Sabato, 06 Gennaio 2024 20:21

Pari a Lecce, brodino tiepido

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Il sorteggio a Lecce, con Nandez capitano Il sorteggio a Lecce, con Nandez capitano

 

Il Cagliari la riacciuffa. Ma l’1-1, se permette di lasciare al Verona il terzultimo posto, non è incoraggiante. Il girone d’andata si chiude a 15 punti, senza interventi rapidi e di valore dal mercato, ci sarà da soffrire

Mario Frongia

L’1-1 del Cagliari a Lecce è un mini passettino avanti. Con la sconfitta del Verona, i rossoblù lasciano il terzultimo posto e chiudono il girone d’andata con 15 punti. L’altra notiziola riguarda l’interruzione del filotto di sconfitte esterne. Ma in generale, per Claudio Ranieri c’è poco da gioire. Il tecnico ha fatto i conti con assenze importanti. E deve prepararsi a farli anche con la proprietà: al mercato sarà fondamentale investire pesantemente. Occorrono almeno due difensori, un centrale e un esterno, un interno e una punta da doppia cifra. Inutile girarci attorno: si tratta di quel che il tecnico di Testaccio aveva chiesto appena risaliti miracolosamente in serie A. L’hanno tradito, si è accontentato, ha sbagliato a fidarsi, ha annuito per il suo amore verso la piazza, è stato troppo ottimista sulle potenzialità dell'organico? Chissà. Adesso, quel che conta è provare a risalire la china. E lo si può fare solo con l’arrivo di pedine che non vanno scoperte, testate, riatletizzate. Retrocedere sarebbe persino peggio della vergognosa caduta in B di Venezia.

Sotto nel primo tempo. Gioca Nandez, rientra Makoumbou da squalifica, Prati in mezzo, tridente con Petagna e Oristanio più Viola nella trequarti. Il Cagliari a Lecce riparte così. Ranieri ha voluto allo stadio di Via del mare anche Pavoletti, nonostante i problemi a un piede. Out anche Lapadula e Luvumbo, partito per la Coppa d’Africa. In panca gran parte dei bocciati a Milano in Coppa Italia. D’Aversa risponde con Krstovic e Strefezza, Baschirotto dietro (pallino dei sardi toppato al mercato estivo) e Ramadani in regia. I rossoblù partono bene, corner dopo un minuto. Quindi, spizzata di poco a lato di Dossena. Poi, il Lecce alza i giri e sono almeno due i batti e ribatti rischiosi in area. La gara si sblocca alla mezzora: su corner, con tre leccesi liberi, segna Gendrey. Augello ha le responsabilità maggiori ma è l’intera difesa a dare segni, anche su almeno altre due palle piazzate, di palese incertezza. Anche perché a seguire i padroni di casa colpiscono un palo esterno con Oudin, cucinano la palla del 2-0 con Gonzalez e Krstovic che da cinquanta centimetri dalla linea, decentrato, calcia in fallo laterale. La considerazione conduce alla nomea, ben guadagnata, delle formazioni di Claudio Ranieri: difesa impermeabile, innanzi tutto. Invece nel Cagliari di solido c’è poco. E lo testimoniano non solo i quattro gol subiti contro il Milan in Coppa ma la permanenza tra le peggiori quattro difese della A. La necessità di invertire la rotta è elementare: scartati i due imbarazzanti centrali stranieri visti a San Siro, intuito che sfidare il massimo torneo con la coppia titolare in B, è un azzardo che può costare la categoria. Il Lecce azzanna, dalla parte di Zappa nasce un’altra giocata che con due rimpalli, decisivo Augello in corner, evita il tap in di Krstovic. Male. E non solo dalle palle inattive, ma anche dalla tonnara di mezzo dove arrivano quasi sempre prima i pugliesi. Da segnalare, anche un tiro di Oristanio, di Petagna e qualche spunto di Nandez. Che poi Viola e Prati sprechino calciando banalmente sulla barriera due punizioni dal limite dell’area è un’altra ragione che condanna sia un gruppo fragile, sia i singoli.

Ci pensa Oristanio. Cambi di fronte, calcio comunque sporco e non solo per la pioggia incessante e il campo pesantissimo. Anche nel secondo tempo Lecce-Cagliari conferma limiti e criticità di entrambe le squadre. La squadra di D’Aversa non riesce a vincere e il record di Zeman, 22 punti nel 2004/05, ovvero il migliore girone d’andata della propria storia, resiste. I rossoblù mostrano la determinazione che fa capo al lavoro mentale di Ranieri. Ma è poco, troppo poco per dare un calcione alla classifica. Per farlo serve tecnica, qualità, esperienza. Comunque sia, arriva il pari e lo firma Oristanio con una bella zampata che Falcone non riesce a respingere. L’1-1 spaventa i ragazzi di D’Aversa. In maniera un po’ anomala entra in scena Massa, sezione di Imperia, 196 arbitraggi in carriera, va un po’ all’inglese, un po’ fiscale. La gara si accende a strappi. Il Cagliari prende fiducia. Ci prova Viola, alto e palo esterno su calcio d’angolo, mentre Prati impegna il portiere di casa con una sassata di esterno destro. Il Lecce risponde, guadagna metri e occasioni, macroscopica quella fallita da Gallo, fuori a tu per tu con Scuffet. Ranieri conferma l’impossibilità di avere cambi all’altezza. Deiola e Di Pardo entrano sul finire. Pavoletti sarebbe stato l’ideale per il quarto d’ora di arrembaggio ma è infortunato. Finisce con la paura che attanaglia entrambe, lo stop scompare, si procede con pallate in tribuna e in avanti. Il pareggio incoraggia ma non basta per illudere. Per stare in A serve altro. E in fretta. Sarebbe ottimo se fin dalla prossima contro il Bologna alla Domus, la tifoseria potesse godere di arrivi certificati. Ma, visti i precedenti nella gestione giuliniana, è folle illudersi.  

Ultima modifica il Sabato, 06 Gennaio 2024 20:36
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi