Mercoledì, 04 Novembre 2020 08:22

Biodiversità da salvare in Sardegna: boschi di roverella in pericolo sul Gennargentu

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Quando si parla di biodiversità e di boschi del Gennargentu (il cuore della Sardegna) occorre non solo meravigliarsi e fantasticare ma procedere con il massimo realismo possibile. Infatti proprio sul Gennargentu l’impatto dell’attività antropica ha determinato una forte alterazione delle foreste di cui un esempio è dato dal carattere ormai relitto delle foreste di roverella (Quercus pubescens Willd.), soprattutto di quelle localizzate nella porzione più elevata della montagna, la cui drammatica riduzione, in particolare nel numero delle singole piante relitte, rappresenta oggettivamente un serio pericolo per la conservazione della variabilità genetica della specie. Dunque, più in generale, della biodiversità nella grande montagna.  In quest’area la conservazione degli ultimi relitti della foresta primeva di roverella dovrebbe essere oggi uno dei principali obiettivi per una corretta gestione territoriale.  

Dati tra i più aggiornati evidenziano l'effettiva criticità della situazione. Dal 1977 ad oggi oltre un terzo dell'antica foresta relitta di roverella si è persa con una fortissima riduzione dei grandi alberi isolati (oltre due terzi) che sono passati infatti, in poco più di mezzo secolo, da circa 4 per ettaro a meno di uno per ettaro. 

Valorizzare un paesaggio dai mille colori quale quello che il Gennargentu mostra soprattutto in questa stagione può davvero contribuire ad evitare lo spopolamento della montagna ma proprio questo significa adottare con coraggio strategie di gestione del territorio che favoriscano la conservazione vera dei suoi meravigliosi boschi, in particolare attraverso la pianificazione di interventi finalizzati ad una protezione assoluta, più che mai urgente.

In questo senso quanto fatto dal Comune di Desulo (NU), per esempio, per  trasferire i diritti di uso civico fino alle pendici della grande montagna, comprendendo in tal modo alcune importantissime aree boscate, realizza concretamente un’incisiva forma di salvaguardia che gli ultimi giganti di roverella del Gennargentu reclamano più di tante meravigliate parole.

*Di Michele Puxeddu, Dottore in scienze forestali 

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Novembre 2020 13:33