Mercoledì, 22 Maggio 2024 09:36

Suerte, sir Claudio! In evidenza

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Claudio Ranieri lascia da gran signore (Ccorrieredellasera) Claudio Ranieri lascia da gran signore (Ccorrieredellasera)

 

Il tecnico lascia a testa alta dopo aver compiuto il secondo miracolo in diciotto mesi. Nonostante la distanza siderale dai modi e dalle vedute del patron, con una rosa modesta Ranieri ha scritto un’altra pagina indelebile di storia rossoblù

 

Mario Frongia

 

Game over. Sir Claudio dà una sistemata agli occhiali e solleva le braccia al cielo. Il saluto arriva domani, nel post Fiorentina. Impossibile ci sia un dietro front: il video postato ieri dal tecnico di Testaccio è esaustivo. La notizia colta da chiunque? Neanche un cenno alla società, meno che mai al presidente. Va via a testa alta. Ringraziando e senza ripensamenti. Adorato dalla tifoseria. La scelta è tosta. Umanamente difficile e comprensibile: “Lasciare adesso è giusto” dice nella clip da tre minuti e qualcosa. Ranieri non ha avuto bisogno di tirare la monetina. A Cagliari ha scritto la storia, meglio non sciuparla. Rischiando di ripartire tra interferenze, spifferi, caccia al business, soluzioni senza logica e last minute. Che, meglio ricordarlo proprio quando in tanti si prodigano nel dimenticare - ben insufflati sul tema -, ha portato a un organico di qualità tecniche modeste, tra infortunati cronici e da riabilitare. Peggio, male assortito e lontano dai suoi desiderata. Ovvero, l’incipit della scorsa estate. Meglio chiamarsi fuori per tempo. Con un sorriso e l’ennesima magia. Lontano dalle manovre di una proprietà che non è riuscita a stare distante e a dare le risposte giuste. “Abbiamo preso i giocatori che voleva, compresi i due difensori internazionali” le parole scombinate di Tommaso Giulini. Quel giorno il Cagliari perde 3-1 in casa con la Lazio. La prestazione è sconcertante. L’allenatore spiazza l’entourage e il capo supremo. Si dimette. Saranno i veterani, con in testa capitan Pavoletti, a farlo desistere. Il patron gli appioppa la fallimentare campagna estiva, un filo rattoppata a gennaio con Mina e Gaetano. Ranieri stringe i denti, si riparte. Si soffre e tanto. Eppure, l’allenatore della leggenda Leicester non molla. Rintuzza il fuoco amico, blinda la squadra. Ma la trama è chiara: la rosa del Cagliari è modesta. Ventisette gare tra le ultime tre, difesa e attacco tra le peggiori cinque. Un dna preciso, ieri e oggi: come si è visto, la salvezza è arrivata solo sull’orlo del baratro. Come quasi sempre nei dieci anni di proprietà giuliniana. Fanno eccezione le annate con Massimo Rastelli - tuttora recordmen da debuttante in A con 47 punti e l’undicesimo posto - e Rolando Maran.  Ranieri sa il suo.  Aveva chiesto due centrali che conoscessero la A e un attaccante da doppia cifra. Hanno toppato in entrambi i casi. “Ho indicato il calciatore A. Mi hanno fatto scegliere tra B e C. Sono io il responsabile del mercato?” La frase è di Maurizio Sarri. Ma non si sbaglia di molto a sovrapporle comodamente sul Ranieri pensiero. Troppo educato ed elegante per dibattere con il patron. Un vero sir. Capace di chiamare e portare il presidente di fronte ai tifosi al Mapei, dopo il 2-0 salvavita di domenica scorsa: regalo inaudito ma signorile.

 

Abissale divario di vedute e di comportamenti. Insomma, una storia con un solo vincitore, il tecnico di San Saba. Che lascia con orgoglio e rispetto verso i tanti sostenitori “che ci hanno sempre soffiato dietro, anche quando le cose andavano male!” Coraggio, onestà e mestiere, merce rara per tanti. Anche perché a tutto c’è un limite. Sa che, proseguendo, potrebbe anche perdere la pazienza di fronte a strategie velleitarie, opache, messaggi, incursioni. Così, dice basta all’essere mantello buono per coprire inadeguatezze e insufficiente disponibilità finanziaria: non a caso il patron in queste ore ha dettato la possibilità di poter lasciare. Parafulmine per la tifoseria - forse anche per le attività industriali esterne - Ranieri chiude da gran signore. Ha sempre detto che a Cagliari, dove è iniziata, si sarebbe chiusa la sua carriera. Magari, potrebbe ripensarci per la panchina di una Nazionale. Ma è dura. Lo attende la moglie Rosanna, la figlia Claudia - sposata con l’attore Alessandro Roja (il Dandi della serie Romanzo criminale) - che gli ha dato il nipotino Orlando. L’uomo, cittadino onorario di Cagliari, è stato unico. Ha protetto i suoi ragazzi. Li ha messi nella condizione di superare asticelle inimmaginabili. È stato un mostro nel creare spirito di squadra, mentalità, sacrificio, motivazioni. Lascia i Quattro mori tra le migliori venti d’Italia. Esce alla sua maniera. Vedute troppo diverse, modi e approcci distanti anni luce dal già consigliere d’amministrazione dell’Inter.

 

Feeling impossibile da costruire. “Presidente, perché chiunque incontri, tutti mi parlano male di lei?” è stata la risposta durante un’intervista al direttore di un quotidiano. I sassolini sarebbero tanti. Claudio Ranieri va oltre. Nel video manda un abbraccio a tutti i sardi, tifosi e sportivi. Gli sfugge di certo anche qualche lacrima: “Mi sento uno di voi, fin dalla prima volta”. Lontano 1988, chiamato da quel gran signore di Tonino Orrù, presidente vero, usato per imbonire la piazza, come Gigi Riva, da chi non se lo può permettere. Porta i rossoblù dalla C alla A. Firma la salvezza nel massimo campionato: un’impresa epica. Torna lo scorso anno. Subentra a Liverani, con Giulini messo spalle al muro dall’ambiente. Ranieri tentenna, sa e non si fida. Poi, cede, per un mix di affetto e riconoscenza verso una città e una terra da cui ha preso il volo, dopo aver allenato la Puteolana. A gennaio del 2023 sbarca ad Asseminello. Trova la squadra quattordicesima, stordita, a un passo dai play out Ma ha da subito le idee chiare. E le ha sempre avute. Chiede rinforzi, arrivano Azzi e Prelec. Coglie comunque i play off da quinta. La rete di Pavoletti a Bari nell’extratime è la cornice di un sogno che diventa realtà. Riparte in A, chiede pedine adeguate e per tempo. Non arrivano e si ritrova in mezzo al guado. Ma coglie comunque la permanenza, e i tanti denari per il club, nella massima serie. Al Cagliari chiude qui e così. Con un miracolo forse ancora più impattante e complicato di quello della scorsa stagione. Miracolo e condotta esemplare. I saluti sono commoventi, dal ricordo di Riva alle “libecciate”. Ha 72 anni. “Grazie a voi, nelle rimonte in casa siete stati decisivi” è la sintesi dell’addio. La società si affanna con un sontuoso quanto scontato post di riconoscenza. Chi gioca sul filo dell’abisso monta il toto allenatore (Juric?). Il mondo dello sport fa quel che deve e gli invia un gigantesco e sincero tributo. La tifoseria più attenta aveva capito da un pezzo. Suerte, Claudio. I dettagli? Pochi. Ma si scopriranno tra meno di 24 ore, nella pancia della Domus. The end.

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Maggio 2024 10:05
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi