del Consorzio, ci consentono di mettere finalmente a disposizione degli investitori un’area dotata di tutti i servizi – spiega la presidente del Cacip, Barbara Porru -, con l’apertura delle nuove strade la zona sarà d’ora in poi facilmente raggiungibile. L’obiettivo, dopo la Lidl, è quello di accogliere altre aziende del settore logistico, per realizzare a Macchiareddu un grande polo dedicato a questo settore”. L’ingegnere del Cacip Matteo Bordignon, progettista e direttore dei lavori per la realizzazione delle due importanti vie di comunicazione, spiega come il Consorzio sia al lavoro per sbloccare nuove aree da destinare alle imprese: “Con la realizzazione delle Strade 11 e 12, i lavori di urbanizzazione di quella zona possono considerarsi completati, le imprese che decideranno di insediarsi in questi terreni potranno contare su una condotta di acqua potabile e una industriale, reti fognarie, più la possibilità di allacciarsi alla fibra ottica”. Nei piani del Consorzio industriale di Cagliari c’è la volontà di procedere alla urbanizzazione di nuove aree a Macchiareddu per attirare altre imprese. “Abbiamo presentato alla Regione un progetto preliminare per ottenere un finanziamento che ci consentirà di urbanizzare ulteriori 60 ettari – spiega la presidente Porru -, i nuovi terreni destinati alle aziende sorgeranno tra la le Strade 2 e 6, e la Strada provinciale 92”. 

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Un documento strategico e operativo che delinea lo sviluppo turistico del territorio attraverso un approccio dal basso che vede il coinvolgimento diretto dei principali portatori di interesse locali al fine di definire un modello di gestione territoriale sostenibile. E’ questo l’intento del Piano di destinazione turistica del progetto “Destinazione Sud Sardegna”, presentato questa mattina nella sala polifunzionale del Parco di Monte Claro dalla Città Metropolitana di Cagliari, capofila del progetto, e da Sardegna Ricerche, ente attuatore. Partner dell’iniziativa, l’Area marina protetta Capo Carbonara di Villasimius, l’Unione dei Comuni del Parteolla e Basso Campidano, l’Unione dei Comuni Nora e Bithia e il Gal Campidano.

“Il Piano Strategico ha fatto emergere la necessità che la Città Metropolitana si assuma un ruolo di facilitatore per lo sviluppo dell’offerta turistica locale, e sebbene le competenze specifiche non siano in capo al nostro ente, abbiamo accolto la sfida perché ci siamo prefissati l’obiettivo di promuovere lo sviluppo territoriale in tutti i suoi aspetti”, ha spiegato il consigliere metropolitano delegato alla Pianificazione Umberto Ticca in apertura dell’incontro.

Il documento, realizzato con il supporto tecnico di Leverage Srl, intende definire un modello di  governance territoriale della destinazione Sud Sardegna, attraverso la creazione di una DMO (Destination Management Organization) che favorisca la condivisione tra gli stakeholder degli obiettivi di sviluppo, e quindi la pianificazione, programmazione e gestione del marketing di una Destinazione Sud Sardegna che ricomprenda al proprio interno tutti i Comuni ricadenti all’interno del partenariato.

“Questo progetto può essere visto come il primo passo per l’attuazione del Piano Strategico metropolitano sui temi dell’offerta turistica. Grazie alla collaborazione tra i partner che operano nei diversi territori della Sardegna meridionale siamo riusciti ad analizzare e a proporre idee e soluzioni che possano far dialogare le varie componenti dell’offerta turistica, da quella costiera a quella balneare a quella interna e rurale, con il valore aggiunto che gli splendidi attrattori culturali e ambientali possono dare a entrambe”, ha sottolineato Ticca. “Con il Piano abbiamo posto le basi conoscitive per avere soluzioni condivise che possano costituire un solido presupposto per lo sviluppo futuro di un progetto di programmazione e gestione dell’offerta turistica del nostro territorio”.

Il progetto è finanziato con fondi POR FESR Sardegna 2014-2020.

All’incontro hanno preso parte anche il direttore generale della Città Metropolitana Stefano Mameli e numerosi rappresentanti degli enti partner, che nella seconda sessione del workshop sono stati coinvolti in un’analisi interattiva SWOT del contesto territoriale.

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Uno storico accordo unisce il Kirghizistan alla Sardegna. È stato firmato il Memorandum d’Intesa tra Il Centro per l'Occupazione dei Cittadini all'estero presso il ministero del Lavoro, della Sicurezza sociale e della Migrazione della Repubblica del Kirghizistan e la Federazione Coldiretti Sardegna che delinea il progetto che intende mettere in campo un percorso di cooperazione tra le due realtà.

Durante l'incontro avvenuto in presenza e in modalità online, sono stati discussi i temi chiave della cooperazione tra Sardegna e Kirghizistan e dell'attrazione dei lavoratori della Repubblica del Kirghizistan nella regione Sardegna, nei settori dell'agricoltura e del turismo, con particolare attenzione alle coppie sposate.

Coldiretti Sardegna è pronta a fornire un'opportunità unica di scambio di esperienze nella produzione di latte, formaggio e altri prodotti agricoli ed è anche pronta a supportare, promuovere e favorire, insieme ai sindaci dei Distretti rurali aderenti al progetto, la possibilità di offrire alloggio, assistenza sanitaria e un regolare contratto di lavoro nel pieno rispetto delle regole e leggi nazionali. Inoltre, i datori di lavoro hanno discusso della possibilità di fornire un’adeguata formazione in lingua e cultura italiana dopo il trasferimento in Italia, creando prospettive reali per le persone in cerca di lavoro provenienti dal Kirghizistan.

La firma del Memorandum d'Intesa è stata resa possibile grazie al sostegno attivo dell'Ambasciata della Repubblica del Kirghizistan in Italia e grazie alla partecipazione personale dell'Ambasciatore S.E. Taalai Bazarbaev, che crea condizioni favorevoli per promettenti opportunità di lavoro per i lavoratori della Repubblica del Kirghizistan in Sardegna. 

Questo storico accordo rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della partnership tra i due paesi e apre nuove prospettive per i cittadini del Kirghizistan che desiderano trovare lavoro nella regione Sardegna. 

Il prossimo passo delle parti, che si farà presumibilmente la prossima settimana, sarà la firma di un Protocollo di cooperazione, propedeutico alla partenza del progetto, che consentirà di selezionare coloro che desiderano trovare lavoro nell'ambito di questo programma.

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