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Venerdì, 27 Ottobre 2023 14:11

Ranieri e le mosse blindate anti Frosinone

 

Il tecnico mischia le carte. Conferma il Cagliari Luvumbo-dipendente e lancia il cuore oltre la curva: “Ci salveremo all’ultimo secondo dell’ultima giornata, proprio come siamo saliti su”

Mario Frongia

Cagliari. Con il Frosinone dell’ex Di Francesco alle porte, i soliti mascheramenti sui primi undici e sul modulo, lo sguardo esperto ma comunque con un filo di preoccupazione. “Cosa deve fare il Cagliari? Vincere. E non sarà facile” aggiunge lesto Claudio Ranieri. Sei ultimo, hai perso sei partite su nove e, Var o meno, non sei riuscito a battere una Salernitana molto modesta dopo essere andato in vantaggio due volte, è ovvio che le rughe aumentino. Ma è inutile guardare al passato: “Salerno non ci interessa, siamo concentrati sul Frosinone. Hanno iniziato bene, sono a metà classifica, in piena fiducia e consapevolezza. Come il Lecce, sono la sorpresa del campionato. Giochiamo con la squadra che ha vinto la B”. L’allenatore di Testaccio prende fiato. E torna sul luogo del peccato: “Dal pari di domenica mi tengo la prova ma sono amareggiato per il risultato. Ed è importante che cresca la condizione di Jankto, Shomurodov e Mancosu: devo valutare ciò che ha avuto. Ma avevo bisogno di giocatori rapidi per supportarlo e per attaccare gli spazi”. Si passa dal gruppo. “Il mal di pancia di chi sta fuori? Peggio per loro, devo scegliere per il bene del Cagliari. Se qualcuno molla non fa parte del nostro modo di pensare: so che mi salverò all’ultima partita, all’ultimo secondo come siamo venuti su. Sia chiaro, ho bisogno di tutti purché siano umili, determinati, volenterosi”. Il messaggio è nitido. Lo spogliatoio non ha scusanti. “I ragazzi credo sappiano bene che per me sono tutti uguali. Devo ragionare sull’avversario che ho davanti e sulle pedine ideali per vincere la partita.”.

Modulo e interpreti. Sulla formazione si parte dal via: “In porta gioca Scuffet, ma la mia fiducia in Radunovic. Il trequartista? Sono da sempre per i giocatori di grande qualità, Mancosu lo è, quando starà bene cercherò di giocare sempre con lui. Nandez? È un giocatore importante, trasforma la fase difensiva in offensiva. Ma sul ruolo dovremo valutare bene, se farlo giocare in mediana o da terzino destro. Mancosu quando è in forma è un asso in più che mi posso giocare. L’ho messo dentro perché dovevo fare quel tipo di partita, anche se veniva da settimane di lavoro intenso. L’ho rischiato, mi hanno detto che era al 100 per cento, ma sapevo che non aveva i 90′. Questa settimana si è allenato, ha fatto quasi tutto con i compagni, è una situazione che mi porterò dietro fino a domani sera”. Sulle punte indicazioni più precise. Ma l’incertezza permane. Ad esempio su Petagna dal 1’. “Andrea ha iniziato molto bene, poi si è fatto male al polpaccio e ha perso due settimane di lavoro. Ha una struttura notevole e sta faticando più del dovuto. Stiamo cercando di stimolarlo al massimo per farlo tornare in piena forma”. Sul Cagliari Luvumbo dipendente poche storie. “Lapadula? Giocherà quando starà bene. È il nostro attaccante principe, ma non è facile dall’oggi al domani allenarsi e poi giocare con la prima squadra. Sì, adesso siamo Luvumbo-dipendenti. Zito deve imparare a dialogare con la squadra. Ma godiamoci i gol che sta facendo”

Dalla Salernitana a Di Francesco: “Ho un ottimo rapporto con Eusebio, crede molto nel suo lavoro. Trasmette tanto e dà tanto, lo vedrete domenica, c’è tutto Di Francesco in questo Frosinone. Ci aspetta una partita importante. Troviamo una squadra che vive un momento d’oro con l’allenatore che sta facendo un ottimo lavoro. Ha provato a farlo a Cagliari ma non c’è riuscito, a Frosinone sta mettendo in pratica le sue idee e si sta divertendo. Il loro gioco? In velocità, con possesso palla nella propria metà campo per andare dritto per dritto per cercare di far gol appena superato il cerchio di centrocampo. Sarà una gara intensa, dovremo lottare fino alla fine della partita”. Sulle scelte tattiche la blindatura di Cluadio Ranieri è totale. “Non traccio mai una strada soltanto, dobbiamo essere bravi a cambiare. Poi, dipende dalle condizioni dei ragazzi per usare un sistema o un altro. Non ne ho uno fisso, il Frosinone pur usando il 4-3-3 ha movimenti differenti. Dovremo pensare bene, vedere chi sta in forma e chi può subentrare. E questo spetta a me”.

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Mercoledì, 25 Ottobre 2023 10:02

Gigi Riva, i colori della storia all’Amsicora

 

Il murale sulla porta dello stadio dello scudetto, la “stamborrata” di Rombo di tuono, i ricordi dei campioni del ’70 e l’amarezza per l’attuale situazione del Cagliari. Con i dubbi sulle ultime mosse presidenziali

Mario Frongia

Le emozioni di una volta. Quelle che paiono perse per sempre. Le stesse che  animano la tifoseria: ieri, per uno scudetto che ha e avrà sempre dell’incredibile. Oggi, per un murale che ricorda Gigi Riva. All’ingresso dell’Amsicora, tempio laico e di fede indelebile assieme. Nella serata del pareggio che non sposta le cose in classifica, dà amarezza e rende incerto il percorso della squadra di Ranieri, l’inaugurazione. Con i campioni del tricolore, Tomasini, Brugnera, Greatti e Reginato, accompagnati dai tanti che hanno vestito i colori rossoblù, Quagliozzi, Piras, Copparoni, Bellini, Gattelli e Roccotelli, ma senza di lui. Rombo di tuono è rimasto a casa. “Ci abbiamo provato sino alla fine. Pareva esserci una piccola speranza. Poi, a me e a mio fratello Mauro ha detto che sì, sarebbe venuto a vedere il murale. Ma quando non ci sarebbe stato nessuno” ha spiegato con un sorriso Nicola Riva, primogenito del bomber. Insomma, la festa curata dal Comitato una statua per Riva - idea impantanatasi tra mille pastoie burocratiche nonostante una proficua raccolta fondi - è stata un ritrovo per non dimenticare. I figli di Riva, i campioni, Andrea, figlio di Stefano e nipote dell’Arrica architetto del titolo ‘69/70, tanti tifosi. Alcuni con gli occhi lucidi. La storia che non si scorda e aiuta a capire l’attualità. “È impressionante che a distanza di mezzo secolo ci sia ancora tanta gente che ricorda mio padre e questo gruppo di giocatori. Il motivo? L’essere stato sempre tutto d’un pezzo, coerente. Non l’ho mai sentito dire una bugia” ha aggiunto Nicola Riva. “Era il nostro condottiero. Giocavamo per lui, da Albertosi in avanti, la difesa era impermeabile. E riuscivamo a vincere. Anche perché erravamo tutti molto amici. Ricordo che prima di un Cagliari-Torino negli spogliatoi ci prese in disparte e ci disse che dovevamo vincerla a tutti i costi perché Mario Martiradonna doveva finire di pagarsi la cucina!” ha aggiunto Beppe Tomasini. “Eravamo in sedici, contati, non ti poteva venire un raffreddore. Gigi insuperabile e determinante ma farci gol era un’imrpesa per chiunque” ha segnalato Adriano Reginato. “Il nostro gioco? Partiva da Cera, mi arrivava la palla e sapevo di avere diverse possibilità: due cavalli di razza come Nené e Domenghini ai fianchi, o la verticalizzazione su Gigi. Sì, era un altro calcio e noi eravamo una grande squadra” ha rimarcato Ricciotti Greatti. Alle spalle del regista, un grande 10 prima dello stesso Brugnera, di Matteoli e Zola, il murale firmato dall’artista con mostre ed esposizioni in mezzo mondo, Giorgio Casu, con il supporto dell’associazione culturale Skizzo di San Gavino Monreale. E quando dagli organizzatori con il presidente del Comitato, Pietro Porcella, viene letto il telegramma del presidente della Repubblica, anche il traffico, nella piazzetta Campioni d’Italia, tra via Cagna e viale Diaz, pare fermarsi: “Gigi Riva ha scelto di essere sardo, di condividere i valori identitari e umani della vostra terra. Oltre a essere un grande campione e un indimenticabile protagonista del calcio italiano - ha scritto Sergio Mattarella - rappresenta un esempio di lealtà sportiva, una testimonianza straordinaria per le nuove generazioni”.

Applausi e un filo di commozione. Il recordmen, 35 reti in 42 gare in Nazionale, a mezzo secolo dall’ultima rete siglata in azzurro (il 23 ottobre 1973, qualificazioni per gli Europei, 2-0 sulla Svizzera, Rivera su rigore e Gigi a chiuderla), scuote le anime degli sportivi. A pochi passi dall’area di rigore dove fu il propiziatore del gol dell’1-0 al Bari, in quella domenica 12 aprile 1970 che sancì lo scudetto matematico a Cagliari, al Cagliari e all’intera Sardegna, inclusi i 150mila emigrati, Mario Brugnera si concede un sorriso: “Lo provavamo in allenamento. Gigi mi diceva, se finto di venirti incontro, mettimela sul secondo palo. Se vado largo, dammela corta. Su una punizione a dieci metri dal limite dell’area, sulla destra, scelse la prima e gli misi la palla lunga. Segnò di testa in tuffo. Poi, Bobo Gori fece la rete del 2-0”. Che storie e che tempi!

Amarezza e dubbi. L’inaugurazione del murale, che riproduce la classica “stamborrata” del mancino di Riva, si è svolta a neanche un’ora dal pareggio del Cagliari a Salerno. Mondi diversi. Per stile, qualità tecniche, sensibilità umane. “Mio nonno e mio padre Stefano mi hanno raccontato di quello scudetto. Ho visto filmati, foto e letto tanti libri. Erano belle persone” ha aggiunto Andrea Arrica. Belle e diverse. Adesso, dopo la miracolosa promozione in A voluta e costruita sui cocci da Claudio Ranieri, la squadra è in forte difficoltà. Organico inadeguato alla categoria nonostante le precise indicazioni estive del tecnico, un percorso che pare più teso a raccogliere sponsor, come la catena di market Crai che da qualche giorno dà il nome al centro di Assemini. Nel frattempo, il presidente posta video che dimostrerebbero un fallo da rigore su Prati e protesta per il penalty assegnato da Chiffi, su richiamo del Var, per il mani di Viola. È il calcio, bellezza, può dirsi parafrasando Humphrey Bogart. Ma non è tutto. Avantieri la Lega ha firmato il contratto quinquennale sui diritti tv per la serie A con Sky-Dazn pari a 900 milioni di euro l’anno. In pratica, il salvagente per numerosi club di prima e seconda fascia, denari senza i quali la bancarotta del sistema, come evidenziato dagli analisti, sarebbe certa in breve tempo. Ebbene, hanno votato sì diciassette società. Nel trio dei no, con Salernitana e Napoli, astenuto, anche il Cagliari. Un altro passo che testimonia diverse cose. Di certo, una solida intesa (!) con gli altri club e un gesto proficuo per le tv aggiudicatarie.

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La vittoria dell'Empoli a Firenze alza la quota salvezza. Per la squadra di Ranieri non ci sono più margini d'errore

 

La vittoria dell'Empoli a Firenze e il pareggio della Dacia Arena tra Udinese e Lecce hanno chiuso la nona giornata di serie A. E il bilancio al termine dell'ultimo turno non è per nulla positivo per i colori rossoblù. Quella di Salerno avrebbe dovuto rappresentare un trampolino di lancio verso la risalita in classifica contro una squadra che, come il Cagliari, non ha ancora conquistato i suoi primi tre punti nel massimo campionato. Ne è venuto fuori un rocambolesco pareggio sul quale l'occhio del var ha avuto poi un peso enorme.

 

La quota salvezza si allontana

Oggi quello che dice la classifica è che la quota salvezza pian piano inizia ad allontanarsi e la vittoria non è più una necessità, ma un obbligo. Perché se è vero che il calendario delle prime otto giornate del Cagliari non è stato favorevole, è anche vero che le dirette concorrenti per la salvezza a turno hanno portato a casa punti fondamentali contro le big. Vedi il Genoa, neo-promossa, capace di pareggiare col Napoli e battere Roma e Lazio. O il Frosinone, altra neo-promossa, abile nel battere l'Atalanta e fermare la Fiorentina. O ancora i pareggi del Bologna con Juventus, Inter e Napoli o le vittorie del Verona sulla Roma e appunto dell'Empoli sulla Fiorentina là dove il Cagliari ne ha presi tre.

 

Il rientro dei big per respirare

Insomma, se il calendario non ha dato una mano i fatti dicono che la forza di questo Cagliari, almeno per il momento, non è ancora venuta fuori. Ora alla Domus arriva il Frosinone che come i rossoblù, un anno fa, lottava nel fango della serie B per provare a risalire in A. A Salerno c'è stato il ritorno in campo di Jankto e Mancosu e qualcosa di buono si è visto. Contro il Frosinone potrebbe esserci qualche minuto anche per Lapadula. La speranza è che Ranieri, con i suoi big nuovamente a disposizione, possa finalmente trovare la quadra di un Cagliari che fin qui - in nove giornate - non è mai sceso in campo con lo stesso undici. Il tempo a disposizione per la risalita inizia a diventare sempre più corto e davanti, seppur a singhiozzo, le dirette concorrenti per la salvezza iniziano a prendere il largo.

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Il ds non accetta la decisione del var: "Si tratta di una decisione pesante e penalizzante per noi. Un rigore che ci impedisce di esultare per il ritorno alla vittoria"

 

Un pareggio che sa di beffa quello di Salerno col rigore concesso dal Var che ha fissato il risultato sul 2-2 dopo che il Cagliari di Claudio Ranieri per ben due volte è passato in vantaggio. Al termine del match il tecnico non ha parlato, al suo posto il ds rossoblu Nereo Bonato. "Il rigore del 2-2 ci penalizza notevolmente, c'è grande rammarico. Non può essere una decisione corretta: determinati episodi non vanno considerati da rigore. Decisioni simili vanno a condizionare settimane di lavoro, talvolta intere stagioni. Stasera ci sentiamo penalizzati e voglio portare davanti a tutti il disappunto del mister, del gruppo e dell'intera Società per una chiamata extra-campo non in linea con quella che era la dinamica dell'azione. Si tratta di una decisione pesante e penalizzante per noi".

Il dirigente del Cagliari poi va oltre e guarda all'atteggiamento della squadra. "La squadra ha risposto sul campo dopo una serie di risultati negativi, non avevo il minimo dubbio su questo gruppo, sappiamo di avere terreno fertile su cui lavorare. Si affrontavano due squadre in difficoltà, abbiamo commesso qualche errore, come sull'1-1, ma sul pareggio finale pesa tanto quel tipo di decisione dell'arbitro e del VAR, che genera notevole amarezza impedendoci di esultare per il ritorno alla vittoria. Oggi però abbiamo messo un primo mattone per continuare a costruire la risalita in classifica, la squadra si è espressa con rapidità e intelligenza sia nel primo tempo che nella ripresa. La strategia di gara era giusta, il campo lo ha dimostrato, fino alla chiamata del VAR: oggi purtroppo il giudizio sulla prestazione è inficiato da quanto successo a livello arbitrale".

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Domenica, 22 Ottobre 2023 11:05

Salernitana-Cagliari, la vignetta di Frédéric Art

Torna la serie A e il Cagliari cerca la sua prima vittoria stagionale in quel di Salerno. Alle ore 15 allo stadio Arechi va in scena Salernitana-Cagliari, noi come sempre la giochiamo con la bellissima vignetta dell'artista sardo Frédéric Art. 

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Sabato, 21 Ottobre 2023 18:12

A Salerno tornano Lapadula, Mancosu e Jankto

Ranieri recupera tre uomini chiave per la salvezza. Possibile utilizzo dal 1' per il ceco

 

Il Cagliari torna in campo dopo la sosta e lo fa all'Arechi di Salerno. Di fronte la penultima della classe con tre punti, frutto di tre pareggi in questa prima parte di stagione e il fanalino di coda, quello rossoblù, con appena due punti in otto giornate. Entrambe sono alla ricerca della prima vittoria in serie A con i granata che hanno approfittato della pausa per affidarsi alla sapienza di Pippo Inzaghi.

 

Tornano Mancosu, Lapadula e Jankto

E se la sosta per le nazionali è stata caratterizzata dallo scandalo scommesse che ha visto coinvolti (per ora) gli azzurri Tonali, Fagioli e Zaniolo, per il Cagliari la pausa è servita a recuperare qualche infortunato di troppo. Così per la fondamentale trasferta di Salerno, Claudio Ranieri ritrova in un colpo solo Marco Mancosu, Gianluca Lapadula e Jakub Jankto. Bisogna, però, frenare l'entusiasmo, perché se per l'esterno ceco c'è anche la forte possibilità di vederlo in campo dal 1', per il centrocampista cagliaritano e per l'italo-peruviano le cose sono ben diverse. I due son stati convocati per aggiungere esperienza a un gruppo tutto sommato giovane, ma difficilmente li vedremo in campo, soprattutto il bomber della scorso campionato di serie B. Più probabile un loro minutaggio contro il Frosinone alla Unipol Domus tra una settimana. Sono rimasti a casa Simone Aresti e Pantelis Hatzidiakos.

 

L'ultima vittoria nel 1999

A Salerno sarà fondamentale vincere. Sia per dare la scossa a una classifica che diventa sempre più complicata, sia per ridare morale a un ambiente con l'umore sotto i tacchi. L'ultima vittoria in casa della Salernitana risale al 6 gennaio del 1999 con una doppietta di Muzzi e un gol di Macellari a firmare l'1-3 finale.

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Mercoledì, 11 Ottobre 2023 11:47

Cagliari, il flop dell’era Giulini

 

I tifosi soffrono e si affidano a Ranieri ma i numeri maturati in casa negli ultimi anni sono implacabili:  44 vittorie, 31 pareggi e 62 sconfitte

Mario Frongia

Il mondo dei social in ebollizione, i blog che si rincorrono nel rimarcare un’altra annata in disperato affanno, i siti e le testate accreditate che esaminano con serietà e professionalità quel che è accaduto al Cagliari nelle ultime otto giornate. Il quadro è nitido: sei sconfitte, le ultime quattro di fila, e due pareggi, altrettanti punti che valgono l’ultimo posto in classifica con tre reti all’attivo (due Luvumbo più Nandez) e sedici incassate. Menzionare i dati, meglio fotografare con oggettività l’andamento dei rossoblù, frutto di scelte societarie ancora una volta pesantemente deficitarie, non è disfattismo. Ma semplice cronaca. Un dovere e un diritto assieme, se non si vuol nascondere la testa sotto il cuscino. A scanso di equivoci, il Cagliari in A, anche epr gli oltre 170mila emigrati, è un dono strepitoso. Nessuno di buon senso può auspicare retrocessioni e campionati da infarto. Ma scansarsi o ignorare un andazzo da incubo sarebbe da stolti. Fin dalla prima retrocessione del 2024/15 - con Zeman e il bidonamento di Gianfranco Zola alla campagna acquisti, il primo di una lunga serie che è proseguita con Ranieri - dei siluramenti di Rastelli (autore della vittoria della B e del record imbattuto dei 47 punti e dell’undicesimo posto in A) e di Maran (capace di stare fino a gennaio tra le prime dieci, poi chiedeva un difensore centrale e il presidente gli ha preso Pereiro!) piaccia o meno, i due tecnici che hanno fatto gioire la tifoseria.

Un passato che non insegna. Per fare un esempio e stare all'attualità, ci si chiede come mai a precise richieste del tecnico di Testaccio di una punta da doppia cifra e di due difensori centrali esperti della A, siano arrivati Shomurodov da ricondizionare, Petagna idem all’ultimo minuto del mercato e due, per quel che si è visto finora, stranieri totalmente digiuni di uno dei cinque tornei più feroci al mondo. Gli alibi? Cinque big in avvio, le papere di Radunovic, il debutto per tanti giovani, l’amalgama da trovare, gli infortuni di Lapadula, Rog e Mancosu. Intanto, sul portiere serbo va detto che ha commesso errori pesanti. Ma oltre al decisivo contributo per la risalita in A, ha fatto il suo anche in queste prime gare. E magari lo ha disturbato anche il mancato rinnovo del contratto, a cifre ridicole, che chiede da mesi! Mentre Scuffet - debutto e quattro gol incassati con la Roma - pare guadagni il triplo.  E i contratti non li ha fatti certo Topolino, né il diesse Bonato. Su Lapadula e Mancosu, il club sapeva da giugno che dovevano operarsi, quindi si poteva intervenire con tempismo e logica. Sugli scontri con le cinque big - squadre che comunque hanno perso punti con le dirette concorrenti del Cagliari, ad esempio, Genoa, Frosinone, Lecce - bisogna chiedersi di come non si sia riusciti a battere una modesta Udinese in casa. E del perché a Bologna, e anche con il Milan, non si sia stati capaci di difendere con le unghie l’1-0. E pensare che, come ripete il coro, “il nostro campionato inizi adesso” è un’altra trappola mortale per tutti. Con in prima fila i 13.700 abbonati e col resto dei tifosi e degli sportivi sardi, è arrivato  il primo parziale e doloroso momento di riflessione. Tra guerre, crisi finanziarie, politiche ed economiche, c’è ben altro a cui pensare. Ma neanche il benaltrismo, con il presidente del club che coglie al volo l’occasione dei Giganti di Monte Prama agli Uffizi per sollecitare i soldi dello stadio alla Giunta regionale e non dà notizie sull’esecuzione delle bonifiche per disastro ambientale a Macchiareddu, pari a 23 milioni di euro come da sentenza del tribunale di Cagliari, è onorevole per la comunità isolana.

Numeri atroci. Cagliari-Roma 1-4 è la sconfitta numero 62 in casa. Poca roba per i tifosi i 31 pareggi e le 42 vittorie in un totale di 137 partite. Come ben documentato su Centrotrentuno.it dal collega Matteo Zizola, dati impietosi. Il confronto con i dieci anni precedenti è dovuto all'aver preso per riferimento l’avvio dei 3 punti a successo. Per stare al presente non era mai capitato che il Cagliari iniziasse così male. Nel decennio scorso i rossoblù non hanno mai ceduto i 3 punti per più di 8 gare. Dal 2014/15 - avvento dell’era giuliniana – su sette tornei di A in quattro edizioni ne ha perse almeno dieci. Inoltre, escludendo la stagione attuale, con il presidente già nel cda dell’Inter, la squadra 5 volte su 8 ha subito almeno 19 sconfitte su 38 (due volte 21, due volte 20, una volta 19). E solo nell’anno di Rastelli ha superato le 11 vittorie stagionali, 14 in tutto. Nei dieci anni precedenti, con la proprietà di Massimo Cellino, solo nel 2007/08, concluso peraltro con la salvezza dopo una rimonta strepitosa guidata da Ballardini, il Cagliari non ha mai perso più di 18 match. Insomma, il tanto decantato fortino Domus è un concetto buono, forse, per il marketing e per farlo battezzare dietro lauto conguaglio da una assicurazione. Ma questo è un aspetto che poco aiuta a fare punti indispensabili per la salvezza. Anche perché sarebbe doppiamente osceno - dopo la retrocessione di Venezia -l dilapidare, a neanche quattro mesi dalla sbornia collettiva per la vittoria last minute di Bari, la permanenza in A.

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Domenica, 08 Ottobre 2023 21:11

Cagliari, sofferenza senza fine

Claudio Ranieri e il diesse Nereo Bonato blindano il gruppo. "Nessuno molla, lavoreremo duro per rialzarci" dice il tecnico

Mario Frongia

Errori e ancora errori. La A che non perdona le sbavature. Le ingenuità dei giovani e degli esperti. Il 4-1 della Roma alla Domus - quarta sconfitta di fila - ha messo a nudo il Cagliari. Ultimo in classifica dopo otto gare con 2 punti, tre reti all'attivo e sedici incassate. Dopo la sosta per le nazionali si riparte dalla trasferta in casa della Salernitana. Claudio Ranieri tiene botta: "Abbiamo iniziato bene, con una parata importante di Rui Patricio sul colpo di testa di Petagna. Poi, ci sono stati gli errori. L'ho sempre detto in B una sbavatura te la perdonano, in A ti puniscono. Ma sono contento perché questo gruppo non molla mai. Abbiamo giocato contro cinque squadre da alta classifica ma con questo non voglio dire che dalla prossima a Salerno arriva un campionato con le partite più facili. Però - segnala Claudio Ranieri - ce la giocheremo. Morale? Li vedo uniti, compatti, questa è la mia fiducia".

