Mercoledì, 24 Aprile 2024 14:23

Cagliari, centro delle tecnologie emergenti e dell'innovazione In evidenza

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Maria Chiara Di Guardo durante il BenchMark Maria Chiara Di Guardo durante il BenchMark

La capitale delle eccellenze, studenti e start up proiettate al domani, il lavoro del Crea di Maria Chiara di Guardo, l'Università e le esigenze del territorio. Il BenchMark day, incubatore di idee e risposte avanzate ed evolute al servizio dei residenti, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche e private

Mario Frongia 

 

Dai sensori per le coltivazione degli ulivi alle serre temporizzate per l'ortofrutta. Passando per la logistica e le esigenze delle municipalità, dalla regolazione del traffico alla gestione degli spostamenti, dei team di lavoro, degli asili, delle organizzazioni e del tessuto produttivo, delle scuole. Dire Benchmarch day, a Cagliari, nella cornice creata dal Crea e dall'ateneo, con alcune tra le principali start up, più investitori e professionisti del terzo millennio, significa tanto. Se a ciò si aggiunge una spruzzata di energie nuove e fresche, la dinamicità dei mercati innovativi e la cattura di quelle che sono le opzioni offerte dall'accademia e dai suoi centri di ricerca, si intuisce quanto sia proficuo il lavoro messo su negli anni su scenari nazionali ed esteri da Maria Chiara Di Guardo e dal suo staff. L'evento tenutosi al THotel ha dalla sua quel genere di fascino e postura che piace a chi investe, sfida tempi e e mercati, ha idee che vincono e convincono. E quindi, opzioni per le nuove generazioni. Dai ricercatori ai funzionari della pubblica amministrazione, per poi incrociare le esigenze del mondo agropastorale, industriale e quell'insieme di socioeconomie indispensabile per progettare a accompagnare lo sviluppo. In Sardegna, poi, la miscela è da sempre fondamentale e cerca di recuperare terreno. Il Crea lavora su queste frequenze. Per quanti leggono e interpretano il futuro, prossimo e a più lunga gittata, l'occasione è propizia. La gara è appena agli inizi. "Abbiamo realizzato la Casa delle tecnologie emergenti di Cagliari, il Benchmark day coniuga investitori internazionali, oltre dieci start up, docenti e studenti. Il bersaglio? Creare un ecosistema di eccellenza dedicato alle tecnologie emergenti e alle Smart cieties" precisa la professoressa Di Guardo. Già prorettrice per Innovazione e territorio, direttrice del CLab di Unica e del Centro servizi d'ateneo per Innovazione e imprenditorialità, impegnata su scala nazionale in un percorso connesso a doppia mandata tra formazione di qualità e l'attenzione dell'Università al territorio. "Siamo impegnati in uno scenario che muta e richiede competenze e saperi affinati. Sì, occorre anche buon senso e intuito. I nostri giovani sanno che dalle aule e dai laboratori si può essere protagonisti di un ciclo di crescita che rivela anche importanti occasioni di lavoro" aggiunge la docente. "I settori di più forte impatto nel campo delle Tecnologie emergenti e delle Smart cities si amplia quotidianamente. Noi, al Diee, possiamo supportare, come testimoniano io vari networking affollati e ricchi di proposte nuove e interessanti, l'intero passaggio inerente il Programma di accelerazione" afferma Luigi Atzori, docente al dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica e responsabile scientifico del BenchMark day. 

Cagliari digital lab. All'evento del THotel hanno preso parte anche tre giganti di caratura internazionale. Ivo Weevers, partner di Great stuff ventures, investe in start up tecnologiche ed è specializzata in soluzioni mobile, fintech, produttività e Pmi. Feargal Brady, co-founder di venture wave capital. Irlandesi focalizzati su investimenti nel comparto della sostenibilità. Infine, Elisabeth Robinson. Fondatrice di Indaco venture partners, considerato il più importante fondo attivo in Italia, è specializzata nel settore sanitario e farmaceutico. Moderato da Augusto Coppola, docente e responsabile del Programma di accelerazione, il confronto ha aperto visioni e performance di sviluppo di forte interesse. Buone pratiche e comparti in cui inserirsi, come quelli dei trasporti e della logistica, delle produzioni agroalimentari, dei fiori e delle nuove tecnologie, hanno attraversato e offerto spunti di confronto ai partecipanti. "La Casa delle tecnologie emergenti rientra nel Cagliari digital lab. Un format nato anche grazie alla collaborazione con il comune del capoluogo regionale, capofila del progetto, Abinsula, Artes 4.0, Cyber 4.0, Crs4, Greenshare, Tim, Università di Cagliari, WiData e Wind3. Un pool che - rimarca la professoressa Di Guardo - permette  a start up e imprese del territorio di avvalersi di tecnologie d'eccellenza per lo sviluppo delle proprie idee di impresa. Il tutto, grazie all'innovazione, alla contaminazione e al trasferimento tecnologico". In sostanza, la vera partita delle economie della conoscenza. Evolute e trasversali. All'interno, con startupper e stakeholder ai blocchi di partenza, immensi spazi da esplorare e coltivare. La notizia? Cagliari può ambire a diventare centro dedicato alle tecnologie emergenti abilitate dal 5G. Ovvero, IoT, Intelligenza artificiale, Blockchain, Al e Tecnologie quantistiche. L'asticella è alta. Ma sbaglia che pensa sia invalicabile.    

 

 

  

 
 
 
Ultima modifica il Mercoledì, 24 Aprile 2024 17:17

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