Mario Frongia

Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi

Sabato, 06 Gennaio 2024 20:21

Pari a Lecce, brodino tiepido

 

Il Cagliari la riacciuffa. Ma l’1-1, se permette di lasciare al Verona il terzultimo posto, non è incoraggiante. Il girone d’andata si chiude a 15 punti, senza interventi rapidi e di valore dal mercato, ci sarà da soffrire

Mario Frongia

L’1-1 del Cagliari a Lecce è un mini passettino avanti. Con la sconfitta del Verona, i rossoblù lasciano il terzultimo posto e chiudono il girone d’andata con 15 punti. L’altra notiziola riguarda l’interruzione del filotto di sconfitte esterne. Ma in generale, per Claudio Ranieri c’è poco da gioire. Il tecnico ha fatto i conti con assenze importanti. E deve prepararsi a farli anche con la proprietà: al mercato sarà fondamentale investire pesantemente. Occorrono almeno due difensori, un centrale e un esterno, un interno e una punta da doppia cifra. Inutile girarci attorno: si tratta di quel che il tecnico di Testaccio aveva chiesto appena risaliti miracolosamente in serie A. L’hanno tradito, si è accontentato, ha sbagliato a fidarsi, ha annuito per il suo amore verso la piazza, è stato troppo ottimista sulle potenzialità dell'organico? Chissà. Adesso, quel che conta è provare a risalire la china. E lo si può fare solo con l’arrivo di pedine che non vanno scoperte, testate, riatletizzate. Retrocedere sarebbe persino peggio della vergognosa caduta in B di Venezia.

Sotto nel primo tempo. Gioca Nandez, rientra Makoumbou da squalifica, Prati in mezzo, tridente con Petagna e Oristanio più Viola nella trequarti. Il Cagliari a Lecce riparte così. Ranieri ha voluto allo stadio di Via del mare anche Pavoletti, nonostante i problemi a un piede. Out anche Lapadula e Luvumbo, partito per la Coppa d’Africa. In panca gran parte dei bocciati a Milano in Coppa Italia. D’Aversa risponde con Krstovic e Strefezza, Baschirotto dietro (pallino dei sardi toppato al mercato estivo) e Ramadani in regia. I rossoblù partono bene, corner dopo un minuto. Quindi, spizzata di poco a lato di Dossena. Poi, il Lecce alza i giri e sono almeno due i batti e ribatti rischiosi in area. La gara si sblocca alla mezzora: su corner, con tre leccesi liberi, segna Gendrey. Augello ha le responsabilità maggiori ma è l’intera difesa a dare segni, anche su almeno altre due palle piazzate, di palese incertezza. Anche perché a seguire i padroni di casa colpiscono un palo esterno con Oudin, cucinano la palla del 2-0 con Gonzalez e Krstovic che da cinquanta centimetri dalla linea, decentrato, calcia in fallo laterale. La considerazione conduce alla nomea, ben guadagnata, delle formazioni di Claudio Ranieri: difesa impermeabile, innanzi tutto. Invece nel Cagliari di solido c’è poco. E lo testimoniano non solo i quattro gol subiti contro il Milan in Coppa ma la permanenza tra le peggiori quattro difese della A. La necessità di invertire la rotta è elementare: scartati i due imbarazzanti centrali stranieri visti a San Siro, intuito che sfidare il massimo torneo con la coppia titolare in B, è un azzardo che può costare la categoria. Il Lecce azzanna, dalla parte di Zappa nasce un’altra giocata che con due rimpalli, decisivo Augello in corner, evita il tap in di Krstovic. Male. E non solo dalle palle inattive, ma anche dalla tonnara di mezzo dove arrivano quasi sempre prima i pugliesi. Da segnalare, anche un tiro di Oristanio, di Petagna e qualche spunto di Nandez. Che poi Viola e Prati sprechino calciando banalmente sulla barriera due punizioni dal limite dell’area è un’altra ragione che condanna sia un gruppo fragile, sia i singoli.

Ci pensa Oristanio. Cambi di fronte, calcio comunque sporco e non solo per la pioggia incessante e il campo pesantissimo. Anche nel secondo tempo Lecce-Cagliari conferma limiti e criticità di entrambe le squadre. La squadra di D’Aversa non riesce a vincere e il record di Zeman, 22 punti nel 2004/05, ovvero il migliore girone d’andata della propria storia, resiste. I rossoblù mostrano la determinazione che fa capo al lavoro mentale di Ranieri. Ma è poco, troppo poco per dare un calcione alla classifica. Per farlo serve tecnica, qualità, esperienza. Comunque sia, arriva il pari e lo firma Oristanio con una bella zampata che Falcone non riesce a respingere. L’1-1 spaventa i ragazzi di D’Aversa. In maniera un po’ anomala entra in scena Massa, sezione di Imperia, 196 arbitraggi in carriera, va un po’ all’inglese, un po’ fiscale. La gara si accende a strappi. Il Cagliari prende fiducia. Ci prova Viola, alto e palo esterno su calcio d’angolo, mentre Prati impegna il portiere di casa con una sassata di esterno destro. Il Lecce risponde, guadagna metri e occasioni, macroscopica quella fallita da Gallo, fuori a tu per tu con Scuffet. Ranieri conferma l’impossibilità di avere cambi all’altezza. Deiola e Di Pardo entrano sul finire. Pavoletti sarebbe stato l’ideale per il quarto d’ora di arrembaggio ma è infortunato. Finisce con la paura che attanaglia entrambe, lo stop scompare, si procede con pallate in tribuna e in avanti. Il pareggio incoraggia ma non basta per illudere. Per stare in A serve altro. E in fretta. Sarebbe ottimo se fin dalla prossima contro il Bologna alla Domus, la tifoseria potesse godere di arrivi certificati. Ma, visti i precedenti nella gestione giuliniana, è folle illudersi.  

Giovedì, 04 Gennaio 2024 18:11

“A Lecce ci giochiamo un pezzo di serie A”

 

Claudio Ranieri non si nasconde. Il ko di Milano, dopo le sconfitte di Verona e il pari in casa con l’Empoli, la cifra di un Cagliari molle, inadeguato alla categoria e incapace di reagire. In Puglia un faccia a faccia decisivo. Assenti Pavoletti, Lapadula, Prati e Jankto

Mario Frongia

A Lecce con un macigno sulla schiena. E l’ottimismo sotto i tacchi. Claudio Ranieri fa barricate a fin di bene. Il tecnico, alla vigilia della trasferta pugliese da dentro o fuori o quasi, cerca di proteggere il gruppo. Poi, sbotta: “Sì, ci giochiamo un pezzetto di serie A. Non è una gara decisiva, ma è importantissima”. Inutile girarci attorno, dal 2-0 subito a Verona allo 0-0 in casa con l’Empoli al poker subito a San Siro in coppa Italia con il Milan, la foto è drammatica. E dare la colpa alle prime otto di campionato, agli arbitri, al Var, ai nuovi che devono ambientarsi, agli infortuni eccetera, ha oramai poco senso. Il Cagliari - terzultimo, con reti incassate e subite tra le peggiori quattro del torneo - a oggi se la vede con Verona, Salernitana ed Empoli. Sir Claudio riporta tutti con i piedi epr terra: “Lecce? Cercheranno di batterci perché terrebbero sotto una squadra che lotta per non retrocedere. Per loro sarebbe metà dell’opera. Sono molto aggressivi, se l’Empoli è la prima squadra per falli commessi nella metà campo avversaria, il Lecce è la seconda. Presseranno molto alti, tanto per intendersi. Questa è la partita che ci aspetta”. I rossoblù - in campo a Via del mare sabato alle 18 - lamentano ancora assenze di rilievo. “L’infermeria si sta svuotando. Dossena, Nandez e Augello si sono allenati, Prati, Jankto e Pavoletti no. E anche Lapadula, oltre a Shomurodov, è fuori”. Si ripassa da Milano. E dal monito di Ranieri pre gara: “L’occasione per chi gioca meno per mettermi in difficoltà”. Bersaglio toppato. “No, non mi sono sentito tradito. Mi è dispiaciuto il modo in cui ci siamo sciolti al sole dopo il loro primo gol, ci siamo depressi. Più in generale, non mi è piaciuta la partita e sappiamo che c’è modo e modo di perdere”. Pausa. E stoccata. “Non parlo dell’impegno e della corsa, perché abbiamo corso più che in campionato, ma se metti la corsa e non la tattica applicata fai queste figure”.

Il mercato. Le parole del tecnico sanno di delusione e amarezza. La trasferta di Lecce arriva con la riapertura delle compravendite. Un brivido per la tifoseria che ricorda con paura le mosse, mai risolutive e decisamente fallimentari attuate dalla presidenza. Anche perché dopo Marroccu, Capozucca, Carli, Rossi, Carta, è difficile pensare che anche Bonato funga da capro espiatorio. Ma il rischio - con Ranieri intoccabile perché l’esonero dell’autore del miracolo promozione in A scatenerebbe una rivolta, ma anche per via di un ingaggio molto pesante - che corre il diesse è proprio questo. Sul tema l’allenatore di Testaccio va al sodo: “Ci aspettavamo di più dai nuovi acquisti ma non dobbiamo colpevolizzarli”. L’airbag ranierano si è aperto. Tra l’altro, Pereiro pare dover andare alla Ternana, ingente stipendio a metà con gli umbri. Sono  un piede dentro e l’altro fuori anche Petagna e Shomurodov, scelte deludenti che potrebbero anticipare la fine del prestito. Così come pesano Hatzidiakos e Wieteska, costati un occhio e del tutto inadeguati alla causa. Un caso a parte riguarda Nandez, in scadenza a giugno. Mentre paiono in partenza anche Capradossi Desogus. “Prima bisogna vendere, compito che attende da dieci a quindici squadre della A. Poi – ha rimarcato in conferenza Claudio Ranieri - bisogna fare mercato in positivo. Ovvero, vendendo e comprando a meno di quanto si è venduto”. Su quelli ceh sarebbero i settori da rimpolpare, necessari almeno un difensore centrale, un terzino destro e una punta. Meglio se rispondono ai desiderata espressi dal tecnico a giugno: “Difensori esperti della A e un attaccante da doppia cifra”. Questo era stato il messaggio freschi di clamorosa risalita in A. Sette mesi dopo si è daccapo per incompetenza e poca modestia. E anche risorse scarse. Ma se si hanno difficoltà è più dignitoso passare la mano.  

I singoli. Si parte da mister Risolvi problemi dopo il novantesimo: Pavoletti purtroppo ha ricevuto un colpo sul piede che si era fratturato l’anno scorso”. Quindi, il portiere: “Radunovic? Da titolare ha sbagliato l’inizio di campionato e con il Milan non ha fatto benissimo. Non starà bene, ci parlerò perché per me è un giocatore importante”. Pagella in chiaroscuro anche per Jankto: “Mi aspettavo di più. Mentre di Oristanio sono molto contento, ha sempre fatto bene. Mi piace perché è determinato e sa quello che vuole sul futuro”. Infine, Makoumbou: “Antoine è importante, ci da serenità nel palleggio e aiuta Prati. Vediamo come sta per sabato a Lecce”. Sul volto di Ranieri c’è una parvenza di sorriso che sa di perplessità: “Questa è la situazione e ce la teniamo. Lotteremo fino all’ultima giornata, il pubblico deve starci vicino e capire che abbiamo difficoltà. Solo se ci sostengono ci salviamo”.

 

Finisce 4-1 per i rossoneri, divario a tratti imbarazzante, difesa da quarta serie. Testa e cuore verso il match di sabato a Lecce.

Mario Frongia

Il Milan si sbafa il Cagliari e attende una tra Atalanta e Sassuolo nei quarti. Il poker rossonero e la ciliegina Azzi-Luvumbo. Il Cagliari? Per mezzo tempo c’è, parte bene, con personalità. Ma, specie dietro, non basta. Il Diavolo dei ragazzini ha manovra, tecnica e attenzione superiore. Eppure, la prima parata è di Mirante su ottima girata di testa di Petagna, abile anche a fare da sponda per Di Pardo e Makoumbou. In vetrina anche Radunovic su rasoterra di Jovic. Le squadre si studiano. Chukweeze e Luvumbo firmano le accelerate. Dal via Claudio Ranieri piazza Di Pardo, Wieteska, Hatzidiakos e Obert in trincea davanti a Radunovic, centrocampo con Jankto, Makoumbou e Deiola. Quindi, Mancosu alle spalle di Luvumbo e Petagna. Per stare all’attacco, alla vigilia degli ottavi di Coppa Italia, il club fa sapere che Lapadula la una frattura composta della sesta e settima costola destra. L'attaccante italo-peruviano salta, oltre al Milan, le sfide contro Lecce e Bologna. Come sempre, piove dove diluvia. Ampio anche il turn over dei padroni di casa. Ma Pioli punta alla conquista della Coppa. E lo fa con una media di 24 anni d’età. Con diversi under 20, come Traoré e Romero (2004), Jimenez (2005) e Simic (2000). Ranieri non è da meno e, rispetto alla sfida pareggiata domenica in casa con l’Empoli, ne cambia dieci. Il Lecce è davvero a due passi.  

Gambe e testa. Il Milan manovra e mette paura su verticalizzazioni di Adli e Theo Hernandez. Ma i rossoblù non soffrono. Anzi, il Milan sbatte sulla mediana. Dura poco. Anche perché mancano qualità, dinamismo e fiducia. Pioli urla, Ranieri pare sereno. Poi, al 28’, Theo Hernandez trova Jovic ed è l’1-0. Inguardabile la marcatura di Hatzidiakos. Il Diavolo non molla e approfitta dell’arretramento del Cagliari. Makoumbou si permette una folle ruleta al limite della propria area, non va. Nella prima mezzora mancano all’appello Jankto, Mancosu e Deiola. L’arbitro Prontera di Bologna non deve impensierirsi e fischia il giusto. I rossoblù si riorganizzano e riprendono campo. Poi, i soliti due schiantano il Cagliari: Hernandez - dopo un regalo di Jankto con Makoumbou che dopo dieci metri smette di rincorrerlo, e interventi da incubo dei centrali stranieri - parte a mille per 60 metri e serve Jovic. Il serbo conclude rasoterra con Radunovic che quasi se la mette dentro da solo. Il Milan raddoppia e prende coscienza di un avversario con troppe fragilità. Si va al riposo. Ma la sensazione, visto lo spirito e l’animo, è negativa.

Molli e deficitari. Il 3-0 lo firma Traorè. Da terra, in posizione centrale, dimenticato dai difensori e Radunovic non c’è. L’azione evidenzia anche i limiti di Jankto e la mancanza di pressione e di un atteggiamento adeguato del Cagliari. La squadra, che somiglia sempre più a una modesta formazione della B, va in barca. Difficile contare quattro passaggi di fila. Manca determinazione sulle seconde palle, tutte dei padroni di casa. Dopo un’ora Pioli fa scaldare i big. Ranieri pensa alla partita di sabato a Lecce. Escono Petagna e Jankto per Pereiro e Azzi. Il Milan rallenta e presenta una stucchevole e innocua accademia. Un palleggio che tiene fuori dai giochi i rossoblù. Entrano, dopo Florenzi, anche Leao e Pulisic. Lascia Mancosu per Sulemana e Di Pardo per Zappa. Poi, arriva il 3-1 su tiro da 25 metri di Azzi, Mirante dormicchia e subisce la deviazione di Luvumbo e Simic. Un minuto e Leao firma il 4-1, destro secco, Zappa in ritardo. Prontera la chiude con 3’ di recupero. Cagliari a casa, Milan ai quarti.

Notarelle

Onesto. “Dopo il primo gol ci siamo sciolti come neve al sole. Il risultato è giusto ma mi aspettavo di più. Siamo partiti bene poi abbiamo perso la convinzione”. Claudio Ranieri l’ha vista così. E c’è qualcuno che, ben assistito da chi dovrebbe sostenerlo, gli imputa colpe impossibili. E le responsabilità sugli acquisti deficitari sfornati dal club e spacciati come superlativi. “Avevo detto ai ragazzi, giochiamo e diamo tutto. Invece i primi due gol…Sono molto arrabbiato, siamo al girone di ritorno e prendiamo ancora reti sciocche”.

Urgono rinforzi. Nereo Bonato parla prima di Milan-Cagliari. Parla di opportunità per “i ragazzi che giocano meno”. E sin qui va bene. Poi, torna sull’infortunio di Lapadula e sul ko di Shomurodov: “Abbiamo all’interno le risorse per proseguire al meglio in campionato”. Sarebbe curioso sapere cosa intende. E intanto, dimentica che domani Luvumbo parte per la Coppa d’Africa è sarà assente un mese. Purtroppo, dopo diciotto turni i tifosi, e l'ambiente, hanno di fronte classifica e prestazioni. In attacco, in mezzo e dietro. Chissà quale sarà la reazione della proprietà.

 

Per i rossoblù test di Coppa Italia con vari interrogativi: dal mercato e dalle urgenti operazioni antiretrocessione alla sfida dell’Epifania che vale metà salvezza  

Mario Frongia

A San Siro, per un ticket che vale i quarti della Coppa Italia. La formazione? Ranieri ha lasciato a casa Dossena, Nandez e Pavoletti. Per il resto, probabile un undici con Radunovic; Di Pardo, Wieteska, Hatzidiakos, Obert; Jankto, Prati, Deiola; Makoumbou; Petagna e Oristanio. Anche nel Milan a riposo Giroud, Leao, Pulisic e Loftus-Cheek. Con l’ampio turn over, Pioli dovrebbe puntare su Maignan, Simic, Jimenez, Calabria, Hernandez, Adli, Reijnders, Chukwueze, Romero, Traoré e Jovic. Inutile girarci attorno: dimensioni, aspettative, obiettivi e mentalità sono diverse. Il match - oggi alle 21 in chiaro da Mediaset su Canale 5 (505 digitale terrestre) e sarà possibile vederla in diretta streaming su Mediaset Infinity e su Mediaset Play - condurrà la vincitrice a una tra Atalanta e Sassuolo. E un’ipotetica semifinale sarebbe con Fiorentina o Bologna. Ma queste sono altre storie. L’orizzonte del Cagliari rimane la salvezza. E se si vuole ricordare il più banale luogo comune, “la palla è tonda” o “si parte tutti da 0-0”, con le eliminazioni anticipate di Inter e Milan, è chiaro che al Meazza può accadere di tutto. Poi, c’è la realtà. Per il Milan la Coppa Italia .- dopo l’eliminazione dalla Champions - rimane un bersaglio da cogliere. Per il Cagliari è diverso. “Al Meazza terrò fuori quelli che mi servono per Lecce” le parole dritto per dritto di Sir Claudio nel post Empoli. Dunque, inutile cullare ipotesi fantasiose.

 

Mentalità. La partita di stasera è e rimane comunque utile per diversi temi. Ad esempio, la prova dal via dei centrali Hatzidiakos e Wieteska, sinora deludenti e parsi inadatti alla serie A. Prova interessante anche per Radunovic, Di Pardo e Obert. Mentre, in mezzo si segue Jankto e davanti occhi puntati su Petagna, contro l’Empoli primo tiro degno di questo nome dopo undici presenze. Ranieri curerà nei dettagli approccio e organizzazione: contro il Milan, e con chiunque, sarebbe deleteria un’imbarcata. Il morale della squadra, già sotto choc dopo aver colto un punto con le dirette concorrenti Verona ed Empoli, subirebbe contraccolpi pesanti proprio in vista della trasferta a Lecce, il giorno della Befana alle 18. Dunque, la Coppa come test individuale e collettivo. L’impegno è notevole. Peraltro, con l’apertura del mercato di gennaio, si tratta anche di una vetrina che chiama a raccolta quanti devono dimostrare o confermare l’apporto alla causa. Difficile pensare che il duo straniero difensivo possa cambiare in 90’ quanto visto sinora. Così come rimangono da pesare con attenzione gli apporti di Jankto e Petagna. Per i babies Prati (citato dal ct Luciano Spalletti tra i giovani che segue, ndr) e Oristanio il match vale oro per stimoli, palcoscenico e avversari. Luvumbo? In attesa di lasciare Cagliari per un mese con destinazione Coppa d’Africa, potrebbe contendere la maglia a Oristanio. Vedremo

 

Prospettive. Viste le passate e deficitarie sessioni di calciomercato invernale, a partire dall’ultima (Cagliari quattordicesimo in B, a Ranieri hanno preso Azzi e Prelec!), la tifoseria è per nulla fiduciosa sull’operato del presidente. Nonostante le precise indicazioni post play off del tecnico (“In A servono due difensori che conoscano la categoria. E un attaccante da doppia cifra”), sono arrivati il polacco e il greco, totalmente digiuni di uno dei tornei più impegnativi d’Europa. Per non dire di Petagna e Shomurodov, stipendi da nababbi e sei gol in due nell’ultimo campionato. Dunque, è tempo quasi sprecato pensare che arrivino rinforzi tali da poter mutare la striscia negativa della squadra: terzultimo posto dopo diciotto gare, terza peggior difesa alla pari del Frosinone con 31 gol incassati, quarto peggior attacco con 16 reti all’attivo. Servirebbero risorse ingenti, programmazione e un diesse competente e libero da intromissioni padronali. Se poi mancassero le forze, il passo indietro della proprietà sarebbe dignitoso e apprezzato. Gli acquirenti non mancherebbero: un gruppo svizzero si è preso il 70 per cento dell’Olbia e un Fondo ha comprato addirittura la Ternana! Senza logica e denari, sarà l’ennesima occasione sprecata. Con, a caso pescando dagli arrivi invernali della gestione giuliniana (Diakité, Cop, Husbauer, Gonzalez, Asamoah, Thereaux, Paloschi, Cacciatore, Mpoku eccetera), figure che poco potrebbero per invertire la rotta. E chissà se Ranieri, che sta resistendo nel difendere pubblicamente l’operato societario ma pare non ci sia più dialogo con il patron, potrà resistere. L’unico che può evitare uno sfracello - dopo aver ritrovato miracolosamente la serie A a Bari - può essere solo l’ex allenatore del Leicester. Dita incrociate, perché retrocedere sarebbe una sconfitta lacerante non solo per i tifosi ma per l’intera Sardegna. Persino superiore alla vergognosa retrocessione dell’altro anno a Venezia.

Sabato, 30 Dicembre 2023 17:53

Passo falso in casa, Ranieri mastica amaro

 

Al Cagliari manca la qualità sotto porta e dal limite. "Il Var? Sugli episodi ha visto giusto" dice il tecnico di Testaccio

Mario Frongia

"Le scelte di Deiola e Sulemana? Il centrocampo era scritto, non avevo altri giocatori, erano nei loro ruoli naturali". Claudio Ranieri nasconde a stento l'amarezza. Il passo falso in casa pesa. E aver chiuso con la porta imbattuta serve a poco. "Nel primo tempo abbiamo giocato come giocavano loro, sapevamo delle palle in verticale ma ci siamo fatti trovare pronti. La determinazione e la velocità dell'Empoli ci ha poi impedito di ragionare e giocare con precisione". L'allenatore rossoblù mastica amaro. "Ho dovuto togliere Lapadula, per una botta. Abbiamo creato tanto, cercato il varco giusto. Con il calcio di rigore, la punizione, la girata di Petagna non abbiamo avuto la fortuna dalla nostra. Ma sono convinto che con questa volontà, anche se non sarà facile salvarsi, lotteremo fino in fondo".

La classifica. "A 36 dovrebbe esserci la salvezza. Non ci siamo ma non abbasseremo la testa. Vorrà dire che quel che non abbiamo raccolto all'andata lo prenderemo al ritorno". Ranieri il filosofo. "Un punto lascia l'amaro in bocca ma c'è ancora il girone di ritorno. Però, lottando, potremo salvarci. O si molla o si lotta. L'anno scorso dicevo ai ragazzi, continuiamo così e vedremo i play off. In A è uguale, ogni partita vale la salvezza". Si passa agli episodi. E alle decisioni del Var. Claudio Ranieri si conferma un signore: "C'era il fallo su Pavoletti, proprio di fronte alla mia panchina, prima dello strattonata di Zappa da ultimo uomo. Su secondo episodio, il portiere è stato toccato da Leonardo: annullare il gol è stato giusto". Sui cambi, poche storie. "Cambiare per cambiare non aiuta. Infatti, sono arrivati traversoni da metà campo che non servono a nessuno. Stavamo schiacciando l'Empoli, non posso rimproverare la squadra. Viola? Molto dispiaciuto, ma solo chi gioca sbaglia. Però, non deve sentirsi il solo responsabile, ce le divideremo tutti assieme". Dal campionato alla Coppa Italia. "A San Siro con il Milan, sarà un'opportunità per quelli che non giocano. Non rischio chi mi serve a Lecce".

Notarelle

Rammarico e realtà. Finisce 0-0, tra rigori parati, rischi (espulsione da ultimo uomo), gol annullato, otto minuti di recupero, almeno due interventi chiave del Var, parate miracolose. Tra Cagliari ed Empoli non è stato bel calcio. Per i rossoblù contava solo vincere. Ma senza qualità è bastato un modesto fortino toscano. Ranieri? Con il senno di poi tutti sono bravi. Luvumbo, dal via per esempio, e per la Coppa d'Africa mancherà un mese. E lo stesso Oristanio? O magari, Pavoletti sino alla fine. E Jankto sta così male da non poter dare il cambio a Deiola. Il materiale è quello che è. Ma i 3 punti sarebbero stati d'oro. Amen.

Rosa precaria. Out Nandez e Augello, titolari alla vigilia, sempre panca per Jankto, oggetto misterioso, assieme a Oristanio e Luvumbo. Per non dire, ma questa non è una notizia, di Wieteska, Hatzidiakos e Petagna. Se dopo 18 giornate, si volesse fare un bilancio del mercato estivo, quello di Ranieri che chiede due centrali difensivi "che conoscano la serie A" e un attaccante che "vada in doppia cifra", ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, E non è escluso che Sir Claudio, lontano da telecamere e taccuini, lo faccia. Solo Sulemana, per la squalifica di Makoumbou, è arrivato a giugno. Il resto? Nel bene e nel male, Su connottu. Nei fatti, l'ennesima occasione persa. Confidando, forse, su carisma, esperienza e fattore Q del tecnico. Capace di miracoli, come la risalita in A con una squadra presa dal quattordicesimo posto e rinforzata a gennaio da Azzi e Prelec!, portata al quinto posto. E poi, all'exploit dei play off. Presunzione e incompetenza societaria hanno fatto il paio. Ma adesso la morsa - anche con questo pareggio in casa - va a stringersi. E la colpa non potrà mai essere del diesse Bonato. Se si vuole stare tra le migliori venti d'Italia serve ben altro. Altrimenti è più dignitoso e utile un passo indietro. 

Giovedì, 28 Dicembre 2023 17:27

Cagliari-Empoli, match da non toppare

 

“Partita difficile per noi e per loro” dice Claudio Ranieri. A un passo dal giro di boa lo scontro tra terzultima e penultima della A può dire molto sulla corsa salvezza

Mario Frongia

Fatti gli auguri a Matteo Prati e Nahitan Nandez, nati entrambi il 28 dicembre del 2003 e del 1995, Claudio Ranieri ha poco da trastullarsi. Nella settimana dell’allenamento a porte aperte con cinquecento tifosi ad Asseminello, il tecnico del Cagliari aspetta l’Empoli e parte proprio dalla tifoseria: “Giochiamo in casa e dobbiamo sfruttare il nostro stadio, sappiamo che i tifosi che ci soffieranno dietro”. La sfida del Cagliari ai toscani è cornice di un passaggio delicato. Entrambe obbligate a vincere e reduci da prove sconfortanti per un faccia a faccia tra allenatori che Sir Claudio liquida con classe: “Andreazzoli? Lo stimo, non dico che siamo amici ma mi farà piacere rivederlo e augurargli un buon 2024”. Sul campo, poche storie. La sfida tra terzultima e penultima, con 13 e 12 punti, sa di sporco e pallonate anche in tribuna. Con un carico speciale per i rossoblù che hanno l’obbligo di vincere per mantenere un’idea di fortino Domus e per dare fiato alla classifica ridiventata precaria dopo il tonfo di Verona. E a proposito del 2-0 subito al Bentegodi, Claudio Ranieri ci ripassa con uno sguardo fugace: “Cosa fatta capo ha. Dovevamo segnare nel primo tempo, ero seccato perché abbiamo perso una grande occasione. Poi, c’è stata l’espulsione di Makoumbou e il loro gol. La seconda rete è arrivata quando abbiamo provato il tutto per tutto. Orsato? Per quanto riguarda il gol c’è poco da fare, è intervenuto il Var. Il rosso ad Antoine è stato dato da una doppia ammonizione. Guardiamo avanti”.

Caccia ai 3 punti. Per i neanche settanta sostenitori provenienti dalla Toscana il pomeriggio di sabato si annuncia faticoso. “Questa con l’Empoli è una gara delicatissima, per noi e per loro. Sono penultimi ma giocano bene, a memoria. Ti pressano, vengono a prenderti alto, sono la squadra che commette più falli nella metà campo avversaria. Sono veloci nelle ripartenze, ci sarà da soffrire, ma siamo pronti. Non sarà facile tenere la porta inviolata, Scuffet dovrà fare comunque gli straordinari”. Sir Claudio conferma il recupero di “Nandez, Prati, Radunovic e Goldaniga. Mancosu? Si sta allenando bene, ha risolto il suo problemino”. Scontato l’ennesimo richiamo ai tifosi. “Hanno capito che abbiamo bisogno di loro, dobbiamo essere una sola cosa. E col loro aiuto diamo sempre qualcosa in più”. Sui 18 punti al giro di boa, la frenata è brusca: “Guardiamo alla partita di dopodomani. Riusciremo poi a cambiare il trend in trasferta. Ci stiamo allenando molto bene, ho un gruppo di professionisti che lavora al massimo”.

Tra mercato e nuovo anno. “Il mercato? Pensiamo all’Empoli, la società vedrà se ci sarà la possibilità di migliorare questa rosa, ma ora siamo concentrati per la gara di dopodomani”. Sul caso Nandez, il tecnico sorvola veloce: Ha avuto delle occasioni da rete ma non è un goleador. Dà sempre tutto per il Cagliari, non è in crisi. Speriamo si ritrovi ancora davanti alla porta. Lui è concentrato, entra su tutti i palloni. La scadenza del contratto non è un problema, per quello ci pensa il suo procuratore, che fa bene il suo lavoro”. Infine, l’agenda prossima ventura. “Ci alleneremo anche il 1° del 2024, il 2 c’è la Coppa Italia con il Milan. Chissà, magari andiamo avanti".

Giovedì, 28 Dicembre 2023 11:16

Coni, 2023 con il segno più

 

Il bilancio di Bruno Perra, presidente del Comitato olimpico regionale

Mario Frongia

Il 2023 che saluta è stato l’anno dei trionfi. Olimpici e non solo. Ovunque ci si giri e si faccia memoria si innesta il tricolore, il volto scavato da fatica, sacrifici, rinunce. Facce che piacciono. Anche perché sanno di eroico. E, come canta Francesco Guccini, “gli eroi sono tutti giovani e belli”. Ecco un’altra buona ragione, con un pensiero alle eccellenze sportive isolane, da Dalia Kaddari ad Alessandro Oppo, Lorenzo Patta o Filippo Tortu, per un fecondo brindisi di fine stagione. “Veniamo da grandi risultati, andiamo verso l’annata olimpica e auspichiamo vada anche meglio. L’obiettivo? Bissare e magari superare il record id partecipazione e risultati conseguito a Tokyo”. Bruno Perra pesa le parole. Ma l’auspicio, e l’ottimismo, del presidente del Coni regionale è nitido. L’appuntamento di Parigi è l’evento degli eventi per il Comitato olimpico. Un appuntamento che anche per gli atleti sardi è bersaglio professionale, agonistico ed epico. Olimpiadi, successi e percorsi regionali e perimetro nazionale. “Sarebbe bello se si ripetessero i successi del Cagliari, della Dinamo, dell'hockey, del baseball, del Raimond. E non scordo che anche nel 2024 la Sardegna ospiterà decine di eventi sportivi internazionali come il Rally, la tappa di Riola del motocross, tantissimi appuntamenti di pregio per gli sport acquatici con in primis la vela” rimarca il manager. Alla guida di quarantotto federazioni, quindici discipline associate, quattordici enti di promozione sociale, dodici associazioni benemerite, il Coni marcia spedito anche su altri ambiti. Territori con risvolti sociali, occupazionali, inclusivi e civili. Lo sport, medaglia e prisma di valori aggreganti.

Eventi e manifestazioni. “Nel 2023, il 26 maggio, abbiamo curato l'ottava Conferenza regionale dello sport, tenutasi a Tempio. L’abbiamo chiamata 'Lo sport sardo senza confini' e ha abbracciato temi chiave quali l'importanza dell'attività fisica per la salute, il benessere e la coesione sociale. Rimarco - sottolinea Bruno Perra - la verifica del Piano triennale degli interventi e la valenza del progetto Giovani Vispi (Voucher iscrizione sport per l'inclusione), con la collaborazione della Regione, per  i giovani fra i 14 e i 19 anni, residenti in comuni con popolazione inferiore ai 30mila abitanti e un reddito Isee familiare inferiore a 12mila euro”. Tra le altre attività curate e narrate nella conferenza bilancio di fine anno, la Scuola regionale dello sport, i centri Coni e il progetto nazionale che ridisegna il modo di fare sport durante il pomeriggio. Ma non solo. Spazio anche per Educamp, centri sportivi multidisciplinari rivolti a giovani tra i cinque e i 14 anni che, nel periodo estivo, possono sperimentare varie attività motorie, pre-sportive e sportive con metodologie e strategie di formazione innovative. Insomma, un bouquet fertile, attrattivo e capace di fungere da assist per le nuove generazioni. Da valorizzare e indirizzare lasciando spazio a ingegno, pulsioni e autonomie gestionali. Fattori base per arricchire e dare qualità elevata alla quotidianità. Un’officina utile a sviluppare abilità e competenze per i nativi digitali di qualsiasi ceto sociale, cultura, formazione, etnia e provenienza territoriale: e sarebbe propria questa la madre di tutte le battaglie se si vuole contribuire a creare una classe dirigente abile nella guida del Paese.

Formazione e norme. Il Coni ha curato anche la Giornata nazionale dello sport, il Trofeo Coni, le Benemerenze. Momenti di applausi e congratulazioni. Ma ci sarebbe da affrontare anche la questione strutture e impianti e l’accesso reale agli stessi. Così come il supporto sempre più incisivo alle società medio piccole, al dilettantismo e alle attività amatoriali, ai trasporti e ai costi di gestione. Senza scordare la formazione dei dirigenti, dei tecnici e degli operatori con un riguardo speciale per gli uffici e gli addetti stampa: un fronte che viene supportato dall’Ussi. In chiusura di conferenza, la Riforma dello sport, entrata in vigore il 1° luglio 2023. “Gli enti sportivi possono costituirsi in associazioni sportive con o senza personalità giuridica, società di capitali e cooperative, enti del terzo settore iscritti al Runts (Registro nazionale terzo settore). Ed è stata estesa - ha concluso Bruno Perra - la figura del lavoratore sportivo e sono mutati gli adempimenti legati ai rapporti di lavoro sportivo”.

 

Nel dopogara la rabbia di Claudio Ranieri, protagonista di un vivace confronto con Daniele Orsato. La rete di Goldaniga e il rosso a Makoumbou decisivi per la vittoria del Verona

Mario Frongia

Le domande, mentre l’allenatore del Cagliari è alle prese con le interviste tv, sono tante. La prima riguarda l’extracampo: ma è possibile che nell’Italia del 2023 ancora per una settimana, ci sia spazio per animali che insultano per il colore della pelle? Sì, è possibile. È  accaduto a Verona. E non si tratta della prima volta. Ci sarebbe da vergognarsi, si spera che chi deve non si scansi. Intanto, arriva Claudio Ranieri: “I cori razzisti su Antoine Makoumbou sono stati vergognosi. E sta diventando un’usanza”. Il pallone e gli uomini. Nella serata che ha visto il Cagliari perdere e ripiombare al terzultimo posto, superato dai veneti e dall’Udinese.

Il Ranieri furioso. “Gol annullato e cartellino rosso hanno cambiato l’inerzia della partita”. L’indice va verso uno dei migliori arbitri del mondo, Daniele Orsato. E dire che alla vigilia, in conferenza stampa alla Domus, sir Claudio aveva ammesso: “Lo stimo tantissimo. Rocchi ha capito che la partita è delicata e ci ha mandato il migliore. In passato mi è capitato di non essere d’accordo con alcune sue decisioni. Poi, le ho riviste in tv e ho capito che aveva visto giusto”. Ma ieri, al Bentegodi, la storia è andata diversamente. Tanto che in mezzo al campo, ripreso dalle telecamere, al consueto giro di strette di mano tra tecnici e arbitri, il faccia a faccia tra il fischietto di Schio e l’allenatore di Testaccio è stato molto intenso. "Cosa gli ho detto? Buon Natale!" Insomma, gli episodi non vanno giù al coach del Cagliari. Ma il passo indietro è obbligato: “Makoumbou? Gli ho chiesto se l’ammonizione lo condizionava, mi ha detto no e mi sono fidato. Ripeto, sono stati una vergogna i cori razzisti contro di lui. Mi auguro che chi ha potere si faccia sentire”. Sulla rete di Goldaniga, annullata per offside millimetrico, poche storie: “Aveva il braccio in fuorigioco, ma nel calcio non mi sembra che si possa segnare di braccio...». L’ironia è raffinata, ma stavolta anche un gentlemen come Ranieri ingoia amaro.

Avvisaglie. Certo è che Antoine Makoumbou non stava facendo benissimo. Oltre ai due gialli, evitabilissimi, la prestazione del centrale congolese andava a sprazzi. Toglierlo sarebbe stato un bel colpo. Specie dopo la prima ammonizione: “Mi sono fidato e non l'ho cambiato, gli farò vedere i due falli che ha fatto”. Al tecnico la tifoseria rimprovera la difesa a tre e le scelte Viola, Zappa e, soprattutto, Hatzidiakos. Il greco è stato a tratti imbarazzante. Si ripassa dal via. “Peccato per quei due episodi. L'espulsione ha cambiato l'inerzia della gara e il Verona è stato bravo a trovare la via del gol. La rete annullata a Goldaniga? Nell'immagine che abbiamo noi c'è il braccio in fuorigioco. Ripeto, se si può segnare col braccio è giusto annullarlo, altrimenti no: se sbaglio voglio capire bene. Col Sassuolo siamo stati fortunati perché c'era la punta della scarpa dell'avversario, che ci ha evitato di subire un altro gol, oggi no”. Onesto, come sempre. Anche sull’andamento del match. “Nel primo tempo siamo andati vicini a sbloccarla più volte, prima per il palo e poi per il gol annullato. Volevamo chiudere la partita in maniera positiva: peccato, torniamo a casa con una buona prestazione fino all'espulsione. Dopo, facciamo i complimenti al Verona”.

Sabato, 23 Dicembre 2023 20:10

Il Cagliari affonda a Verona

Rosso per Makoumbou, in dieci i ragazzi di Ranieri soccombono dopo aver giocato alla pari e colpito un palo con Prati. Con l’Empoli, sabato alla Domus, ci si gioca mezzo campionato

Mario Frongia

Era un jolly da non sprecare. Contro il Verona, dietro in classifica, modesta, in crisi di gioco e punti. Più la Guardia di finanza in sede, con il sequestro delle quote del presidente Setti. Ma il tutto non ha impedito al Verona di battere 2-0 (Ngonge e Djuric) il Cagliari e prendersi 3 punti pesantissimi. Dopo un primo tempo combattuto, ragionato e più occasioni dei padroni di casa, dal palo di Prati all’occasione di Goldaniga, gol annullato, i rossoblù, con Makoumbou, sono rimasti in dieci. E la storia si è chiusa. Adesso, Ranieri il rianimatore è atteso da una missione nella missione: vincere sabato prossimo contro l’Empoli alla Domus. La corsa salvezza è sempre aperta. Il rammarico e l’amarezza sono enormi. Ci sarà da stringere i denti.  

Ottima partenza. Esperienza e stato di grazia, più imprevedibilità e tecnica. Per le prime c’è Pavoletti, quindi Oristanio, libero di muoversi tra le linee, e Viola. Claudio Ranieri sceglie un mix d’avvio che pare ben assortito. Rispolvera il greco Hatzidiakos, tiene in panca Lapadula, Petagna, Jankto e Wieteska. Il primo brivido lo crea Saponara, incursione in area, corner. Quindi, palla preziosa per Nandez, a lato. Le squadra partono cercando il palleggio ma si avverte quanto siano pesanti i 3 punti in palio. Quindi, la stecca di Prati sul palo. Orsato ammonisce Makoumbou: si rivelerà una mazzata. Accade tutto nei primi 10’. Match nervoso, sentito, feroce per la posta in palio: il pari non serve al Verona e il Cagliari deve prendersi il primo successo pieno fuori casa. Ci riprova Nandez, ottima ripartenza su imbucata di Viola, palombella fuori. Il Verona si spaventa e cresce. Ranieri si sbraccia, Dossena annulla una palla gol a Dawidowicz. Mentre Ngonge spreca in superiorità numerica. La risposta? Di Oristanio, sinistro a giro alto. La partita è sporca ma lievita. I tre rossoblù dietro non soffrono, la pressione sul giro palla del Verona dà i suoi effetti. I  numeri? Nei primi 25’ il Cagliari tira cinque volte, i padroni di casa una. Ed ecco Scuffet perfetto nel deviare il sinistro di Suslov. Di fronte alla difesa qualche spazio di troppo lasciato da Makoumbou e Prati, mentre Nandez e Augello si disimpegnano. La qualità? A sprazzi. La gara è combattuta ma a tratti ricorda una sfida da metà classifica in B. Su punizione di Viola, colpisce Goldaniga di testa, gol annullato per un fuorigioco di pochi centimetri. Terracciano e Ngonge sono i peggiori in campo. La sensazione dopo i primi 45’ è nitida: il Verona si può battere. Ma serve molta attenzione.

La rabbia di Ranieri. Nella ripresa Baroni mette Djuric per Henry, impalpabile. Ma la prima chance dell’ex Salernitana in area è fallimentare. La manovra è frammentaria, il Cagliari aspetta: Ranieri vuol colpire in ripartenza. Poi, Makoumbou entra in ritardo su Duda e prende il secondo giallo, Orsato estrae il rosso. Dopo 6’ rossoblù in dieci. Un minuto e il pessimo Ngonge segna l’1-0. Ma la difesa lo guarda entrare in area: errore molto grave. In vantaggio il Verona gestisce e rallenta i ritmi. Sir Claudio toglie Viola (ammonito, prova insufficiente) e Augello, così così. In campo Sulemana e Luvumbo. Duda la piazza alta su punizione. Goldaniga e soci accusano svantaggio e uomo in meno. Il Bentegodi sale di tono e incita. I circa trecento tifosi rossoblù rispondono con cuore e orgoglio. Ci prova Oristanio, corner. Risponde Djuric, alto. Luvumbo mette pressione. Hatzidiakos pasticcia, Ngonge entra in area, Goldaniga spazza. Il Cagliari tiene la linea alta, guadagna un corner, Luvumbo batte male: in queste situazioni si deve crescere anche nella scelta delle giocate. Hatzidiakos è inguardabile. Lazovic fallisce l’aggancio a tu per tu con Scuffet. Si balla e non potrebbe essere altrimenti. Il Verona spinge. Ranieri ragiona: fuori Oristanio, dentro Zappa e Azzi, per Hatzidiakos. Questo è quel che passa il convento. Intanto, il Verona - che non vince dal 26 agosto - non la chiude. Entra Lapadula per Goldaniga: Sir Claudio ci crede. Ma è Scuffet a 4’ più recupero dalla fine a tenere i suoi a galla: parata importante su incornata di Djuric. Il portiere rossoblù si ripete su Mboula: ma era in offside. Poi, il piattone di Djuric la chiude al novantesimo. Verona che risale,  Cagliari che deve riflettere. Claudio Ranieri la chiude con un veemente colloquio con Orsato: la performance del miglior arbitro al mondo non gli è piaciuta.  

 

Il Trophy tour parte dalla Sardegna, terra di tanti successi per l’Italia del tennis, con gli applausi dell'Ussi. L’Insalatiera vinta a Malaga dalla squadra di capitan Volandri contro l’Australia, brilla nell'esposizione della Torre di Porta Terra

Mario Frongia

Un viaggio per l’Italia che sa di sport e condivisione, di tifo sincero e passione. Il tennis dei grandissimi, con la coppa Davis conquistata a Malaga da Jannik Sinner, Lorenzo MusettiLorenzo Sonego, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli, sbarca in Sardegna. Il Trophy Tour parte dalla nostra regione, farà il giro dell’Italia e si concluderà a settembre a Bologna. Così, da oggi, si può ammirare l’Insalatiera alla Torre di Porta in piazza Porta Terra n° 9, sino a martedì 2 gennaio 2024. Gli appassionati di Alghero e del nord dell’isola avranno l’opportunità di ammirare la Coppa anche domani, il 23 e il 24 dicembre, dalle 10 alle  13 e dalle 16 alle 20. A seguire, dal 27 al 31 dicembre e il 1° gennaio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Il 2 gennaio accesso - gratuito come per l’intera durata del tour espositivo - dalle 10 alle 13. Dunque, nel tour coordinato dalla Fipt, con uno sguardo speciale da parte del presidente federale, il cagliaritano Angelo Binaghi, si attraversa lo Stivale per ultimare il Tour alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Il dettaglio? La gita nazionale dell’Insalatiera si chiude a Bologna in concomitanza con lo svolgimento del Group Stage della Coppa Davis 2024. "Dopo aver narrato questa vittoria straordinaria, ci siamo puntualmente congratulati con la squadra, lo staff e la dirigenza della Fitp. Siamo orgogliosi, rivedere la Coppa in Italia è motivo di orgoglio per noi giornalisti e di avvicinamento per migliaia di praticanti" dice Gianfranco Coppola, presidente nazionale dei cronisti sportivi dell'Ussi.  

Trophy tour, tra sogno e realtà. Dopo il prologo milanese, con l’esposizione del trofeo ai SuperTennis Awards del 4 dicembre scorso e a Palazzo Marino, il semaforo verde per il resto del Paese. A 47 anni dal fenomenale successo in Cile con Nicola Pietrangeli capitano, Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, il bis di pregio in Spagna. Il prestigioso trofeo è tornato in Italia grazie all’indimenticabile trionfo di Malaga. Un successo marchiato Jannik Sinner. Con il numero 4 delle classifiche mondiali, protagonista di una stagione entusiasmante, a griffare indelebilmente il secondo trionfo in Coppa Davis della storia della Nazionale di tennis. Sulla superficie veloce di Malaga la squadra di Filippo Volandri ha conquistato un titolo che permette di chiudere in bellezza un percorso ricco di ostacoli. Dallo scorso settembre con la fase a gironi, superata a Bologna contro Canada, Cile e Svezia. Sino alla settimana delle meraviglie in terra spagnola. Un percorso feroce, senza sconti. Dal successo contro l’Olanda ai quarti alla semifinale, sofferta e combattuta, ai danni della Serbia del numero 1 del mondo Novak Djokovic. Quindi, la finale vinta sull’Australia. Con uno score che chi ama il tennis non scorda: il primo punto di giornata lo ha colto Matteo Arnaldi, forte di audacia, coraggio e personalità. Il ventiduenne sanremese si è imposto su Alexei Popyrin 7-5 2-6 6-4. Quindi è stata la volta di Sinner. Recente finalista delle Atp Finals opposto al numero 12 del ranking, Alex de Minaur, Jannik è partito con i favori dei pronostici: 5-0 per l’azzurro i precedenti. Sinner ha fatto tutto bene. Spinta con entrambi i fondamentali, l’avversario costretto a fare il tergicristallo: 6-3 6-0 per il ventiduenne di San Candido. Italia batte Australia 2-0. E la festa può cominciare. Adesso, gli applausi, i ricordi, le emozioni e le suggestioni degli sportivi sardi e dei visitatori nell’ammirare la Coppa alla Torre di Alghero.

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