Mercoledì, 25 Ottobre 2023 10:02

Gigi Riva, i colori della storia all’Amsicora

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Rombo di tuono nella tana dello scudetto del '70 Rombo di tuono nella tana dello scudetto del '70

 

Il murale sulla porta dello stadio dello scudetto, la “stamborrata” di Rombo di tuono, i ricordi dei campioni del ’70 e l’amarezza per l’attuale situazione del Cagliari. Con i dubbi sulle ultime mosse presidenziali

Mario Frongia

Le emozioni di una volta. Quelle che paiono perse per sempre. Le stesse che  animano la tifoseria: ieri, per uno scudetto che ha e avrà sempre dell’incredibile. Oggi, per un murale che ricorda Gigi Riva. All’ingresso dell’Amsicora, tempio laico e di fede indelebile assieme. Nella serata del pareggio che non sposta le cose in classifica, dà amarezza e rende incerto il percorso della squadra di Ranieri, l’inaugurazione. Con i campioni del tricolore, Tomasini, Brugnera, Greatti e Reginato, accompagnati dai tanti che hanno vestito i colori rossoblù, Quagliozzi, Piras, Copparoni, Bellini, Gattelli e Roccotelli, ma senza di lui. Rombo di tuono è rimasto a casa. “Ci abbiamo provato sino alla fine. Pareva esserci una piccola speranza. Poi, a me e a mio fratello Mauro ha detto che sì, sarebbe venuto a vedere il murale. Ma quando non ci sarebbe stato nessuno” ha spiegato con un sorriso Nicola Riva, primogenito del bomber. Insomma, la festa curata dal Comitato una statua per Riva - idea impantanatasi tra mille pastoie burocratiche nonostante una proficua raccolta fondi - è stata un ritrovo per non dimenticare. I figli di Riva, i campioni, Andrea, figlio di Stefano e nipote dell’Arrica architetto del titolo ‘69/70, tanti tifosi. Alcuni con gli occhi lucidi. La storia che non si scorda e aiuta a capire l’attualità. “È impressionante che a distanza di mezzo secolo ci sia ancora tanta gente che ricorda mio padre e questo gruppo di giocatori. Il motivo? L’essere stato sempre tutto d’un pezzo, coerente. Non l’ho mai sentito dire una bugia” ha aggiunto Nicola Riva. “Era il nostro condottiero. Giocavamo per lui, da Albertosi in avanti, la difesa era impermeabile. E riuscivamo a vincere. Anche perché erravamo tutti molto amici. Ricordo che prima di un Cagliari-Torino negli spogliatoi ci prese in disparte e ci disse che dovevamo vincerla a tutti i costi perché Mario Martiradonna doveva finire di pagarsi la cucina!” ha aggiunto Beppe Tomasini. “Eravamo in sedici, contati, non ti poteva venire un raffreddore. Gigi insuperabile e determinante ma farci gol era un’imrpesa per chiunque” ha segnalato Adriano Reginato. “Il nostro gioco? Partiva da Cera, mi arrivava la palla e sapevo di avere diverse possibilità: due cavalli di razza come Nené e Domenghini ai fianchi, o la verticalizzazione su Gigi. Sì, era un altro calcio e noi eravamo una grande squadra” ha rimarcato Ricciotti Greatti. Alle spalle del regista, un grande 10 prima dello stesso Brugnera, di Matteoli e Zola, il murale firmato dall’artista con mostre ed esposizioni in mezzo mondo, Giorgio Casu, con il supporto dell’associazione culturale Skizzo di San Gavino Monreale. E quando dagli organizzatori con il presidente del Comitato, Pietro Porcella, viene letto il telegramma del presidente della Repubblica, anche il traffico, nella piazzetta Campioni d’Italia, tra via Cagna e viale Diaz, pare fermarsi: “Gigi Riva ha scelto di essere sardo, di condividere i valori identitari e umani della vostra terra. Oltre a essere un grande campione e un indimenticabile protagonista del calcio italiano - ha scritto Sergio Mattarella - rappresenta un esempio di lealtà sportiva, una testimonianza straordinaria per le nuove generazioni”.

Applausi e un filo di commozione. Il recordmen, 35 reti in 42 gare in Nazionale, a mezzo secolo dall’ultima rete siglata in azzurro (il 23 ottobre 1973, qualificazioni per gli Europei, 2-0 sulla Svizzera, Rivera su rigore e Gigi a chiuderla), scuote le anime degli sportivi. A pochi passi dall’area di rigore dove fu il propiziatore del gol dell’1-0 al Bari, in quella domenica 12 aprile 1970 che sancì lo scudetto matematico a Cagliari, al Cagliari e all’intera Sardegna, inclusi i 150mila emigrati, Mario Brugnera si concede un sorriso: “Lo provavamo in allenamento. Gigi mi diceva, se finto di venirti incontro, mettimela sul secondo palo. Se vado largo, dammela corta. Su una punizione a dieci metri dal limite dell’area, sulla destra, scelse la prima e gli misi la palla lunga. Segnò di testa in tuffo. Poi, Bobo Gori fece la rete del 2-0”. Che storie e che tempi!

Amarezza e dubbi. L’inaugurazione del murale, che riproduce la classica “stamborrata” del mancino di Riva, si è svolta a neanche un’ora dal pareggio del Cagliari a Salerno. Mondi diversi. Per stile, qualità tecniche, sensibilità umane. “Mio nonno e mio padre Stefano mi hanno raccontato di quello scudetto. Ho visto filmati, foto e letto tanti libri. Erano belle persone” ha aggiunto Andrea Arrica. Belle e diverse. Adesso, dopo la miracolosa promozione in A voluta e costruita sui cocci da Claudio Ranieri, la squadra è in forte difficoltà. Organico inadeguato alla categoria nonostante le precise indicazioni estive del tecnico, un percorso che pare più teso a raccogliere sponsor, come la catena di market Crai che da qualche giorno dà il nome al centro di Assemini. Nel frattempo, il presidente posta video che dimostrerebbero un fallo da rigore su Prati e protesta per il penalty assegnato da Chiffi, su richiamo del Var, per il mani di Viola. È il calcio, bellezza, può dirsi parafrasando Humphrey Bogart. Ma non è tutto. Avantieri la Lega ha firmato il contratto quinquennale sui diritti tv per la serie A con Sky-Dazn pari a 900 milioni di euro l’anno. In pratica, il salvagente per numerosi club di prima e seconda fascia, denari senza i quali la bancarotta del sistema, come evidenziato dagli analisti, sarebbe certa in breve tempo. Ebbene, hanno votato sì diciassette società. Nel trio dei no, con Salernitana e Napoli, astenuto, anche il Cagliari. Un altro passo che testimonia diverse cose. Di certo, una solida intesa (!) con gli altri club e un gesto proficuo per le tv aggiudicatarie.

Ultima modifica il Mercoledì, 25 Ottobre 2023 10:30
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi