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Il bomber rossoblù decisivo al rientro in campo dopo cinque mesi: "Ho lavorato per questo". Il tecnico soddisfatto e prudente: "C'è ancora molto da fare"

 

Seconda vittoria di fila in tre giorni, la terza in questa stagione se si conta il preliminare di Coppa Italia. E per la terza volta il successo arriva allo scadere. Era successo col Palermo ad agosto, domenica in rimonta col Frosinone e a Udine negli ultimi istanti dei supplementari prima dei calci di rigore. A regalare l’affascinante ottavo di finale col Milan a San Siro è l’uomo che più di tutti è mancato in questo inizio di stagione da incubo dei rossoblù, Gianluca Lapadula. Il bomber della scorsa serie B torna in campo dopo cinque mesi di stop e segna il gol qualificazione. “E' stata un'estate intensa, ci ho creduto e ci ho lavorato tanto: sono molto contento per la squadra e tifosi, ringrazio i compagni, il Mister e la società. Questo è solo l'inizio”.

 

E che sia solo l’inizio lo spera anche Claudio Ranieri che non può ritenersi del tutto soddisfatto. Il suo Cagliari nel primo tempo ha sprecato molte occasioni da gol e ha preso gol con le solite distrazioni difensive. “Abbiamo ancora molto da lavorare. Ci sono ancora questo black-out in difesa che rischiano di rovinare buone prestazioni. Oggi, però, sono contento, mettere in campo giocatori che hanno poco minutaggio e fare questa partita è positivo. L'importante è creare occasioni, prima o poi la palla deve entrare. Bisogna lottare per ogni situazione e per ogni obiettivo.

 

E' un Cagliari che non molla mail. "I ragazzi stanno capendo questa mia filosofia e lottano fino in fondo in ogni gara – ammette il tecnico -. Devo dire che sono soddisfatto, abbiamo creato e tirato tanto, reagendo dopo il gol ancora una volta. Potevamo vincerla prima, ma anche perderla. Da parte nostra la partita è stata giocata bene, abbiamo fatto un buon lavoro". E ora testa al Genoa, per un altro scontro salvezza vitale per la classifica rossoblù.

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Mercoledì, 27 Settembre 2023 21:31

Ranieri: "Il rigore su Luvumbo? Mi fido degli arbitri"

"Il rigore su Luvumbo? Mi fido degli arbitri"

Claudio Ranieri sostiene i suoi: "Il Milan? Ci hanno condannato i campioni, ma non molleremo di un centimetro!"

Mario Frongia

"Sono soddisfatto dei ragazzi, abbiamo fatto la nostra partita. Non dobbiamo mollare di un centimetro, dobbiamo salvarci. Altrimenti finisce come due anni fa, non si è salvato né Romolo né Remo". Claudio Ranieri la prende larga. Il Milan che passa alla Domus 3-1 è una squadra "che anche se fai tutto bene, il campione inventa e ti punisce. Sì, nel calcio d'angolo da cui è nato il 2-1, siamo stati disattenti: si vedeva che avevano attirato un nostro uomo per giocare la palla dietro". Bastone e carota, come sempre. Ma guai a far trapelare sentimenti di resa. Anzi, Sir Claudio alza la voce: "Perderemo a Firenze e con la ROma in casa, pazienza. ma non dobbiamo cedere. In questi casi si ha di fronte un bivio: da una parte ti dici che tanto va tutto male e sbraghi. Oppure, tiri fuori i denti e tutte le energie e combatti fino alla fine".

Modulo e dintorni. "Ai ragazzi non posso rimproverare nulla, l'avevamo preparata così: sono i primi nella gestione della palla nella loro metà campo. Abbiamo deciso di aspettarla e le cose sono andate per il verso giusto". L'allenatore del Cagliari riflette. "A tre e poi a cinque? Sono soddisfatto a metà ma non potevamo dare loro campo, specie nel secondo tempo. Gli errori dietro? Sì, c'è stata qualche sbavatura ma i grandi giocatori ti mettono nelle condizioni di sbagliare e se lo fai non ti perdonano". Sui singoli, poche storie: "Tra gli attaccanti l'unico al top è Luvumbo, gli altri sono ancora dietro come condizione. Per Shomurodov non è stato facile entrare ma ha cambiato passo. Oristanio? Ha fatto molto bene con il Torino poi con l'Inter, forse per l'emozione di avere di fronte la sua ex squadra, è andato in difficoltà. Ma dal rientro dalla nazionale l'ho ritrovato: sa giocare a calcio, appena posso lo butto dentro". Infine, il tema chiave per la tifoserie: il portiere. "Radunovic ha commesso un errore, l'ho visto. Gli parlerò. Abbiamo anche un buon secondo, vedremo". Insomma, il serbo a Firenze potrebbe rifiatare in panca.

