Venerdì, 02 Febbraio 2024 15:36

Rosanna Lavezzaro, primo questore donna a Cagliari  

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Impegno e dedizione, mission del questore Rosanna Lavezzaro Impegno e dedizione, mission del questore Rosanna Lavezzaro

“Vivrò da vicino la città e il territorio per capirne al meglio esigenze e criticità”. Torinese, 58 anni, arriva da Rimini. “La Sardegna è da sempre nel mio cuore”

Mario Frongia

Ha per riferimento l’“Elogio della mitezza” di Norberto Bobbio. Non scorda il docente di filosofia che rimarcava l’intelligenza solo nelle persone che sanno cambiare idea. Ama il mare e la nostra terra: già questo basta e avanza per intuire che Rosanna Lavezzaro è un bel colpo per i cittadini e per il territorio. Diretta, empatica, toni cordiali, la super poliziotta ha lasciato Rimini ed è da ieri sulla poltrona più alta della Questura di Cagliari. L'incontro con i cronisti sa di buono. Torinese, 58 anni, sposata, due figli, preferisce essere chiamata questore: “In punta di diritto, come ha detto l’Accademia della crusca, andrebbe meglio questora o questrice. Ma preferisco la preminenza della carica, anche per la mia sensibilità e per la visione delle cose”. Il curriculum è sontuoso: è stata alla direzione centrale per gli Affari generali e le politiche del personale della Polizia, ha guidato le questure di Novara, Vercelli e Rimini, ha operato a Torino alla Digos, all’ufficio Immigrazione e da capo di Gabinetto. E nel 2001 si è occupata, per il G8 di Genova, di tenere i contatti con i rappresentanti delle forze di polizia estere. A seguire ha coordinato l’ordine pubblico ai Giochi olimpici invernali di Torino 2006 e del 35esimo vertice del G8 tenutosi nel 2009 a L’Aquila. In città subentra a Paolo Rossi, che lascia con un bilancio lusinghiero di lavoro, buon senso e vicinanza e va in pensione dopo tre anni e mezzo di permanenza in via Amat. A Cagliari è la prima donna di una ventina di questori donne sparse per l’Italia: “Nel 2016 eravamo in sette o otto. E sono stata la prima a dirigere le questure di Novara, Vercelli e Rimini. È utile rimarcare che sul rispetto e la visione delle tematiche di genere, la Polizia è stata tra le prime forze dell’ordine in Italia con la legge dell’81. Abbiamo una parità assoluta di diritti e doveri”.

Qual è il suo pensiero nel dettaglio?

Penso che ci siano caratteristiche più femminili e altre più maschili. Ma il vero discrimine è la qualità della persona. L’approccio della donna e dell’uomo è quasi identico. Quel che varia è il modo. Noi siamo magari più tese a coinvolgere gli altri. Ma la vera differenza alla lunga la fa la persona.

Cosa significa per lei l’approdo a Cagliari?

Con questa promozione il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, e il capo della Polizia, Vittorio Pisani, mi hanno gratificato molto. È una promozione inattesa, sono giovane e a Rimini ci sono stata per poco. Posso pensare che il ministero abbia voluto investire sulla mia figura. Non farò promesse, conoscendo la buona memoria dei sardi, ma sappiate che proprio per questo, il mio impegno sarà massimo.

Dottoressa Lavezzaro, cosa le ha lasciato in eredità il suo predecessore?

Con Paolo Rossi ci siamo sentiti a Roma in due incontri. E il 31 sono venuta dal pomeriggio a Cagliari proprio per poterci parlare di persona. Siamo andati a cena, ci tenevo a salutarlo. È andato via con una grande malinconia e so che ha fatto molto bene. Era amato sia qui in questura, sia all’esterno.

Ci sarà un filo comune?

Sì. Continuerò nella sua linea operativa e di condotta. In fondo, siamo due persone abbastanza simili. Ci siamo trovati a dire le cose nello stesso modo, nel declinarle e interpretarle tenendo a mente le linee guida dell’istituzione che rappresentiamo. Credo che ciascuno di noi si porti un po’ di quello che è in quello che fa. Direi che con Paolo sono quasi sovrapponibile.

Invece, lei cosa porta alla Questura di Cagliari?

Garbo, elasticità, educazione, dedizione e gentilezza, fattori alla base di qualsiasi convivenza sociale. Elementi di straordinaria importanza in una professione come la nostra, quotidianamente a che fare con soggetti in difficoltà e in quei momenti particolarmente esposti.

Quali sono i rischi?

I pregiudizi e le ricette preconfezionate: essere qui mostra l’attenzione dello Stato per Cagliari. Il tutto in piena campagna elettorale, con il porto presidiato, le turbolenze per la questione palestinese, la mala movida,.

Tema, che venendo da Rimini, conosce molto bene.

Sì e parliamo di una realtà che per otto mesi conta centocinquantamila abitanti che diventano un milione e mezzo negli altri quattro. Qui, ho visto con piacere una buona strategia che prevede il presidio delle aree nel quadrante serale. Ovviamente, la sola presenza non è sufficiente, bisogna valutare le dinamiche, entrare nel merito dei problemi, identificare le persone. Ma dobbiamo lavorare da subito con un certo ritmo, l’estate è lontana ma mai abbastanza. E si rischia che la questione diventi più imponente. Constato che si è già fatto parecchio, con un preciso processo di attenzione e  dei vari servizi.

Qual è la strada più rapida e feconda per entrare nelle corde dei cittadini?

La comunicazione leale e trasparente. Mi piace ascoltare la gente e mi sforzo di guardare, senza posizioni preconcette, la posizione degli interlocutori. Nel nostro lavoro serve equilibrio: lo dico sempre ai ragazzi, non lesinate e sforzatevi in ogni circostanza di trovare il miglior equilibrio. C’è sempre ma richiede uno sforzo in più. Dobbiamo scegliere la strada giusta e non quella più semplice e comoda.

Ha già incrociato la sua squadra?

Sì. Mi sono vista con i colleghi delle varie specialità. Ci siamo stretti la mano e ci siamo guardati negli occhi, dalla prossima settimana avvierò colloqui più approfonditi. Ma, ripeto, l’impressione è stata molto positiva. Si vede che è una questura di una città capoluogo di regione.

C’è qualcosa che la preoccupa?

No. Nasco al lavoro nell’ordine pubblico, dal G8 di Genova, ai servizi per la Tav in Piemonte, ai tanti cortei dei Centri sociali fino alle partite di Champions della Juventus. Anche a Cagliari il controllo del territorio sarà decisivo. Ecco un’altra buona ragione che da sempre mi porta a vivere la città. Non voglio arroccarmi ma avere cognizioni che posso verificare con mano. Ho avuto sensazioni e un impatto ottimo all’incontro con i ragazzi, ho trovato una buona organizzazione. Ma voglio vedere le cose di persona.

Il frutto di una scelta precisa?

Sì, mi sono sempre legata molto alle città dove sono stata. Ho sempre cercato di essere un questore presente, di riferimento per i cittadini. Anche per questo ho sempre preso casa dove ho lavorato, anche quando sono stata a un’ora d’auto dalla mia famiglia. E mi inorgoglisce ricordare che le prime chiamate di congratulazioni per la nomina a dirigente generale le ho ricevute dai sindaci di Novara e Vercelli.

Qual è il messaggio per noi giornalisti?

Sono molto leale e trasparente, chiedo lo stesso a voi. Ci sarà il pezzo scomodo, rientra nel vostro ruolo e non ci creerà problemi. Ma auspico un’ottica di rispetto e correttezza. E sappiamo bene che la comunicazione dei dati sensibili delle persone esige rispetto. Quella sugli arrestati è diventata molto stringente: in questo tema non siamo parti contrapposte ma alleate e anche un po’ lese. Sono convinta che lavoreremo bene.

Ha incontrato i sindacati?

Sì, ho detto loro che sono fondamentali a patto che ci sia onestà intellettuale. Serve lealtà e correttezza nell’interpretazione del ruolo. I risultati saranno ottimi perché non va scordato che si lavora tutti verso la stessa direzione.

E le istituzioni?

Lunedì vedo il sindaco e ho già visto il prefetto De Matteis: la nostra conoscenza risale ai tempi in cui è  stato questore di Torino. Ne apprezzo equilibrio, competenza e buon senso. Ho incontrato anche il vescovo Baturi, i comandanti provinciali dei Carabinieri, della Guardia di finanza e dei Vigili urbani. Pian piano entrerò nelle cose di questa città bellissima dai bastioni, ai quartieri storici, al porto.

La si racconta tifosa del Torino, passato di recente sul Cagliari alla Domus. Pensa di andare allo stadio?

Sì, ci verrò. Voglio rendermi conto dei problemi legati alla provvisorietà dell’impianto.

Ha citato Bobbio…

I suoi scritti sono sempre attuali e illuminanti. Credo nell’empatia, nel confronto e nella condivisione. E a questo proposito non sono una che si sente lesa se si cambia parere. Se prendo una decisione che mi pare la migliore, ma poi succede qualcosa o mi viene fatto notare un aspetto che mi fa ritenere che quella stessa decisione può essere migliorata, mi adeguo. Non sposo cause a prescindere, specie se mi accorgo che su un’altra strada si può fare meglio.

Torniamo alla Sardegna. Come la conosce?

Da turista l’ho girata per bene da nord a sud, specie in ultimi anni. Amo il mare, con mio marito abbiamo avuto una barca a vela tenuta per un po’ di anni a Marina di Capitana, a La Maddalena e dalle parti di Costa Rei e Villasimius. Vivete in una terra meravigliosa. Non mi ritengo predestinata ma il legame con la vostra regione è sempre stato speciale.

Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 12:23