Lunedì, 30 Gennaio 2023 09:08

Cagliari, timidi segnali di continuità In evidenza

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Il Cagliari di Claudio Ranieri è una sorta di lavatrice: dentro il cestello sono finite tre squadre che stavano, e sono, dietro in classifica: Como, Cittadella e Spal. La quarta, il Modena, Kourfalidis e soci la incontrano venerdì in Emilia. Il match vero, utile a capire la solidità del gruppo, deve ancora arrivare. Ad esempio, il Bari, da sfidare al San Nicola il 18 febbraio. Sempre che la squadra pugliese non prosegue nel momento no e i rossoblù la superino. Ma in B nessuno scherza e lo si vede in testa e in coda. Anche quella con la Spal è andata come ci si aspettava: sporca doveva essere, sporca è stata. Il 2-1 del maestro sull’allievo non ha dissipato dubbi. Ma ha dato alcune certezze. Dal un lato, il Cagliari è al sesto posto nel trenino play off. Dall’altro, sono riapparse, dopo le amnesie con il Cittadella - uomo in più per quasi un tempo, neanche un tiro in porta e cambi in ritardo - vecchie criticità dei rossoblu. Alla Domus con la Spal si è sofferto fino al 96’. 

Dopodomani alle 20 chiude il mercato. Ranieri aspetta due giocatori pronti dal mercato. Chissà cosa, nonostante le promesse, avrà deciso il presidente. Intanto, il tecnico lavora. E rimette sulla giostra Luvumbo, Falco e Lella, dopo aver riconfermato il greco ventenne Kourfalidis e Dossena al centro della difesa. L’atteggiamento, inoltre, inizia ad assomigliare alla tempra dell’allenatore: mai spaventati ma pian piano consci delle proprie potenzialità contro avversari che non sono Bayern o Real Madrid. E anche l’approccio è da squadra che sa dove va a parare. O, almeno, comincia a capirlo. Sale la concentrazione, i reparti trovano un po’ di equilibrio, il pressing è positivo. Ma la manovra è ancora acerba e lenta. Si soffre ancora sulle seconde palle e in mezzo al campo c’è sempre da sperare che gli altri non prendano palla e verticalizzino, un dramma - anche con la Spal - per la linea difensiva. Applauditi gli strappi di Luvumbo, Sir Claudio sa che nel calderone della B chi punta l'uomo, guadagna metri e decide se passare o tirare, è sempre un valore aggiunto. Poi, l’angolano deve crescere e il tempo è dalla sua. Mentre spiace che dalla tecnica e dalla velocità di Nandez si cavi sempre troppo poco. Anche questo è un tema nell’agenda del tecnico di Testaccio.

Mentalità e leadership. “Non voglio un leader ne voglio ventisei” ha detto fin dal primo giorno Ranieri. La questione è di vecchia data. E l’ha patita anche Liverani. Nonostante perdesse 1-0 venerdì scorso è stata la Spal a mettere il vischio al pallone con una ragnatela di passaggi che il tecnico aveva previsto: "Cercheranno di farci girare a vuoto". Insomma, c'è da crescere. Da leggere le partite dentro la partita, correndo più leggeri e con idee migliori. Per averle, serve un buon regista, meglio se navigato. La sensazione? La squadra sta crescendo in consapevolezza e, detto con cautela, nel capire quando e come può cercare la giocata. Poi, rimane l'annoso problema del tiro in porta e della precisione nella fase realizzatrice. Ci vorrà del tempo. E visto che il piano B, ovvero nessuna acquisto per la cabina di regia, prevede Makoumbou a dettare i tempi, Ranieri dovrà partire dall’abc di chi sta di fronte alla difesa: velocità, tocchi rapidi, filtro nella fase difensiva, intuizioni e palle filtranti in quella offensiva. E anche l'uscita dal pressing avversario va tarata al meglio. In B tutte chiudono e venti le corsie esterne, fanno densità nella tonnara di mezzo e hanno gli attaccanti rapidi nel raddoppio sui portatori di palla.     

Strada percorribile. Intanto, c’è da godersi i 32 punti. Ne servono, dando uno sguardo ai precedenti almeno 35/40 per salire senza passare dai play off. Ma se l’organizzazione e la gestione della palla sono da limare, e la Domus con la Spal ha rumoreggiato, qualcosa, almeno per carattere e determinazione, si è intravisto. Anche se l'arretramento dopo essere passati in vantaggio è un vecchio male rossoblù. Senza nulla togliere alla Spal, la squadra riesce a vincere ma prende paura e si accartoccia. Claudio Ranieri dovrà rimboccarsi le maniche. Intanto, gli devono dare quel che può valere la stagione. Senza, sarebbe tempo, e lavoro, sprecato.

 

Mario Frongia