Venerdì, 12 Aprile 2024 14:20

Gigi Riva, campione, amico e mito In evidenza

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Campioni, autori e autorità nel nome di Gigi Riva nella sala del Comitato regionale della Figc Campioni, autori e autorità nel nome di Gigi Riva nella sala del Comitato regionale della Figc

Umberto Oppus e Mario Fadda presentano il volume su Rombo di tuono nel giorno della vittoria matematica dello scudetto del 1970. Ricordi in bianco e nero, emozioni a colori

Mario Frongia

L’obbligo morale e sportivo. Il suo essere più sardo di tanti sardi. Taciturno, tutto d’un pezzo, leale. Ricordare Gigi Riva, a neanche due mesi dalla scomparsa, Rombo di tuono se ne è andato il 22 gennaio, è semplice e complesso assieme. Umberto Oppus e Mario Fadda, con l’editore Carlo Delfino, l’hanno fatto. Con quel misto di garbo e rispetto che si deve agli immortali. Ma anche con una visione differente della nota epopea sportiva del più forte mancino di tutti i tempi. C’è il Cagliari del 1970, ma anche quello precedente e successivo. C’è una terra martoriata. Ci sono i tifosi, i pareri, gli umori che avvinghiano e non fanno prigionieri. Non mancano i compagni di squadra, gli avversari, quelli che l'hanno conosciuto da dirigente. Morale, sport e quotidianità, tecnica ed energie. Il leggiunese classe '44, era questo e altro. “Gigi Riva - Il campione, l’amico, il mito”, duecentotrenta pagine da deglutire in apnea. Con una storia di numeri che piace: presentata oggi, 12 aprile, la stessa data di una domenica indimenticabile che cucì matematicamente il tricolore sulle maglie dei Quattro mori. Ci sono le settanta interviste doc, in riferimento a quel 1970 che fece rimbalzare Cagliari e la Sardegna nel resto d’Italia e d’Europa. Forse, come dicono storici e sociologici, e grandi cronisti, da Gianni Brera a Giovanni Arpino, l’impresa che davvero sdoganò l’isola, nota per i sequestri, la pastorizia e, forse, il porchetto arrosto. “In quegli anni ci mandavano per punizione i militari e i dipendenti pubblici riottosi” è stata una delle frasi coniate proprio da Riva. Insomma, storia, luoghi e persone. Di pregio e qualità. Il duo Oppus-Fadda - da anni impegnato con rigore sulla narrazione degli sportivi sardi, tra successi e oblio, come nel caso del terzo bomber di sempre in seria A, Renato Raccis, mandarese doc - ha messo in fila settanta interviste. Con prefazione di Giancarlo Abete, si vola leggeri.

Un calcio d’altri tempi. Un contesto in bianco e nero. Ma le emozioni erano e sono a colori. Come quelle di Gianni Cadoni e Beppe Tomasini. Il presidente della Federcalcio sarda ha mostrato con orgoglio le foto del bomber nella sala conferenze: “La nostra è stata una stima nata negli anni. Riva rimane modello comportamentale per i tanti nostri piccoli calciatori”. Per il capitano dello scudetto, una considerazione chiave: “Ci siamo conosciuti a Grado. Facevamo le sabbiature. Il Brescia doveva vendermi, Gigi mi disse viene a Cagliari. Abbiamo vissuto assieme sei anni. La foresteria era la nostra università. Lui, prima ti studiava, poi si lasciava avvicinare”. Con la chiusura di Renzo Persico, il volume accoglie i ricordi di Albertosi  e Altafini, Baggio e Zola, Lippi e De Sisti, Brugnera e Chiarugi, Graziani e Cera, Mazzola e Pulici, Baresi e Nesta, Gentile e Tardelli, Antognoni e Sacchi. Tra i cronisti, voce anche a Gianfranco Coppola, Guido Vaciago, Bruno Pizzul. In sala, applausi dai ragazzi dello scudetto, Reginato, Tomasini, Greatti e Brugnera. Al loro fianco, tra i tanti rossoblù, Riccardo Dessì, Gianluca Festa, Gianfranco Matteoli, Pino Bellini, Renato Copparoni, Lele Gattelli, Roberto Quagliozzi. Foto di gruppo che scomoda tante storie nella storia. Spogliatoi, trasferte, infortuni, vittorie e cadute. “Gigi Riva, il Campione, l’Amico, il Mito” arriva puntuale per il 54° anniversario della vittoria del titolo. “Umberto e Mario l’hanno chiuso in meno di due mesi, vi garantisco che non è usuale!” dice compiaciuto Carlo Delfino.

“Dal sogno al mito” ripetono gli autori. A ben vedere, è così. Riva “rappresenterà per sempre l’anima, lo spirito e il cuore non solo di una squadra, ma di un’intera isola”. Giusto per non dimenticare, Rombo di tuono aveva 79 anni. Al Cagliari ha giocato dal 1963-64 al 1975-76. Ha esordito in serie A, il 13 settembre 1964, in Roma-Cagliari, 2-1. Ha segnato 156 reti in 289 partite. Con l’Italia ha vinto gli Europei 1968 ed è stato vice Campione del mondo a Messico ‘70. Tuttora è recordmen di reti in azzurro, 35 in 42 gare. Numeri che scuotono. Il calcio che non perdona e va oltre le chiacchiere, dopo mezzo secolo dal ritiro agonistico del mancino più temuto al monto: "Guardatelo negli occhi quando parte palla al piede, mette paura" le parole di Pelè su Giggirriva, come si dice da Olbia a Pula. Buona letteura e finalista solidaristiche: parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla Missione Cattolica di Pawaga, fondata dai Missionari della Consolata nella Diocesi di Iringa (Tanzania, Africa). Volontari impegnati nel dare assistenza e servizi nei settori didattico-sco- lastico, medico-sanitario, ricreativo-sportivo. Sì, a Gigi sarebbe piaciuto. 

Ultima modifica il Venerdì, 12 Aprile 2024 14:41