Il maestro e l'allievo. Claudio Ranieri ha allenato Stefano Pioli alla Fiorentina. Un secolo fa. Ma l'abbraccio tra i due, sincero e affettuoso, non è passato inosservato. La bellezza dello sport, degli uomini veri, lontano da insulti e provocazioni. Un'altra lezione per le curve e gli ultras. Che poi l'imparino è un'altra storia. Ed è dal maestro che in sala stampa passa un altro messaggio: "Ho bravi giocatori e grandi uomini. Abbiamo visto che l'Empoli ha vinto e ci ha superato. Siamo ultimi in classifica ma la cosa non ci preoccupa". Insomma, troppo Milan ma Cagliari che il tecnico difende e sostiene. Con classe e passione. D'altronde, viene impossibile che possa dire e fare altrimenti. Ma non è tutto. Ci si chiede del fallo di Tomori su Luvumbo. "Al Var c'era Irrati, il numero uno al mondo. Mi fido di loro. Ci hanno detto fin da agosto che rigorini non ne verranno concessi".  

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Okafor, Tomori e Luftus-Cheek ribaltano il vantaggio iniziale dell'angolano. Finisce 1-3 alla Domus, rossoblù ultimi in classifica

 

Il Milan passa in rimonta all’Unipol Domus per 3-1 nella sesta giornata della serie A. Seconda sconfitta di fila, la quarta in questa stagione, per il Cagliari di Ranieri che a tratti ha giocato alla pari con i rossoneri. Le solite disattenzioni difensive, soprattutto nel primo tempo, costringono la squadra di Ranieri ad alzare bandiera bianca contro un avversario obiettivamente più forte. Buona la prova di Hatzidiakos, capace di neutralizzare Leao nella ripresa e di Luvumbo, vera spina nel fianco della difesa rossonera. Ancora insufficiente Augello, non perfetto Radunovic in occasione del pareggio ospite. In ripresa Petagna, ma l’assenza di Lapadula inizia a farsi sentire. Da questa sera i rossoblù sono ultimi in classifica. 

 

Illusione Luvumbo

Primo tempo in chiaro scuro per i rossoblù col secondo gol di Luvumbo in questo campionato e due disattenzioni difensive che costano la rimonta rossonera. Il Milan di Pioli parte come da pronostico, possesso e giro palla cercando di sfondare le linee avversarie. I rossoblù reggono l'urto, difendono con attenzione e bloccano Theo Hernandez, l'uomo più pericoloso del Milan viste le assenze di Leao e Giroud, inizialmente in panchina. Augello soffre a destra la rapidità di Chukwueze, ma è dalle parti di Luvumbo che i rossoblù sono più pericolosi. L'angolano prova più volte a saltare Tomori, chiede anche un calcio di rigore e quando alla mezz'ora Nandez sfonda in area e gli consegna un pallone d'oro non ci pensa due volte, sinistro di potenza sul primo palo dove Sportiello non può nulla. La reazione del Milan è lenta, ma arriva nel finale di tempo prima con Okafor che approfitta di un'uscita non eccellente di Radunovic per infilare a porta vuota, poi con Tomori che in mischia, sugli sviluppi di un corner, completa la rimonta.

 

Sigillo Luftus-Cheek

Nella ripresa è del Cagliari la prima palla gol con Luvumbo che raccoglie una sponda in area di Petagna e a botta sicura trova la provvideziale deviazione in angolo di Adli. Al 60', però, il Milan cala il tris con un destro da fuori di Luftus-Cheek che non lascia scampo a Radunovic. E' ancora Luvumbo l'uomo più pericoloso dei padroni di casa con una conclusione dal limite smorzata da Tomori e parata centralmente da Sportiello. L'estremo rossonero è protagonista nel finale con una bella parata su una conclusione da dentro l'area di Oristanio. Sull'azione rimane a terra Luvumbo, solo crampi per lui nel silenzio generale della Domus che temeva il peggio. Ora nemmeno il tempo di smaltire il secondo ko di fila che i rossoblù dovranno preparare la difficile trasferta di Firenze.

CAGLIARI-MILAN  1-3 (1-2)

CAGLIARI (3-5-2): Radunovic; Wieteska (46’ Oristanio), Dossena, Hatzidiakos; Zappa (81’ Di Pardo), Nandez, Makoumbou (84’ Deiola), Sulemana (67’ Viola), Augello; Petagna (67’ Shomurodov), Luvumbo. All. Ranieri.

 MILAN (4-3-3): Sportiello; Florenzi, Thiaw, Tomori, Theo (84’ Bartesaghi); Loftus-Cheek, Adli (58’ Pobega), Reijnders (58’ Musah); Chukwueze (69’ Leao), Okafor, Pulisic (69’ Romero). All. Pioli.

ARBITRO: La Penna

MARCATORI: 29’ Luvumbo, 41’ Okafor, 45’ Tomori, 60’ Luftus-Cheek

NOTE - Ammoniti: Wieteska, Zappa, Oristanio, Luftus-Cheek. Recupero: 2’, 5’. Spettatori: 16.348.

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Mercoledì, 27 Settembre 2023 00:15

Cagliari-Milan, la vignetta di Frédéric Art

All'Unipol Domus arriva il Milan di Stefano Pioli. Alle 18:30 il Diavolo sfida i quattro mori per i tre punti. Ecco come l'ha "giocata" il nostro artista sardo Frédéric Art. 

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Mercoledì, 27 Settembre 2023 00:07

Un solo gol in cinque giornate, col Milan serve la scossa

A poche ore dalla sfida col Milan, le statistiche offensive dei rossoblù sono impietose. Bisogna subito invertire la rotta per rialzare il morale dell'ambiente

 

Un solo gol nelle prime cinque giornate, peggior squadra della serie A per tiri in porta, solo 6 in oltre 450'. Persino l'Empoli, ultimo con lo zero nella casella punti, ha fatto meglio. E il calendario, da qui a metà ottobre, vede altre sfide proibitive: dopo il Milan toccherà a Fiorentina e Roma.

 

Attacco in difficoltà

Non proprio un buon inizio quello del Cagliari con qualche tifoso che sui social inizia già a perdere fiducia in Claudio Ranieri, dimenticando che meno di un anno fa ha preso una squadra allo sbando trascinandola dal +3 dalla zona retrocessione alla serie A. I tifosi, si sa, si lasciano trasportare del momento. Dall'entusiasmo se le cose vanno bene, dal pessimismo se le cose, al contrario, vanno male. I numeri, però, purtroppo non mentono. Le difficoltà dell'attacco rossoblù in questa stagione sono davanti agli occhi di tutti e non è il solo dato preoccupante. La percentuale media di possesso palla è del 37.9%. In tutto il torneo solo il Genoa ha fatto peggio (34.8%). Nella fase di gestione Pavoletti e compagni hanno la terza peggior percentuale di precisione nei passaggi,  76.1%, davanti solo a Genoa (74.2%) e Verona (75.6%). Non solo: anche la media di passaggi effettuati non è esaltante, appena 2,55 che vale la bandiera nera della serie A.

 

Zito il più pericoloso

Luvumbo fin qui si è dimostrato l'uomo più pericoloso. Suo l'unico gol, ma è anche l'unico che prova a saltare l'uomo, ben 20 i dribbling tentati, un quarto di quelli totali della squadra (20/80). L'angolano è anche il primo dei rossoblù per falli subiti (10). In fase di recupero, invece, spiccano Dossena e Makoumbou rispettivamente con 42 e 39 palloni recuperati. Il difensore è anche il secondo miglior giocatore della serie A ad aver respinto più azioni avversarie, ben 29. Meglio di lui ha fatto solo Radu Dragusin del Genoa con 31.

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Finalmente si riparte. Si ricomincia con un torneo che non avrà soluzione di continuità e che celebrerà in campo le festività natalizie e di inizio anno nuovo. Un torneo ancora connotato dalla presenza massiccia di calciatori stranieri, valutati in misura pari ai due terzi del totale complessivo e ritenuti da più parti (per ultimo il Ministro Abodi qualche giorno fa) motivo di riflessione in ottica di riorganizzazione del nostro movimento calcistico. Mai come questa estate l’attesa per la ripartenza della massima serie calcistica nazionale si è fatta sentire. E, se possibile, ancor più per chi ha vissuto e gioito la coda dei playoff per l’ammissione della ventesima squadra alla serie A.

 

Al via col mercato apertissimo

Si parte con ancora aperta la finestra mercato per altre due settimane, per tenere accese le speranze di chi ha ancora organici da completare e col disappunto degli allenatori ai quali piacerebbe partire per il ritiro di preparazione estiva con l’organico già definito. Sono lontani i tempi di San Marcello Pistoiese e di Asiago dove, oltre al calore di qualche tifoso in vacanza, al più, poteva presentarsi in albergo o a bordo campo qualche giornalista o qualche piccolo produttore di scarpette da gioco artigianali con l’aspirazione di vedere il proprio prodotto ai piedi di qualche campione. La nazione che ha portato ben tre squadre alle finali delle massime competizioni continentali ha quanto meno l’onere di fare il possibile per confermare la bontà delle proprie compagini, della loro mentalità agonistica e della maturità da loro acquisita, a dispetto delle sirene che suonano dall’Arabia e dal campionato inglese, che resta anche per quest’anno la massima vetrina europea. La prima giornata del campionato inglese, partito in anticipo di una settimana sul nostro, oltre alla finale di Supercoppa europea hanno già messo in evidenza la cifra tecnica e tattica del torneo d’oltre Manica.

 

Estate bollente

In Italia siamo riusciti a racchiudere questa estate tra due metaforiche parentesi a inizio e in chiusura: all’inizio, il caso Maldini - Massara che hanno pagato i trentacinque milioni del fallimento De Ketelaere oltre forse a qualche non affinità di vedute con la proprietà americana e la rinuncia di Spalletti alla panchina del Napoli neo scudettato, prima ancora che in piazza si celebrasse lo scudetto. Mentre è roba di questi ultimi giorni la rinuncia di Mancini alla panchina azzurra, a pochi giorni dai delicati incontri per la qualificazione all’europeo imminente, a cui si è aggiunto il caso Spalletti che, evidentemente, deve aver trovato in vacanza un anti stress formidabile se è riuscito a trasformare quell’uomo defilato, dimesso e affaticato dello scorso giugno, bisognoso di un anno sabbatico, nel condottiero di una nazionale che ha non poche posizioni da dover recuperare sul ranking europeo e mondiale.

 

Napoli e l’incognita Rudy Garcia

Il Napoli, da campione in carica, parte come la squadra da battere. Ha perso Kim che ha fruttato una plusvalenza formidabile (al pari di quella di Tonali per il Milan), ma ha conservato tutta la struttura che gli ha consentito l’impresa lo scorso campionato e, anche senza Giuntoli passato alla Juventus, il presidente De Laurentis ha tenuto dritta la barra confermando ancora una volta il suo peso e la sua caratura dirigenziale e imprenditoriale (nessuno dimentichi che, nel 2004, De Laurentis prese in mano un Napoli fallito e relegato all’oblio). Paradossalmente, l’incognita maggiore del Napoli può essere rappresentata dal nuovo allenatore Rudy Garcia. Se riuscirà a non volere a tutti i costi mettere del suo in quel motore rodato che è stato il Napoli di Spalletti sarebbe già una garanzia, anche se, le prime uscite hanno mostrato una certa attenzione alla fascia sinistra e al gioco di Kvaratskhelia che probabilmente resterebbe penalizzato e soffocato dalla ricerca di strane alchimie nella sua zona e nei suoi movimenti. Va pure non trascurato che durante l’estate diversi giocatori hanno patito muscolarmente così come non era successo nelle due precedenti stagioni.

 

Le big a confronto

Dietro il Napoli certamente le milanesi, il Milan meglio dell’Inter, la Juventus, l’Atalanta, la Lazio e la Roma. Se Pioli riesce a coagulare il gruppo dei nuovi che la proprietà gli ha messo a disposizione, il Milan sarà una macchina da guerra e, seppure al momento non dispone di una copia di Giroud magari con qualche anno in meno, non è certo un problema creare i presupposti tattici per mandare al tiro in porta più di un calciatore aumentando le difficoltà per chi ci dovrà giocare contro. L’Inter, che ha rinunciato a Dzēko, ha fatto pensare a una poderosa campagna di rafforzamento soffocata però dal caso Lukaku che ha scombinato tutta la strategia messa a punto dalla proprietà e dalla dirigenza. Inzaghi ha già fatto un miracolo l’anno scorso e i miracoli difficilmente si ripetono. Le romane hanno recuperato mercato negli ultimi giorni e certamente saranno protagoniste, così come l’Atalanta che si è confermata società solida e lungimirante.

Un caso a se e una sorpresa potrebbe rivelarsi la Fiorentina del presidente Rocco Commisso, al pari dell’Atalanta, società molto solida e concreta che ha maturato e fatto propria l’esperienza bruciante della finale di Conference persa un paio di mesi fa. Ogni riferimento a Italiano è puramente casuale, ma anche no.

 

La lotta per non retrocedere

Bologna, Sassuolo, Torino, Monza e Udinese dovrebbero giocare per quella fascia di anonimato tra la zona sinistra e quella destra della classifica e, se qualcosa dovesse far si che così non sia, si aprirebbero scenari esaltanti (per confermare i quali non bastano gli attuali equipaggiamenti societari di queste compagini) o catastrofici, con le caviglie e i polpacci che affondano nelle sabbie mobili della lotta per non retrocedere. Sabbie mobili in cui invece si cimenteranno le tre neo promosse Frosinone, Genoa e Cagliari e chi fino all’ultimo ha lottato per salvarsi lo scorso campionato: Hellas Verona, Salernitana, Empoli e Lecce. Ora il verdetto passa al campo e sarà fondamentale partire bene ed essere consapevoli della propria dimensione e del proprio obiettivo. Mai come quest’anno non ci sono molte possibilità di recupero per i muscoli e per la testa e, la cadenza degli incontri, soprattutto per le compagini che dovranno affrontare le coppe europee, è davvero impressionante. 

 

Ninni Pillai

 

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