Martedì, 23 Gennaio 2024 11:02

Il Rombo è tornato in cielo In evidenza

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Gigi Riva, il saluto al grande campione Gigi Riva, il saluto al grande campione

 

Gigi Riva è deceduto all’ospedale Brotzu lunedì 22 gennaio. Addio alla leggenda, la bandiera, l’hombre vertical sinonimo di schiettezza e serietà. Domani alle 16 i funerali alla basilica di Bonaria. Officia l'arcivescovo Giuseppe Baturi

Mario Frongia

“Il calcio? È noioso e vedere il Cagliari mi dà agitazione”. Gigi Riva se ne è andato alle 19.10 di lunedì 22 gennaio. Arresto cardiaco, serata maledetta. Aveva 79 anni, compiuti lo scorso 7 novembre. Adesso, sarà lì, a fumarsi l’ennesima sigaretta. Avrà dato uno sguardo agli italiani, con Sinner in testa, impegnati negli Australian Open. La roccia, il condottiero, la bandiera, la leggenda. Ma anche l’uomo schietto e taciturno, mai fuori posto. Icona della persona per bene, capace di anteporre la ricambiata sardità a successi, guadagni, potere. Nel circo pallonaro attuale, approcci impensabili. La lista dei messaggi di cordoglio è stata infinita e toccante. Da Sergio Mattarella a Giorgia Meloni, Andrea Abodi, Giovanni Malagò, Gianfranco Coppola fino a Fabio Capello, Dino Zoff, Enrico Albertosi, Roberto Boninsegna. Per stare in casa nostra, da brivido i saluti per Rombo di tuono di Gianfranco Zola, Claudio Ranieri, Beppe Tomasini e Mario Brugnera. E il mondo, ben oltre i perimetri sportivi e calcistici, lo ha ricordato con un affetto straripante, come ha fatto anche l’autorevole quotidiano francese L’Equipe.

Stimato e riverito. “Gigi Riva è stato un preciso e orgoglioso riferimento collettivo per tutti i sardi. Abbiamo un pensiero di speciale cordoglio per la sua famiglia” il commento, anche a nome del Consiglio direttivo, del presidente dell’Ordine, Emilio Montaldo. Riva era in ospedale dalle 3 del mattino. Seguito dagli staff dei primari di Cardiologia, Emodinamica e Cardiochirurgia, Marco Corda, Brunello Loi ed Emiliano Cirio. Al quarto piano dell’Arnas Brotzu gli hanno riscontrato problemi cardiaci. Coronarie affaticate, l’evidenza dai primi esami clinici. Al pomeriggio, chiacchierava con la compagna, Gianna Tofanari, madre dei loro figli, Nicola e Mauro. “Era sereno. Sapeva che gli avremmo richiesto di farsi l’angioplastica che al mattino aveva rifiutato proprio per poterne parlare con i suoi familiari” le parole di Raimondo Pinna, direttore sanitario della Azienda ospedaliera di piazzetta Alessandro Ricchi.

L'affetto infinito. A tarda sera è apparso il gagliardetto rossoblù con il tricolore al centro, portato in ospedale da un tifoso 75enne di un paesino dell'interno. La foto con il gol di testa in tuffo al San paolo contro la Germania Est è nel poster di un ragazzo commosso che non l'ha mai visto giocare: "Ma conosco a memoria i filmati e ascoltato decine di volte i racconti di mio padre e dei miei zii. Uno come lui oggi segnerebbe 50 gol a stagione!". Gigi Riva se ne è andato. Leggenda, roccia, icona e signore di modi e comportamenti trasparenti e determinati, saluta così. Dice addio a quella che era diventata la sua seconda terra, a metà pomeriggio di una giornata gelida. La Sardegna, i tifosi e gli sportivi, piangono il mancino letale di un calcio che non c'è più. Stroncato da un arresto cardiaco senza appello. Rombo di tuono è arrivato all'Arnas Brotzu alle 3 del mattino di ieri. La cronaca della giornata sta facendo il giro del mondo. La prima diagnosi non è stata  favorevole: "La coronarografia ha evidenziato un quadro clinico severo. Dopo un consulto multicollegiale gli abbiamo prospettato un intervento di angioplastica. Ci ha pensato un po' ma ha rifiutato. E senza il suo consenso ci siamo fermati". Raimondo Pinna pesa le parole. "Gli ho prospettato l'angioplastica avvertendolo che, senza procedere, avrebbe rischiato il decesso. Lui, molto sereno, mi ha detto che preferiva pensarci e parlarne prima con i familiari. Gli ho chiesto se avesse tutto quel che gli serviva, mi ha ringraziato e l'ho salutato. Avremmo provato a convincerlo domani (oggi, ndr)" spiega Marco Corda, primario di Cardiologia. Il pomeriggio per il bomber dei bomber è trascorso serenamente. Con l'affetto dei figli  e della compagna. "Ripeto, era sereno, disponibile, chiacchierava tranquillamente. Nulla lasciava presagire un evento così tragico e irrimediabile" aggiunge il dottor Pinna.

L'attenzione dei clinici. In Cardiologia, quarto piano, camera numero 7, intorno alle 16, Gianna Tofanari ha dato il cambio ai figli: "Sono qui da quasi 30 ore, papà sta bene, vado un po' a riposare" dice Nicola. Gigi da Leggiuno, che si è sempre sentito "più sardo di un sardo perché la Sardegna l'ho scelta e perché i sardi sono come me: con una sola parola, taciturni e schivi", pare non temere sgambetti. Per uno che dato le gambe alla Nazionale, poi. Ma il destino non dà tempo al tempo. Alle 17.50 un arresto cardiaco chiude i giochi. "Era sotto controllo, monitorato, siamo intervenuti rapidamente. Le condizioni, in quadro con una patologia molto severa, si sono aggravate. Siamo corsi in sala di Emodinamica mentre gli veniva praticato il massaggio cardiaco, le manovre rianimatorie ed eseguite in piena emergenza tutte le misure del caso" spiega Brunello Loi, primario del reparto. Alle 20, dopo un primo bollettino incoraggiante, la nota dell'Arnas Brotzu. Un black out inaspettato e feroce. Nel vasto parcheggio si sono incrociati i primi volti segnati dalle lacrime, sospiri, voci che paiono giungere dall'oltretomba. Il tam tam tra i tifosi, tra media e social, è assordante. Gigi Riva non c'è più. "Perdiamo uno che ci ha inorgoglito, fatto sentire più felici di essere semplici, corretti, leali. Gli abbiamo detto che stavano arrivando tantissimi messaggi di augurio. Ha sorriso e ha ringraziato" ha rimarcato Agnese Foddis, direttore generale della struttura ospedaliera. Rombo di tuono, hombre vertical lascia emozioni e sentimenti. Valori, gesti e verità in una quotidianità distante anni luce dagli anni dello scudetto. "Sono distrutto, per me era più di un fratello. Ci siamo visti venerdì scorso. Abbiamo parlato di tutto, ancora non posso crederci" sussurra inconsolabile Beppe Tomasini, amico fraterno e compagno del bomber in quel Cagliari che nel 1970 ha portato lo scudetto nell'isola. "Giggirriva" è stato portato nelle camere mortuarie del Brotzu intorno alle 21. In tarda mattinata di oggi, mentre è ancora in corso il briefing tra i vertici dell’Arnas, il comune, il Cagliari calcio e la prefettura, ci sarà il trasferimento alla Domus Arena per la camera ardente. Domani, intorno alle 16, ci sarà il funerale nella Basilica di Bonaria. Officerà l'arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi. Ti sia lieve la terra, Gigi!

Ultima modifica il Giovedì, 25 Gennaio 2024 08:26
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi