Venerdì, 12 Gennaio 2024 14:39

“Dobbiamo migliorare dietro. Altrimenti si fa dura”

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Salita sempre più ripida per il Cagliari di Claudio Ranieri Salita sempre più ripida per il Cagliari di Claudio Ranieri

Claudio Ranieri, un Cagliari con i cerotti, bloccato sul mercato dall’Indice di liquidità, che aspetta il Bologna quinto in classifica: “In attacco siamo in emergenza”

Mario Frongia

Dall’indice di liquidità alla lista degli infortunati, passando per i numeri del Bologna e di quanto sia fondamentale un concetto: “C’è solo da lavorare”. Claudio Ranieri a 48 ore dal match casalingo con gli emiliani ha poco da tergiversare. Intanto, apre con l’in bocca al lupo a Sven Goran Erikssson: “Mi dispiace che il destino si sia accanito su una persona stupenda”. Pausa. Poi, si entra nel vivo. “Ho visto il Bologna in Coppa Italia, eliminata ai rigori dalla Fiorentina: è una signora squadra. Ha il numero di passaggi più alto in generale e nella propria metà campo e il terzo nella verticalizzazione: significa che ti vuole addormentare con il palleggio per poi cercare l’imbucata. Dovremo stare molto attenti”. Ma non è tutto.  “È una delle squadre che ha fatto più punti rispetto all’anno scorso. Sono a +9, complimenti alla società per gli uomini che ha preso e a Motta che li fa giocare bene. Tra l’altro, sono quinti per falli nella metà campo avversaria: tu prendi palla e ti vengono subito ad aggredire. Sì, è una signora squadra. Zirkzee out? Non conosco le scelte di Thiago ma so che gli manca un campione che mi piace tantissimo. Ha qualità, senso d’appartenenza, è una punta e non è una punta, calcia in porta e la trova. Giocatore immenso, complimenti e chi l’ha scelto”. E il Cagliari? La prospettiva è nitida: “Dobbiamo migliorare, abbiamo preso 32 gol, troppi. Nel 20/21 ne abbiamo presi 37, quando siamo retrocessi alla fine del girone d’andata erano 40. Stiamo facendo meglio ma dobbiamo migliorare, perché così non ce la facciamo. Ci dobbiamo impegnare di più, essere più pratici e determinati”. E la classifica? Sir Claudio va dritto per dritto: “Dobbiamo metterci l’elmetto e combattere sino alla fine. Siamo lì con diverse squadre. Nessuna è sicura di essere salva. Sarà una lotta senza quartiere”. Quindi, la frase che certifica sia il flop del mercato estivo sia le condizioni della cassa societaria: “Sappiamo che non possiamo concorrere al mercato, anche per via dell’Indice di liquidità, se prima non vendiamo qualcuno”. La risposta del presidente, di qualsiasi presidente!, potrebbe essere semplice: immettere capitale freschi, oltreché evitare di ripetere operazioni fallimentari come l’acquisto dei due centrali stranieri, rivelatisi inadeguati per la A. Ma non è aria.

I superstiti. “L’influenza ci sta dando problemi. Oltre a Luvumbo e Shomurodov mancheranno Oristanio, Mancosu e Lapadula. Capradossi sarà con noi. Mentre Desogus ha fatto i primi allenamenti e viene in panchina: per ora l’ho visto solo in infermeria. Sì, siamo in emergenza attacco”. Attacco spuntato e con poche alternative. Sir Claudio accelera: “Pavoletti e Petagna possono giocare insieme, l’ho fatto anche altre volte. Trarrò le mie conclusioni alla vigilia. Pereiro? Con lui sono arrabbiato perché ha grandi colpi. Ma i ritmi della A non sono i suoi. Per il resto dipende da lui. Chi vuol restare mi fa contento”. Sul futuro, salvezza o meno, mercato e contratti di alcuni big in scadenza (Nandez, Viola, Mancosu, Pavoletti eccetera), poche storie: “Ho da pensare al Bologna, devo ragionare un giorno per volta”. Da un uruguaiano all’altro: “Con Nandez ho parlato a inizio campionato. Gli ho detto che non mi interessa del suo contratto e delle condizioni economiche. L’importante è che si alleni bene. Nahitan si carica sulle spalle la squadra, mette entusiasmo”.

Passo indietro. Claudio Ranieri rivede la partita e l’1-1 di Lecce: “Siamo stati attenti e ho fatto i complimenti ai ragazzi. Ma non basta, serve fare di più e meglio.  Avevamo di fronte una squadra che nelle prime undici partite ha fatto cose immense. Ma spesso cadiamo in errori e disattenzioni che ci costano cari”. Si torna alla prima stagione del trio Ranieri-Orrù-Longo. Anche allora, 1990/91, il giovane allenatore di Testaccio chiedeva e costruiva coesione nel gruppo. “Una delle cose che nel mio modo di allenare non ho mai cambiato. Come si trova questa compattezza? Lavorando. Non  conosco altre strade o chissà quali alchimie. Giorno dopo giorno parlo con i ragazzi, anche per migliorarli singolarmente. Dobbiamo essere sempre attenti. La concentrazione evita di concedere gol facili”. La chiosa è efficace: “Non possiamo permetterci leggerezze come nel girone d’andata. La serie A è un bene troppo prezioso per metterlo a rischio”.

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 12 Gennaio 2024 14:46
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi