Giovedì, 25 Aprile 2024 14:26

Cagliari, a Genova senza timore In evidenza

Scritto da
Vota questo articolo
(2 Voti)
Claudio Ranieri, ha un altro anno di contratto Claudio Ranieri, ha un altro anno di contratto

Ranieri perde Luvumbo e ritrova Nandez. Con i liguri lo scatto decisivo ma guai a prenderli sottogamba. Rialeggia la questione stadio, servono denari. Meglio se della proprietà

Mario Frongia

Il momento di essere uomini o caporali. Il Cagliari che lunedì chiude la trentaquattresima giornata a Marassi con il Genoa, se possibile, deve avere più testa e coscienza di quanto possano valere tutti i punti in palio per l’approdo alla zona salvezza. Domani il Frosinone (28 punti) riceve la Salernitana (15), sabato il Lecce (35) è in casa con il Monza e la Lazio ospita il Verona (31). Domenica l’Udinese (28) va a Bologna, l’Atalanta ospita l’Empoli (31) mentre il Sassuolo (26) gioca a Firenze. Data per quasi spacciata la Salernitana (15) e quasi fuori dalla bagarre salvezza il Lecce, per il resto c’è da essere più pratici e attenti di come si è visto nelle ultime gare. Ad esempio, il primo tempo con la Juve, forse il più tonico e piacevole dell’era dell’allenatore del miracolo risalita in A, per scansare un Genoa che tutto farà meno che regalare il match, potrebbe non bastare. I rossoblù sono a quota 32, i liguri di Gilardino sono salvi da un pezzo. Ma è difficile che, anche se Ranieri e i suoi possono ragionare su quel che è accaduto alle altre, al Ferraris stendano un tappeto rosso. Sarebbe folle solo pensarlo. La partita vale un mattone decisivo per non perdere la categoria. E su questo batte Sir Claudio. A Genova senza Luvumbo, squalificato, ma con Nandez - che difficilmente rimarrà potendo salutare a costo zero e andare dove gli pare (Roma e Napoli?) - in rientro, si deve cercare il risultato un minuto dopo l’altro. Con Petagna che pare possa riaggregarsi al gruppo, Il tecnico di Testaccio sa di non poter sbagliare.

Stadio, come e perché. Dossena e soci alzano l’asticella mentre la proprietà, senza contraddittorio, da Milano pre-Inter ha sventolato il drappo stadio. In settimana i vertici del club dovrebbero incontrare il ministro Abodi per fare il punto sul futuro impianto dedicato a Gigi Riva. Ma pare che il tutto sia capitato per uno strano caso del destino. Capire che senza denari propri sia complicato fare anche uno sgabuzzino è notizia vecchia. Ma stadio o meno, con o senza il business prospettato con l’albergo stellato e i quattromila metri quadri di centro benessere, il ragionamento pare doversi per forza ampliare. Per puro buon senso, regole della trasparenza, del dibattito pubblico e della politica, visione e futuro del capoluogo di regione, coraggio e trasparenza per le decine di migliaia di cagliaritani in zona e per tutti gli sportivi sardi. Senza scordare i residenti che aspettano servizi, decoro, abitazioni. Demagogia? Sì, se chi la chiama in causa ha la schiena al coperto. Dura, vecchia e sofferente realtà per quanti sanno, vivono e conoscono la realtà delll’area che va dal porto a Marina piccola. Tra l’altro, proprio a pochi passi dal futuro impianto, Su Siccu e il quartiere di Sant’Elia, necessitano ben prima della scadenza del 2032 degli Europei all’Italia e alla Turchia, di un poderoso restyling. Una questione di civiltà che viene prima del calcio. Anche perché se è vero che lo stadio - per forza innovativo, polivalente e in grado di autosostenersi per dodici mesi l’anno - è doveroso per Cagliari e l’intera regione, è altrettanto vero che il patron rossoblù, anziché lamentarsi della burocrazia e dei costi dei progetti - pensa un po’ che novità! - può mettere mano al portafogli e procedere. Ma i fatti dicono altro. Nel frattempo, ci sarebbe da capire, come segnalato dal Corpo forestale la scorsa estate, la questione dei 23 milioni di euro di bonifiche per inquinamento da effettuare a Macchiareddu. Ma questa è un’altra pessima storia.

Ultima modifica il Giovedì, 25 Aprile 2024 14:41
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi