Domenica, 10 Dicembre 2023 09:59

Martina Zola, terza ai mondiali di Brasilian Jiu-Jitsu In evidenza

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Martina Zola, terzo posto ed esperienza indimenticabile Martina Zola, terzo posto ed esperienza indimenticabile

Da Oliena e Las Vegas, oltre quattromila partecipanti, piazzamento di pregio per la secondogenita di Franca e Gianfranco

Mario Frongia

Combattono a mani nude e senza kimono. Sanno che corpo e cervello diventano una macchina sofisticata che associa concentrazione, forza, astuzia e tecniche particolari. Sport e stili di vita, equilibrio mentale e fisico, competizione e grinta. Il Brasilian Jiu-Jitsu è questo e altro. E stavolta, ai mondiali che si sono chiusi ieri dall’altra parte dell’oceano, si è parlato un po’ in limba: Martina Zola ha colto una terza piazza di prestigio nella categoria 125 libre, circa 57 chilogrammi. Un bel colpo per la figlia trentunenne di Franca e Gianfranco Zola. Con il papà vice presidente della Lega calcio di serie C e la mamma che si  godono il successo con garbo e un giusto filo di orgoglio. Un podio con sangue made in Sardinia che vale oro anche per la disciplina, per l’Italia, per l'Accademia 10th Planet Jiu-Jitsu di Londra e per gli appassionati di arti marziali miste. A Las Vegas, costa occidentale degli Stati Uniti, si è tenuta la massima competizione del settore, il Ibjjf Worlds No-Gi. La città dalle mille luci per tre giorni ha ospitato la sedicesima edizione dell'evento. Inutile sottolineare che osservatori e media hanno battezzato l’appuntamento - trasmesso sui principali portali e tv internazionali - come colossale. Di fatto, il più grande della storia delle arti marziali. I numeri non mentono: oltre quattromila atleti dei cinque continenti si sono contesi fasce e podio. In questa enorme famiglia diversi campioni del mondo No-Gi cintura nera, ma anche specialisti affamati in corsa per risalire le classifiche. Ecco un’altra buona ragione per applaudire Martina Zola: il quarto grande evento internazionale Ibjjf  del 2023 ha messo in gara i migliori e le migliori.

Competizione feroce. Nella categoria Featherweight - i pesi piuma della boxe - Martina ha combattuto tre volte. Al primo turno ha sconfitto Sophia Cassella. Il dettaglio? L’americana a metà ottobre ha battuto Jasmine Rocha, cintura nera e tra le prime delle classifiche mondiali. In semifinale miss Zola è stata superata dalla medaglia d’oro dei campionati, la statunitense Mona Maree Bailey (Carlson Gracie Team). In sostanza, orgoglio e soddisfazione per Martina, piazzatasi dietro le big, seconda piazza per Josefine Beatrice Modig (CheckMat), e capace di competere con le atlete più qualificate del ranking. Un bouquet di talenti, ragazze e ragazzi in cerca di emozioni e successo. Senza scordare che per approdare così in alto si deve mettere in gioco se stessi, compiere rinunce e sacrifici, saper soffrire e stringere i denti. Carattere e determinazione sono l’abc del Jiu-Jitsu. Da Oliena, 9.795 chilometri dal Nevada, passando per Londra, dopo aver vissuto con semplicità e forza al tempo stesso, le varie tappe pallonare del padre campione ed emblema di classe e valori sportivi e umani, Martina ha portato buone dosi dell’una e dell’altra. Con un sorriso sincero e genuino, come quello di nonna Giovanna, e il supporto operativo e affettuoso di mamma Franca. Solida e generosa Martina - sostenuta dai messaggini dei fratelli Andrea e Samuele - si è fatta largo in un calendario fittissimo.

Disciplina includente. I concorrenti, tra i trenta e i settant'anni, sono legati da un dna speciale: lo spirito e l’inclusione indissolubile creata dal Jiu-Jitsu. Al Las Vegas convention center  si è respirata l’aria che accompagna le arti marziali: “Possiamo dire che si tratta di un viaggio che dura tutta la vita, favorisce la salute e la forza mentale in ogni fase della nostra quotidianità. I mondiali - dice Martina Zola, terza classificata per i colori del club londinese 10th Planet Jiu-Jitsu, tra le migliori accademie del pianeta - sono stati la celebrazione dello stile di vita della disciplina. Non si tratta solo di allenarsi e gareggiare ma di vivere e respirare l'arte dentro e fuori dal tappeto”. Dunque, un terzo posto di pregio per la secondogenita di Gianfranco e Franca. Con formazioni dai nomi particolari, CheckMat, Alleanza, Brasa Cta, Easton Bjj, Jiu-Jitsu a sei lame, campioni cintura nera come Jansen Gomes, Jessa Khan, Shay Montague, Edwin Ocasio, Adele Fornarino, Zach Kaina, Josh Cisneros, Gabrielle McComb, Lucas Valente, Rosa Walsh, Jacob Couch, Roberto Jimenez, Matheus Diniz e Roosevelt Sousa, alloggiati al gigantesco Westgate hotel dove hanno annuito a un accordo storico: la Ibjjf ha sottoscritto un’intesa specifica con l’Usada. L’Agenzia antidoping degli Stati Uniti, organo che cura olimpiadi, giochi panamericani e mondiali, ha fornito tutela e un programma utile a garantire l’integrità nella competizione, equa e senza sostanze proibite. A seguire, una sfilza di controlli e test ematici utili alla “pulizia” dei partecipanti. Insomma, l’evento non ha ammesso eventuali scorciatoie. Un altro grande motivo d’orgoglio per super Martina.

Ultima modifica il Domenica, 10 Dicembre 2023 10:31