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Riti storici, tra attitudine, coraggio e nobiltà. La terza edizione dell'Italia Polo challenge si è chiusa ad Abbiadori nel modo migliore. Con i cavalieri della "cantera" sarda in buona evidenza. In sella a splendidi animali, i talenti isolani del prossimo futuro. La prima sfida del trofeo ha visto duettare Union e Petra Bianca. Il risultato? Una grande festa per i partecipanti e per il pubblico. La promozione del territorio, l'attenzione a una disciplina particolare e di pregio qual è il polo, la competizione nella terra che di cavalli se ne intende da generazioni. Un filo che si snodato fin dalla esibizione degli Under 17 in sella ai pony: “Che emozione vederli crescere sul cavallo” le parole degli esperti. In breve, Abbiadori e l'intera Gallura ha risposto presente. Il circuito di arena polo organizzato dalla Fise (Federazione italiana sport equestri) come nel biennio precedente ha fatto tappa in Sardegna. Una manifestazione che ha coniugato classe, abilità e charme dei fantini, bellezza e forza dei cavalli, l'approdo della disciplina nel mondo della tecnologia. Il tutto nel cuore di una Gallura che rimbalza nei cinque continenti. Tra i giocatori impegnati a Porto Cervo, Miguel Lagos Marmol e Therence Cusmano sono scesi in campo con una telecamera sul casco. Una “on board” camera simile a quella indossata dai piloti di Formula 1. Un affresco che fa vivere l’evento da un’altra prospettiva, con le immagini che saranno diffuse sui canali social del torneo. Italia Polo Challenge è anche uno sguardo al domani. Gli Under 17 sardi, impegnati nelle esibizioni delle diverse giornate di gara, sono pronti per scendere in campo: gli Olivastri di Loiri e il PalaHorse di Golfo Aranci saranno impegnati a breve nelle Ponyadi di Arezzo.

La manifestazione Fise è interamente dedicata all’attività di base e in sella ai pony. "Un aspetto fondamentale? Coinvolgere i giovani ma, più in generale, la comunità locale, dal punto di vista dell’impresa e della partecipazione allo spettacolo. Questo sport - ha detto Adriano Motta, direttore generale Italia Polo Challenge - può dare tanto a livello di comunicazione e di crescita del territorio. Per noi di Italia Polo Challenge è stato fondamentale racchiudere tutti questi aspetti in quattro giorni di sport e cultura, e per questo ringrazio la Regione Sardegna, il Comune di Arzachena e il Consorzio Costa Smeralda". Nel dettaglio, il progetto della ‘cantera’ del polo sardo è iniziato due anni fa e ha portato dodici tra ragazzi e ragazze in campo ad Abbiadori. Un pool promettente formato da Maria Riu, Grazia Musellu, Giorgia Fasolino, Francesca Dessena, Giulia Fera, Anita Putzu, Anna Deiana, Cristian Ledda, Donatella Luiso, Flavio Masia, Giorgia Lai e Marco Pala, che ha esordito con i “grandi”. "L'anno scorso anno è stata fatta una prima esibizione, quest’anno siamo passati a un torneo vero e proprio, la crescita è evidente. E l'emozione nei ragazzi, pure" ha sottolineato Piera Monti, promotrice del progetto in collaborazione con la Federazione. I ragazzi della cantera sarda praticano anche il salto ostacoli ma per il polo impazziscono".

"Abbiamo fatto anche un investimento economico, grazie anche al contributo delle famiglie, per l’acquisto di cavalli da polo. Un modo anche per far girare l’economia locale. Nel polo, infatti, si vanno a recuperare cavalli che non si utilizzano per il salto ostacoli o per il dressage. Tra l’altro ha aggiunto Piera Monti - il nostro cavallo, l’anglo-arabo sardo, somiglia molto per caratteristiche al cavallo argentino". E a proposito di scuola e caratteristiche, l'evento ha visto in prima fila l’ideatore di Italia Polo Challenge, Patricio Rattagan, che ha tenuto uno stage sulla doma del cavallo sardo, attività che fa parte di un progetto di introduzione del cavallo anglo-arabo-sardo nel mondo del polo. insomma, un altro prezioso tassello che abbina sport, formazione, luoghi ed economia. indispensabile per una Sardegna che cresce e ha fiducia.

 

 

Mario Frongia

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Arzachena. Gli under 14 impegnati con i test per l’avviamento al padel. La storia di Luca Locci, sequestrato a Macomer e rilasciato dopo 93 giorni di prigionia. I ragazzini delle terze delle scuole medie di Tempio e Arzachena. L’umiltà e il garbo di Gianfranco Zola. La seconda edizione del Memorial dedicato a Giampiero Galeazzi è stato questo e non solo. In Gallura, tra sport, inclusione e cultura nel nome del grande telecronista scomparso nel 2021 all’età di 75 anni. Notizie e vicinanza, passione e mestiere, il giornalismo di allora e di oggi. La tre giorni che si è tenuta tra Arzachena e Porto Cervo ha offerto spunti di vario genere. Con una parola chiave: il dovere di non scordare. “Dopo il mio primo gol con il Napoli, all’Atalanta, nel sottopassaggio mi trovai sommerso da un gigante. Era Giampiero Galeazzi. Lo riconobbi dalla voce delle cronache per la Nazionale, il tennis e il canottaggio. È stata la mia prima intervista in serie A. Anche Maradona e Careca lo adoravano. Un giornalista indimenticabile”. Gianfranco Zola ha ricordato così il cronista scomparso nel 2021. Poco distante, sul palco dell’Auditorium di Arzachena, Gianluca Galeazzi ha aggiunto: “Mio padre ha lasciato momenti indelebili. Ero ragazzino, ricordo che vidi Juve-Ajax in tribuna all’Olimpico con Trapattoni che mi spiegava i moduli e mi diceva che anche “Giampiero” l’avrebbe raccontata così”. La memoria, lo sport, il giornalismo. Modalità e verifica delle notizie, puntualità e pathos nell’interesse del tele ascoltatore. Senza scordare contesto e territorio. Non a caso il torneo nazionale di padel per i cronisti si è tenuto in Gallura, per decenni terra di vacanze e svago per “Bisteccone”. Presentato a Roma dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, curato da Ussi e Aics, il Memorial ha avuto la media partnership di Rai Sport e i patrocini dei Comuni di Arzachena, Tempio e Cagliari, Fnsi, Coni, Sport e Salute, Figc, Lnd, Cipnes-Insula, FederCusi e Università di Cagliari. “Giampiero ha operato in tempi diversi. Oggi - ha detto Gianfranco Coppola, presidente dei cronisti sportivi - quel che lui ha fatto in modo impeccabile, non sarebbe possibile”.

Al corso di formazione dell’Ordine che ha aperto il Memorial scorrono immagini da brivido: Galeazzi che intervista in campo Rummenigge e Maradona, Ancelotti e Liedholm, Bagnoli e Bernardini, Panatta e Canè. Ma anche Enrico Montesano, l’avvocato Agnelli, Paolo Villaggio e Falcao. Le immagini più recenti della clip lo vedono sorridente da Mara Venier. Un cronista a tutto tondo, due lauree, titoli universitari stravinti con il Cus Roma, gaudente e amante del buon cibo. Ma, soprattutto, uno capace di narrare qualsiasi evento con competenza e amore. “Mio padre negli ultimi 500 metri della famosa finale del Due con, ha fatto salire e vogare mezza Italia sulla barca degli Abbagnale!” il flash di Susanna Galeazzi. Con i saluti di  Malagò (“Giampiero sarebbe molto contento di questo Memorial che lo ricorda in Sardegna, terra da lui amata” ha detto il numero uno del Comitato olimpico), Iacopo Volpi (“Un maestro che non potrò scordare!” il commento del direttore di Rai sport), Andrea Biancareddu (“Galeazzi è stato un modo unico di fare tv” il messaggio dell’assessore regionale allo Sport), Fiorello, Sebino Nela e Leonardo Pavoletti: “Le sue cronache sono storia del calcio” le parole del bomber in gol nell’extratime contro il Bari per il ritorno in A del Cagliari. Insomma, cornice speciale per un giornalista speciale. “Giampiero ci ha lasciato un monito: prendere con leggerezza e rigore tutti gli sport” ha aggiunto Leonardo Metalli, inviato del Tg1. “Mi ha insegnato tanto” ha sottolineato Simona Rolandi volto Rai con Dribbling e Notti Mundial ed Europei. “Parlare di Giampiero Galeazzi permette di cogliere opzioni professionali tuttora valide” ha detto Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione nazionale della stampa. “Per poter commentare il tennis si parte da quel che ha fatto Giampiero” ha rimarcato Stefano Meloccaro, firma Sky e Radio Capital. Il Memorial - che in Gallura ha ospitato anche il Comitato di presidenza dell’Ussi, impegnato sui rapporti con Leghe e Federazioni, attenzione ai fotografi e ai giovani cronisti, presenza sul territorio con Coni, Aics e FederCusi - ha messo assieme testimonial di ambiti diversi: dalla criminologa Flaminia Bolzan a Claudia Segre, i consiglieri regionali Andrea Piras (“Galeazzi è stato un porto sicuro per il buon giornalismo italiano” le parole dell’onorevole) e Alice Aroni, i presidenti di Ordine dei giornalisti, Assostampa e Conferenza dei presidenti Ussi, Francesco Birocchi, Simonetta Selloni e Mario Zaccaria. “Per raccontare lo sport le lezioni di Giampiero Galeazzi sono ineludibili” ha detto Paolo Mastino, inviato Rai Sardegna e presidente dell’Unione della stampa sportiva regionale. “Giampiero, fin dai Mondiali di Usa ’94, ha dato tanto anche per la visibilità dei prodotti enogastronomici della Sardegna. Rimangono indimenticabili i tornei di tennis con tanti amici, da Andrea Barbato a Lino Banfi, Carmen Lasorella e Paolo Bonolis. E non scordo il karaoke con i Gatti di vicolo miracoli” ha rimarcato l’imprenditore gallurese Tino Demuro.

Ancora applausi, specie per le esibizioni con atleti diversamente abili di Zola, Dario Marcolin, Gianluca Galeazzi e Gimmy Maini, anche dalla vice sindaco e dall’assessore allo sport di Arzachena, Cristina Usai e Nicoletta Orecchioni. Infine, chiusura con le coppie Metalli-Lo Cascio, Meloccaro-Galeazzi, Uccheddu-Gaia, Marchese-Loffredo e Maini-Aime sul podio del Padel deer di Porto Cervo. “La manifestazione che, grazie al sostegno della Regione, ci ha permesso di supportare sport, inclusione e cultura” ha spiegato Andrea Lobina, presidente Aics-Cagliari. Un assist invitante per le nuove generazioni e un mondo di nativi digitali, comunque attento al giornalismo che funziona. Per il Memorial e nel nome di Galeazzi sono stati premiati Fabio Cossu, Alfredo Tecleme, Sara Gala, Francesca Pinna, Maia Sogos e Mirko Ena. Sono loro ad aver affrontato nel modo migliore il tema memoria e attualità negli istituti di Tempio e Arzachena. Sì, Giampiero sarebbe stato contento. E avrebbe incoraggiato i ragazzini e gli sportivi a non mollare. Così come avrebbe sferzato amministratori pubblici e i dirigenti delle associazioni che hanno anche un pensiero per gli  altri.

 

 

Mario Frongia

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