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Con la Roma il tecnico punterà sull'ex Udinese. Radunovic paga i tre errori decisivi in questo inizio di stagione. Chance dal 1' anche per Prati e Oristanio

 

 

Due punti nelle prime sette giornate, solo due reti all’attivo e ben dodici al passivo. Su tre di queste pesano altrettanti errori di Boris Radunovic. Il primo a Bologna che ha permesso ai felsinei di portare a casa i tre punti. Il secondo in casa col Milan che ha dato il là alla rimonta rossonera. Il terzo a Firenze, dopo neanche 3’ che ha aperto i giochi in favore dei viola.

 

Tre errori decisivi

Ranieri ha soprasseduto sul primo, ha storto il muso sul secondo, sul terzo, però, non ha potuto far finta di nulla. Tanto che a fine gara ha tuonato: “Il ragazzo non è sereno, parlerò con lui”. Un avvertimento che fa il palio con quanto sostenuto in sala stampa nel post-Milan: “Abbiamo un secondo valido”. E allora ecco Simone Scuffet. L’enfant prodige del calcio italiano, quello che disse ‘no’ all’Atletico Madrid del Cholo Simeone pur di restare nella sua Udine. Un ‘no’ che a posteriori costò caro, perché l’anno dopo l’Udinese lo relegò in panchina e di quell’enfant prodige iniziarono a perdersi le tracce. Da allora Simone cercò fortuna altrove. Spezia, Apoel, Cluj fino a questa estate con la chiamata del Cagliari.

 

E’ il momento di Scuffet

E’ rimasto l’unico dei volti nuovi a non aver esordito in rossoblù e Claudio Ranieri è intenzionato a schierarlo titolare proprio domenica contro la Roma. Per Scuffet non sarà un esordio semplice. Sia perché di fronte ci saranno giocatori del calibro di Lukaku e Dybala, sia perché avrà gli occhi degli oltre 16mila della Domus puntati addosso. In tanti hanno evocato la sua presenza, ora toccherà a lui confermare le attese.

 

Non solo il portiere

Scuffet potrebbe non essere l’unica novità. Dopo il ko di Firenze, Ranieri sta preparando una mini rivoluzione. Più spazio ai giovani che, a suo dire, “sentono meno la pressione della classifica”. E allora ecco Prati, oggetto misterioso del mercato estivo, e spazio nuovamente a Oristanio che, dopo la débâcle con l’Inter, ha trovato sempre meno spazio riconquistandosi la fiducia con le buone prestazioni messe in mostra con Milan e Fiorentina.

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Venerdì, 06 Ottobre 2023 11:07

Cagliari, cosa vuoi fare da grande?

Nonostante gli sforzi e il miracolo di Claudio Ranieri, la serie A non perdona. Serve fiducia, pazienza e coraggio. Ma mercato deficitario, infortuni e ingerenze societarie fotografano un club che, con la Roma in arrivo, deve subito cambiare marcia  

Mario Frongia

Cagliari. Se sei ultimo in classifica, hai 2 punti e hai segnato due reti in sette partite, la domanda è spontanea. Questa rosa, il tecnico del miracolo - dalla B alla A in cinque mesi scarsi alla guida di un gruppo quattordicesimo preso a 3 punti dai play out per la C! - e la società sono in grado di aggiustare il tiro e progettare la permanenza nella massima serie? Premesso che il tiro al piccione su Claudio Ranieri non solo è inutile ma è soprattutto ingiusto, c’è da chiedersi quanto sia capitato di davvero diverso dalle precedenti stagioni. E la risposta è nitida: la presidenza fa e disfa a proprio piacimento. La tesi “i soldi son suoi” non regge. E comunque, la condotta è un flop in campo e fuori, basti pensare agli stop per l’Indice di liquidità violato. O al momento migliore, con Maran in panca, e il momentaneo galleggiamento tra le prime otto. Pensare che il diesse Nereo Bonato abbia avuto adeguati margini di manovra su scelte di mercato, prestiti, rinnovi e adeguamenti contrattuali, è tempo perso. Meno che mai progettualità e visione: tutto fa capo al numero uno. Lo stesso che, per dire, ha esonerato Semplici dopo tre turni, preso Mazzarri, cacciato a tre gare dalla fine, dato la squadra al malcapitato Agostini, retrocesso a Venezia in maniera mostruosa. In A il record di questa proprietà - undicesimi con 47 punti - è di Massimo Rastelli. Che aveva Isla, Bruno Alves e Murru, venduti per prendere Miangue, Andreolli e Van der Wiel! Acerbi, infortunati o a fine carriera. Senza scordare il bidone dato a Gianfranco Zola: chi ricorda i “rinforzi” Mpoku, Cop, Husbauer, Gonzalez, Brkic e Diakitè? Mentre è più vivo il contratto monstre per Godin: quattro milioni di euro per due anni, presentato con il botto - e il suocero Herrera al fianco, per lisciare il pelo alla tifoseria - e poi fatto cacciare da Capozucca in diretta tv! O il milione dato ad Asamoah, malconcio e fermo da tempo, per aver poi giocato un centinaio di minuti! Operazioni presidenziali fin nelle virgole. Come lo stipendio da nababbo per Pereiro che ora rifiuta di dimezzarselo.

Il presente. Boris Radunovic, fondamentale lo scorso anno, ha sulla schiena alcune toppate che hanno condannato la squadra in questo avvio di stagione. Metterlo sulla graticola è giusto e sbagliato al tempo stesso: da sei mesi chiede l’adeguamento, ma il patron gli propone briciole e lo stesso Scuffet guadagna molto di più. Questo può dare serenità? No, e si vede. Che poi ci stia un avvicendamento, è naturale. Per stare all’allenatore, accusato di aver avvallato gli acquisti, la considerazione riparte dal via: a fine stagione, si trovano ovunque virgolettati e pezzi audio e video, ha detto chiaro di avere gli attaccanti “bravi e forti, ma vanno per i 34 e 35. Ci serve una punta che vada in doppia cifra!”. Non ci sarebbe altro da aggiungere se, persi volutamente i papabili da doppia cifra, ha avuto Shomurodov e Petagna, presi da ricondizionare e last minute. La serie A non perdona. Davanti, in mezzo e dietro il Cagliari avrebbe potuto presentarsi, se la volontà è quella di salvarsi, con cartucce migliori. Vanno in campo i sei/sette undicesimi della B, dove si è arrivati quinti. Se poi ci si mette anche una dea bendata distratta, con gli infortuni di Jankto, Pavoletti, Rog, Lapadula e Mancosu tutto si complica. Sul tema è necessaria una precisazione: che Lapadula e Mancosu dovessero operarsi il club lo sapeva. Ranieri pure. Dunque, aver ritardato nel prendere l’attaccante che fa gol - da Cheddira a Nzola ad altri profili anche stranieri con percorsi solidi nel segnare - è tra le cause del momento no. Che Zapata sia andato al Torino e Papu Gomez al Monza, è un’altra storia. Alcuni, con buon senso, ribattono: i denari spesi per i centrali Wieteska e Hatzidiakos (devono ambientarsi, per ora non paiono superiori a Obert e Goldaniga) e quelli per Prati avrebbero permesso l’acquisto di una punta di livello. E non si tratta del senno di poi: il ruolino di Shomurodov e Petagna era noto. E il Genoa del fondo americano - che, in genere, i tifosi temono: ma di peggio cosa potrà mai accadere! - ha preso Retegui e Messias. Mentre il Frosinone, oltre a Cheddira, ha ingaggiato Soulé e Kaio Jorge. L’auspicio? Che Petagna e Shomurodov segnino di più. La risposta verrà dal campo.  

Speranza e fiducia. Ma non tutto è da buttare: Sulemana, Oristanio, lo stesso Prati, lasciato troppo fuori per, pare, non dover pagare “grilli” supplementari, sono da valutare in prospettiva. Però Ranieri ha fretta: la classifica, il gioco che latita, la difficoltà a gestire il vantaggio (con Bologna e Milan è successo), il saper creare occasioni da gol o quantomeno tirare in porta sono il cruccio del tecnico. E, dritto per dritto, anche in caso di catastrofe, pensare anche per un attimo all’esonero sarebbe folle: chi potrebbe fare meglio al mondo con questa rosa? Detto che, forte anche del milione e settecentomila euro di ingaggio, per il presidente sarebbe impossibile far digerire la rottura alla tifoseria. Che ha risposto compatta - quasi quattordicimila abbonati - e adesso soffre. Se poi a poche ore dalla gara con la Fiorentina il patron parla di stadio, dei denari da avere dalla Regione, sposando i Giganti di monte e prama, e chiede il pressing sul presidente della Giunta, tutto stona. Anzi, se l’impianto va fatto - Europei o meno, serve e non solo per il calcio - si deve ragionare sul progetto che comprende anche oltre duecento camere cinque stelle e un centro benessere da quattromila metri quadri! Per stare al campo, domenica arriva la Roma. Con la pancia piena dal 4-0 al Servette in Coppa. Forse, anche un po’ stanca. Fare punti è la parola d’ordine. Ma dire che questa partita, e le precedenti, non siano quelle in cui farne, è deleterio. Intanto, perché le altre medio piccole, eccetto l’Empoli, ne hanno fatto. Pensare che il campionato del Cagliari cominci dalle prossime nel post sosta per la Nazionale, a Salerno, prosegua con il Frosinone e il Genoa in casa, è un mezzo suicidio mentale. Solo Claudio Ranieri può lavorare su errori, tattica, motivazione e spirito di sacrificio. E, se ha tollerato le intrusioni del capo o dei suoi adepti, faccia un rapido passo indietro.  Il Cagliari può salvarsi - a gennaio lo si capirà meglio - è presto per trarre bilanci, occorre pazienza e fiducia. Ma sarebbe sciocco, anche per il tifoso più solidale, far finta che quel che accade da nove anni a questa parte sia frutto solo del caso.             

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 Il tecnico amaro dopo la sconfitta del Franchi: "Devo al più presto trovare la quadra di questa squadra. Ho detto ai ragazzi che dobbiamo parlare poco e lavorare di più. Radunovic? Non è sereno"

 

Rabbia e delusione si mischiano al realismo. Claudio Ranieri era vistosamente scuro in volto al termine della sconfitta del Franchi. Al di là del risultato con un 3-0 deciso da episodi, al tecnico non è piaciuto l'atteggiamento dei suoi: "Non abbiamo giocato come sappiamo, il primo gol è stata una mazzata, e dopo 20 minuti ci siamo ritrovati sotto 2-0 contro una squadra che tiene bene palla. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, ma non siamo contenti. Forse è la nostra partita più brutta. L'unica ricetta che conosco è lavorare. I più giovani non sentono il peso della classifica e pensano a giocare, lo terrò a mente".

A Firenze altro errore decisivo di Boris Radunovic: "In questo momento non è sereno - ha ammesso il Sir -. Riparlerò col ragazzo e poi deciderò. In questi momenti in generale meno si parla e meglio è. Dobbiamo lavorare ancora di più perché quello che stiamo facendo non è sufficiente. La Fiorentina è forte ma nei vari frangenti dovevamo essere più furbi. Dobbiamo cambiare mentalità e capire di non voler retrocedere". L'assenza di Luvumbo si è fatta sentire, ma l'angolano dopo i crampi a fine gara nell'infrasettimanale col Milan, non era in gran forma: "Non stava molto bene, altrimenti l'avrei fatto giocare. Sentiva un po' di dolore questa mattina, quindi non l'ho rischiato. Vediamo per la prossima gara".

E la prossima gara sarà contro un'altra big, la Roma che seppur in difficoltà ha giocatori che possono risolvere il match in qualsiasi momento. Sarà una sfida particolare per il tecnico: "La Roma è nei miei ricordi di bambino, ma adesso devo pensare al Cagliari e a preparare al meglio la partita. In questo momento possiamo solo chiedere scusa ai nostri tifosi perché non abbiamo fatto la partita che dovevamo. Devo al più presto trovare la quadra di questa squadra. Ho detto ai ragazzi che dobbiamo parlare poco e lavorare di più. La prossima sarà un'altra partita dura e difficile. Il fatto di aver preso il gol nemmeno dopo 3 minuti ha complicato le cose - ha detto il tecnico a Dazn - perché la Fiorentina non ci dava punti di riferimento ed il 2-0 l'ha messa ancor di più in salita. Non ci arrendiamo, abbiamo fatto delle buone gare e abbiamo perso - ha chiosato Ranieri -. Oggi non siamo stati noi, giusto aver perso".

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Lunedì, 02 Ottobre 2023 22:50

Cagliari, sprofondo viola

Fiorentina, 3-0 che fa male

Il Cagliari affonda al Franchi, i viola dominano e controllano. Lo sfogo pre gara di Ranieri si è infranto sull'Arno. E domenica arriva la Roma

Mario Frongia

Firenze. Tre minuti dal fischio d'avvio di Di Bello (sì, l'arbitro del rigore non dato al Bologna contro la Juve, riparte dal Franchi dopo essere stato in castigo) e arriva il primo schiaffo: sponda aerea di Milenkovic, Radunovic esce male, Nico Gonzalez porta avanti la Fiorentina. Il Cagliari? Annichilito. Il portiere serbo pure ma gli errori sono ormai troppi. Eppure, neanche sei minuti e Nandez potrebbe rimetterla a posto, dribbling su Terracciano, piattone destro a porta vuota che Duncan (ex rossoblù lasciato andare troppo in fretta dal patron) salva in  corner. Poi, c'è un solo film, regia di Vincenzo Italiano. L'autorete di Dossena arriva dall'ennesima puntata devastante di Koyade. Il 2-0 è frutto di un dominio viola sulle seconde palle, di una mediana con Makoumbou e Deiola che soffrono e non trovano misura e tempi di gioco. Petagna e Shomurodov? Generosi ma innocui. La reazione dei ragazzi di Claudio Ranieri è blanda e imprecisa. Di certo, lontana dal manifesto del tecnico alla vigilia. "Il gruppo sa soffrire, lotta e non molla. Altrimenti, me ne sarei già andato". Poi, l'uzbeko ci prova, a lato. Poco per impensierire i toscani che con Bonaventura, Arthur e Gonzalez - che paiono Xavi, Busquets e Iniesta! - dettano legge. Il Cagliari balla. Ranieri, braccia in conserta, è impassibile. A tratti, urla su Zappa e Dossena. Male. Così come Nandez che perde palla, Gonzalez entra in area e crolla spintonato da Wieteska. Di Bello fa giocare.  

In avvio, motivazioni e realtà. I padroni di casa, con 11 punti, reduci dal pareggio a Frosinone, a caccia del terzo posto. Dettaglio: la scorsa stagione i viola hanno chiuso sconfitti in finale di Conference league dal West Ham. Il Cagliari, neopromosso in A, ultimo con 2 punti e 2 gol, alla ricerca di una boccata di ossigeno. Il posticipo della settima giornata mette di fronte due formazioni agli antipodi. Ranieri dà la fascia dal 1' a Deiola, Sulemana tira il fiato, ma la scelta non convince. Dietro Zappa, Dossena Hatzidiakos e Augello a guardia del riconfermato, e incerto, Radunovic. L'annunciato duo Petagna-Shomurodov è chiamato a sbloccarsi: Luvumbo è affaticato. Le scelte non premiano il tecnico. E neanche gli applausi dei trentamila del Franchi, da indimenticato allenatore che ha riportato trofei a Firenze dopo ventuno anni, possono averlo rincuorato. La realtà è questa: i rossoblù idem. Piuttosto, che Prati e Oristanio non siano nei primi undici scomoda varie suggestioni. Ma va così. anzi, anche peggio: ultras fiorentini i sardi si sono scontrati prima della gara. Danni ingenti, un agente ferito.

Piglio meno peggio, ma non basta. Il Cagliari riparte con Prati, Oristanio e una girata di testa di poco alta di Dossena su corner di Augello. Anche per Ranieri c'è un limite, fuori Deiola e Shomurodov, impalpabili. L'assetto cambia in avanti con un 3-1-1. Anche se la Fiorentina rimane in controllo, qualcosa di buono si intravede. Ma non basta per impensierire Terracciano. La linea alta e il pressing più continuo sul giro palla dei gigliati pare arginare il senso unico della gara. Arriva una traversa di Petagna, in fuorigioco. Italiano, in vista delle coppe, dà il via ai cambi. La musica non si inverte. La Fiesole canta e sostiene i suoi, il presidente Comisso, in tribuna, si gode il vantaggio. Il Cagliari riparte con sventagliate da dietro, quasi sempre imprecise. Alla mezzora Pavoletti subentra a Petagna. In campo anche Obert e Di Pardo per Hatzidiakos e Zappa. In campo avverso ecco Nzola, molto vicino ai colori rossoblù in fase di mercato. Ma il secondo tempo rimane meno bello e più noioso del primo. La Fiorentina mette a segno 13 tiri contro 6 e il 62 per cento di possesso palla. La chiude Nzola. Un 3-0 che fa molto male. E domenica c'è la Roma di Mourinho alla Domus.

Parola di presidente. La richiesta alla Regione dei 50 milioni di euro per lo stadio assieme ai Giganti di Monte e Prama agli Uffizi. Nulla per caso e come sempre con secondi fini. Tommaso Giulini ha parlato a Firenze nel pre gara. Senza contradditorio, meglio evitare domande scomode. Per dire, Ranieri avrebbe gradito una punta da doppia cifra, come chiesto a luglio. Niet. E la squadra annaspa.

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Cagliari ospite della Fiorentina nel monday night della settima giornata di serie A. I rossoblù, in cerca dei primi tre punti stagionali, affrontano una della squadre più in forma di questa prima parte di stagione. Noi di vivilasardegna la "giochiamo" con la splendida vignetta di Frédéric Art. 

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Incertezza tra i pali al Franchi contro la Fioretina. Ranieri potrebbe dare un'ultima chance al serbo o far esordire l'ex Udinese

 

"Radunovic ha commesso un altro errore. Parlerò col ragazzo, vedremo. Abbiamo un secondo all'altezza". Le parole di Claudio Ranieri, a caldo, nella pancia dell'Unipol Domus poco dopo la sconfitta col Milan, suonano come una sentenza. In campo (forse) è arrivato il tempo di Simone Scuffet. E' probabile che il tecnico dia un'altra chance a Boris Radunovic, magari già contro la Fiorentina al Franchi, ma al prossimo errore il serbo lascerà spazio all'ex Udinese.

 

 Due errori pesanti

Due gli errori gravi in queste prime sei giornate di campionato. Il primo al Dall'Ara di Bologna che di fatto è costato la sconfitta ai sardi, il secondo nell'infrasettimanale col Milan in occasione dell'1-1 rossonero che ha dato il là alla rimonta ospite. In entrambe le occasioni la palla è scappata via dai guantoni del portiere serbo dopo la presa. Anche con l'Udinese, nel match pareggiato in casa 0-0, in un'uscita effettuata nel secondo tempo, l'Unipol Domus per un attimo ha trattenuto il fiato col serbo a far rimbalzare la palla a terra dopo una presa aerea con Lucca in agguato.

 

Il tempo della riconoscenza è finito

Non è più tempo di riconoscenza e Ranieri ne sa qualcosa. Anche lui venne esonerato dal Leicester l'anno dopo aver vinto la Premier League. Non è più una questione di cuore col Cagliari ultimo in classifica e ancora a secco di vittorie dopo sei giornate, con Fiorentina e Roma alla finestra. Purtroppo per Radunovic il tempo è tiranno e, seppur la passata stagione il suo apporto alla risalita dalla B alla A è stato fondamentale, oggi il Cagliari non può più aspettare, Ranieri non può più aspettare. L'aveva vista lunga già questa estate il tecnico di Testaccio quando aveva chiesto alla società un portiere d'esperienza da affiancare a Radunovic, proprio per questa evenienza. Ora il campo dirà se sarà il tempo di Boris o quello di Simone.

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Mercoledì, 27 Settembre 2023 21:31

Ranieri: "Il rigore su Luvumbo? Mi fido degli arbitri"

"Il rigore su Luvumbo? Mi fido degli arbitri"

Claudio Ranieri sostiene i suoi: "Il Milan? Ci hanno condannato i campioni, ma non molleremo di un centimetro!"

Mario Frongia

"Sono soddisfatto dei ragazzi, abbiamo fatto la nostra partita. Non dobbiamo mollare di un centimetro, dobbiamo salvarci. Altrimenti finisce come due anni fa, non si è salvato né Romolo né Remo". Claudio Ranieri la prende larga. Il Milan che passa alla Domus 3-1 è una squadra "che anche se fai tutto bene, il campione inventa e ti punisce. Sì, nel calcio d'angolo da cui è nato il 2-1, siamo stati disattenti: si vedeva che avevano attirato un nostro uomo per giocare la palla dietro". Bastone e carota, come sempre. Ma guai a far trapelare sentimenti di resa. Anzi, Sir Claudio alza la voce: "Perderemo a Firenze e con la ROma in casa, pazienza. ma non dobbiamo cedere. In questi casi si ha di fronte un bivio: da una parte ti dici che tanto va tutto male e sbraghi. Oppure, tiri fuori i denti e tutte le energie e combatti fino alla fine".

Modulo e dintorni. "Ai ragazzi non posso rimproverare nulla, l'avevamo preparata così: sono i primi nella gestione della palla nella loro metà campo. Abbiamo deciso di aspettarla e le cose sono andate per il verso giusto". L'allenatore del Cagliari riflette. "A tre e poi a cinque? Sono soddisfatto a metà ma non potevamo dare loro campo, specie nel secondo tempo. Gli errori dietro? Sì, c'è stata qualche sbavatura ma i grandi giocatori ti mettono nelle condizioni di sbagliare e se lo fai non ti perdonano". Sui singoli, poche storie: "Tra gli attaccanti l'unico al top è Luvumbo, gli altri sono ancora dietro come condizione. Per Shomurodov non è stato facile entrare ma ha cambiato passo. Oristanio? Ha fatto molto bene con il Torino poi con l'Inter, forse per l'emozione di avere di fronte la sua ex squadra, è andato in difficoltà. Ma dal rientro dalla nazionale l'ho ritrovato: sa giocare a calcio, appena posso lo butto dentro". Infine, il tema chiave per la tifoserie: il portiere. "Radunovic ha commesso un errore, l'ho visto. Gli parlerò. Abbiamo anche un buon secondo, vedremo". Insomma, il serbo a Firenze potrebbe rifiatare in panca.

Il maestro e l'allievo. Claudio Ranieri ha allenato Stefano Pioli alla Fiorentina. Un secolo fa. Ma l'abbraccio tra i due, sincero e affettuoso, non è passato inosservato. La bellezza dello sport, degli uomini veri, lontano da insulti e provocazioni. Un'altra lezione per le curve e gli ultras. Che poi l'imparino è un'altra storia. Ed è dal maestro che in sala stampa passa un altro messaggio: "Ho bravi giocatori e grandi uomini. Abbiamo visto che l'Empoli ha vinto e ci ha superato. Siamo ultimi in classifica ma la cosa non ci preoccupa". Insomma, troppo Milan ma Cagliari che il tecnico difende e sostiene. Con classe e passione. D'altronde, viene impossibile che possa dire e fare altrimenti. Ma non è tutto. Ci si chiede del fallo di Tomori su Luvumbo. "Al Var c'era Irrati, il numero uno al mondo. Mi fido di loro. Ci hanno detto fin da agosto che rigorini non ne verranno concessi".  

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Okafor, Tomori e Luftus-Cheek ribaltano il vantaggio iniziale dell'angolano. Finisce 1-3 alla Domus, rossoblù ultimi in classifica

 

Il Milan passa in rimonta all’Unipol Domus per 3-1 nella sesta giornata della serie A. Seconda sconfitta di fila, la quarta in questa stagione, per il Cagliari di Ranieri che a tratti ha giocato alla pari con i rossoneri. Le solite disattenzioni difensive, soprattutto nel primo tempo, costringono la squadra di Ranieri ad alzare bandiera bianca contro un avversario obiettivamente più forte. Buona la prova di Hatzidiakos, capace di neutralizzare Leao nella ripresa e di Luvumbo, vera spina nel fianco della difesa rossonera. Ancora insufficiente Augello, non perfetto Radunovic in occasione del pareggio ospite. In ripresa Petagna, ma l’assenza di Lapadula inizia a farsi sentire. Da questa sera i rossoblù sono ultimi in classifica. 

 

Illusione Luvumbo

Primo tempo in chiaro scuro per i rossoblù col secondo gol di Luvumbo in questo campionato e due disattenzioni difensive che costano la rimonta rossonera. Il Milan di Pioli parte come da pronostico, possesso e giro palla cercando di sfondare le linee avversarie. I rossoblù reggono l'urto, difendono con attenzione e bloccano Theo Hernandez, l'uomo più pericoloso del Milan viste le assenze di Leao e Giroud, inizialmente in panchina. Augello soffre a destra la rapidità di Chukwueze, ma è dalle parti di Luvumbo che i rossoblù sono più pericolosi. L'angolano prova più volte a saltare Tomori, chiede anche un calcio di rigore e quando alla mezz'ora Nandez sfonda in area e gli consegna un pallone d'oro non ci pensa due volte, sinistro di potenza sul primo palo dove Sportiello non può nulla. La reazione del Milan è lenta, ma arriva nel finale di tempo prima con Okafor che approfitta di un'uscita non eccellente di Radunovic per infilare a porta vuota, poi con Tomori che in mischia, sugli sviluppi di un corner, completa la rimonta.

 

Sigillo Luftus-Cheek

Nella ripresa è del Cagliari la prima palla gol con Luvumbo che raccoglie una sponda in area di Petagna e a botta sicura trova la provvideziale deviazione in angolo di Adli. Al 60', però, il Milan cala il tris con un destro da fuori di Luftus-Cheek che non lascia scampo a Radunovic. E' ancora Luvumbo l'uomo più pericoloso dei padroni di casa con una conclusione dal limite smorzata da Tomori e parata centralmente da Sportiello. L'estremo rossonero è protagonista nel finale con una bella parata su una conclusione da dentro l'area di Oristanio. Sull'azione rimane a terra Luvumbo, solo crampi per lui nel silenzio generale della Domus che temeva il peggio. Ora nemmeno il tempo di smaltire il secondo ko di fila che i rossoblù dovranno preparare la difficile trasferta di Firenze.

