Domenica, 14 Aprile 2024 22:58

Cagliari, luci a San Siro In evidenza

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La gioia di Lapadula a fine gara La gioia di Lapadula a fine gara

I rossoblù, 17 reti in rimonta, vanno sotto, pareggiano e ribattono colpo su colpo e con equilibrio alle manovre nerazzurre. Shomurodov e Viola firmano il pareggio. Ranieri azzecca la strategia e la salvezza si avvicina. Ranieri: "Il segreto? La forza del gruppo!"

Mario Frongia

All’Inter che puntava di battere il record di punti e di andare al derby del 22 aprile con la certezza di potersi prendere scudetto e stella, il Cagliari va di traverso. La formazione di Ranieri, che mette la colla agli uomini di Inzaghi, legge la partita. E non sbaglia. Difesa, attesa e ripartenza. Come un tempo, ma funziona ancora. In più, cuore e concentrazione. Adesso, con 17 punti presi in rimonta - meglio in A ha fatto solo il Napoli - testa alla Juventus. I 13 punti - e sono 13 anche le reti segnate da subentranti - nelle ultime otto gare sono la patente che porta a meritare la A. Frutto dell’ennesimo miracolo, anche se non è finita, di sir Claudio. Che a fine gara dice: "Il merito è del gruppo. Questi ragazzi non mollano mai". L’Inter passa dopo 13’, crea diverse occasioni pulite (Di Marco, Barella, Thuram). Ma il Cagliari tiene botta e con Luvumbo e Shomurodov, occasione ciabattata tra le braccia di Sommer, impensierisce i futuri campioni d’Italia. Il primo tempo, con la sostituzione di Jankto - che esce infastidito e va negli spogliatoi senza aspettare la fine del tempo - per Prati, è grosso modo questo. Con il Cagliari che riparte bene in contropiede e l’Inter che annoda palloni e manovra. Quella che porta all’1-0 (Thuram, tredicesimo in stagione, su assist perfetto di Sanchez) è da manuale. Ma c’è da chiedersi quali rovelli abbia dovuto sciogliere il maestro della pretattica. Claudio Ranieri parte con Hatzidiakos, Obert e Di Pardo. Ovvero, eccetto Mina e Augello, difesa e  mediana rivoluzionata. Cinque difensori per fare massa critica, più Sulemana e Makoumnou con Jankto e Luvumbo alle spalle di Shomurodov. Un pullman che non basta. E la dice lunga sull’atteggiamento. L’Inter va a mille, unici in leggera ombra Bastoni, Mkhitaryan e Calhanoglu. Segna anche Barella, gran gol di testa, ma è in offside. Poi, Di Marco grazia Scuffet da due passi. Ci sta. Però, anche se la mossa difensivista piace poco, paga: il Cagliari prende il gol, balla ma rimane in partita, non si disunisce e quando riparte fa correre qualche brivido a Inzaghi e ai settantamila di San Siro. In attesa della Juventus - 20.45 venerdì 19 alla Domus -, con le avversarie che rallentano e la quota salvezza che si abbassa, il binario per mantenere la categoria si sta delineando. Ma è meglio stare in campana. Intanto, Sir Claudio senza gli squalificati Nandez e Deiola, tiene in panca Zappa, Gaetano, Dossena ("Era in diffida, Mina, che ha sempre qualche acciacco, mi ha detto che se la sentiva. E ho scelto lui"), Viola e Lapadula. E impedisce all’Inter di dilagare: meglio non scordare che tra le due formazioni ci sono 55 punti di distacco!   

Nella ripresa la musica non cambia. L’Inter, a tratti un po’ leziosa e inconsciamente certa di potersi prendere i 3 punti, gestisce tempi di gioco e intensità. La ragnatela fa ballare i rossoblù, a cinque dietro. Sulemana e Makoumbou macinano chilometri tra raddoppi e filtraggi. Ma il possesso dei padroni di casa (73mila spettatori, milletrecento con il cuore rossoblù) è stordente. Ma Scuffet non rischia. Ed è questo l’obiettivo di sir Claudio: lasciare la palla ai nerazzurri e provare a ripartire. Il tiro di Obert, Sommer blocca, spiega la strategia.  Se Barella e soci accelerano la pressione rossoblù non basta. Luvumbo sale al centro, Shomurodov ne esce. Scuffet dice no alla botta su punizione di Calhanoglu. Inzaghi inserisce Frattesi per Mkhitaryan. Un attimo dopo il Cagliari pareggia al 20’ con un destro di Shomurodov, su sponda esatta di Luvumbo. Inter sorpresa. Ci prova Sanchez, a lato. Ranieri gongola, i suoi mostrano personalità ed equilibrio. La trincea regge. Poi, Fourneau fischia il rigore per mano di Mina su gurata di Frattesi. Batte Calhanoglu, 2-1. Inzaghi toglie Di Marco, Sanchez e Darmian per Arnautovic, Carlos Alberto e Dumfries. Ranieri risponde con Zappa, Viola e Lapadula per Luvumbo, Shomurodov e Di Pardo. Totalmente ribaltato l’assetto offensivo, dalla velocità dei primi alla tecnica e al ragionamento dei subentranti. Altra mossa che produce risultati. Anche perché c’è Viola. Dopo averla risolta con l’Atalanta, ecco il gol del 2-2, sinistro e quinta rete su rimpallo di Lapadula. Due  minuti dopo la mezzala sfiora il palo. L’Inter subisce il colpo. E sempre Viola ha la palla del 3-2 con incornata centrale che Sommer blocca: "Peccato, sarebbe bastato schiacciarla. Ma va bene così" aggiunge Ranieri. Il frutto dell'ennesima ripartenza di qualità. Tre vittorie, due pareggi, una sconfitta: un ruolino incoraggiante. Anche perché aver ripreso la partita in casa dei primi in classifica non è da tutti. "Dopo Atalanta e Inter ci saremmo potuti ritrovare a secco: è invece - gioisce Ranieri - è andata diversamente. Il merito? Non è mio ma dei ragazzi. Sì, abbiamo preso un punto pesante".       

Notarelle

Nicolò, complimenti! Centododici partite e sette reti in rossoblù, nel 2014 debutto in Coppa Italia ad opera di Gianfranco Zola, in A per mano di Gianluca Festa, tre anni dopo capitano più giovane nella storia del club. Nicolò Barella, fascia al braccio contro la sua ex squadra, nel frattempo è tra le mezzali più forti al mondo.

Ultima modifica il Domenica, 14 Aprile 2024 23:16
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi