Sabato, 02 Settembre 2023 11:54

Lo sport universitario italiano parla anche in sardo

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Leonardo Coiana, energie e un cognome ricco di tradizioni e lavoro Leonardo Coiana, energie e un cognome ricco di tradizioni e lavoro

FederCusi e quel pregiato filo made in Sardegna

Da Lilli a Leonardo Coiana e lo sport universitario italiano guidato da Antonio Dima. Una storia di successo anche ai recenti giochi cinesi: Italia quarta al mondo e prima in Europa

Mario Frongia

Le belle storie si scrivono da sole. L'ha detto Francis Scott Fitzgerald. Quella dello sport universitario italiano che decolla e prosegue su un percorso maturato nei decenni, tra campionati nazionali, europei e mondiali, con intuizioni, novità e condivisione, ha tra i suoi pionieri Leonardo Lilli Coiana. Medico cagliaritano, con quattro specializzazioni, è stato tra i fondatori del Cus Cagliari. Ha poi guidato il Cusi, la mamma dei Centri sportivi delle università italiane, traghettandolo verso strade competitive, moderne, allargate, con dentro e a pieno titolo gli atenei. Il Cusi è stato anche bacino delle nazionali maggiori, atleti di vertice mondiale assoluto, come Valentina Vezzali, Yuri Chechi, Federica Pellegrini o Greg Paltrinieri, hanno gareggiato e vinto con il logo tricolore universitario. Il dottor Coiana, Lilli per tutti in mezzo mondo, cagliaritano verace, diretto e senza fronzoli, ha guidato una sorta di piccola grande rivoluzione. Dagli insegnamenti condivisi con Primo Nebiolo, inventore delle Universiadi e dirigente invidiato anche dalle grandi potenze del pianeta, Lilli ha presieduto, innovato e portato le attività sportive delle università italiane alla ribalta. Dando loro una dimensione nuova, moderna, credibile e in crescita. Il tutto, con al fianco un segretario generale fidato e competente come Antonio Dima. Leonardo Lilli Coiana se ne è andato nel 2014. Alla presidenza del Cusi è approdato Lorenzo Lentini. L'avvocato napoletano ha poi preso codici e manuali e si è trasferito alla Fisu, la Federazione internazionale degli atenei. Ed è scoccata l'era Dima. Eletto con un plebiscito alla guida del Centro universitario sportivo italiano, il buon Antonio, leccese doc, l'ha condotto alla maggior età tra gli applausi: dal luglio del 2022 il Cusi, sorto nel 1946, è la quarantaseiesima Federazione tricolore su proposta del Consiglio nazionale e delibera della Giunta del Coni. "Devo ringraziare il presidente Giovanni Malagò per il suo sostegno e per le attenzioni che ha riservato allo sport universitario. La mia gratitudine va al mio maestro Lilli Coiana: sarà contento dei passi che abbiamo fatto con i suoi insegnamenti e la sua visione".

Universiadi made in China, Italia da record. Dagli stralci della storia appena passata al presente. Dal 28 luglio all'8 agosto scorso Chengdu, distante circa diecimila chilometri dall'Italia, diciassette milioni di anime ai piedi del Tibet, ha ospitato la 31esima edizione dei Fisu World University Games. Il team FederCusi è tornato a casa con un medagliere sontuoso: 56 pezzi con 17 ori, 18 argenti e 21 bronzi. La delegazione azzurra ha salutato la Cina da quarta mondo, dopo l'accelerata sulla corazzata India, dopo Cina (178), Giappone (93) e Corea (58), avanti di appena due bronzi. E da capolista in Europa, lasciandosi dietro giganti quali Inghilterra, Germania, Francia, Polonia e Olanda. I numeri raggiunti ai giochi mondiali universitari non sono mai stati alla portata delle ragazze e dei ragazzi in tricolore. Il team ha battuto anche il record delle 44 medaglie conquistate alle Universiadi tenutisi a Napoli nel 2019. “Siamo orgogliosi di questi risultati, testimoniano che lo sport universitario italiano è vivo e cresce di giorno in giorno. La nostra Federazione non poteva avere un debutto migliore” le parole con un filo di commozione del presidente Antonio Dima.

Profumo di Sardegna: da un Coiana all'altro. A Chengdu ha fatto la sua comparsa un ragazzone di un metro e novanta, buon tennista a livello giovanile, fresco di laurea in Business administration a Miami. Classe 2000, Leonardo Coiana del nonno non ha solo nome e cognome. Ma anche quella particolare cazzima che lo porta a essere curioso, ad ascoltare e capire. Cagliaritano, il papà, Nicola, fa l'ortopedico, la mamma, Silvia, gestisce i centri fisioterapici. Lui, in Cina, ha avuto i galloni di Student ambassador da Antonio Dima. E visto che c'era è stato il coach dei tennisti. Insomma, gavetta. Utile per imparare, consumare tacchi, stare ore e ore in campo e trovare prosciutto cotto e fontina per cena dopo giornate infinite a consigliare giocate: "Spingi, vai profondo sul suo rovescio!" e "giocagli la palla corta". Gavetta e umiltà. La Sardegna di Leo Coiana. Ma non solo. A Chengdu - culla di una civiltà evoluta, attuale distretto cinese al top per la tecnologia industriale, l'informatica e i servizi - la terra dei Quattro mori è stata ben rappresentata da Sarah Longoni, studentessa di Scienze motorie a Sassari, campionessa di Taekwondo e medaglia d'oro ai Giochi universitari nazionali tenutisi tra maggio e giugno a Cassino. E anche Gianni e Andrea Ippolito sono sassaresi doc e, con Cusi prima e FederCusi adesso, vantano con orgoglio appartenenza, condivisione e competenza. Papà Gianni, già presidente del Cus Sassari, è l'esperto vicepresidente, ha all'attivo numerose Universiade da capodelegazione, oltre a centinaia di competizioni internazionali. Andrea, cura progetti con al centro l'inclusione, il recupero degli inattivi, la sensibilità per gli ultimi, gli immigrati e i disabili, e ha seguito tematiche in collaborazione con i Cus, l'Anci e Sport e salute. In Cina si è occupato della segreteria. Infine, but not least, Franco Zanda. Medico ortipedico, da sempre vicino a Lilli Coiana, anche a Chengdu è stato funzionale e prezioso. La Sardegna che funziona, anche lontano dalle consuetudini e dal proprio orticello, è anche questa. Sì, Lilli Coiana sarebbe soddisfatto.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Settembre 2023 09:10