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Lunedì, 29 Maggio 2023 07:58

Cagliari-Venezia 2-1, il pass per il Parma

Doppietta di Lapadula e tutti a casa. Cagliari-Venezia 2-1 e il pass per la prima semifinale dei play off con il Parma, sempre in casa, è in cassaforte. Che poi contro i lagunari nella ripresa si sia visto un arretramento del baricentro e il braccino nel trovare la giocata, è un’altra storia. Fotografata dall’accelerata del Venezia, che ha anche accorciato con Pierini, e dalle numerose occasioni da gol costruite dalla squadra di Vanoli.

Il 2-1 sancisce la giusta ricompensa per la squadra di Ranieri. Ma con il Parma serve di più e meglio. Le gare vanno chiuse e non sempre ci può pensare il centravanti italo peruviano, giunto a 24 reti in stagione. A dirla tutta, il canovaccio raineriano è stato quello solito: spirito di sacrificio, motivazioni allo spasimo, solidità difensiva, rapidità e verticalizzazioni in mezzo, spinta possibilmente senza riferimenti sulle corsie esterne e poi...ci ha pensato Lapadula. Il tecnico ha imperniato su una concentrazione quasi ossessiva un gruppo spaesato e allo sbando per un intero girone d'andata. Ed è ovvio che la colpa non può essere stata tutta di Fabio Liverani. Adesso, emerge un poker di protagonisti che è la vera mano vincente di Claudio Ranieri: Alberto Dessena, Antoine Makoumbou, Nahitan Nandez e Gianluca Lapadula.

A stare cauti ce n’è abbastanza per inchiodare i parmigiani martedì alla Domus. Con Vasquez, Camara e Man autentiche bestie del Cagliari, Pecchia andrà a cercare la ripartenza palla a terra. Il primo step che vale la finale per risalire in A passa anche dalla conta di chi può e sa dare il massimo. Cagliari-Parma sarà lezione di calcio, comunque vada. Al di là del modulo, quel che daranno i rossoblù nel primo scontro diretto delle semifinali play off, fa capo alla strategia curata da Claudio Ranieri. Il tecnico ha in mano il gruppo, ne conosce limiti e pregi, sa quando alternare e variare, posizioni e qualità. Nei vari scenari, può rimescolare le carte. Sapienza, esperienza e anche quel giusto filo di buonasorte che accompagna gli audaci. Intanto, onore al merito: appena cinque mesi fa pensare di giocare per risalire in A sarebbe stato da idioti o incompetenti. O le due cose assieme. Troppo sbalestrata la squadra, vittima di ingerenze presidenziali, acquisti sbagliati, dirigenti, giocatori e tecnici nel solito calderone tra cacciate e delegittimazioni. Insomma, il plauso al tecnico è doveroso. La sfida  con andata e ritorno vede i parmigiani in vantaggio negli scontri diretti. E se Vasquez è l’asso di Pecchia, Marco Mancosu, uscito dopo 45' nel match vittorioso con il Venezia, è fondamentale per il raccordo e per la qualità tecnica. Anche Pavoletti e Rog, in panca e uno scorcio nel finale contro i veneti, potrebbero partire dal via. Si vedrà.

Ranieri pare intenzionato a confermare Deiola con Azzi, in grande spolvero nella ripresa contro Zampano e soci, che si candida. La lezione di Sir Claudio è stata applaudita a dovere. Il pubblico ha saputo fare il resto. Un successo cucinato con pragmatismo e mestiere. "Concentriamoci sul Parma ma con il Venezia non è stato facile. Chi è venuto allo stadio pensando che non avremmo sofferto sa poco di calcio o non conosce i play off. Ringrazio il pubblico, ha dato ai ragazzi una grande coesione". Insomma, piedi per terra con la testa giusta. L'anticamera dell'obiettivo: sconfiggere la squadra di Fabio Pecchia.

 

Mario Frongia

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Sabato, 20 Maggio 2023 22:29

Venezia, ancora tu!

Quinto, alla pari con il Parma che ha però la meglio per gli scontri diretti. Il Cagliari di Claudio Ranieri ha dominato e battuto il Cosenza al “Marulla” e si appresta a ricevere il Venezia. Ai tifosi non sfugge l’acchito: in Laguna i rossoblù un anno fa sono retrocessi vergognosamente, con i padroni di casa già in B, imbottiti di Primavera, e la Salernitana che contemporaneamente si è suicidata in casa. Bastava un punticino per stare in A. Adesso, di nuovo i lagunari. Sabato prossimo alla Domus, gara secca: in caso di parità passa il Cagliari. E chi vince se la vedrà con il Parma. La corsa al terzo posto che riporta tra le migliori venti del pallone italiano dominato dal Napoli scudettato di Spalletti, vede in lizza anche Bari, SudTirol e Reggina, capace di estromettere nell’extratime il Palermo. Insomma, ci sarà da soffrire. Con la tifoseria che ha piena fiducia in Lapadula (capocannoniere con 21 reti, bottino suggestivo che riporta alle imprese di sua maestà Gigi Riva) e soci. La quarta vittoria di fila firmata Claudio Ranieri è stata la giusta ricompensa, comunque vada a finire, per quello che è stato un miracolo a tutto tondo. Il tecnico a Cosenza ha risparmiato dal via Goldaniga, Luvumbo, Makoumbou e Nandez: erano  in diffida.

Il match si è messo subito al meglio con due puntate di Pavoletti. I padroni di casa hanno risposto ma Radunovic non ha corso grandi rischi. Al gol partita di Lapadula il gruppo ha capito che si poteva salutare la Calabria da vincitori. Il centravanti italo peruviano ha poi colpito anche due legni. Insomma, 1-0 e tutti a casa. In attesa del Venezia. Un faccia a faccia per non dimenticare. La retrocessione e la pochezza del girone d’andata, innanzi tutto. Per dire, con Ranieri la media punti a partita è stata portata dall’1,22 di Liverani all’1,84. E non guasta rimarcare che il Genoa di Gilardino, in A senza passare dal via, ha una media di 1,89 punti a gara. Il tecnico di San Saba ha conquistato 35 punti, frutto di 9 vittorie, 8 pareggi e 2 sconfitte. I gol segnati sono stati 28, 11 quelli subiti: con Liverani 22 all’attivo e 23 al passivo. La cura Ranieri è stata e rimarrà una pagina scritta in bella grafia. Gli ultimi quattro successi consecutivi riassumono - per mentalità, consolidamento e organizzazione - la bontà del lavoro fatto dal tecnico e dal gruppo. Adesso, testa e cuore al Venezia. Con la rabbia agonistica di chi, nella vita e nello sport, deve avere buona memoria.

 

 

Mario Frongia

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Domenica, 14 Maggio 2023 09:47

Cagliari, le magie di Claudio Ranieri

Un piccolo grande miracolo. Claudio Ranieri e il Cagliari, dalla prima con il Como di Fabregas al Palermo di Corini: un girone di ritorno che per punti fatti vede i rossoblù appena dietro a Frosinone e Genoa, le prime del campionato, volate in A direttamente. Ma non solo. Sir Claudio ha preso un gruppo reduce da una retrocessione orribile, costruito male e gestito peggio. È arrivato e ha trovato macerie e contestazioni, dal presidente allo staff tecnico. Uno spogliatoio devastato e senza spirito, calciatori scontenti, infortunati, ingrigiti. Asseminello è stato colpito dalla cacciata di Liverani, e, a seguire, del direttore generale e sportivo, Passetti e Capozucca, del team manager e del tecnico aggiunto, Muzzi e Pisacane. Con la classifica che vedeva il Cagliari più vicino alla coda che alla testa. E comunque, ben al di sotto dei soliti proclami societari, estivi e invernali. Il tecnico di San Saba, ha saputo rivitalizzare il gruppo, ha messo a posto la difesa, ha dato equilibrio ai reparti, ha saputo tirar fuori dai suoi una crescita mentale e agonistica imprevedibile. Un miracolo, appunto. Scandito dall’imbattibilità casalinga e da due sole sconfitte in trasferta, Modena e Parma. Testa, lavoro e ancora lavoro. Un viaggio che ha permesso di conquistare matematicamente i play off a due turni dalla fine della regular season, dopo il sontuoso 5-0 rifilato al Perugia al “Curi”. Insomma, una magia. Senza scordare che l’allenatore ha saputo assorbire anche una modesta campagna di riparazione al mercato di gennaio: aver fatto diventare un play serio e, forse, da categoria superiore, l’acerbo e farraginoso Makoumbou è la sintesi pregiata del lavoro di mister Leicester; “Non è Kanté ma sono tranquillo”. Aver messo Lapadula in condizioni di volare fino ai 20 gol attuali, bomber della B, è un altro ottimo risultato, così come aver dato fiducia a Dossena, Azzi, Obert, Kourfalidis e Lella. Per non parlare della rigenerazione di Nandez, Zappa, Di Pardo, Mancosu e dello stesso Prelec. Mosse che, oltre a rimpinguare il valore economico del gruppo, hanno messo in luce la serietà e il pragmatismo del coach romano. Su queste frequenze i tifosi più anziani non si sono sorpresi più di tanto. Claudio Ranieri è il debuttante che oltre tre decenni fa ha preso il Cagliari degli Orrù, lungimiranti e competenti, dalla C dell’Amsicora e, con l’abilità di Carmine Longo, l’ha portato in A. Chi l’ha conosciuto, nonostante abbia allenato e vinto in mezza Europa con le big e al timone di squadre in forte difficoltà, ne ha ritrovato i tratti umani e professionali.

Ma adesso, compiuta l’opera, serve il guizzo. “Andiamo a Cosenza per vincere. Anche loro si giocano un pezzo molto importante di stagione. Ma noi non possiamo staccare la spina. Sui play off sappiamo che sono una lotteria, rispettiamo tutti ma non temiamo nessuno. Spero siano quattro partite, nelle gare secche può succedere di tutto” le parole del tecnico nel dopo Palermo. Il 2-1 rifilato ai rosanero di Corini ha chiuso il cerchio. Il perimetro tattico, agonistico e organizzativo del collettivo, oltre alle motivazioni individuali, sono al top. Il Cagliari è a quota 57. Sesto posto, alla pari con il Parma che però vanta uno score migliore negli scontri diretti. La quarta piazza è del SudTirol, pari in rimonta con il Cittadella, con 58. In breve, tutto può accadere. Anche che si agguanti il quarto posto: se la squadra di Bisoli e i parmigiani non vincono le prossime a Modena e con il Venezia (la squadra più in forma delle prime otto), battendo il Cosenza Pavoletti e soci possono evitare il turno preliminare. In caso contrario, con la classifica attuale, i rossoblù dovrebbero affrontare nei preliminari il Venezia alla Domus. Venerdì prossimo in coda e in testa si decide un torneo combattuto come non mai. Il Cagliari sa quel che deve fare. Poi, si faranno i conti.

 

Mario Frongia

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Martedì, 02 Maggio 2023 10:06

Cagliari, a Perugia cerca di mettere la freccia

Claudio Ranieri nel 1998/99 ha allenato Cristiano Lucarelli al Valencia. Il centravanti mette a segno 3 reti in 19 gare. L’annata del livornese è costellata di infortuni. Di quel gruppo fa parte anche un brasiliano, un certo Romario. Ma questa è un’altra storia. Ventiquattro anni dopo il maestro ha dato una spazzolata all’allievo. La storia aiuta ma Cagliari-Ternana non è stata una gita. Anzi. Gli spunti - tutti con la pancia piena visto il 2-1 e il sesto posto con 51 punti - sono diversi.

Con il segno più la capacità di non mollare e quell’aver trovato nella mezza rivoluzione tra primo e secondo tempo una decisiva risposta tattica, umorale e di approccio. Sir Claudio ci ha riso su: “Cambiare quattro uomini dal 1’ significa aver sbagliato la formazione iniziale? L’ho fatto anche alla Samp anni fa (con il Toro, 2-2, ndr)”. Il tecnico nel dopogara ha glissato così. Ma dietro il sorriso ha mostrato la certezza di aver preso il gruppo per i capelli. “Abbiamo mezzo piede nei play off” ha aggiunto. Un piede e mezzo, a tre turni dalla fine, se si guarda ai risultati della giornata. Condita dai pareggi di SudTirol e Genoa, dal Bari bloccato in casa dal Cittadella, dal Parma ripreso a Benevento, del Palermo bloccato dal Como. Ma soprattutto dalla sconfitta del Pisa ad Ascoli. Mentre il Frosinone di Fabio Grosso vola matematicamente in A battendo la Reggina, il Cagliari affila i denti per la trasferta di Perugia, anticipo di venerdì. Partita non semplice, anche per le assenze di Rog e Dossena (squalificati), Mancosu e Falco acciaccati e Pavoletti, rientrato per un tempo con la Ternana, che accusa fastidi alla caviglia. Il quadro induce a cautela. Ma dal match con la formazione di Lucarelli va annotato la presenza in tabellino di Deiola e Zappa: “Perché non si dicesse che siamo Lapadula-dipendenti ho detto a Gianluca di non segnare. E ci hanno pensato gli altri” ha scherzato Ranieri. Di fatto, il duo tra i più bistrattati della rosa, ha confezionato la vittoria. Meritata e combattuta. E siamo ai fattori in ombra. Dopo l’1-0 ad appena 4’ dal via, la squadra ha pian piano ceduto campo e determinazione agli ospiti. Un vecchio vizietto. Nei play off, e ancora prima in queste tre ultime gare, sarà indispensabile tenere l’acceleratore pigiato e provare a chiudere la partita, costi anche qualche rischio,. Altrimenti si soffre.

La Ternana l’ha pareggiata dopo aver messo le mani con carattere su manovra, profondità e organizzazione. Ranieri ha dovuto mettere Deiola dietro, una sorta di libero anni ’60: “Mi servivano centimetri per contrastare Favilli e Partipilo”. La mossa complessiva, un 4-4-2 molto concreto e solido, ha dato frutti interessanti. Con Zappa tornato sulla fascia preferita, la destra, ha trovato in Nandez e Luvumbo, assieme al subentrato Rog, la miscela utile per lo sprint finale. Un passo indietro è d’obbligo. Senza un trequartista di qualità, Mancosu, l’attacco Lapa-Pavo ha sofferto. La gestione della palla, specie da dietro, ha rimesso in luce i fantasmi del girone d’andata. Inoltre, sono mancate giocate fuori schema, inserimenti senza palla, cross. Poi, nell’intervallo c’è stato il ribaltone dell’allenatore di San Saba. Decisivo nel ritrovare ampiezza, con Barreca in buone condizioni, e il lavoro, anche di pressing e improvvisazione di Nandez e Luvumbo. Insomma, un secondo tempo di aria fresca e aggressività dopo una prima frazione che è stata la peggiore dell’era Ranieri. Da queste frequenze è nato il successo interno. Fondamentale per stare nel pool delle migliori otto e annusare con umiltà e sacrificio il quarto posto. Citazione obbligata per Lapadula: il bomber della B, raggiunto dal poker di Pohjampalo del Venezia a quota 17, è stato fenomenale nel tenere alta la squadra, gestire i palloni sporchi, costruire sponde e fare il primo filtro alla ripartenza di Palumbo e compagnia. Infine, cornice speciale per Radunovic: la parata ai titoli di coda su una sassata di Falletti che si sarebbe infilata all’incrocio, vale almeno mezza vittoria. Ma adesso, occhio al Perugia di Castori: per sfruttare i pareggi di SudTirol e Parma si deve provare a mettere la freccia in Umbria.

 

Mario Frongia

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Dopo dieci risultati utili - ma con sette pareggi è dura guardare da vicino i posti nobili dei play off - il Cagliari è caduto a Parma. Il 2-1 è maturato da un rigore fin troppo generoso, il primo, e da un secondo tempo opaco e incomprensibile dei rossoblù. Po, ci sono i cambi. Claudio Ranieri l’ha precisato per l’ennesima volta alla vigilia: “Ho questi giocatori” l’onesta e legittima sintesi del tecnico. Proviamo a riannodare i fili. La squadra al Tardini è partita bene. Determinata e vogliosa, linea difensiva alta, esterni, Zappa e Nandez da una parte, Azzi e Deiola dall’altra, in buona sincronia. In mezzo, Dossena e Obert hanno fatto il resto, con Makoumbou che ha snellito i tocchi e iniziato a giocarla più spesso in verticale. Lapadula che la mette dentro beffando anche sua maestà Buffon, ma il mito è parso a fine corsa, è la sintesi del miracolo Ranieri. Sì, perché di questo si tratta. Ed è ingeneroso accusare l’allenatore di ritardare i cambi, di pensare al pareggio “quando non si può vincerla”. La rosa è quella, frutto di una retrocessione orribile, progettata male e assortita peggio. Con alle spalle un girone d’andata disastroso, la risposta ovvia a un non progetto, basato su troppa improvvisazione, dirigenti e tecnici cacciati dall’oggi al domani. Aver perso il faccia a faccia con il Parma, entrambe a 48 punti, a cinque gare dalla fine, è molto doloroso. Ma se dopo l’1-0 e almeno altre due occasioni interessanti - una nitida anche per il Parma - non hai la forza, la garra, la rabbia per chiuderla e pian piano ti viene il braccino, succede questo. E ti ritrovi al sesto posto in attesa del Pisa, in campo domani. Ma soprattutto, perdi terreno da Sudtirol e Bari.

Sulla gara, poche storie. I cambi di Pecchia hanno inciso, quelli del Cagliari no. Anzi. Caso mai, c’è da chiedersi quali siano le condizioni generali di Kourfalidis e Rog, se Deiola, encomiabile per impegno e attaccamento, batte Lella e ritrova una maglia da titolare. Ma un passo indietro è obbligato. L’arbitro Gariglio ha concesso un rigore troppo generoso, indirizzato dal Var. Che poi Man sigli il gol del secolo – ma in tre non sono riusciti a ostacolarlo -  e Radunovic pari lo scavetto di Mihaila, altro rigore, fa parte di un film da dimenticare in fretta. Più in generale, c’è da pensare che aver strepitato in settimana contro l’Osservatorio che aveva stabilito il divieto per i tifosi residenti in provincia di Cagliari, dopo gli incidenti innescati dagli ultras a Pisa e i Daspo emessi da varie questure, abbia sortito un pessimo effetto. Una situazione analoga in casa rossoblù è stata già vista: lo scorso anno la presidenza si lamenta contro i torti arbitrali, dopo la sconfitta di Marassi con il Genoa, e chiede giustizia. Per la gara successiva in casa, con il Verona, il designatore invia Orsato, internazionale ritenuto tra i primi tre fischietti al mondo. L’arbitro dirige al top. I veneti daranno una severa spazzolata al Cagliari. Le analogie e i confronti nello sport hanno poco senso. Ma talvolta aiutano ad avere una lettura più ampia. E pare poco sensato anche il silenzio stampa post gara deciso dal club.   

Il bilancio è nitido. La squadra di Ranieri ha ancora quattro gare, in casa con Ternana e Palermo, fuori con Perugia e Cosenza, l’ultima con i calabresi che potrebbero essere già salvi. I play off sono lì, anche se i posti pregiati sono andati. Serve un ultimo sforzo e di certo i pareggi non bastano, e non sono mai bastati. La squadra che subisce un rigore inesistente che condiziona. Ma ha mezzora per provare a vincere. Invece, pian piano si sgonfia, molla ed è la stessa che crea poche occasioni da rete, tira poco, soffre. Ottimismo e fiducia per Sir Claudio sono blindate. Ma è complicato immaginare che certi nodi e una politica societaria recidiva e deficitaria a monte possano essere raddrizzate come nulla fosse. Ai tifosi il compito di sostenere comunque la rosa, applaudire Ranieri e sostenere fino all’ultimo minuto chi scende in campo. In attesa della Ternana, sabato prossimo alla Domus.

 

Mario Frongia

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Lunedì, 17 Aprile 2023 12:06

Cagliari-Frosinone, un punto non basta

La pareggite colpisce ancora. La si può girare come meglio si crede ma il Cagliari che non riesce a compiere il colpaccio e battere una delle squadre che le stanno davanti - il Frosinone non è in testa da sei mesi per caso - è un piccolo grande problema anche in ottica play off. Partiamo dal bicchiere mezzo pieno, colto al volo anche da Ranieri: “Potevamo vincerla e anche perderla, specie in quelle occasioni finali: ho fatto i complimenti a Fabio Grosso, ai dirigenti e ai suoi ragazzi. Hanno allestito un bel gruppo”. Lo 0-0, dunque. Decimo risultato utile di fila per Sir Claudio, ottavo clean sheet, con la porta imbattuta se ne contano anche tre con Liverani e uno con Pisacane. Le percentuali dicono di una buona percentuale di azioni con attacco e occasioni sotto porta, di un aumento dei tiri, di palle conquistate in mezzo al campo alla pari con ciociari, Cresce anche la precisione nei passaggi a buon fine, indicatore di una manovra con idee di gioco e personalità. Ma tutto ciò non è bastato a battere i primi della classe.

Così come non c’era stato a Pisa il guizzo risolutivo, anche alla Domus i 3 punti sono rimasti dov’erano. Male. Perché a cinque gare dalla fine, attesi in casa del Parma, i rossoblù sanno che il tempo per il colpo di coda che ti issa verso i posti nobili della lotteria finale, terzo e quarto posto, sta scadendo. In B è fondamentale essere solidi e organizzati, specie dietro, avere una filosofia di gioco, morale e fisicità da vendere. E in questo Ranieri è stato un fenomeno. Ha trovato un gruppo progettato, assortito e gestito male. E l’ha fatto diventare coeso e determinato: chapeau! Poi, vince le partite chi segna di più. Per dire il Cagliari risalito in A con Zola in mezzo al campo ne ha segnati 80, quello di Rastelli 78. Lapadula e soci ne hanno messo dentro finora solo 39. Ma dopo un girone d’andata da incubo c’è poco da meravigliarsi. Che poi ci siano club come il Sudtirol, al quarto posto con 52 punti e 35 reti, è la classica eccezione. “Avete ragione, non abbiamo, oltre a Lapadula, chi ha il gol nelle proprie corde. Prelec si muove bene ma deve crescere, Falco e Luvumbo pure. Ci manca un Pavoletti, l’ideale per stare in area, perché ho sempre giocato con le due punte. Io faccio il possibile con quel che ho a disposizione!”. Le parole del tecnico sono chiare. Solo chi ha bisogno di giustificare una gestione sciagurata, persino più incompetente e avventata dopo aver scaraventato il Cagliari in B, non coglie il concetto. La sintesi? Il Frosinone ha tenuto botta. Ha messo paura ai rossoblù e ai quindicimila tifosi accorsi alla Domus.

“Ho cambiato cinque giocatori, la metà di quelli da movimento, che si sono inseriti al meglio e questo, con un Cagliari ben strutturato, e anche nel corso della stagione, è stato tra le nostre potenzialità” l’asciutto commento di Grosso. Il campione del mondi si è quasi emozionato nel ricevere l’abbraccio e le parole affettuose del maestro dei tecnici italiani: un bel flash. In breve, ai rossoblù e soci manca incisività e cattiveria. Latita il saper creare gli episodi in area avversaria, gli inserimenti senza palla dei centrocampisti. E adesso, in vista della trasferta in Emilia contro il Parma, pesa eccome il probabile stop di Marco Mancosu. La partita di sabato prossimo contro la formazione di Pecchia è un altro spartiacque: i ducali hanno gli stessi punti del Cagliari, una rosa ben assortita e paiono aver ripreso la marcia adeguata. Aver bloccato la capolista è stato un bel colpo. Adesso, si deve attendere un altro mezzo miracolo. Ma Ranieri può fare qualcosa “solo con quello che mi mettono a disposizione”.

 

Mario Frongia

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Martedì, 11 Aprile 2023 10:07

Cagliari, pareggio amaro a Pisa

Rabbia e amarezza dall’Arena Garibaldi. Il Pisa impone lo 0-0 al Cagliari. Arriva un punticino che sposta di poco il cammino di entrambe: nel box delle migliori otto sono sesti i rossoblù con 47 punti alla pari del Parma, ottavi i toscani a 46. Ma la storia cambia di poco. La caccia ai seggiolini nobili dei play off, il terzo e quarto posto - troppi i 13 punti di distanza dal Genoa, secondo dietro il Frosinone - prosegue. Sul tema Claudio Ranieri non molla: “Giochiamo per provare a vincerle tutte” ha detto il tecnico. Intanto, arriva un buon clean sheet con Radunovic in vetrina: almeno due grandi interventi del portiere serbo, decisivo su Sibilli nei minuti di recupero. A Pisa sono emersi Dossena, Nandez e Mancosu. In pratica, un trio che ha fisico, scatto e testa. Ma è mancato all’appello Lapadula, bomber della B con 16 reti. Per il resto, gli stessi undici visti contro il SudTirol, con Di Pardo al posto dello squalificato Zappa, altrettanto motivati ma mai incisivi al punto giusto.

Il match contro la squadra degli ex Calabresi e Tramoni ha mostrato un Cagliari in salute, determinato e concentrato. In prospettiva, buone notizie. Imbattuti da nove partite, nonostante una gara giocata quasi costantemente all'attacco, Mancosu e soci in Toscana si sono dovuti accontentare del pari. Il match ha avuto diversi sussulti per entrambe le formazioni. Più partite nella stessa, da leggere e giocare con tempi, attenzione e ritmi differenti: anche questo è uno dei miracoli della Pregiata fabbrica Ranieri. Sir Claudio ha rigenerato mentalmente un gruppo costruito male, sfibrato, primo di leadership. L’unico modo per riavvicinare la tifoseria dopo la vergognosa retrocessione di Venezia e l’addio alla A. Meglio non scordarlo. A Pisa si apre con Moreo che impegna Radunovic. Poi, i settecento tifosi sardi accorsi all’Arena si godono un Cagliari reattivo, propositivo, abile nell’innescare le ripartenze. Mancosu straripa, Nandez pure, Makoumbou sale in cattedra. All’appello non risponde presente al top Lapadula. Il centravanti viene imbrigliato da Caracciolo e le giocate che dovrebbero innescarlo non solo perfette. Ci pensano Prelec e Di Pardo a tenere sulle corde i padroni di casa. Ci prova Moreo su calcio d’angolo, stoccata alta.

L’azione più sostanziosa nasce da  Nandez: l’uruguaiano si accende, rasoiata al centro, Lella la devia a lato. Insomma, un Cagliari solido e gagliardo. Tanto che è Dossena a impegnare di testa Nicolas. Ranieri chiede ai suoi un secondo tempo di pressione. Ma non basta. Luvumbo, al posto di Prelec, gioca negli ultimi dieci minuti: forse, meritava più tempo. Ci prova, a lato, Lapadula. Ed è alta di poco la punizione di Mancosu. A due minuti dalla fine l’occasionissima con Azzi: dopo un batti e ribatti in area il brasiliano centra il palo da pochi passi. Ma nel recupero Radunovic evita la beffa, ribattendo una conclusione di Sibilli. Insomma, un pareggio che smuove la classifica (“Anche un punto serve” ripete Ranieri) ma non accelera la rincorsa alle posizioni pregiate dei play off. Si chiude 0-0. E le considerazioni sono ovvie: la vittoria in trasferta, specie dopo aver ingoiato alla Domus il pari su rigore con il SudTirol di Bisoli e Larrivey, è l’unica risposta al balzo che può valere la stagione. Il terzo posto che si allontana non regala buone sensazioni. Anche perché sabato arriva alla Domus la capolista Frosinone. Ma non è tutto. Il Cagliari che mostra i denti, coraggio e attacco alla porta, deve cercare il tiro con più ferocia e strategia. Senza, è complicato vincere. Infine, un raggio di sole: in panca a Pisa c’era Rog. E in questa settimana Pavoletti accorcia i tempi del recupero. Sono attesi quanto prima, per le ultime gare e per i play off. Per dire, Ranieri li definisce “i nostri pezzi da novanta”. 

 

 

Mario Frongia

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Poteva essere la terza vittoria di fila. Il successo pieno avrebbe dimezzato la distanza dal terzo posto, poltrona comoda per i play off. Così come, se le cose fossero andate per il verso giusto, sarebbe stato il secondo clean sheet consecutivo. Invece Cagliari-Sudtoril è finita in parità. E il rammarico è enorme. Claudio Ranieri si consola con l’avanzamento al quinto posto e, soprattutto, con la miglior partita del “suo” Cagliari. Una delle prestazioni più propositive e complete dell’intera stagione sfornate contro un avversario che non è terzo per caso. Agonismo, organizzazione, carattere e scelte: tutto è andato per il verso giusto. Poi, la mannaia firmata dai due ex, Pierpaolo Bisoli in panca e Joaquin Larrivey dal dischetto. Con gli episodi che hanno condannato i rossoblù fin dal decimo minuto: mezza girata di Mancosu in rete, annullata dal var per fuorigioco di Lapadula. E sempre il var, con i padroni di casa in vantaggio proprio con il centravanti italo-peruviano, a una manciata di minuti dal 90° ha richiamato l’arbitro Prontera per un fallo di mano di Zappa sfuggito ai più. El Bati ha preso il pallone e battuto alla perfezione di fronte alla Nord: 1-1. Una beffa mostruosa.

“Ci hanno condannato gli episodi ma ai miei non posso rimproverare nulla. Luvumbo in campo prima? Ho dovuto tener conto anche dei centimetri” le parole di Ranieri. Il tecnico sta scrivendo un miracolo in casa di un retrocessa vergognosamente, capace di chiudere all’undicesimo posto l’andata, con una sfilza di malumori ed esoneri (dal ds Capozucca al dg Passetti fino a Liverani, buon ultimo il recente esonero di Filippi dalla guida della Primavera) e un gruppo sfibrato e male assortito. Ricomposto l’abc fondamentale per lo spogliatoio, l’allenatore della leggenda Leicester ha riassestato i capitoli chiave della B: concretezza, difesa solida, reparti corti e spirito di sacrificio. Tatticamente, con una punta al fianco di Lapadula, un Mancosu ritrovato fisicamente e libero di muoversi senza dare riferimenti, la fiducia a Dossena dietro e Makoumbou in regia, più fluido e a due tocchi, sono state le chiavi di volta del gruppo. A seguire, l’aspetto mentale. L’organico ha fatto il pieno di fiducia e autostima, il binario perfetto per sfornare spirito di sacrificio e disponibilità. Il kit che dà buonumore alla tifoseria e riannoda i fili di un torneo che a sette giornate dal game over continua ad offrire ko inaspettati. Se il Genoa di Gilardino ha blindato a Marassi contro l’altro campione del mondo, Pippo Inzaghi e la sua Reggina in caduta libera, il Frosinone primo della classe guidato da un altro eroe di Germania 2006, Fabio Grosso, è stato bloccato in trasferta dal Perugia, il Palermo ha perso a Parma, il Como a Venezia e, soprattutto, il Pisa a Cosenza, in forte crescita. Dunque, giochi in bilico in testa e in coda.

Con due mesi a venire che si annunciano duri e avvincenti. Il Cagliari, con 46 punti, segue Sudtirol (52), Bari (53), Genoa (59) e Frosinone (63). Dietro Radunovic e soci il Pisa (45), il Parma (44) e la Reggina (42). Le otto del trenino play off, specie le ultime quattro, devono guardarsi dal Palermo di Corini a quota 42, dalla Ternana (40) di Lucarelli e da un pacchetto di mischia che va dai 39 punti di Como e Ascoli, passa per Modena, Venezia, Cittadella e Cosenza e si chiude con le 34 lunghezze del Perugia. Nei tre posti che chiudono la B sgomitano Spal e Benvento a 39, con il Brescia dell’ex presidente del Cagliari Cellino, a 28. Insomma, bagarre assicurata da qui alla fine. Per la squadra di sir Claudio aprile risulterà decisivo. Sabato a Pisa, poi il Frosinone capolista in casa, quindi trasferta a Parma e la Ternana alla Domus a chiudere il mese. Ballano 12 punti, pesantissimi per evitare i play off dal quinto posto all’ottavo. Metterne in cascina almeno 10 sarebbe perfetto. Significherebbe ripetere fuori casa l’exploit maturato nell’ultima trasferta a Reggio con un poker perfetto. Complicato ma non impossibile.

 

Mario Frongia

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Domenica, 26 Marzo 2023 11:33

Cagliari, count down Sudtirol

L’animo del poker siglato a Reggio per avvicinare l’undici dell’ex Bisoli. Claudio Ranieri riparte dalle due vittorie di fila (Ascoli e Reggina), dagli otto gol all’attivo e dall’unica marcatura subita. Ma con il Sudtirol la guardia sarà alta. Ancora out Rog, Luvumbo e Pavoletti, Lapadula e Makoumbou al rientro dalle nazionali, il tecnico mostrerà i suoi in settimana nell’amichevole fuori porta con la Villacidrese. Il match di mercoledì prossimo sarà utile per capire gerarchie e condizione dei rossoblù. Con i bolzanini degli ex Bisoli e Larrivey, l’occasione è ghiotta: nel trenino play off il Sudtirol, autentica sorpresa della B, è terzo con 51 punti. Il Cagliari segue a 45. Inutile dire quanto valga doppio una vittoria. Ed è proprio questa situazione a diventare insidiosa mentalmente contro una squadra che concede poco, sa arroccarsi e ripartire, è temibile nello sfruttare le palle perse nella tonnara di centrocampo. Ma a otto gare dalla fine, dopo un girone d’andata ignobile, è superfluo intestardirsi sui dettagli. Finali erano e finali rimangono. Dopo il faccia a faccia con la squadra guidata da Bisolone - Pierpaolo ha dato due gambe per i Quattro mori, conta 5 reti in 164 gare, merita un applauso! -, i rossoblù vanno a Pisa. Quindi arriva la capolista Frosinone alla Domus, la trasferta a Parma e, a chiudere aprile, si gioca in casa contro la Ternana.

Cinque test che non ammettono repliche. In un torneo che ha una sola vincitrice, il Frosinone del campione del mondo, Fabio Grosso, e mette le altre sulla giostra, diventa fondamentale agguantare almeno la terza o la quarta piazza. Il secondo piazzamento che porta direttamente in A? Tutto può accadere. Ma appare più un utile supporto motivazionale usato da Sir Claudio: per gli osservatori più accreditati riprendere il Genoa a quota 56 pare in salita. Intanto, il Cagliari nella settimana che porta al Sudtirol fa i conti anche con una fastidiosa sfilza di argomenti extra campo. Un po’ la cifra di una proprietà che ha mostrato troppa enfasi, annunci in pompa magna, acquisti insensati ed esoneri a raffica.

L’ultimo riguarda l’allenatore della Primavera, Michele Filippi. Ma più che Matteo Battilana in panca, colpisce l’arrivo di Fabio Pisacane e Roberto Muzzi con ruoli di supporto. Sui due è possibile che Ranieri sia stato chiaro. Ma non è tutto. A insaporire il count down verso i bolzanini, emergono le questioni giudiziarie inerenti l’operazione Prisma e le plusvalenze su Cerri per la Juve, lo scontro a suon di querele con Walter Mazzarri, il braccio di ferro con il comune di Quartu per la vicenda Is Arenas. Faccende nate male e gestite peggio. Ma adesso, in attesa fiduciosa della magistratura, testa al Sudtirol. La risalita in A è troppo preziosa - specie dopo una retrocessione ignominiosa - per appesantirla con temi lontani, mica tanto, dalle pallonate.

 

 

 

Mario Frongia

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Con l'approvazione all'unanimità della mozione presentata dal Sindaco Paolo Truzzu, il Consiglio Comunale, nella seduta di ieri, martedì 21 marzo 2023, ha approvato l'intitolazione del futuro stadio di Cagliari a Gigi Riva.

 Ventinove su ventinove i voti favorevoli dell'Aula che si è schierata in maniera decisa a favore della presa di posizione del primo cittadino.

 Un'idea nata proprio dall'impulso del Sindaco Truzzu che ha affrontato prima il tema con il diretto interessato. Ricevuto il via libera da parte di Riva, la mozione è approdata in Consiglio dove ci è voluto poco perché ottenesse la fumata bianca.

 Ora l'iter per la realizzazione della nuova casa destinata al Cagliari Calcio proseguirà sotto l'ottimo auspicio del nome del giocatore simbolo che rappresenta nel miglior modo non solo il capoluogo sardo ma tutta l'Isola. Con il suo attaccamento alla città e ai colori della squadra che lo ha fatto diventare campione e prima di tutto uomo, ha dimostrato di possedere quei valori che ne hanno fatto un punto di riferimento non solo per gli sportivi.

 Amatissimo dai cagliaritani che lo considerano ormai come una sorta di loro patrimonio, ora Gigi Riva diventa anche il volto per lo stadio del futuro, dopo essere stato assoluto protagonista del Cagliari del passato.

 “Ora – ha promesso il Sindaco rivolgendosi idealmente a Riva nel corso del Consiglio – questo regalo ci teniamo a fartelo scartare il prima possibile e faremo di tutto perché ciò accada. Hai la parola di tutta la Sardegna”.

 

 

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