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Il mercato degli Emirati Arabi strizza l’occhio all’Agnello di Sardegna Igp. L’occasione è lo Speciality Food Festival di Dubai (7-9 novrembre) dove è presente il Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp, quest’anno con una importante novità: i tagli di carne che saranno presentati attraverso show cooking e degustazioni.
Con un consumo medio annuale di 7 kg a persona di carne ovina (in Italia la media è di 0,5 kg), gli Emirati rappresentano un mercato dalle grandi potenzialità per il settore agropastorale sardo. Qualche anno fa la presenza del Consorzio in veste di promotore della nascita di scambi commerciali con un mercato quasi sconosciuto aveva già aperto enormi prospettive grazie alla presenza dei numerosi buyer e operatori che l’evento solitamente attira. Ma ora l’esperienza conoscitiva amplia lo spettro sensoriale perché permette una conoscenza diretta delle qualità dell’agnello. Oltre 3 mila espositori provenienti da 80 paesi, distribuiti in 21 padiglioni espositivi, permettono per tre giorni al Dubai World Trade Centre di divenire il centro intermodale dei nuovi equilibri mondiali del gusto. “E noi ci siamo – commenta il presidente del Contas Battista Cualbu - ancora una volta, a rappresentare una Sardegna produttiva che cerca i suoi canali commerciali puntando, come sempre, sulla grande qualità dei propri prodotti certificata a tutti i livelli, anche e soprattutto con il marchio  Halal, ossia con le certificazioni religiose, che garantiscono il rispetto dei precetti islamici durante la macellazione e la lavorazione delle carni”. Fondamentali le collaborazioni inoltre tra gli attori della filiera. La presenza della carne d’agnello in questi giorni a Dubai è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’azienda di export Is Mellus, realtà presente negli Emirati Arabi e in Giappone e che punta a promuovere prodotti come l’Agnello di Sardegna. “Il mercato di riferimento dell'agnello IGP, viste le sue qualità uniche, sarà principalmente quello dell'alta ristorazione – spiega Alberto Caddeo, fondatore e manager della piattaforma di scambio commerciale tra la Sardegna e il resto del mondo – ma anche hotel di lusso e ristoranti delle migliori guide mondiali come la Michelin. Il prodotto verrà reso disponibile anche al pubblico privato tramite una rete di vendita specifica che ne garantisca freschezza e disponibilità continua nel mercato. A supporto della promozione stiamo portando avanti collaborazioni con chef sardi di alto livello nel mercato Emiratino e non da meno con chef internazionali che non conoscevano ad oggi questo eccezionale prodotto. Non mancheranno eventi dedicati di promozione su larga scala e eventi di degustazioni per i professionisti del settore". Un ponte verso il mondo, reso possibile anche grazie all’impegno dei macellatori, altro anello fondamentale nella proiezione verso un mercato da scoprire. La Logudoro Carni infatti è l’altro attore che ha reso possibile la presenza in questi giorni della carne a Dubai. “Già da qualche anno abbiamo aperto importanti collaborazioni per l'esportazione della carne di pecora in Oman, Qatar, Kuwait, Bahrein – spiega Giovanni Addis della Logudoro Carni -  pensiamo che i tempi siano ormai maturi per iniziare l'esportazione dell'agnello da latte IGP, filiera per la quale stiamo investendo importanti risorse”. “Risorse che sta investendo anche il Consorzio – commenta Alessandro Mazzette, direttore del Contas -, fondamentali per dare slancio e prospettiva in un periodo di forti cambiamenti globali. Basti pensare che solo il mercato della carne negli Emirati Arabi rappresenta per noi un attrattore importante dal momento che i dati ci dicono che il consumo annuale di carne ovina si aggira intorno a una media annuale di 7 kg per persona, con una popolazione che di circa 9 milioni di persone a cui si aggiungono circa 50 milioni di turisti l’anno. Inoltre consideriamo anche che qua la produttività è veramente bassa, con una importazione di prodotti dell’agroalimentare che solo dall’Italia si aggira intorno ai 300 milioni di euro. Sicuramente questa è una occasione importante con la carne d’agnello presentata attraverso gli show cooking in programma,e che vedranno all’opera lo chef Sebastiano Ferlito che accosterà la carne Igp al tartufo della Sessa Tartufi. Collaborazioni anche queste che accrescono il valore del nostro prodotto”.

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E’ stato il pranzo di Pasquetta più grande della Sardegna: 850 commensali che hanno gustato agnello di Sardegna IGP. L’occasione è stata la 22esima edizione de La Sagra de s’anzone di Bidonì che quest’anno ha registrato numeri in crescita con oltre 80 agnelli a marchio cucinati allo spiedo, all’aperto, all’interno della pineta che guarda al lago Omodeo. “Uno spettacolo che piace questo della cottura davanti al fuoco  – spiegano con orgoglio dalla proloco di Bidonì – e che contribuisce ad attirare tanti curiosi”.
Una giornata all’insegna del bel tempo, con l’Omodeo a tracciare i contorni di un appuntamento turistico e gastronomico diventato un richiamo per tanti affezionati del Barigadu. Tra i partecipanti, a maggioranza sardi, c’era anche un nutrito gruppo di turisti provenienti da fuori regione che hanno scelto la Sardegna e Bidonì per le festività pasquali.

La sagra de s’anzone, ancora una volta ha celebrato quindi un matrimonio felice, quello tra gli organizzatori della 22esima edizione (il Comune di Bidonì e la proloco con il patrocinio e il contributo della Regione Sardegna, della Provincia di Oristano, dell’Unione dei Comuni del Barigadu, Borghi autentici d’Italia) e il Contas appunto. “Il nostro principale obiettivo è stato raggiunto – spiega Marco Licheri, presidente della Proloco di Bidonì -. La nostra comunità ha saputo costruire questo evento che negli anni si è affermato ed è cresciuto anche con la collaborazione con il Contas, che appunto risponde a quella esigenza di sostenibilità che muove tutto il nostro programma: dalle escursioni alla scoperta del lago a cura delle associazioni locali, con in prima linea Jovis sos Oros de su Lagu di Daniel Fadda, fino al pranzo con il principe delle produzioni ovine sarde, possiamo dire avere trovato una formula vincente. Siamo già a lavoro per l’edizione 2024”.

 “Con orgoglio possiamo dire di essere parte di un evento che in oltre vent’anni ha saputo diventare attrattore turistico mettendo in mostra e valorizzando gli elementi paesaggistici con quelli gastronomici – spiega Battista Cualbu, presidente del Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna Igp -. Esattamente l’obiettivo a cui quotidianamente punta il nostro Consorzio che parte proprio dalla tutela dell’imprescindibile legame tra l’agnello Igp e il territorio. L’indicazione geografica protetta è un marchio che garantisce la qualità delle carni e la provenienza, e a Bidonì, in un evento dove si prediligono prodotti a chilometro zero, questo principio è stato ampiamente rispettato anche con gli altri piatti serviti durante la sagra”.
 “Questo evento dimostra che ai cittadini sardi piace la carne d’agnello – spiega Alessandro Mazzette direttore del Contas – apprezzata anche dal dal resto degli Italiani come confermano i dati delle vendite: nel centro e nord Italia si è venduto il 45% del prodotto macellato per queste festività, è normale quindi avere dei riscontri positivi da parte dei turisti che vengono in Sardegna e che ricercano la qualità garantita dal marchio, perché grazie alle campagne di informazione e alla sensibilità crescente rispetto alla provenienza degli alimenti, sono proprio i turisti che chiedono carni a marchio Igp”.

 
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