Domenica, 12 Marzo 2023 13:28

Cagliari-Ascoli 4-1: poker che incoraggia In evidenza

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Il poker dopo quattro pareggi deludenti e asfitici. Il 4-1 del Cagliari sull’Ascoli è arrivato al momento giusto. Per la squadra e per Ranieri, per il pubblico e per la fase del torneo: sbagliare ora, specie in casa, non permette recuperi e voli di fantasia. La classifica comincia a pesare e una gara dopo l’altra l’asticella sale. Gioco, finalizzazione, maturità e spirito di sacrificio vengono perfino dopo atteggiamento e approccio. Anche per questo, la risposta di venerdì notte è incoraggiante. I rossoblù sono partiti bene, occasioni di Mancosu, Dossena e Luvumbo, tiro rimpallato da un difensore con il portiere a terra. L’avvio frizzante non è usuale. È già questa è una buona notizia. Poi, sono andati sotto contro un Ascoli ben organizzato, tonico, abile nel cercare le fasce e nell’infilarsi in mezzo al 4-4-2 imbastito da Sir Claudio. Il forfait muscolare di Luvumbo, sino ad allora un chiodo nel fianco degli ospiti, è stato l’assist tattico: con Lella si è passati al 4-3-1-2. Il modulo ha permesso a Mancosu di muoversi negli ultimi 25 metri senza dare riferimenti, mettendo a soqquadro i piani dell’Ascoli, abile nel passare in vantaggio, anche grazie a un errore di Barreca. E a un pelo da 2-0 su incornata di Botteghin. Da qui, i cori contro la presidenza e i fischi dell’intero stadio - poco più di diecimila paganti - al rientro negli spogliatoi.

Nella ripresa la musica è cambiata. “La contestazione mi ha e ci ha fatto male. Fischiateci alla fine ma non a gara in corso” il commento a fine partita di Ranieri. Che ha rivelato di aver detto ai suoi prima del secondo tempo “Usciamo prima, andiamo in campo ad aspettarli cosi capiranno che ci sarà battaglia”. Ecco, la carica motivazionale che ha fatto la differenza. Un colpo da maestro. Con il gruppo che ha risposto presente. Mancosu è salito in cattedra, innescando il fallo da rigore, trasformato da Lapadula. Il trequartista cagliaritano - che proprio contro l’Ascoli nel 2007 aveva esordito e segnato con la maglia rossoblù, lanciato da Marco Giampaolo - ha poi firmato il 3-1 frutto di uno scambio perfetto con il centravanti italo peruviano. Quindi, il pressing determinato contro un Ascoli ormai sgonfio e arreso. L’errore di Eramo che permette il 4-1 di Zappa (al primo gol in 80 presenze con i Quattro mori) è stato il game over dei marchigiani.

Chiuso al meglio il compito casalingo, adesso, la posta si alza. A Reggio Calabria contro un  Pippo Inzaghi che traballa, dovrà capirsi cosa farà il Cagliari da grande. Settimo in classifica a quota 42, alla pari di Pisa e Reggina: e proprio al “Granillo” ci sarà il primo crash test delle cinque prossime partite di fuoco. “Avremo solo finali, sinché la matematica non dice il contrario, guardo al secondo posto, intorno ai 65, 67 punti: dobbiamo vincerle tutte e pareggiarne al massimo due!” il bersaglio ambizioso disegnato da Ranieri. Ma sarà il campo a dire cosa vale davvero la squadra che è stata anche a pochi passi dai play out. Dopo la Reggina arriva il Sudtirol, quarta forza del campionato. Quindi trasferta a Pisa, e a seguire il Frosinone alla Domus. Un programma intenso e avvincente.

Intanto, nella notte del 4-1 ha fatto scalpore la decisione del club, voluta dal presidente Giulini - forse amareggiato per la vittoria dello Spezia sull’Inter, con i liguri guidati all’impresa da Leonardo Semplici, autore in terra sarda di una salvezza miracolosa e cacciato dopo le prime tre giornate del campionato chiuso con la vergognosa retrocessione di Venezia - di non far parlare i giocatori. Sentire uno strepitoso Mancosu o Lapadula, autore della prima doppietta in rossoblù, non sarebbe stato solo un obbligo per i diritti tv. Ma anche un gesto di normale rispetto per i  cronisti e, soprattutto, per la tifoseria. Peccato.

 

Mario Frongia