Mercoledì, 11 Ottobre 2023 11:47

Cagliari, il flop dell’era Giulini

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Claudio Ranieri predica calma e ottimismo. Ma il momento è oggettivamente difficile Claudio Ranieri predica calma e ottimismo. Ma il momento è oggettivamente difficile si ringrazia romagiallorossa.it

 

I tifosi soffrono e si affidano a Ranieri ma i numeri maturati in casa negli ultimi anni sono implacabili:  44 vittorie, 31 pareggi e 62 sconfitte

Mario Frongia

Il mondo dei social in ebollizione, i blog che si rincorrono nel rimarcare un’altra annata in disperato affanno, i siti e le testate accreditate che esaminano con serietà e professionalità quel che è accaduto al Cagliari nelle ultime otto giornate. Il quadro è nitido: sei sconfitte, le ultime quattro di fila, e due pareggi, altrettanti punti che valgono l’ultimo posto in classifica con tre reti all’attivo (due Luvumbo più Nandez) e sedici incassate. Menzionare i dati, meglio fotografare con oggettività l’andamento dei rossoblù, frutto di scelte societarie ancora una volta pesantemente deficitarie, non è disfattismo. Ma semplice cronaca. Un dovere e un diritto assieme, se non si vuol nascondere la testa sotto il cuscino. A scanso di equivoci, il Cagliari in A, anche epr gli oltre 170mila emigrati, è un dono strepitoso. Nessuno di buon senso può auspicare retrocessioni e campionati da infarto. Ma scansarsi o ignorare un andazzo da incubo sarebbe da stolti. Fin dalla prima retrocessione del 2024/15 - con Zeman e il bidonamento di Gianfranco Zola alla campagna acquisti, il primo di una lunga serie che è proseguita con Ranieri - dei siluramenti di Rastelli (autore della vittoria della B e del record imbattuto dei 47 punti e dell’undicesimo posto in A) e di Maran (capace di stare fino a gennaio tra le prime dieci, poi chiedeva un difensore centrale e il presidente gli ha preso Pereiro!) piaccia o meno, i due tecnici che hanno fatto gioire la tifoseria.

Un passato che non insegna. Per fare un esempio e stare all'attualità, ci si chiede come mai a precise richieste del tecnico di Testaccio di una punta da doppia cifra e di due difensori centrali esperti della A, siano arrivati Shomurodov da ricondizionare, Petagna idem all’ultimo minuto del mercato e due, per quel che si è visto finora, stranieri totalmente digiuni di uno dei cinque tornei più feroci al mondo. Gli alibi? Cinque big in avvio, le papere di Radunovic, il debutto per tanti giovani, l’amalgama da trovare, gli infortuni di Lapadula, Rog e Mancosu. Intanto, sul portiere serbo va detto che ha commesso errori pesanti. Ma oltre al decisivo contributo per la risalita in A, ha fatto il suo anche in queste prime gare. E magari lo ha disturbato anche il mancato rinnovo del contratto, a cifre ridicole, che chiede da mesi! Mentre Scuffet - debutto e quattro gol incassati con la Roma - pare guadagni il triplo.  E i contratti non li ha fatti certo Topolino, né il diesse Bonato. Su Lapadula e Mancosu, il club sapeva da giugno che dovevano operarsi, quindi si poteva intervenire con tempismo e logica. Sugli scontri con le cinque big - squadre che comunque hanno perso punti con le dirette concorrenti del Cagliari, ad esempio, Genoa, Frosinone, Lecce - bisogna chiedersi di come non si sia riusciti a battere una modesta Udinese in casa. E del perché a Bologna, e anche con il Milan, non si sia stati capaci di difendere con le unghie l’1-0. E pensare che, come ripete il coro, “il nostro campionato inizi adesso” è un’altra trappola mortale per tutti. Con in prima fila i 13.700 abbonati e col resto dei tifosi e degli sportivi sardi, è arrivato  il primo parziale e doloroso momento di riflessione. Tra guerre, crisi finanziarie, politiche ed economiche, c’è ben altro a cui pensare. Ma neanche il benaltrismo, con il presidente del club che coglie al volo l’occasione dei Giganti di Monte Prama agli Uffizi per sollecitare i soldi dello stadio alla Giunta regionale e non dà notizie sull’esecuzione delle bonifiche per disastro ambientale a Macchiareddu, pari a 23 milioni di euro come da sentenza del tribunale di Cagliari, è onorevole per la comunità isolana.

Numeri atroci. Cagliari-Roma 1-4 è la sconfitta numero 62 in casa. Poca roba per i tifosi i 31 pareggi e le 42 vittorie in un totale di 137 partite. Come ben documentato su Centrotrentuno.it dal collega Matteo Zizola, dati impietosi. Il confronto con i dieci anni precedenti è dovuto all'aver preso per riferimento l’avvio dei 3 punti a successo. Per stare al presente non era mai capitato che il Cagliari iniziasse così male. Nel decennio scorso i rossoblù non hanno mai ceduto i 3 punti per più di 8 gare. Dal 2014/15 - avvento dell’era giuliniana – su sette tornei di A in quattro edizioni ne ha perse almeno dieci. Inoltre, escludendo la stagione attuale, con il presidente già nel cda dell’Inter, la squadra 5 volte su 8 ha subito almeno 19 sconfitte su 38 (due volte 21, due volte 20, una volta 19). E solo nell’anno di Rastelli ha superato le 11 vittorie stagionali, 14 in tutto. Nei dieci anni precedenti, con la proprietà di Massimo Cellino, solo nel 2007/08, concluso peraltro con la salvezza dopo una rimonta strepitosa guidata da Ballardini, il Cagliari non ha mai perso più di 18 match. Insomma, il tanto decantato fortino Domus è un concetto buono, forse, per il marketing e per farlo battezzare dietro lauto conguaglio da una assicurazione. Ma questo è un aspetto che poco aiuta a fare punti indispensabili per la salvezza. Anche perché sarebbe doppiamente osceno - dopo la retrocessione di Venezia -l dilapidare, a neanche quattro mesi dalla sbornia collettiva per la vittoria last minute di Bari, la permanenza in A.

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Ottobre 2023 12:43
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi