Cagliari, tra passato e presente
Claudio Ranieri, da Tonino Orrù a Lautaro e Barella
Valerio Vargiu
L’intervistatore pone una domanda: “Mi scusi Ranieri ma lei sarebbe potuto essere l’allenatore ideale per il dopo Mancini?”.La risposta: “Purtroppo sono già impegnato con la nazionale quattro mori”. Anche Radunovic riceve un quesito: “Cosa è cambiato nel Cagliari con il passaggio di consegne tra Liverani e Ranieri?”. La risposta: “Da quando c’è il nuovo mister avversari e allenatori sembrano avere un grande rispetto, forse anche un timore reverenziale, nei nostri confronti”. Questa è la base di una ricetta vincente che è insuperabile nella sua semplicità. È il vestito che indossa e ha indossato il tecnico di Testaccio nel corso di una carriera ineguagliabile per risultati, esperienze vissute in tutta Europa alla guida di piccole, medie e grandi squadre. In un flash della memoria torniamo indietro di oltre trent’anni. Il Cagliari che giocava in terza serie dopo aver rischiato il fallimento e la retrocessione tra i dilettanti è impegnato in trasferta sul campo del Campania Puteolana ed il presidente Tonino Orrù accompagnato dall’inseparabile direttore sportivo Carmine Longo passeggiano a bordo campo prima dell’inizio della partita. Si guardano intorno avvolti dalla malinconia, il piccolo stadio di Pozzuoli è circondato dai palazzi, i panni stesi sventolano quasi a lambire le tribune. Un ragazzotto elegante, in cravatta e camicia, guida il riscaldamento degli avversari con una grinta come se dovesse giocarsi i novanta minuti della vita. Inizia la partita che si concluderà in parità ed il Cagliari, molto più forte tecnicamente, incassa una indimenticabile lezione di gioco dai campani. Tonino e Carmine, sul volo di rientro, si guardano negli occhi,hanno maturato la stessa convinzione. Quel ragazzotto tanto per bene è l’uomo giusto per il prossimo campionato, sempreché si riesca ad evitare la retrocessione. Detto fatto e da quel giorno inizia un sogno che va ancora avanti dopo la scomparsa del grande presidente e dell’ottimo direttore sportivo. Negli occhi del nostro protagonista, Claudio Ranieri, che si appresta a festeggiare le 72 Primavere, c’è la stessa grinta e la stessa determinazione. Lunedì alla Unipol Domus arriva l’Inter e sir Claudio non ha ancora dimenticato i tre gol di Jurgen Klinsmann nel giorno del suo debutto in serie A nel glorioso Sant’Elia. Conoscendolo siamo sicuri che sta già studiando come fermare Lautaro e Barella forte di una coppia di debuttanti nel massimo campionato che si chiamano Alberto Dossena e Ibrahim Sulemana, i migliori in campo all’esordio di Torino.