Scelte tattiche e singoli. "Ho messo Nandez a centrocampo perché ha fatto bene a Bergamo, Dossena? Non stava al top, ho optato per Wieteska, con Obert e Hatzidiakos per poter giocare la palla da dietro". Sir Claudio non si scompone. E su Pereiro taglia corto: "Ha classe ma non è una fuoriserie. Il calcio moderno è corsa, sacrificio. Gli ho detto di darsi da fare. Non mi innamoro dei giocatori, di quanto guadagnano, di cosa hanno vinto. Se Gaston abbina qualità e corre a cento all'ora, le terrò presente. Altrimenti, non ho una squadra che lo può supportare". Si ripassa al 4-1. "Sì, potevamo fare qualcosa di meglio ma da due errori sono arrivate due reti. Pronti via ed eravamo già sotto. Poi, è difficile. Prati? Mi è piaciuto, ha fatto una grande gara, con geometrie e qualità".

Mercato e aspettative. L'allenatore di Testaccio riparte da zero. E spiega: "Normale che ci siano complessità da smaltire. In preparazione non ho avuto tutti dall'inizio, ho sempre detto che non si deve giocare con il mercato aperto. Comunque, sto valutando tutti". Si ripassa dalla frase "soli due punti". Ranieri precisa: "Sì, dopo otto partite mi aspettavo zero punti. Quando ho visto il calendario ho guardato la classifica dell'anno scorso: tutte avversarie di vertice. Abbiamo preso un punto con il Toro e uno con l'Udinese. Con le fuoriserie si fa grande fatica, la A è molto difficile. Ma se non si molla nei momenti come questi, prima o poi se ne viene a capo". Infine, la battuta: "Meno male che siamo partiti con l'handicap, pensate se fosse accaduto nelle ultime otto partite!". Sulla sosta poche storie: "Chi va in nazionale deve andare tranquillo, ci faranno sapere che programma seguiranno. Noi lavoreremo duro".

Allenatori contro. Su José Mourinho che ha detto "Ranieri non ha giocatori dal tasso tecnico utile al suo lavoro", Claudio Ranieri ha risposto a tono: "José è un grande allenatore, determinato, al fianco della squadra. Non devo presentarlo io, bastano i trofei che ha vinto". Poi, l'abc del mestiere: "L'allenatore deve curare il lavoro psicologico, fisico e tattico. Mi ha fatto piacere sentire i tifosi che hanno capito le nostre difficoltà e hanno applaudito i ragazzi. Che sbagliano ma danno tutto". Sul cartellino poche storie: "Mi ha ammonito perché ho detto al quarto uomo che la panchina della Roma si alzava a ogni fallo. Bisogna avere personalità. Non parlo di Mourinho ma dell'arbitro".

I complimenti, dalla curva giallorossa allo Special One. "Claudio Ranieri-Claudio Ranieri-Claudio Ranieri!" Al 40' della ripresa il saluto dei tifosi della Roma. Per il tecnico del Cagliari, l'unico squarcio di luce di una serata che peggio non si poteva immaginare. I complimenti in sala stampa glieli invia anche lo Special one. José Mourinho ne ha decantato le doti e gli ha offerto ospitalità: "Il mister è un gran signore, mi piace veramente tanto. L'ho invitato a venire a Roma con il nostro aereo".  

Unità d'intenti. "Un momento delicato e complicato. Se si viene da quattro sconfitte e si perde 4-1 in casa, qualcosa non va". Il direttore sportivo, Nereo Bonato, apre così. "Sapevamo che lavorando sui giovani ci sarebbero stati dei rischi. Abbiamo dato fiducia a tanti che venivano dalla B, pensavamo che l'impatto sarebbe stato meno complicato. Poi, il calendario ci ha messo di fronte cinque top club che hanno evidenziato criticità per la categoria". In chiusura, un cenno agli assenti: "Mancano Lapadula, Mancosu, Jankto. Dobbiamo partire dall'unità d'intenti, società, staff e giocatori. La A è una grande opportunità per tutti. Serve tempo e lucidità per crescere".

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Domenica, 08 Ottobre 2023 20:06

Notte fonda Cagliari, la Roma cala il poker

Finisce 4-1 per i giallorossi all'Unipol Domus con la doppietta di Lukaku e i gol di Aouar e Belotti che regalano i tre punti ai capitolini. Di Nandez, su rigore, il gol della bandiera rossoblù

 

All'Unipol Domus finisce 4-1 per la Roma di José Mourinho. Una gara senza storia, giocata alla pari per soli 19' poi un black-out di 90'' che hanno cambiato l'inerzia del match in favore dei capitolini. Novanta secondi di pura follia. Tanto è passato dal vantaggio siglato da Aouar al raddoppio di Lukaku. Un uno-due che ha spezzato le gambe ai rossoblù e che ha cambiato il volto della partita. Per niente fortunato il ritorno in A dopo quasi due anni e mezzo di Simone Scuffet. L'ex enfant prodige dell'Udinese non ha commesso errori evidenti, ma ha dovuto raccogliere la palla dal sacco per ben quattro volte.

 

Uno-due Roma

Avvio shock del Cagliari che dopo un bel colpo di testa di Petagna respinto in angolo da Rui Patricio, si è ritrovato sotto di due gol nel giro di 90'' tra il 19' e il 20'. In occasione del primo gol, Aouar, lasciato colpevolmente solo in mezzo all'area, calcia in porta tenuto in gioco da Azzi. Pochi secondi dopo Lukaku sbuca alle spalle di Hatzidiakos su cross laterale di Karsdorp e di petto appoggia in rete. Gli uomini di Ranieri ci mettono un po' a reagire. L'infortunio di Dybala permette al tecnico di rivedere i rossoblù. Sir Claudio si gioca la carta Luvumbo al posto dell'ammonito Sulemana e l'ingresso dell'angolano suona la sveglia in casa Cagliari con le occasioni migliori che arrivano con Azzi che prima di testa, poi di sinistro non trova la porta di pochissimo.

 

La chiudono Belotti e Lukaku

Nella ripresa pronti via e la Roma cala il tris con Belotti lanciato a rete da Paredes. Il Gallo mette a sedere Zappa e a tu per tu con Scuffet non sbaglia. Poco prima della mezz'ora il poker firmato Lukaku con la retroguardia rossoblù bucata ancora una volta da una verticalizzazione. Un gol, quello del belga, che ricorda molto quello subito da Dumfries contro l'Inter all'esordio in A. Al 71' una grandissima rete di Prati dal limite viene cancellata dal var per fuorigioco di Azzi. Dieci minuti più tardi N'dicka salva sulla linea una conclusione sporca di Pavoletti, subentrato al fischiatissimo Petagna. Nel finale l'occhio elettronico del var vede un fallo di mano in area di Cristante e Sozza manda Nandez al dischetto. Il folletto rossoblù non saglia. L'ultimo gol dell'uruguaiano in A risaliva al 18 giugno del 2021 contro il Napoli. L'assalto finale, con la Roma ormai a risparmio energetico, non produce altre emozioni. Ora la sosta per ricaricare le batterie e per preparare la delicatissima sfida di Salerno con i campani che in classifica precedono il Cagliari, ultimo, di un solo punto.

 

CAGLIARI-ROMA 1-4 (0-2)

CAGLIARI (3-5-2): Scuffet; Wieteska, Obert (68' Dossena), Hatzidiakos (46' Zappa); Nandez, Sulemana (39' Luvumbo), Prati, Makoumbou, Azzi; Oristanio (72' Shomurodov), Petagna (68' Pavoletti). All. Ranieri.

ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Cristante, N’Dicka; Karsdorp (69' Kristensen), Bove, Paredes (78' Celik), Aouar (69' Boer), Spinazzola; Dybala (40' Belotti); Lukaku. All. Mourinho.

ARBITRO: Sozza di Seregno

MARCATORI: 19' Aouar, 20' e 59' Lukaku, 51' Belotti, 87' Nandez (r).

NOTE: Recupero: 3', 4'. Ammoniti: Sulemana, Obert, Paredes, Aouar, Bove . Spettatori: 16.307.

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Domenica, 08 Ottobre 2023 13:01

Cagliari-Roma: la vignetta di Frédéric Art

Cagliari e Roma in campo alle ore 18:00 all'Unipol Domus. Noi di Vivilasardegna la giochiamo come sempre in anticipo con la splendida vignetta dell'artista sardo Frédéric Art. 

Pubblicato in Gol Rossoblu
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