CAGLIARI-MILAN  1-3 (1-2)

CAGLIARI (3-5-2): Radunovic; Wieteska (46’ Oristanio), Dossena, Hatzidiakos; Zappa (81’ Di Pardo), Nandez, Makoumbou (84’ Deiola), Sulemana (67’ Viola), Augello; Petagna (67’ Shomurodov), Luvumbo. All. Ranieri.

 MILAN (4-3-3): Sportiello; Florenzi, Thiaw, Tomori, Theo (84’ Bartesaghi); Loftus-Cheek, Adli (58’ Pobega), Reijnders (58’ Musah); Chukwueze (69’ Leao), Okafor, Pulisic (69’ Romero). All. Pioli.

ARBITRO: La Penna

MARCATORI: 29’ Luvumbo, 41’ Okafor, 45’ Tomori, 60’ Luftus-Cheek

NOTE - Ammoniti: Wieteska, Zappa, Oristanio, Luftus-Cheek. Recupero: 2’, 5’. Spettatori: 16.348.

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Mercoledì, 27 Settembre 2023 00:15

Cagliari-Milan, la vignetta di Frédéric Art

All'Unipol Domus arriva il Milan di Stefano Pioli. Alle 18:30 il Diavolo sfida i quattro mori per i tre punti. Ecco come l'ha "giocata" il nostro artista sardo Frédéric Art. 

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Mercoledì, 27 Settembre 2023 00:07

Un solo gol in cinque giornate, col Milan serve la scossa

A poche ore dalla sfida col Milan, le statistiche offensive dei rossoblù sono impietose. Bisogna subito invertire la rotta per rialzare il morale dell'ambiente

 

Un solo gol nelle prime cinque giornate, peggior squadra della serie A per tiri in porta, solo 6 in oltre 450'. Persino l'Empoli, ultimo con lo zero nella casella punti, ha fatto meglio. E il calendario, da qui a metà ottobre, vede altre sfide proibitive: dopo il Milan toccherà a Fiorentina e Roma.

 

Attacco in difficoltà

Non proprio un buon inizio quello del Cagliari con qualche tifoso che sui social inizia già a perdere fiducia in Claudio Ranieri, dimenticando che meno di un anno fa ha preso una squadra allo sbando trascinandola dal +3 dalla zona retrocessione alla serie A. I tifosi, si sa, si lasciano trasportare del momento. Dall'entusiasmo se le cose vanno bene, dal pessimismo se le cose, al contrario, vanno male. I numeri, però, purtroppo non mentono. Le difficoltà dell'attacco rossoblù in questa stagione sono davanti agli occhi di tutti e non è il solo dato preoccupante. La percentuale media di possesso palla è del 37.9%. In tutto il torneo solo il Genoa ha fatto peggio (34.8%). Nella fase di gestione Pavoletti e compagni hanno la terza peggior percentuale di precisione nei passaggi,  76.1%, davanti solo a Genoa (74.2%) e Verona (75.6%). Non solo: anche la media di passaggi effettuati non è esaltante, appena 2,55 che vale la bandiera nera della serie A.

 

Zito il più pericoloso

Luvumbo fin qui si è dimostrato l'uomo più pericoloso. Suo l'unico gol, ma è anche l'unico che prova a saltare l'uomo, ben 20 i dribbling tentati, un quarto di quelli totali della squadra (20/80). L'angolano è anche il primo dei rossoblù per falli subiti (10). In fase di recupero, invece, spiccano Dossena e Makoumbou rispettivamente con 42 e 39 palloni recuperati. Il difensore è anche il secondo miglior giocatore della serie A ad aver respinto più azioni avversarie, ben 29. Meglio di lui ha fatto solo Radu Dragusin del Genoa con 31.

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